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1) Dizion. 3° Ed. .
DETRAZIONE
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DETRAZIONE.
Definiz: Il detrarre. Latin. detractio, oblocutio. Gr. καταλαλία.
Esempio: Maestruz. 2. 8. 3. La detrazione è diversa dalla contumelia, cioè villania, in due modi. In prima quanto che al modo di proponere le parole, imperocchè lo 'ngiurioso manifestamente parla alcuna cosa, ma la detrazione occultamente. Il secondo, quanto al fine, ovvero quanto che al nocimento; imperocchè lo 'ngiurioso macola l'onore altrui, ma il detrattore la fama. E son dette le parole del detrattore occulte, non semplicemente, ma per operazion di colui, a cui e' le parla; imperocchè sono, non essendo egli presente, e non sappiendolo, avvegnachè dinanzi a molti dette fossono le parole maladette. In quanti modi diminuisce la detrazione la fama altrui?
Esempio: Tratt. P. Mort. Detrazione è dir male occulto d'altri, non avendo alcun debito fine, e non essendo presente colui, di chi si dice tal male.
Esempio: Am. Ant. 36. 5. 5. Sicchè onde più detrazione fiatano, indi meno veggono.
Esempio: Filoc. lib. 5. 220. S'egli mai alcuna detrazione commise.
Definiz: §. Per Iscemamento, diminuzione.
Esempio: G. V. 10. 161. 1. Eglino doveano avere molte detrazioni, e abbassamenti.
Esempio: Boc. Vit. Dant. Nominollo Aldighieri, come che il vocabolo poi per detrazione di questa lettera D. corrotto, rimanesse Allighieri.