Lessicografia della Crusca in rete

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COCCHIUME.
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COCCHIUME.
Definiz: Sost. masc. Quel turacciolo, che chiude il foro d'onde s'empie la botte: e più comunemente Il foro stesso.
Forse dal lat. cochlea, o da claudo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 182: Si faccia cocchiume di salcio verde, dalla corteccia mondato.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 189: Traendo di sotto per la spina fecciaia, e ponendo di sopra per lo cocchiume.
Esempio: Pallad. Agric. 261: Ritura bene il vaso del vino, e imbiuta 'l cocchiume.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 287: E primieramente tastate le botti, che si credeva che piene d'olio fossero, trovò quelle esser piene d'acqua marina, avendo in ciascuna forse un baril d'olio di sopra, vicino al cocchiume.
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 129: Alcuna volta nella cella andava, E pel cocchiume le botte assaggiava.
Esempio: Varch. Stor. 2, 371: Se Malatesta m'avesse avuto le mani ne' capegli, anzi in una botte racchiuso, e datomi pel cocchiume a mangiare, già non m'arebbe egli chiesto più cose, nè maggiori.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 59: S'imbotti, e si metta al cocchiume, che non isfiati, la sua canna col peverino.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 13: E in sulla botte posto a capo chino, Con esso [cannello] pel cocchiume succia il vino.
Esempio: Not. Malm. 2, 547: Cocchiume, quasi coperchiume.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 109: Si purga il vino da una quantità di fecce, che vengono fuori dal cocchiume.