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1) Dizion. 5° Ed. .
MUSO.
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MUSO.
Definiz: Sost. masc. La parte anteriore e sporgente della testa dell'animale, dagli occhi al labbro inferiore: ma non si direbbe dei pennuti. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 564: Se arditamente vanno per via (le pecore), son sane; se pigre, a muso chino, ammalate.
Esempio: Dant. Inf. 22: E come all'orlo dell'acqua d'un fosso Stan li ranocchi, pur col muso fuori, Sì che celano i piedi e l'altro grosso; ec.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 148: Mi pareva che ella (una capriuola) mi mettesse il muso in seno.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 261: Essendo (un cane) tra lui e tra' priori, sentì l'odore della carne salata, e andava pur col muso fiutando a uno a uno e poi si fermava al proposto ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 656: Il serpente, che si faceva uomo,... ritrasse lo muso steso in lungo a dietro a fare le tempie, e divenne faccia d'uomo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 104: Così Ruggier con l'asta e con la spada Non dove era de' denti armato il muso (dell'orca), Ma vuol che 'l colpo tra l'orecchie cada, Or su le schene, ec.
Esempio: Soder. Op. 4, 5: I montoni che hanno le corna piegate vers'il muso e ritorte.... sono tenuti migliori.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 167: Quando poi l'animale è tranquillo e disteso e che cammina (parla del riccio), il di lui muso conico, di colore fra il bigio ed il castagno, è ricoperto di pelo più corto e più morvido di quello del rimanente del corpo.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 45: Ond'ella (una lepre) gìa piena di doglia in suso Verso gli onusti rami alzando il muso.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 232: Sia.... (il bue) di muso e narici che tendano all'insù.
Esempio: Mont. Poes. App. 34: Roma udillo, e la lupa tiberina Sollevò il muso, e si fe' liscio il vello (qui in locuz. figur.).
Definiz: § I. Dicesi, per estensione, La faccia, Il viso, dell'uomo; ma sempre in significato di scherzo o di spregio. –
Esempio: Dant. Inf. 18: Sentimmo gente che si nicchia.... e che col muso sbuffa, E se medesma con le palme picchia.
Esempio: E Dant. Inf. 22: Cagnazzo a cotal motto levò il muso, Crollando il capo, e disse ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 93: S'io comincio per la sua sciagura Gli forbirò col mazzafrusto il muso.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 20, 2: Versan lacrime amare, e fanno musi Da fare sbigottire in ciel le stelle.
Esempio: Giust. Vers. 45: Grullo, confuso Rimase lì; Col manto il muso Si ricoprì.
Esempio: E Giust. Vers. 115: E poi sul trespolo Lì fuori pronto, Partii col muso Basso e confuso.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 30: Fatta lung'Arno una girata pria, Visti e rivisti que' soliti musi, ec.
Definiz: § II. Figuratam. e familiarm., Persona atta all'ufficio onde è investita. E più generalmente, Persona capace di compiere atti risoluti ed arditi. –
Esempio: Giust. Vers. 265: E poi, quelli che mestano Presentemente, scusi, Con me la può discorrere, O che le paion musi?
Definiz: § III. Con qualche aggiunto che lo determini, denota Un atteggiamento, severo, austero, minaccioso, o simile, del volto umano, della fisionomia. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 71: Che vi venga (il Castelvetro) a trovare a Bologna, mi parrà gran fatto; ma che non si può credere d'un muso così auzzo come il suo?
Esempio: Giust. Vers. 241: Difatto se ne stavano (i soldati austriaci) impalati, Come sogliono in faccia a' Generali, Co' baffi di capecchio e con que' musi, Davanti a Dio diritti come fusi.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 137: Ai baffi e al muso duro, quelle genti Ci credono persone intelligenti!
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 43: L'uomo sodo e il muso serio È quel che in oggi più s'apprezza e stima.
Definiz: § IV. Muso, vale anche Broncio, Segno di cruccio o di corruccio; onde le maniere familiari Fare muso, ovvero il muso, o un muso lungo un palmo, Metter su muso, ovvero il muso, o un muso lungo un palmo, Tenere, muso, ovvero il muso, o un muso lungo un palmo, e simili, e talora anche Fare il muso; le quali valgono Far segno di cruccio per cosa che s'abbia a male; Mostrare d'impermalirsi di checchessia; Mostrarsi adirato, mal disposto, verso alcuno. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 58: Zombommi (la moglie) sol duo volte in diciott'anni,... La prima fu perch'io le feci muso, L'altra, perch'una sera ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 3, 9: Così, così si fa: non tanti musi, E non tanti occhi strani.
Esempio: E Buonarr. Fier. 4, 3, 5: Nè perchè.... io resti.... mal visto.... Nulla stimato e spesso dileggiato Da loro, che ritrose Mi faccian muso quando io le scappelli E si voltino in là, vo' dalle dame Il passo divertir.
Esempio: Red. Lett. 2, 224: Se questi signori continuano a contentarsene, e staranno cheti, il negozio andrà bene; ma se comincieranno a far muso, la veggo mal parata.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 190: Dal solo vedere un ventaglio in mano a una dama ben disciplinata, mi do vanto di saper subito dire, senza vederla in viso, se ella ride, se ella arrossisce, se ella fa muso.
Esempio: E Magal. Lett. At. 82: Se non è altro che un nome, s'ha egli per un nome a.... far muso a colui, creduto apportatore di sinistro augurio, perchè vi si mette a sedere a lato ec.?
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 414: Che ci fa ceffo; ci fa muso, ci fa broncio o boncio.
Esempio: Fag. Rim. 1, 280: Parlate (o donne) in senso equivoco e confuso Di questo e quello.... Lo guardate a sghimbescio, e fate il muso.
Esempio: Giust. Vers. 154: Oh via non mi far muso, e non t'annoi Conoscer te d'origine sì vile.
Esempio: E Giust. Vers. 171: Allegri, amici: il muso lungo un palmo Tenga il minchion che soffre d'itterizia.
Definiz: § V. A muso duro, vale familiarmente Senza turbarsi, Senza scomporsi, Senza esitare. –
Esempio: Giust. Vers. 201: Ma quel Giuda era un buffone...: Tu, vincendo il paragone, Mostrerai che a muso duro Si può vendere un Messia, Senza far la scioccheria Di morire a gozzo stretto E di rendere il sacchetto.
Definiz: § VI. Per il suo bel muso, Per il tuo bel muso, Per il vostro, bel muso, e simili, vale In grazia tua, sua, vostra, ec., Per semplice riguardo a te, a lui, a voi, ec.; usato familiarmente e ironicamente.
Definiz: § VII. Sul muso ad uno, vale In faccia ad esso e senza riguardo o ritegno. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 297: Ha fattoci Un favor bravo da birri, serratoci La finestra sul muso.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 25: Dunque s'io trovo il gatto.... Posso accostarmi, e senza suggezione Dargli la baia, e far le mie vendette; Ed in segno di smacco e disistima Posso fargli sul muso lima lima (qui per similit.).
Esempio: Giust. Vers. 248: Fino a sfidare il carcere, le spie, L'esilio, il boia, e ridergli sul muso,... Fin qui ci sono, e mi ci firmo anch'io.
Definiz: § VIII. Arricciare il muso, vale lo stesso che Far muso, broncio. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 394: Mio padre mi comanda Ch'io sposi Anselma; s'obbedir recuso Di posta arriccia il muso.
Definiz: § IX. Aver la pèsca nel muso. –
V. Pèsca.
Definiz: § X. Rompere il muso ad alcuno, vale Percuoterlo, Conciarlo malamente; e Farsi rompere il muso, vale Esporsi ad un simil cimento. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 8: Io, che soffrir non so questo sopruso, O rompo, oppur mi fo rompere il muso.
Definiz: § XI. Torcere il muso, vale Fare atto, per alterigia, di schifiltà o di nausea. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 89: E, quando ella andava per via, sì forte le veniva del cencio, che altro che torcere il muso non faceva, quasi puzzo le venisse di chiunque vedesse o scontrasse.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 193: Laonde, mai non si doverebbe torcere il muso, quando s'incontra in persone che in aspetto non hanno quella prima grazia o venustà che dovrebbe dare la natura, nel venire al mondo, a chi opera in qualche virtù.
Definiz: § XII. E in locuz. figur. –
Esempio: Dant. Purg. 14: Botoli trova poi (la riviera d'Arno), venendo giuso, Ringhiosi più che non chiede lor possa, Ed a lor disdegnosa torce il muso.
Definiz: § XIII. Chi prende moglie e non sa l'uso, assottiglia le gambe e allunga il muso. –
V. Moglie, § XV.