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1) Dizion. 5° Ed. .
COSCIENZA.
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COSCIENZA.
Definiz: Sost. femm. Giudizio sulla moralità delle proprie azioni, che si fonda sull'interiore sentimento e conoscenza del bene e del male.
Dal lat. conscientia. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 61: Questa è la nostra allegrezza nel mondo, che la coscienza nostra buona testimonianza ci porti.
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 73: Oh coscienza, tacito e quieto tormento della fellonia e del peccato!
Esempio: Dant. Inf. 15: Tanto vogl'io che vi sia manifesto, Pur che mia coscïenza non mi garra, Che alla fortuna, come vuol, son presto.
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 377: Sogliono dire per giustificarsi: Ben mi basta la mia coscienza; e ogni cosa, dice la Scrittura, è monda a' mondi.
Esempio: But. Comm. Dant. Inf. 15, 1: Coscienza è conoscimento di sè medesimo, e a questo modo può essere in male e in bene:... quando è di bene, contenta, e quieta la mente; quando è di male, turba, e inquieta la mente.
Esempio: Sacchett. Op. div.: La sinderesi è un abito o una cognizione abituale de' principj degli atti morali, cioè del bene che si debbe fare e del male che si debbe fuggire; donde si cagiona poi e si forma la coscienza.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 366: La pace della coscienza suol essere un'iride d'eterna tranquillità fra le tempeste di tutte l'esteriori calunnie.
Definiz: § I. E con qualche aggiunto, come Buono coscienza buona, Retto coscienza retta, Tranquillo coscienza tranquilla, o Cattivo coscienza cattiva, Reo coscienza rea, Turbato coscienza turbata, e simili; ovvero in locuzione con gli astratti corrispondenti; significa Lo stato dell'anima, La condizione nella quale l'anima si trova, rispetto al giudizio e al sentimento intorno alle proprie azioni: ed altresì L'anima stessa, pure rispetto a tale giudizio e sentimento. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 61: La mala coscienza sempre grava altrui di paura, e la buona non è sanza speranza di guiderdone.
Esempio: Dant. Purg. 19: Qual cagion, disse, in giù così ti torse? Ed io a lui: Per vostra dignitate, Mia coscïenza dritta mi rimorse.
Esempio: E Dant. Parad. 17: Coscïenza fusca O della propria o dell'altrui vergogna Pur sentirà la tua parola brusca.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 67: Sotto spezie di confessione e di purissima coscienza.
Esempio: Imit. Crist. 65: Abbi buona coscienza, e sempre avrai letizia.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 277: Dice adunque questo proverbio: Conscientia mille testes; che importa tanto, quanto a dire La coscienza pura e monda vale per mille testimonj.
Esempio: E Firenz. Pros. 1, 278: Quello, che si dice in una donna, ella ha aria; non è altro, che lo avere un certo buon segno manifestante la sanità dell'animo, e la chiarezza della lor coscienza.... E non avere aria importa un segno, un piglio dimostrante la malattia del cuore, e le macerie della contaminata coscienza.
Esempio: Segner. Mann. ag. 16, 3: Dove quelle [colpe] ti tenevano afflitto con quell'angoscia che dà la mala coscienza, egli (il cuore) ti terrà allegro con quella quiete che dà la buona.
Definiz: § II. Pure per Anima, Animo, Mente; anche usato assolutam. e senz'alcuno aggiunto. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 22: Andarono a pregare il Padre Santo, che gli piacesse di distribuire fra loro quelli ufficj, imperocchè loro coscienze per nessun modo poteano sostenere che Frate Masseo portasse tante fatiche.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. 3, 3: L'onore e la grandezza e la potenza Della cittade [di Mantova] tien quel da Gonzaga; Tre fratei sono ed una coscïenza.
Esempio: Cell. G. Lett. 34: La semplicità della coscienza, la quale gl'ingiusti dispregiano come cosa vile e abietta, i giusti ne fanno sacrificio di virtude.
Definiz: § III. Per Onestà, Onoratezza, Lealtà, od anche semplicemente Sentimento del proprio dovere. E in questo senso si adopera comunemente nelle maniere Far le cose con coscienza, senza coscienza, e simili. –
Esempio: Fag. Rim. 2, 227: Chi oggi una commedia a far m'invita,... Chi mi propon un soggetto peggiore, Che potrebbe intaccar la coscïenza Propria, ed insiem l'altrui fama ed onore.
Definiz: § IV. Coscienza, e propriamente con qualche compimento retto dalla particella Di, vale anche La consapevolezza e il sentimento di ciò che avviene dentro a noi, o dell'esser proprio. –
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 46: La coscienza delle proprie forze le moltiplica.
Definiz: § V. E per La consapevolezza di cosa od opera propria, e per lo più non buona. E si usò anche assolutam. e nel plur. per Le cose stesse delle quali alcuno è a sè consapevole. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 201: Si rappresenti al prete, e dica che non ha coscienza d'avere alcuno peccato mortale, del quale egli si debbia confessare.
Esempio: Machiav. Disc. 226: I Latini, inteso questo, ed avendo coscienza di molte cose fatte contro alla voglia dei Romani, fecero consiglio per ordinare chi dovesse ire a Roma, e dargli commissione di quello ch'egli avesse a dire.
Esempio: Pitt. I. Istor. fior. 141: Avvegnachè gli statuali, timorosi ciascuno di sè medesimo per le coscienze passate, cosiccome non ardirono difenderlo nel principio da coloro, così, vedutolo attenersi nel seggio, si sarieno scoperti per lui, non più per la salute sua che di loro stessi.
Definiz: § VI. Coscienza, vale anche in modo assoluto Consapevolezza, Saputa; e adoperasi specialmente nelle maniere Di coscienza d'alcuno, o Con coscienza d'alcuno, o Senza, coscienza d'alcuno. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 320: Non era stato eletto da tutti li altri re,... ma solamente da tre, sanza coscienza degli altri.
Esempio: Stat. Calim. I. 2, 15: Se alcuno vorrà mutare lo panno in altro colore,... possa segnare su cotale panno lo prezzo della detta tintura, con coscienza e licenza dell'officiale di Calimala e degli officiali delle macchie e magagne.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 6, 52: Abbiamo sentito che a' detti nostri diletti [della casa da Pietramala] non dispiacerebbe cosa che in questa parte fosse di nostro piacere; nondimeno sanza la coscienza loro non intenderemo a questa riconciliazione, che noi non fossimo in prima molto certi che questo fosse di lor coscienza.
Esempio: Vill. G. 717: I detti Comuni, o alcuni di quelli, non faranno.... alcun trattato con quelli della Scala, se non fosse di coscienza e volontà di ciascun Comune.
Esempio: Vill. M. 5, 78: E con coscienza del Legato mandò suo segreto ambasciadore nel campo.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 592: Dubitavano.... che il Vescovo favorando, come ne sprona la natura sempre e talvolta l'amor delle parti, o pigliandone senza sua coscienza animo i suoi, nascesse scompiglio nella città.
Definiz: § VII. Nel linguaggio filosofico, Coscienza chiamasi La notizia che l'anima umana ha di sè medesima, de' suoi atti e delle sue facoltà.
Definiz: § VIII. Coscienza si usò, in costrutto con la particella Di, per Rimorso. –
Esempio: Vill. M. 5, 253: Perseguitandola la coscienza degli orribili peccati, stava in gran tremore.
Definiz: § IX. Ed altresì in costrutto con la particella Di, per Zelo, Ferma volontà di operare rettamente. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 183: Questa è grande grazia, se per coscienza di far bene l'uomo ingiustamente è perseguitato.
Definiz: § X. Coscienza larga, grossa, elastica, e simili, dicesi La coscienza di coloro che nella propria condotta non si attengono troppo strettamente alle leggi dell'onesto o del conveniente, che non hanno scrupolo a fare, massime se con proprio vantaggio o comodo, cose che un uomo di severa condotta non farebbe. E il suo contrario è Coscienza rigida, severa, o simile. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 483: Volle vivere del suo e non di quello d'altri, come è usanza d'alcuni che hanno la coscienza grossa.
Esempio: Adim. L. Sat. 188: Morbida pelle e ruvida coscienza.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 5, 4: La suggestione più presto arriva al consenso anch'ella in quegli uomini i quali son di coscienza chiamata larga.
Esempio: Pap. L. Coment. 3, 220: Col qual giuramento i repubblicani miravano principalmente a tener lontani dai pubblici affari i realisti di severa e guardinga coscienza.
Definiz: § XI. Carico di coscienza o Aggravio di coscienza significa Quel peso che aggrava l'anima in conseguenza di peccato. E Scarico di coscienza o Sgravio di coscienza, L'atto del liberarsi da tal peso con fare ammenda del peccato medesimo; più che altro nella maniera A scarico o sgravio di coscienza, o Per, scarico o sgravio di coscienza. –
Esempio: Machiav. Comm. 103: Io t'ho detto e ridicoti, che se fra Timoteo ti dice, che non ci sia carico di coscienza, che tu lo faccia senza pensarvi.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 3, 31: Questi Spagnuoli usano dire, che gli loro re Cattolici vogliono rimettere nel regno di Napoli, per scarico delle menti e coscienze loro, il figliuolo del re Federigo, con dargli la nipote per donna.
Esempio: Salvin. Annot. Murat. 4, 325: Per isgravio di sua coscienza e per ammaestramento de' posteri, compose [il Petrarca] in latino un libro intitolato Il Segreto.
Definiz: § XII. Caso di coscienza. –
V. Caso, § XVII.
Definiz: § XIII. Dubbio di coscienza, vale lo stesso che Caso di coscienza.
Definiz: § XIV. Esame di coscienza. –
V. Esame.
Definiz: § XV. Foro della coscienza, chiamano figuratam. i Canonisti Il giudizio che dentro ciascun uomo dà degli atti di lui la coscienza; ed è Foro, com'essi dicono, interno, del pari che Quello della penitenza; diversi dal Foro esterno o contenzioso. –
Esempio: Crusc. Vocab. III: Contenzioso si dice da' Canonisti il Foro ove s'agitano le liti e differenze, a distinzione del Foro interiore, che essi chiamano di coscienza.
Definiz: § XVI. Libertà di coscienza, ed anche della coscienza, dicesi la Libertà data a ciascuno, o il Diritto, di professare quella religione che egli in coscienza crede la vera. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 62: Si era [Ginevra] sotto nome di terra franca, e sotto pretesto di vivere in libertà di coscienza, ridotta in forma di repubblica e di comune.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 2, 35: Mostravansi dunque nella materia toccante alla religione più fermi che mai in voler libertà di coscienza, e massime in Ollanda e Zelanda, ch'erano gli asili dove più la fazione eretica insuperbiva.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 307: Questi [Articoli] erano in sustanza non di concedere un'assoluta libertà di coscienza a' Luterani,... ma una sospensione, qual'esponemmo, dell'editto d'Augusta.
Esempio: E Pallav. Stor. Conc. 1, 617: Sul principio di quell'anno i Protestanti, raunatisi a Francfort, conspirarono di voler per ogni modo la libertà della coscienza.
Definiz: § XVII. Rimorso di coscienza, o della coscienza, ed anche, ma meno usato, Rimordimento di coscienza, o della coscienza, dicesi Quel rimprovero che la coscienza fa del suo cattivo operare a ciascun uomo; ed altresì Il tormento che si prova nell'animo, com'effetto di tale rimprovero. –
Esempio: Cavalc. Pungil. 253: Sicchè non sentano le fatiche e gli rimorsi della coscienza, della loro mala vita.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 9: Come se avesse rimordimento di coscienza e vergogna di quello che fatto aveva.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 219: L'accidioso sempre è in tristizia sommerso; e quello che gorgogliano è lo rimorso della coscienza, che ànno di sì fatto peccato, che chiaramente non la dimostrano.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 27, 6: Il rimorso di coscienza, ch'è quello propiamente che grida poi che si è fatta l'operazione, può essere più negletto, massimamente da chi, ec.
Definiz: § XVIII. Scrupolo di coscienza. –
V. Scrupolo.
Definiz: § XIX. A coscienza d'alcuno, si disse per A saputa, A notizia, di quello, Secondo ciò ch'egli sappia. –
Esempio: Stat. Art. Calim. G. 371: Il notaio dell'inquisizione possa condannare ciascuno che contra al detto ordinamento facesse, a sua coscienza e per fama, e per ogni modo che a lui parrà.
Definiz: § XX. Con coscienza, ed altresì Con buona coscienza, vale Con sentimento del proprio dovere, Con animo tranquillo e sicuro di sè. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 7, 209: Francia non sa con che coscienza si possa lasciare i Veneziani, e che per poterlo fare con qualche colore ha detto il Legato come Francia fa un Concilio a Lione.
Esempio: Dat. Lepid. 17: Come donna ripiena di pietà, ci aveva scrupolo, e faceva studiare a' teologi se ella con buona coscienza lo poteva tenere.
Definiz: § XXI. Contro coscienza, e talora anche Contro a coscienza, usato spesso avverbialmente ed anche a modo d'aggiunto, vale Contro ciò che la coscienza ci avverte dovremmo fare, Non tenendo conto degli ammonimenti di essa; ed anche semplicemente, In modo contrario o diverso da ciò che uno pensa, crede, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 27: Pon giù omai, pon giù ogni temenza, Volgiti in qua e vieni oltre sicuro: Ed io pur fermo e contra coscïenza.
Esempio: E Dant. Conv. 73: Quando, per ornare ciò che dice, li passa (i termini del vero), contro a coscienza parla; quando inganno di carità li fa passare, non parla contro a essa.
Esempio: Bocc. Lett. 56: Duro è fare ricordevole colui che sè contro a coscienza fa dimentico.
Esempio: E Bocc. Lett. 81: Conosci te contra la coscienza tua aver scritto.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 31, 2, 59: Tante furono le ragioni e i prieghi, tanti e sì nobili gl'interceditori per la vita di Cesare, che Silla, pur di mal cuore e quasi contra coscienza rendendosi, loro il donò.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 33: Io che non fo male a simili nè a dissimili, non credo essere obbligato a dir bene degli altri contro coscienza.
Definiz: § XXII. Di coscienza, aggiunto di persona, dicesi comunemente per Coscienzioso, Zelante del proprio dovere: ed anche, in senso più largo, Onesto, Dabbene; ed altresì Religioso, Timorato, d'anima. Talvolta anche con qualche aggiunto alla parola Coscienza. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 219: Come si vogliono giudicar morti bene tanti provatamente giusti, e d'interissima coscienza, chi assorbito dal mare, chi affogato ne' fiumi ec.
Esempio: E Bart. D. Op. mor. appr.: Altresì de' non martiri ma uomini di coscienza e giusti, comunque disavventurata sembri la morte in che finiscono, avventuratamente finiscono.
Esempio: Nell. Iac. Serv. 3, 3: Ci vuole una donna esperta, attenta, di coscienza e giudizio, e sopra tutto che non abbia grill'in capo.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 10: Io facea grandi sfoghi col copista, Mio grande amico, ed uomo di coscienza.
Definiz: § XXIII. In coscienza, come aggiunto di voci o modi esprimenti tranquillità, sicurezza, e simili, vale Dentro di sè, Nel proprio cuore od animo, e simili. –
Esempio: Segn. A. Lett. IV, 3, 317: Per istar sicuro in coscienza circa l'ortografia greca, pregai alle settimane passate il sig. Salvini di rivederne di continuo le bozze delle stampe.
Definiz: § XXIV. In coscienza, In buona coscienza, Secondo coscienza, Per coscienza, e simili, sono maniere che valgono In modo conforme a buona coscienza, In modo coscienzioso, Coscienziosamente, Rettamente; ed anche Per debito di coscienza, Secondo che la coscienza vuole che si faccia. –
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 17: All'esser noi veduti giocare insieme, chi sta di sopra m'avverte da amico, come io in buona coscienza non posso con voi far del pari.
Esempio: Panant. Epigr. 152: Ora, a dirla in coscienza, È necessario ch'io la disinganni. Non sono sette giorni, ma sett'anni.
Definiz: § XXV. In coscienza, ed altresì In buona coscienza, ed anche trovasi Di buona coscienza, vale Conforme a ciò che uno sente o crede o pensa o vuole dentro di sè; ed anche Secondo ciò che la cosa è in fatto; Secondo verità, In verità. E dicesi anche In coscienza mia, vostra ec.; e In coscienza dell'anima. E spesso si usa come maniera efficace a fare vie meglio credere altrui ciò che gli si afferma. –
Esempio: Adr. G. B. Lett. 14: Accorgendosi [Zeusi] dello inganno, non senza riso, allo avversario [Parrasio] si rese per vinto, confessando di bona coscienza la perdita sua.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 26: A chi mi domandasse in coscïenza,... chi sono Sì felici in fra tanti? Direi: sono i pedanti.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 294: Sapete bene in coscienza che questa è una bugia.
Esempio: Red. Lett. 1, 77: Credo in buona coscienza, che i droghieri se ne sieno serviti per farne i cartocci da rinvolgere il pepe.
Esempio: Fag. Comm. 4, 391: Senti, come in coscienza ti par veramente d'esser creditore, non saprei che dirti.
Esempio: E Fag. Rim. 3, 125: Nè so distinguer bene, in coscïenza, Mentre leggo la vostra attentamente, Se voi siete in Pollonia, o io 'n Fiorenza.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 83: Diciassette monete un altro vuole; Rispondo: volentier ve le darei, Ma, in coscienza dell'anima, otto sole Son tutto quel che io mi ritrovo.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 227: Ti giuro in coscienza che non posso.
Definiz: § XXVI. Sulla mia, tua, nostra ec. coscienza, o Sopra la mia, tua, nostra ec. coscienza, sono maniere mediante le quali s'intende che venga confermata quasi con giuramento la verità o la certezza di checchessia. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 77: Basta, vi parve di riconoscere che non è aliena dal corrispondermi? M. O questo ve lo posso dire sopra la mia coscienza.
Definiz: § XXVII. Aggravare la coscienza, dicesi del Peccare, ed in generale dell'Operare contro le leggi della coscienza; e Scaricare o Discaricare la coscienza, vale o Far quanto si deve perchè la coscienza di nulla ci rimorda, o Pentirsi ed accusarsi de' peccati nella confessione. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 210: Se Iddio ti mostra codesto, deh discarica la coscienza tua, e non temere lo dire degli uomini, ma più Iddio.
Definiz: § XXVIII. Avere coscienza di checchessia, si disse per Averne rimorso di coscienza, Rimorderne ad alcuno la coscienza. –
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 157: Odi come [l'Apostolo s. Paolo] disse: Poco apprezzo esser da voi giudicato, ovvero da conoscimento umano: nè io medesimo ancora mi giudico, che certamente di niente ho di me coscienza. (Il lat. ha: nihil mihi conscius sum.)
Definiz: § XXIX. Aver la coscienza di alcuno, si disse per Far sapere ad esso ciò che facciamo, Farlo con sua saputa ed intelligenza. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 9, 110: Noi vogliamo, che, avuta la coscienza degli ambasciadori de' nostri fratelli, da Perugia debbi tornare alle parti d'Arezzo a fare quelle cose, che sieno di nostro onore, e di nostro dovere.
Definiz: § XXX. Aver checchessia sopra la coscienza, ed anche sopra coscienza, vale Sentirsene colpevole, o Sentirne rimorso; riferito a fatti, opere, e simili. E riferito a cosa materiale, Sentirsene non legittimo possessore, Sentire rimorso del come si è acquistata. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 9: Restituì quello che gli parve avere sopra coscienza.
Esempio: E Vespas. Vit. Uom. ill. 184: Istando a questo modo malato, si conobbe essere venuto il tempo della sua vocazione, e non avendo cosa ignuna sopra la sua coscienza che gli pesasse, istava tranquillo sanza ignuna passione d'animo.
Definiz: § XXXI. Essere in coscienza di un giudice, di un magistrato e simile, il fare o determinare checchessia, si usò per Esser ciò lasciato alla coscienza di lui, Esser rimesso nella sua discrezione o equità. –
Esempio: Stat. Art. Calim. I. 2, 6: Niuno tintore tinga alcuno panno non bollato, come detto è, il quale sia lungo da quattro braccia in su, a la detta pena. E se l'uficiale trovasse appo 'l tintore o affettatore alcuno panno comperato da mercatante di Calimala, il qual fosse stato bollato come detto è, e fosse sanz'alcuna bolla, e apparisse che le bolle ne fossono cadute, in questo caso sia in coscienza de' Consoli di condannarlo da quaranta soldi infino in diece libre.
Definiz: § XXXII. Far coscienza, si disse per Sentir rimorso di coscienza, Rimordere ad alcuno la coscienza, Ascriversi checchessia a colpa e pentirsene. –
Esempio: Stef. March. Istor. 6, 51: E perchè avea ritenuti certi censi, fece coscienza, e lasciò erede il Comune di Firenze.
Definiz: § XXXIII. Fare ad alcuno coscienza, o scrupolo di coscienza, di checchessia, vale Mettergliene scrupolo, Ammonirlo che la coscienza gl'impone, oppure gli vieta, di farlo. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 171: Poichè da più frati e per più volte gliene fu fatta coscienza, levossi, e andò alla città dove istava questa sua sirocchia misera.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 35: Il duodecimo [caso] è, quando i religiosi non fanno coscienza a coloro che si confessano da loro, che paghino la decima.
Esempio: Car. Lett. var. 124: Intendendo che per questo non volete aiutare l'altra sorella, io... ve ne fo coscienza, parendomi che non dobbiate lassar perire un ingegno come quello.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 652: Fece scrupolo di coscienza al Re, perchè avesse avuto ardimento di legger gli scritti empj.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 308: Dopo che glie n'era stata fatta coscienza, mosso da interno scrupolo, s'era prostrato a' piedi del confessore, ed aveva chiesta ed impetrata l'assoluzione.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 6: Me ne farei scrupol di coscienza a servirvi male.
Definiz: § XXXIV. Far coscienza di alcuna cosa, si disse per Comunicarla gli uni agli altri, Intendersi insieme intorno ad essa. –
Esempio: Vell. Cron. 80: Dopo la quale tornata, subitamente, avendo fatto coscienza di quello ne portò e recò Antonio, furono creati ambasciadori, co' quali e con più savj deputati per lo Comune d'Arezzo a ciò ci abboccammo, ec.
Definiz: § XXXV. Farsi coscienza di una cosa, o di fare una cosa, o a fare una cosa, che anche si disse Fare coscienza, di una cosa, o di fare una cosa, o a fare una cosa, dicesi per Averne scrupolo, Farsene scrupolo, Astenersi per iscrupolo dal farla, od anche Farla di mala voglia e contro coscienza. –
Esempio: Cavalc. Pungil. 244: Sono molti, i quali poca coscienza si fanno delle parole oziose, dicendo che sono peccato veniale.
Esempio: Vill. G. 294: Pecunioso fu [Bonifazio VIII] molto per aggrandir la Chiesa e' suoi parenti, non faccendo coscienza di guadagno, chè tutto dicea gli era licito quel ch'era della Chiesa.
Esempio: Vill. M. 2, 58: Della vergogna di Santa Chiesa non si fece coscienza [papa Clemente VI]; ma per i molti danari che l'Arcivescovo di Milano largamente sparse ne' suoi parenti e nel re di Francia, ogni cosa gli perdonò ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 137: Imperò, pensando a tutto, e facendomi coscienza di farli danno, mi risolvo di non lassarli perdere così bella commodità.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 4, 38: Volendo una mattina Papa Niccola V dargli desinare, si fece coscienza di mangiar della carne senza licenza del suo Priore, non pensando all'autorità del Pontefice.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 58: Si farebber coscienza di metter dentro o trar fuori alcune cose pur necessarie all'uomo.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 269: Pretesto che tra loro corre per quattrin buono; e pure, se non è falso, è almen sì calante, che si dovrebbono far coscienza a spacciarlo con libertà.
Esempio: Magal. Mend. abol. trad. 6: Che se questi guidoni non si fanno coscienza d'una maniera di furto si può dir continuo,... pensate se si faranno un punto d'onore in non abusar della buona fede.
Definiz: § XXXVI. E parlandosi di cose letterarie o d'arte, Farsi coscienza di parole, frasi, o simili, vale figuratam. Scrupoleggiare sopra di esse, Tenerne scrupoloso conto, Star bene avvisato intorno ad esse; e simili. –
Esempio: Dav. Eron. 9: Dove si stimano i concetti soli, è men fatica [il tradurre], perchè nulla si perde a non si far coscienza delle parole dell'autore, per isprimergli con le proprie e naturali più vivamente.
Definiz: § XXXVII. E Farsi coscienza d'una cosa, o d'aver fatto una cosa, si disse per Pentirsi d'averla fatta, Ascriversela a colpa, Accusarsene. –
Esempio: Pros. Fior. II, 5, 11: Tiberio si fece coscienza d'avere usata in un editto una parola poco latina, e che aveva del nuovo.
Definiz: § XXXVIII. Mettere in checchessia molta coscienza, tutta la coscienza, o simili, od anche semplicemente Metterci coscienza mettere in checchessia coscienza, vale Usare tutta la diligenza che si deve perchè riesca bene, perchè sia fatto come dev'esser fatto, Farlo coscienziosamente. E il suo contrario è Metterci poca coscienza, Non metterci coscienza.
Definiz: § XXXIX. Metterci di coscienza, ed oggi più comunemente Rimetterci di coscienza, o Averci, di coscienza, o Andarne di coscienza o la coscienza, a far checchessia, dicesi parlando di cosa che sia tale o da avere scrupolo a farla, o da sentirne poi rimorso. –
Esempio: Varch. Ercol. 417: Se voi seguitate di così fare, voi non ci metterete troppo di bocca, nè di coscienza.
Definiz: § XL. Mettersi la mano sulla coscienza, dicesi familiarmente per Attestare ad altri, od anche a sè medesimo, della verità, di checchessia, secondo che la coscienza ci detta, e quasi prendendo giuramento su di esso. Forse dalla maniera Sulla mia, tua ec. coscienza, che ha pure alcun che di giuramento, e dall'atto di por la mano sul petto in segno di giuramento.
Definiz: § XLI. Prendere coscienza di checchessia, si disse per Farsene scrupolo, Scandalizzarsene. –
Esempio: Vill. G. 137: Suo padre Federigo facea ciò che potea di contrario a santa Chiesa; della qual cosa prese coscienza, e più volte riprese il padre che facea male.
Definiz: § XLII. Prendere una cosa sulla propria coscienza, vale Farsene e dichiararsene moralmente responsabili; e Non volere una cosa sulla propria coscienza, vale Ricusar di far cosa che crediamo non buona, od anche solamente di prendervi parte.
Definiz: § XLIII. Recarsi a coscienza checchessia, vale lo stesso che Farsi coscienza di checchessia, così nel senso di Averne scrupolo, come nel senso di Ascriverselo a colpa. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 20: Recandosi a gran coscienza una certa sua giovanile leggerezza in saltare, e una cotal vanità di comparir bene in essere della persona.
Esempio: Segner. Pred. 388: C'è tra voi chi ciò si rechi a coscienza?
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 389: Chi v'è che si rechi a coscienza di amare smoderatamente il danaro?
Definiz: § XLIV. Rimordere la coscienza alcuno, e Rimordere checchessia la coscienza ad alcuno, sono maniere che si usano comunemente a significare Il rimproverar che l'uomo fa a sè medesimo il suo male operato, e Il tormentarsi di ciò. E poeticam., Mordere la coscienza alcuno. –
Esempio: Dant. Inf. 11: La frode ond'ogni coscïenza è morsa.
Esempio: E Dant. Inf. 19: O ira o coscïenza che il mordesse.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 100: Là dov'io onestamente viva, nè mi rimorda d'alcuna cosa la coscienza, parli chi vuole in contrario.
Esempio: Vill. M. 1, 239: Papa Clemente,... rimorso da coscienza di non avere capitato il fatto tra i due re che gli era commesso,... propuose ec.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 7: E dicendo queste e più altre parole, la coscienza lo cominciò a rimordere in modo, che ricolse il libro di terra, e posesi a sedere.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 201: La ringrazio del favor che mi fa, e della stima che mostra tener delle mie cose, ancora che la coscienza mi rimorda, che sieno da lei messe in considerazione degli altri.
Esempio: Varch. Stor. 2, 103: Pareva ad alcuni di coloro, i quali avevano vinto la provvisione, esser cosa malfatta, che i profani uomini nelle cose sacre s'intromettessero; e quasi ne gli rimordesse la coscienza, o dubitando di dover essere scomunicati e interdetti, stavano di cattiva voglia.
Esempio: Casott. A. Celid. 306: Sento che mi rimorde la coscienza, Che mi lacera ognora e mi martella.
Definiz: § XLV. Tornare a coscienza, o alla coscienza, o Ritornare, a coscienza, o alla coscienza, si usò per Ravvedersi, Pentirsi de' proprj falli. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 62: E sì tornò a coscienza, e pacificossi col detto papa Calisto.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 237: Onde egli, tornando alla coscienza, pareagli che per l'amistà, che avea con quella donna, questo gli addivenisse.
Esempio: Bart. D. Vit. Caraf. 1, 42: Iddio prosperava le sue fatiche e rimeritava il suo zelo donandogli la conversione di molte anime che per suo mezzo tornavano a coscienza.