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1) Dizion. 5° Ed. .
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pag.796


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Definiz: Particella congiuntiva, la quale serve all'unione di una proposizione con un'altra che da quella dipende e ne è il compimento. Ha origine comune con Che relativo.
Definiz: § I. Congiuntiva tra verbo e verbo, o tra verbo e soggetto di verbo. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Questi parea che contra me venesse Con la test'alta e con rabbiosa fame, Sì che parea che l'aer ne temesse.
Esempio: E Dant. Inf. 14: Dico che arrivammo ad una landa.
Esempio: Comp. Din. Cron. 23: Disse che era gran rischio, e che troppo male avvenire ne potea, e che al presente non si sofferisse.
Esempio: Petr. Rim. 2, 271: Canzone, io t'ammonisco Che tua ragion cortesemente dica.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 182: Per voi non rimase.... che egli non s'uccidesse con le sue mani.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 292: Voglio.... ch'ella mi mandi una ciocchetta della barba di Nicostrato.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 42: Pensa che chi sè non ama, niuna cosa possiede.
Esempio: Poliz. Pros. 48: Credo che voi arete questa lettera e quell'altra a un tempo.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 44: Il Legato di Bologna lo favoriva, giudicando che questo fusse buon rimedio a provvedere che l'Imperatore non tornasse in Italia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 22: E ricordossi che passando avea Veduta un'erba in una piaggia amena.
Esempio: Tass. Lett. 2, 483: Per me non è rimaso che non si stampi.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 207: Dico che l'aiuto recatomi dall'avviso svegliò la volontà ad applicarvi il pensiero; che, senza quello, può esser che io mai non v'avessi pensato.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 329: Eccetto il tempo del dolore, come eziandio del timore, io per me crederei che i peggiori momenti fossero quelli del piacere.
Definiz: § II. Per proprietà di lingua, il Che talvolta si tralascia; e ciò più specialmente quando il verbo che da esso dipende va al Modo Congiuntivo. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 25: Alcuni dissono il detto messer Andrea n'avea avuti fiorini quattromila; e alcuni dissono gli furono dati dal Comune di Firenze.
Esempio: Vell. Cron. 4: Dimostra per certe scritture, morissero innanzi ec.
Esempio: Petr. Rim. 2, 256: Io per me prego il mio acerbo dolore, Non sian da lui le lagrime contese.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 224: Questa ultima novella.... voglio ve ne renda ammaestrate.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 211: Sicchè si dimostrò, il profetico consiglio del poverello di Dio non era da rifiutare.
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 61: Quand'io pensai tu mi fussi fedele.
Esempio: Poliz. Pros. 73: Vi prego tracciate il pensiero di Lorenzo.... Credo vi sarà facile.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 79: Volendo il popolo vivere secondo le leggi, e i potenti comandare a quelle, non è possibile càpino insieme.
Esempio: Cas. Rim. 1, 16: Deh come il signor mio soffra e consente, Del suo lacciuol più forte altri il disarmi?
Definiz: § III. E più comunemente si tralascia dopo i verbi Temere, Dubitare, Sospettare e simili, seguiti da particella negativa. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Temendo no 'l mio dir gli fusse grave.
Esempio: Petr. Rim. 1, 136: Ch'i' temo, lasso, no 'l soverchio affanno Distrugga 'l core.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 140: Li due fratelli, li quali dubitavan forte, non ser Ciappelletto gl'ingannasse.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 293: Sicurano, vedendol ridere, auspicò non costui in alcuno atto l'avesse raffigurato.
Esempio: Poliz. Pros. 56: Temo non metta sè e me in qualche strano laberinto.
Definiz: § IV. Irregolarmente si usò talvolta di ripeterlo, al modo stesso che si fa nel parlar familiare, quando qualche inciso s'interponga fra esso e la proposizione che ne dipende. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 222: Ora avvenne che, essendo il re di Francia et il figliuolo nella guerra già detta, essendosi morta la donna di Gualtieri,.... che costumando egli alla corte delle donne predette,.... che la donna del figliuol del re gli puose gli occhi addosso.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 169: Per Dio pregandolo che, se per la salute d'Aldobrandino era venuto, che egli s'avacciasse.
Esempio: E Bocc. Comm. Dant. 2, 2: Dice adunque che, avendo.... trovato Plutone il gran nemico, che esso Plutone, come gli vide, admirative cominciò a gridare.
Esempio: Stor. Barl. 64: Noi li faremo dire che quelle cose ch'elli ha dette e predicate al tuo figliuolo, che falsamente l'ha dette.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 165: Io credo certamente che, quando altri non c'insegnasse, che la necessità c'insegni.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 29: Son disposta di far.... che, da poi Che, potendosi star pianetto in pace, E' cerca brighe e pensieri, che n'abbia Tanti ec.
Definiz: § V. Pure irregolarmente si usò mandare all'Infinito, colla particella Di o senza, il verbo retto dal Che. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 20: In una cosa s'accordaro bene, cioè che nella beatitudine fosse fermezza di tenimento; cioè che, se hai bene, di non perderlo.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 182: Conviensi ancora, che, quando de' vasi grandi in piccoli vaselli lo tramutiamo [il vino], osservare il nascimento delle stelle.
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 1: Hommi pensato che, acciocchè il cuor nostro meglio si disponga a questa virtù,.... di recare in volgare ec.
Esempio: Senec. Provvid. 430: Proponimento d'Iddio è questo, di mostrare.... che queste cose.... nè buone essere nè ree.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 22: Seco diliberaron che, come prima tempo si vedessero, di rubarlo.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 289: Veggiamo che, poichè i buoi alcuna parte del giorno hanno faticato sotto il giogo ristretti, quegli esser dal giogo alleviati e disciolti.
Esempio: Collaz. Ab. Isaac volg. 83: Non si conviene al servo di Dio.... che, perch'egli non sia venuto a perfezione, però cessarsi di cercare.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 384: Ti proverò che in quel peccato di ch'ella accusa noi, essere ella peccatrice e degna di morte.
Definiz: § VI. E trovasi anche con l'Imperativo. –
Esempio: Fior. Virt. 118: Farai questo, che a ogni croce che tu trovi, inginocchiati e falle riverenza.
Definiz: § VII. Dopo i verbi Dire, Rispondere e simili, Che usasi, in costruzione ellittica, a reggere la particella o altra parola, con la quale si compendia e conchiude la risposta, o l'affermazione del fatto. –
Esempio: F. Giord. Pred. 2, 42: Alcun santo il credette? Dico che no.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 30: Ora non udiste voi dire com'io era infermato? E que' rispuosono che sì.
Esempio: Vill. G. 3, 104: Al dipartirsi da lui, il pregò che gli facesse guadagnare uno palafreno e una roba vaia; rispuose, che volentieri.
Esempio: Dav. Tac. 1, 56: Di tale scandolo si trattò in Senato: i pareri erano, che i pretori potessero vergheggiare gli strioni. Aterio Agrippa tribuno della plebe disse che no.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 321: Domando al signor Colombo se questi corpi fluidi,.... avanti che si mescolassero, erano in loro stessi continui o no: se mi dirà che sì, prima tutto ec.
Definiz: § VIII. Usasi anche, in costrutto ellittico, a reggere proposizione dipendente dal verbo Dire, Chiedere, o simili, sottinteso, perchè contenuto implicitamente, in altro verbo della precedente proposizione. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 24: Fu loro risposto che di quella raunata niente più si farebbe, e che alcuni fanti, erano venuti a loro richiesta, fussono lasciati andare sanza offesa ricevere.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 256: Al quale messer Rinaldo si fece incontro, e forte lo riprese della sua negligenza; e che il non convenire con gli altri nasceva da poca fede o da poco animo.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 629: Col parlare dava animo a gli altri, che non si sgomentassero in quelle calamità; che quelli che si mettono in mare, debbono proporsi innanzi la fame, la sete, le perdite, le miserie e tutti i disagi;.... oltre a questo, che avendo ciascuno pe' suoi peccati meritato supplici eterni, sostengano prontamente i brevi e temporali; insiememente, che in quella sciagura non debbono ec.
Definiz: § IX. Con verbi o maniere verbali, indicanti atto o fatto pel quale una cosa non abbia avuto fine ed effetto, o denotanti altra qualsiasi relazione d'impedimento, difficoltà, insufficienza, Che regge il Soggiuntivo e talvolta l'Indicativo del verbo seguente, preceduto da negativa; il quale, in costrutto affermativo, si risolverebbe in un Infinito retto dalla particella A, Da o Di, secondo i casi. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 22: I religiosi non si poterono difendere, che coll'animo non si dessono alle dette parti.
Esempio: Stor. Tob. 39: Campommi che uno grande pesce non mi divorò.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 122: Corresselo e fragellollo all'ultimo, non per animo di vendetta, ma per correggerlo e per impedirlo che non procedesse in peggio.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 149: Giannotto non stette per questo, che egli.... non gli rimovesse simiglianti parole.
Esempio: S. Bern. Cosc. 13: Nè mai potè esser vinto dalli nostri peccati, che egli non ci avesse misericordia.
Definiz: § X. Regge pure il Soggiuntivo in certi costrutti ellittici, dove dipende da un verbo o da una maniera verbale, sottintesi, e denotanti la impossibilità o la non riuscita di cosa desiderata o tentata. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 90: Ella la potè ben sonare, che Ferrantino n'uscisse; e' convenne ec.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 230: Entrato nell'orto, tira un aglio, tirane dua; e' potè assai tirare, che trovasse il capo a niuno.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 120: I contadini si cominciano a scornare e dolere, dicendo: Voi la potrete ben sonare, che noi ci vegliamo più.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 196: Dove dicea ch'elle [le campane] sonavano per la ragione che era morta, e' si potrebbe dire ch'elle sonarono per far resuscitare la ragione. Le quali oggi potrebbono ben sonare, che ella resuscitasse.
Esempio: Leggend. B. Umil. 109: Assai poteva gridare o picchiare, ch'ella si svegliasse.
Definiz: § XI. E congiuntiva tra due proposizioni, a denotare una relazione di tempo fra le azioni significate in quelle. –
Esempio: Dant. Inf. 23: Appena furo i piè suoi giunti al letto Del fondo giù, ch'ei [i diavoli] giunsero sul colle Sovresso noi.
Esempio: E Dant. Inf. 32: Noi eravam partiti già da ello, Ch'io vidi duo ghiacciati in una buca.
Esempio: E Dant. Inf. 33: Non era giunto ancora Michel Zanche, Che questi lasciò un diavolo in sua vece.
Esempio: Bocc. Laber. 90: Nè prima fu l'anima mia dal mortal corpo.... sviluppata e sciolta,.... che io con più perspicace occhio ch'io non solea, vidi e conobbi ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 4: E non fu molto inante, Che giunse dove in una chiusa valle Si vide un cavalier morto davante.
Esempio: Bern. Orl. 21, 27: Finite non avea queste parole, Che il principe il ferì.
Esempio: Allor. A. Cap. 245: Nè fia la terza o la quarta mattina Che troverete i legni che diciàno.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 173: Non passa un attimo, che, concorrendo verso colà a furia tutta la mole del fluido, quel posto è occupato da globetti nuovi.
Definiz: § XII. Pur congiuntiva tra due proposizioni, a denotare una relazione di causalità tra le azioni significate in quelle. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 514: Oh ringraziato sia Dio, che pur lo dicesti.
Definiz: § XIII. Congiuntiva tra una maniera che abbia forza e ufficio di verbo, ed un altro verbo o soggetto di verbo. –
Esempio: Nov. Ant. B. 120: Ma se caso venisse che Iddio facesse altro di me, voglio ec.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 180: Or ecco, la tua moglie t'ha partorito una figliuola; uopo t'è che la notrichi.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 186: È dunque di bisogno che.... pensiamo che quelli ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 114: Manifesta cosa è che, sì come le cose temporali tutte sono transitorie e mortali, così ec.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 6, 91: Non essere ragionevole che le genti d'arme senza fanti si mettino nelle terre d'altri.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 6, 522: Sebbene pare conveniente che l'Imperatore non abbia a passare l'Italia se non con buona grazia di costoro ec.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 152: Cinghiatelo però di vostra mano, Acciò non nasca caso che si rida.
Esempio: Varch. Boez. 75: Se i bisogni.... non si sbramano nè s'empiono colle ricchezze, egli è giuoco forza che sempre alcuna cosa rimanga da doversi empiere e satollare.
Esempio: Tass. Lett. 3, 134: Dico dunque che non è convenevole che sia usata da lei la medesima misura nel dolersi, ch'ella usò ne l'amare.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 361: E però è vero che nell'acqua risiede resistenza all'esser mossa con tal velocità.
Esempio: Red. Esp. Insett. 25: Per tornare al primo filo, fa di mestiere ch'io vi dica ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 149: Una volta mi pareva mill'anni che venisse il Natale, considerandolo per una stagione di benedizioni.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 297: Manifesto è che ancora essi [gli dei] giudicano sì fatta constituzione essere la migliore. Se niuno sa certamente il fatto come egli stia, ma solo congetturando noi siamo venuti in questa opinione, segno è che tutti abbiamo in pregio singolare lo stato monarchico.
Definiz: § XIV. E congiuntiva tra un sostantivo ed una proposizione che o gli serva di necessario compimento, o sia dichiarativa di quello. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 36: Ma non veggendo il car compagno intorno, Ghiacciossi ognun di subita paura, Che qualche cruda fera il suo ritorno Non gl'impedisca o altra ria sciagura.
Esempio: E Poliz. Pros. 55: Idio mi dia grazia che almeno io vi paghi con qualche frutto di Piero, e che resti qualche testimonio appresso a ognuno della mia gratitudine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 144: Non senza speme mai che, come aggiorni, Cessi fortuna o più placabil torni.
Esempio: Dav. Oraz. 2, 459: Sentirete sdegno ed offesa ch'ei se ne dica [di Cosimo] sì poco come io farò.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 354: Volete voi una nuova dimostrazione per prova che gli oggetti in tutte le distanze crescono nella medesima proporzione?
Esempio: Segner. Mann. marz. 29, 2: Non vi sarà pericolo che questi due gran litiganti si aggiustino tra di loro.
Definiz: § XV. E talora col Che taciuto, quando il verbo che ne dipende è al Modo Congiuntivo. –
Esempio: Poliz. Pros. 48: Iddio mi dia grazia, vi possi ristorare in qualche cosa.
Definiz: § XVI. Che usasi anche come congiuntiva tra un sostantivo, un pronome od una frase, che accenni alcun fatto o cosa, ed una proposizione che esponga o determini quella cosa o quel fatto. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 24: Ruppe una legge aveano i Pistoiesi, che era che i loro Anziani si eleggessono per amendue le parti loro, cioè Neri e Bianchi.
Esempio: Tratt. Benviv. 2: Ancora in altra maniera t'apprenderò questa chericia, che tu sappi ben morire e ben vivere.
Esempio: Vill. G. 3, 104: Fara'gli due questioni: la prima, che tu il domandi come gli pare stare e che vita è la sua; la seconda, quand'e' crede potere tornare in Milano.
Esempio: F. Bart. Amm. ant. volg. 107: Questo pare a me più sommamente essere utile nella vita, cioè che nulla cosa facciamo troppo.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 204: Era in quella corte questa usanza, che in su le tavole vino nè pane nè altre cose da mangiare o da bere si ponea giammai, se prima ec.
Esempio: Poliz. Pros. 103: Si riferisce questo bel detto di uno: che tutto gli sarebbe riuscito bene, se ec.
Esempio: E Poliz. Pros. 67: Le novelle che noi vi possiamo scrivere di qui sono queste: che noi abbiamo tanta acqua e sì continua, che non possiamo uscire di casa.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 247: Ne avreste guadagnato questo, che voi l'avreste cacciato buono, e tornerebbeci cattivo.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 344: È vera l'una e l'altra proposizione; cioè, che l'aria vaporosa s'illumina, e che il Sole e la Luna presso all'orizzonte, mercè della region vaporosa, appariscono maggiori; ma è falso il connesso delle due proposizioni, cioè che la maggioranza dipenda dall'esser tal regione illuminata.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 330: A quella questione di Orazio, come avvenga che nessuno è contento del proprio stato, rispondeva: la cagione è, che nessuno stato è felice.
Definiz: § XVII. Si usò anche di tacerlo. –
Esempio: Poliz. Pros. 50: Si fuggì, e con lui messer Obietto; il quale c'è oggi novella è stato preso.
Definiz: § XVIII. Per maggiore efficacia o evidenza, il verbo o la maniera che reggono il Che e la proposizione da esso dipendente, si sogliono talvolta posporre alla proposizione stessa. –
Esempio: Sacch. Op. div. 137: Ch'e servi servono a' signori, questo manifesto si vede.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 118: Che il tempo a consumare i desiderj della libertà non basti, è certissimo.
Esempio: Vett. Colt. 85: Che egli non si truovi uccelli, a' quali elle [le ulive] piacciano, mi par bene una gran maraviglia.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 207: Che, oltre a questo, tale avviso possa agevolar l'invenzione, io non lo credo.
Esempio: E Galil. Op. astronom. 4, 345: E che questo sia grandissimo errore, lo doveva molto speditamente mostrare al Sarsi la grandissima distinzione che si vede ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 344: Che presegga alle università delle cose un Dio unico, artefice delle medesime e governatore, e che questo sia di bontà suprema, non ci può essere alcuno (se egli non fosse però di concetti molto ben guasti) che, o discorrendo seco medesimo, non lo affermi, o, udito così giudicare da altri, non lo confessi. Similmente, che tra questa natura e la umana debba ancora esserci un'altra natura (sia poi questa di un genere solo, ovvero distinta in più generi); dico, una natura superiore alla nostra dall'un dei lati, e dall'altro, di grandissima lunga inferiore alla divina, non ci sarà chi lo neghi.
Definiz: § XIX. Ellitticamente, posto a principio d'un titolo di libro, capitolo o simili, serve a reggere la proposizione dov'è indicata la materia o il soggetto de' medesimi. –
Esempio: Giamb. Vegez. 17: Che i cavalieri per uso debbiano apparare di notare.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 153: Cap. II. Che chi vegghia, gli conviene orare.
Esempio: E Fr. Bart. Amm. ant. volg. 163: Cap. II. Che l'uomo non si dee riputare savio.
Esempio: Vill. G. 726: Che messer Mastino tolse il castello di Pontriemoli a' Rossi di Parma. Cap. LV.
Esempio: Machiav. Princ. 66: Cap. XIX. Che si debbe fuggire l'essere disprezzato e odiato.
Definiz: § XX. Trovasi anche adoperato nel medesimo costrutto e reggimento, per indicare la trattazione di norme, modi, metodi ec. di checchessia; ed equivale a Come, In qual modo, e simili. –
Esempio: Giamb. Vegez. 150: Che le cateratte e porte per fuoco ardere non si possano.
Definiz: § XXI. Che adoperasi anche in dipendenza da certi sostantivi come Modo, Maniera, Guisa, Qualità e simili, usati avverbialmente e con ellissi dell'adiettivo Tale, e forma con essi una locuzione congiuntiva reggente la proposizione che segue. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 23: Con grande stanzia pregavano il Papa volesse rimediare:.... per modo che il Papa fece citare messer Vieri de' Cerchi.
Esempio: Petr. Rim. 1, 157: Amor l'inspiri In guisa che sospiri.
Esempio: Nov. Grass. Legn. 5: Noi gli faremo una piacevole natta,.... di condizione che noi n'avremo ancora di grandi piaceri e di gran sollazzi.
Esempio: Poliz. Pros. 55: Prego Idio che mi dia grazia che io mi porti secondo l'onore suo, ed in modo che io non faccia vergogna a V. M., che me l'ha dato.
Esempio: Machiav. Disc. 16: Non si temevano nè gli uomini privati nè i pubblici; di qualità che vivendo ciascuno a suo modo, si facevano ogni dì mille ingiurie.
Esempio: E Machiav. Stor. 2, 149: Ma venuto l'anno sessantaquattro, Cosimo riaggravò nel male, di qualità che passò di questa vita.
Esempio: Cellin. Vit. 412: Io non mi ricordo di avere mai veduto fra le anticaglie una così bella opera, nè di così bella maniera; di modo che io mi offerisco.... di restaurarvela.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 354: Io vi domando se, posti quattro, sei o dieci oggetti visibili in varie lontananze, ma in guisa però che tutti si vedano nella medesima linea retta;.... vi domando, dico, se ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 74: Non dee l'animo del sapiente.... lasciarsi vincere dalla pietà e dal cordoglio in guisa che egli ne sia perturbato, che cada a terra, che ceda e che venga meno come vile, che si trascorra a lagrime smoderate.
Definiz: § XXII. Nel medesimo costrutto talvolta è taciuto il Che. –
Esempio: Poliz. Pros. 50: E' balestrieri a cavallo.... ferono mirabil pruova, e ferirono ed uccisono ed amazzorono de' fanti loro; in modo ebbono onore, e messer Antonio s'è condotto qua sano e salvo.
Esempio: E Poliz. Pros. 61: A noi qua ha fatti molti vezi, e trattatici in modo gli siamo obbligatissimi.
Definiz: § XXIII. Talvolta la maniera avverbiale, dalla quale dipende, è sottintesa. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 534: Intorno a quell'amo un cibo che da' pesci maggiormente s'appetisce, si ravvolge che non si vegga l'amo, e poi si gitta nell'acqua.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 18: Pregollo che, nullo di coloro isvegliando, pianamente, che non fosse sentito, il dovesse rimenare al luogo di prima.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 95: Matteuzzo, che persona non se ne avvide, entrò sotto il banco.
Esempio: Nov. Grass. Legn. 50: In questo eccoti venire Matteo, che sopraggiunse loro addosso che non se ne avvidono.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 329: Le faccia disegnare, che stiano bene.
Esempio: Varch. Stor. 2, 212: Nè per questo mancarono di non andare a Monsignore di Nanson; il quale, non avendo la lingua italiana, rispose che appena fu inteso, che desiderava di far piacere alla città.
Esempio: Sassett. Lett. 160: Si gettano, che paiono porci feriti.
Definiz: § XXIV. Che è pur congiuntiva tra gli add. Tale, Cotale, Cosiffatto, Sì fatto, o Tanto, Cotanto, anche sostantivati o in locuzione avverbiale, come A tale, A tanto, e la proposizione che ne dipende. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Io son fatta da Dio, sua mercè, tale, Che la vostra miseria non mi tange, Nè fiamma d'esto incendio non m'assale.
Esempio: E Dant. Inf. 23: Questi per noi Sono scherniti; e con danno e con beffa Sì fatta, ch'assai credo che lor nòi.
Esempio: Petr. Rim. 1, 4: Non ebbe tanto nè vigor nè spazio, Che potesse al bisogno prender l'arme.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 81: Era la cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si curava degli uomini che morivano, che ora si curerebbe di capre.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 195: Il quale [accidente] fu tale e di tanta forza, che in lei spense ogni segno di vita.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 191: O mani inique!.... voi, ornatrici della mia bellezza, foste gran cagione di farmi cotale che io fossi desiderata.
Esempio: Pulc. L. Morg. 21, 121: E' potrebbe farne tante e tante, Che d'ogni cosa sarà poi purgato.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 164: Queste Arti.... furono nel principio dodici: dipoi col tempo tante se ne accrebbero, che aggiunsero a ventuna; e furono di tanta potenza, che le presero in pochi anni tutto il governo della città.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 2: Se.... Me ne sarà però tanto concesso [dell'ingegno], Che mi basti a finir quanto ho promesso.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 34, 22: In men d'un anno Lo mena a tal, che non gli lascia terra Fuor ch'un castel.
Esempio: Albizz. L. Ragion. 10: Tale unione [dell'Arno col Serchio] sarebbe vicina o poco sotto a San Piero in Grado, a tale che li due fiumi camminerebbero insieme molto più di un grosso miglio.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 155: Dunque la cosa si è ridotta a tale, Che posso ancor pericolar di fame.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 124: Oggi la cosa è venuta a tale, che gli uditori, anche forzati, a fatica possono bastare alle occorrenze degli autori.
Definiz: § XXV. Talora l'Adiettivo di qualità o quantità è sottinteso. –
Esempio: Machiav. Stor. 1, 257: Dette animo.... a molti cittadini di andare a quelli [ai Signori], e confortargli a volere usar termini, che si posassero le armi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 16: Nè con Ginevra mai potei far frutto, Ch'io le ponessi in grazia il duca mio.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 179: E spignendo l'uscio con una furia che mai la maggiore, entrata drento e trovata Laura nel letto, voltasele con una rabbia che pareva che se la volesse inghiottire viva viva, le disse ec.
Definiz: § XXVI. È pur congiuntiva tra gli adiettivi Stesso o Medesimo e il loro termine. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 344: Considerando la gran lontananza dell'occhio nostro dal centro della Terra, ch'è lo stesso che quello della sfera vaporosa.
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 14: Io non ho molta difficultà a credergli.... che le vipere sieno le stesse stessissime che l'italiane.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 29: È lo stesso quasi il dire curioso, che invidioso.
Definiz: § XXVII. È pur congiuntiva tra l'add. Altro, usato anche sostantivamente, ovvero tra il pronome Altri, e il termine che ne dipende. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 23: Che vittoria arete? Non altro che pianto.
Esempio: Petr. Rim. 1, 7: Ma taci, grida il fin, chè farle onore È d'altri omeri soma che da' tuoi.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 49: Io non penso udir cosa giammai, Che mi conforte ad altro ch'a trar guai.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 83: S'avvisò questa donna essere di lui innamorata, quasi altro bel giovane che egli non si trovasse allora in Napoli.
Esempio: Poliz. Pros. 91: Pareva che ad altro non fussi nato che ad acquistarsi gli animi delli uomini.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 251: Quando avessi a perderla [la vita], vivi sicuro che piglieranno altri modi che usar me per ministro a tutela.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 39: Gradasso.... narra, Che fu in Soria a un castel mio prigioniero; Ed è pur d'altra fama che Ruggero.
Esempio: Ambr. Furt. 4, 5: Io non ci ho portato altri panni che voi vi veggiate.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 340: Giudicava potersi affermare in universale, che ai nostri tempi, la stima comune degli uomini non si ottenga in vita con altro modo che con discostarsi e tramutarsi di gran lunga dall'essere naturale.
Definiz: § XXVIII. E congiuntiva tra un comparativo e il termine proprio di esso. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Ed ella a me: Nessun maggior dolore, Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria.
Esempio: E Dant. Inf. 9: Ma nondimen paura il suo dir dienne, Perch'io traeva la parola tronca Forse a peggior sentenzia ch'ei non tenne.
Esempio: E Dant. Rim. sacr. 375: Un popolo miglior che quel di prima.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 3: La misura della lucertola è poco minore che la sua.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 113: Questi romiti solitarj fanno miglior vita che li monaci de' monasteri.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 5: Riputò migliore il legno della scienza del bene e del male, ch'e' non fece il legno della vita.
Esempio: Poliz. Pros. 57: È altre volte stato con assai maggiore condizione che questa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 69: Manilardo Ne reggea l'una [squadra], il Saracin canuto, Re di Norizia, già fiero e gagliardo, Or miglior di consiglio che d'aiuto.
Esempio: Guicc. Op. ined. 1, 214: È, sanza comparazione, maggiore la perdita che il guadagno.
Esempio: Giambull. P. F. Orig. Ling. fior. 12: Essendo tutti giganti, cioè di statura, senza comparazione, maggiore che la nostra.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 289: Ora.... siamo in maggior sicurezza che mai, dello stato vostro.
Esempio: Red. Lett. 1, 29: Necessariamente esso sangue occupa maggior luogo che prima non occupava.
Definiz: § XXIX. E nel medesimo costrutto con i comparativi formati mediante le particelle Più o Meno. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Intrate quinci Ad un scaleo vie men che gli altri eretto.
Esempio: E Dant. Parad. 4: I' mi tacea; ma il mio disir dipinto M'era nel viso, e il dimandar con ello Più caldo assai che per parlar distinto.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 132: O Galatea, più bianca che la foglia del bianco ligustro, più fiorita che 'l prato, più diritta che 'l lungo albero della nave, più risplendiente che 'l vetro.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 40: È più pericolosa la fiamma dello inferno... che non è la rabbia del lupo.
Esempio: Petr. Rim. 2, 160: Poco dinanzi a lei vedi Sansone, Via più forte che saggio.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 260: Una donna più bella assai che 'l sole E più lucente.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 58: Elle [le donne] sono men forti che gli uomini a sostenere.
Esempio: Poliz. Pros. 1, 30: Sarà questo a me molto più molesto che a loro.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 2: Non si può la fortezza degli armati animi con il più onesto ozio che con quello delle lettere corrompere, nè può l'ozio con il maggiore e più pericoloso inganno che con questo nelle città bene istituite entrare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 59: Come prima di Rugger fu detto, Nel viso si mostrò più che mai lieta.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 30, 7: La rabbia e l'ira passò tutti i modi Del conte, e parve fier più che mai fosse.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 135: Esponendo con parole non meno belle che ridondanti.... un pensiero verissimo.
Definiz: § XXX. Nei medesimi costrutti è talvolta taciuto il Che. –
Esempio: Poliz. Pros. 47: A me riuscì [certo vino] molto migliore non s'era ragionato costà.
Esempio: E Poliz. Pros. 48: Ordinò il rimedio vostro, che mi pare il migliore possi essere.
Definiz: § XXXI. E dipendente dalle particelle Più o Meno, Meglio o Peggio, usate in forza di comparativo per Maggiore o Minore, Migliore o Peggiore; e talvolta anche di sostantivo, per Cosa o Quantità maggiore o minore ec. –
Esempio: Dant. Purg. 28: Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sè, mi ferìa per la fronte Non di più colpo, che soave vento.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 477: L'altre [galline] son meglio da fare uova, che da porre.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 155: Maggior mercatanzie facendone, e più sensali avendone, che a Parigi di drappi o di alcun'altra cosa non erano.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 228: Gli antichi uomini.... hanno più di conoscimento che i giovani.
Esempio: Liv. Dec. 1, 261: È meglio che noi abbiamo un tale cittadino, che altri l'avesse.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 62: Assai più è meglio risplendere di costumi, che di cosa del mondo.
Esempio: Poliz. Pros. 34: Spendi quanto tu vuoi in vivande; chè meno prezzo che cotesto non mi sazierà meno, che te il tuo.
Esempio: Cecch. Incant. 1, 3: Non le dar più dolor, che la si abbia.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 29: E'gli sarebbe il me' pigliare il diavolo Per la coda, che avere ec.
Definiz: § XXXII. E dipendente da Participio, specialmente passato, costruito con le particelle Più o Meno, Meglio o Peggio. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 290: Monsignor di Sauli è più innamorato di voi che mai, e mi ha commesso vi scriva.
Definiz: § XXXIII. Posto fra un adiettivo o avverbio o maniera avverbiale in grado comparativo, e un verbo, forma una locuzione condizionale, con la quale s'indica ciò che richiedevasi o richiedesi perchè una cosa avesse od abbia, o no, il suo effetto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 66: Più corto che quel salto era due dita, Avviluppata rimanea col matto.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 147: Dispiacemi che il tempo va fuggendo, sì che non potrò, poco più che si tardi, esser là per i giorni santi, come desideravo.
Definiz: § XXXIV. Che usasi pure in dipendenza da certi Participj passati, co' quali forma ellitticamente locuzioni avverbiali di senso talora condizionale, talora avversativo, talora causale, od altrimenti, secondo i casi. –
Esempio: Dant. Purg. 16: Lo cielo i vostri movimenti inizia; Non dico, tutti: ma posto ch'io il dica, Lume v'è dato a bene ed a malizia.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 59: Per la qual, posto che assai volte de' fatti di Calandrino detto si sia tra noi,.... ardirò, oltr'alle dette, di dirvene una novella.
Esempio: Morell. Cron. 250: Questo si fece per nicissità, considerato ch'egli era la mortalità grande, e non si trovava appena chi volesse trarre i corpi di casa.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 76 t.: Atteso massimamente che colui che già lo possiede, ed ha più arme e forza che voi, non solamente ec.
Esempio: Borgh. R. Rip. 22: Dato e non conceduto che questa ragione si potesse adducere ec.
Esempio: Tass. Rim. 2, 118: Ma posto ch'io volessi.... Drizzare i miei pensieri ad altra meta, Sosterrestil tu, Amore?
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 349: Il che vedo che internamente avete conosciuto voi medesimo ancora, atteso che, quando era il tempo dell'applicazione di queste cose alla materia,.... voi fate punto.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 83: Dato che si potesse rimediare in ciò all'educazione, non si potrebbe mai ec.
Definiz: § XXXV. E posto fra un Participio passato ed il suo verbo ausiliare, espresso o sottinteso, serve a significare azione testè compiuta; ed equivale a Poichè, Come, Tostochè, e simili. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 122: E ricevuto che l'ebbono,.... entrò.... nell'orto.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 401: Fatto e disegnato questo cerchio che l'ebbe, incontanente la terra infra 'l cerchio s'aperse.
Esempio: Flav. Gios. volg. 197 t.: Le quali [forche] vedute che elle furono della città, subito li castellani furono assaliti da maggior dolore.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 250: Attendesse a prepararsi con le forze per essere presto, persuaso che lui avesse i compagni.
Esempio: E Machiav. Disc. 16: Si mantenne questo stato popolare un poco, ma non molto, massime spenta che fu quella generazione che l'aveva ordinato.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 38: Giunti che fur, correndo, ove i sentieri A perder si venian ne la foresta ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 19, 15: E tolto che si sente ogni potere, Si lascia accanto al suo Medor cadere.
Esempio: Bemb. Asol. 182: Venuto che ciascuno l'è innanzi,.... essa con una verghetta toccatigli, ne gli manda via.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 294: Annoverato che io vi abbia i miei precetti, farò fine.
Esempio: E Leopard. Pros. appr.: Dimostrate che sieno le quali cose, nessuno ci dovrà ec.
Definiz: § XXXVI. Che è pur congiunzione dipendente da avverbj che denotino qualità, quantità, intensità, grado, misura e simili, d'una cosa o d'un'azione qualsiasi; come Talmente, Tanto, Così, Sì, Siffattamente e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Tanto è amara che poco è più morte.
Esempio: Petr. Rim. 2, 175: Nell'estremo Occidente Una fera è, soave e queta tanto Che nulla più.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 157: Tanto pregò e tanto scongiurò, che ella vinta con lui si paceficò.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 204: Borcutte gli diè sulla coppa del capo, tale che ruppe l'elmo.
Esempio: Poliz. Pros. 56: Gli pare avere con voi sì cattiva ventura, che non gli si appicca nulla.
Esempio: E Poliz. Pros. 61: Da Andrea Panciatichi siamo trattati tanto amorevolmente, che tutti ci pare esserli obbligati.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 131: Avendo il re grossa armata in mare, i Veneziani potendo anco loro armare qualche cosa, arebbe tanto che guardare e di sopra e di sotto il Papa le sue marine, che le sue genti e le vostre qui a fatica basterebbono.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 2 t.: Sì fattamente provista dalla benigna madre natura, che ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 30: L'altra, pur donna, sì gioconda e lieta, Che appena può tener le risa e 'l gioco,.... Comedia è detta.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 64: Voi.... cotanto l'onorate, che quasi del vostro lume ec.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 17: Questa dote del senno.... ella aveva fatta talmente sua, che ec.
Definiz: § XXXVII. Talora in certe locuzioni ellittiche, proprie specialmente del parlar familiare, si tace l'avverbio denotante grado, quantità o misura. –
Esempio: Dant. Inf. 26: E più lo ingegno affreno ch'io non soglio, Perchè non corra che virtù nol guidi.
Esempio: Nuccol. C. Rim. 217: E ben ch'io sparga di lagrime fiume, Pianger non posso che mi paia assai.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 58: Fa l'astante a l'ammalata e piange, Che si dispera.
Definiz: § XXXVIII. Talvolta dopo l'avverbio si usò tacere il Che. –
Esempio: Rim. Ant. P. Lott. Dat. 1, 437: Nulla cosa è sì grave Ad apprender, non l'apprenda 'l suo core.
Definiz: § XXXIX. E dipendente dagli avverbj Così che, che, Tanto che, Tale che, Talmente che, denotanti cagione o ragione di checchessia: nel qual senso il Che suole anche congiungersi con l'avverbio che lo regge, scrivendosi Cosicchè, Sicchè, Tantochè ec. –
Esempio: Dant. Inf. 2: E donna mi chiamò beata e bella, Tal che di comandare io la richiesi.
Esempio: E Dant. Parad. 2: Riguarda bene a me sì com'io vado, Per questo loco, al ver che tu desiri, Sì che poi sappi sol tener lo guado.
Esempio: Petr. Rim. 1, 229: Morta fra l'onde è la ragion e l'arte; Tal ch'incomincio a disperar del porto.
Esempio: Poliz. Pros. 79: In Vinegia ho trovato alcuni libri de Archimede e di Eron matematici,.... ed altre cose buone. Tanto che papa Ianni ha che scrivere per un pezo.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 250: Per questo s'asteneva dal cibo; tanto che in quattro giorni non aveva voluto mangiar altro che un poco di pane.
Esempio: E Machiav. Disc. 8: Così verrebbero ad esser subita preda dei loro nemici; talmente che per fuggire questi pericoli,.... si ristringono ad abitar insieme.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 19: A sella e briglia il cavalcò in un mese; Così ch'in terra e in aria e in ogni canto Lo facea volteggiar senza contese.
Esempio: Grazz. Rim. 94: Nè sospir gravi, nè lunghe querele, Nè pianger, nè pregar seco mi vale; Cotal che, per men duol, morir vorrei.
Esempio: E Grazz. Rim. 217: Ognun dice la sua, ognun gli è addosso, Ognun si tiene offeso, anzi ingiuriato; Cotal che più difenderlo non posso.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 54: Tale coerenza e repugnanza alla divisione non vi è; perchè, se ella vi fosse, sarebbe non meno nelle parti interne, che nelle più vicine alla superficie superiore: tal che la medesima tavoletta.... non men si fermerebbe a mezzo l'acqua, che circa la superficie.
Definiz: § XL. E con l'avverbio sottinteso. –
Esempio: Stor. Barl. 37: Due topi.... rodevano la radice dell'arboro,.... e avevanla già tutta rosa, che non aveva se non a rompere.
Esempio: Petr. Rim. 1, 206: Di tai quattro faville, e non già sole, Nasce 'l gran foco di ch'io vivo ed ardo, Che son fatto un augel notturno al sole.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 1: Chi va lontan da la sua patria vede Cose da quel che già credea lontane; Che, narrandole poi, non se gli crede, E stimato bugiardo ne rimane.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 50: Deh non vogliate andar per fil di spade, Ch'in Africa non torni di noi seme.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 70: In che abito son? T. Di pellegrini A piè, che nessun mai lo stimerebbe Che fusse il ricco ch'egli è.
Definiz: § XLI. E trovasi ripetuto, quando qualche inciso interrompa la proposizione, alla quale il Che appartiene. –
Esempio: Dant. Inf. 26: Sì che, se stella buona o miglior cosa M'ha dato 'l ben, ch'io stesso nol m'invidi.
Definiz: § XLII. Che, corrispondente pure, in qualità di correlativo, a Così o Sì, equivale a Come. –
Esempio: Sassett. Lett. 160: Quella di Lisbona [la peste] era migliore sì in quantità che in qualità che questa di Sevilla non è.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 4, 90: La morte è così comune al corpo che all'anima.
Definiz: § XLIII. E correlativo di Tanto, sta talvolta per Quanto. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Dimorano salubremente in quell'aria di collina tanto maschi che femmine.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 114: L'ultima vostra m'ha dato dispiacere non poco, non tanto per conto mio, che degli amici.
Esempio: Bellin. Bucch. 221: Le miniere, Tanto l'orifere che l'argentiere, E le gemme e l'antimonio ec.
Definiz: § XLIV. Trovasi anche come correlativo di In tanto, e sta per In quanto che. –
Esempio: Bemb. Asol. 20: Le quali [ferite] però in tanto sono più mortali, che egli tutte le dà nel cuore.
Definiz: § XLV. E dipendente da Avverbj o Maniere avverbiali significanti eguaglianza, somiglianza, parità, conformità, o disuguaglianza, dissomiglianza, diversità, distinzione. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Un fracasso d'un suon pien di spavento,.... Non altrimenti fatto che d'un vento Impetuoso.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 197: Vivono altrimenti che insegnano.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 62: Questo orrido cominciamento vi fia non altramenti che a' camminanti una montagna aspra ed erta.
Esempio: Poliz. Pros. 38: Questa nostra vita non altrimenti sdrucciola che l'acqua d'un fiume.
Esempio: Machiav. Disc. 10: La fortuna dello edificato.... è più o meno maravigliosa, secondo che più o meno è virtuoso colui che ne è stato principio.
Esempio: Alam. L. Coltiv. 1, 609: Nulla cosa al pari Addolcisce il sapor ch'il dotto innesto.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 100: In ogni canto Della città smarrita il romor erra,.... Non altramente che se presa in guerra Tutta ruini.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 90: In Amsterdam, a non voler restare alla stiaccia, bisogna fabbricar diversamente che a Roma.
Esempio: Alf. Trag. 2, 254: Mi abborre Pilade al par che m'abborriva Oreste.
Definiz: § XLVI. E dipendente da avverbio di luogo pur denotante diversità, così al proprio come al figurato. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 155: Chi è sì stolto, che creda avere altronde che da Dio quello ch'egli ha?
Esempio: Machiav. Disc. 233: Non nacque tal ruina d'altronde che dalla cavalleria amica.
Esempio: Bern. Orl. 29, 5: S'offeso sei, e voglia hai di vendetta, Voltati altrove che a una giovinetta.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 61: Quello che s'usa nelle speziarie a questi giorni, non si porta d'altronde che d'Alessandria.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 13: A chi egli ha.... posto un amor tanto grande, Che non può stare altrove che da lei.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 405: Dicevano, non altronde proceder la peste, che dalla moltitudine della gente del contado.
Definiz: § XLVII. E dipendente da avverbio, maniera avverbiale, o preposizione, denotante limitazione, eccezione, esclusione o simili, come Altro che, Fuori che, Meno che, Se non che, Salvo salvo che, Eccetto che. –
Esempio: Dant. Purg. 2: Oh ombre vane fuor che nell'aspetto!
Esempio: Petr. Rim. 1, 210: Ond'io non pote' mai formar parola, Ch'altro che da me stesso fosse intesa.
Esempio: Vill. M. 559: Tutte le cose.... gli erano procedute prosperamente, eccetto che presure di ville o di fortezze notabili.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 20: La quale [novella] per avventura non fia altro che utile avere udita.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 110: Io non potrei per te altro adoperare, se non che.... metterti là dove ec.
Esempio: Senec. Pist.: Che al palato già calloso non si porga alcuna cosa meno che ben calda.
Esempio: Poliz. Pros. 54: Di nuovo non è altro, se non che oggi si pruova maestro Antonio degli Organi col sonatore di liuto del signore Lodovico.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 199: Ma de' consapevoli non ne fu preso, fuori che Tommaso Davizi, alcuno.
Esempio: E Machiav. Stor. 1, 258: Disse che per lui non si cercava altro, se non che Cosimo non tornasse.
Esempio: Red. Lett. 1, 354: I poponi sono stati tutti buoni buonissimi, eccetto che tre.
Definiz: § XLVIII. E taciuto l'avverbio, la maniera, o la preposizione, dalla quale il Che dipende. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 10: Und'è a voi battaglia e lite, che da vostra cupidità?
Esempio: Vill. G. 57: Carlo il Calvo.... non regnò che 21 mese.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 59: Come diavol non hanno che una coscia ed una gamba?
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 88: Non avea l'oste che una cameretta assai piccola.
Esempio: S. Gir. Grad. 19: Cui guarderò io mai che 'l povero di spirito?
Esempio: Bern. Orl. 14, 35: Nè bisognolle adoperar l'anello, Che quando il chiaro sol si fu levato.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 19: Non avendo persona con chi più sicuramente potesse comunicare i suoi segreti, che al cugino, andatolo a ritrovare ec.
Definiz: § XLIX. Congiuntiva tra Eccetto, Salvo, Se non, e un verbo all'Indicativo, forma una maniera che ha forza avversativa; e tra Eccetto o Salvo, e un verbo al Soggiuntivo, forma una maniera che ha forza condizionale. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Ed è legato, e fatto come questo; Salvo che più feroce par nel volto.
Esempio: Comp. Din. Cron. 19: Volentieri sarebbe ita a ritrovare i Donati, se non che alcuno de' Cerchi non lo consentì.
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 99: Le cose dolci, che sono più amabili e meglio gli fanno, salvo che il fegato non sia troppo ripieno di caldezza.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 283: Avere'lo strangolato, se non che allora io mi fuggi'.
Esempio: Poliz. Rim. C. 36: Ciascun si sta per la paura incerto, Gelato tutto: se non che pur chiama.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 30: Ferraù.... era anco armato, eccetto Che non avea nè volea avere elmetto.
Definiz: § L. Posto dopo Pure che, Sempre che, Ognora che, o simili, forma una maniera condizionale, che scrivesi anche congiuntamente Purchè, Semprechè ec. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 94: Meglio è anzivenire che, dopo fatto, vendicare; sì veramente che sì per vendetta non si faccia, come detto è di sopra.
Esempio: Dant. Inf. 15: Pur che mia coscienza non mi garra,.... alla Fortuna, come vuol, son presto.
Esempio: E Dant. Parad. 29: Pur che ben si rida, Gonfia il cappuccio; e più non si richiede.
Esempio: Petr. Rim. 2, 270: Pur che voi mostriate Segno alcun di pietate, Virtù contra furore Prenderà l'arme.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 323: Paganin disse che gli piacea, sì veramente che egli non la dovesse contra suo piacere basciare.
Esempio: Leggend. B. Umil. 23: Sia fatta la vostra volontà, pure ch'io non giuri.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 113: Spacciato del fatto da costoro, sarò là, dove ch'io non abbia, in questo mezzo, altro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 196: La fece chiedere Per moglie; ed il Masson cedeva a dargliela, Sempre che fusse statoci il consenso Di suo padre.
Definiz: § LI. E dipendente da avverbio, maniera avverbiale o particella, che denoti elezione, preferenza, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 20: O buon Fabbrizio, Con povertà volesti anzi virtute Che gran ricchezza posseder con vizio.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 163: Di gran lunga è da eleggere il poco e saporito, che il molto ed insipido.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 146: Bonamico..... averebbe voluto più presto dormire che dipignere.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 55: Elesse piuttosto d'essere spogliato del mantello della sua propria carne..... che volesse credere ec.
Esempio: Leopard. Poes. 53: A me s'appresti, Dicea, la tomba, anzi che l'empio letto Del tiranno m'accoglia.
Definiz: § LII. E dipendente da avverbio o maniera avverbiale, che denoti necessità o forza maggiore. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 257: Questa medesima dama,.... anzi che camminare, si strascicava con l'aiuto d'un bracciere, e sull'ultimo anche d'un bastone da appoggio.
Definiz: § LIII. Trovasi con la particella od avverbio sottinteso. –
Esempio: Fior. Virt. 137: S'egli [l'asino salvatico] va al fiume che sia torbido, egli starà ben due o tre dì ad aspettare ch'ella [l'acqua] sia ben chiara, che torbida la bevesse.
Definiz: § LIV. E dipendente da una particella disgiuntiva, come O che, Ovvero che, Ossia che, serve a reggere, comunemente al Soggiuntivo, proposizioni o contrarie l'una all'altra, od anche semplicemente alternative. –
Esempio: Dant. Conv. 331: Nato è l'uomo, ovvero che questo l'artefice delle cose di seme divino fece, ovvero che la recente terra.... li semi del cognato cielo ritenea.
Esempio: Comp. Din. Cron. 6: Ma o che fare non lo sapessono, o non potessono, i Ghibellini se ne avvidono.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 66: Anzi, o che natura del malore nol patisse, o che la ignoranza de' medicanti.... non conoscesse da che si movesse,.... pochi ne guarivano.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 90: O che mio padre.... di vostra madre e di voi non ragionasse giammai, o che, se egli ne ragionò, a mia notizia venuto non sia, io per me niuna conoscenza aveva di voi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 108: Grifone, o ch'egli o che 'l cavallo fosse Stanco,.... Al primo albergo che trovâr, fermosse.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 43: Sempre modesto, o che parli o che rida.
Definiz: § LV. Talora tra la particella disgiuntiva e la congiunzione ponesi il soggetto della locuzione: ma in tali costrutti il Che può anche aver forza di relativo, usato ellitticamente. –
Esempio: Dant. Inf. 19: O ira o coscienzia che 'l mordesse, Forte spingava con ambo le piote.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 150: O l'amicizia grande.... che il movesse, o forse parole.... che sel facessero, ec.
Esempio: Salv. Disc. Tac. 2: Conciosia cosa che la parte che non vuole il governo, o tenti la mutazione, o tolleri mal suo grado, o viltà o prudenza che ne sia la cagione.
Definiz: § LVI. E in locuzioni parimente alternative, dove il Che dipendente dalla particella O è ripetuto, talora, e più che altro in linguaggio familiare, si tace la seconda proposizione, dando alla frase O che, usata assolutamente, significato di O che altro sia, O che altro fosse, fosse stato, e simili. –
Esempio: Sassett. Lett. 184: Non è seguìto per ancora, ma seguirà; perchè o che io sia buona persona, o che, non pare che mi sia per mancare avviamento.
Definiz: § LVII. E in proposizioni dove sia assoluta antitesi, costruite pure con la particella O, anche omessa in principio, regge il verbo dal quale dipendono i due termini contrapposti, e che più comunemente è il verbo Essere. Così, per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Bello o brutto che sia; Molto o poco che costi; Leggere o recitare che fosse; e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 107: O sì o no che 'l giovin gli credesse, Pur la scusa accettò, come discreto.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 161: Per farvi in ciascun d'essi [corni d'una lunetta] una figura a sedere, o a giacere, o dentro o di fuori della stanza che gli vogliate far parere.
Definiz: § LVIII. Ed in costrutto che si riferisca alla convenienza o alla facoltà di nominare o interpetrare checchessia in uno di due modi indicati nella proposizione, Che prende forza di Comunque, In qualunque modo, o anche Secondo che; e regge il Soggiuntivo. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 159: Sia [la camera], com'è, divisa in volta, ed in pareti o facciate che le vogliamo chiamare.
Definiz: § LIX. Dipendente dalla particella O in discorso rapido e concitato, e più spesso minaccevole, regge, per lo più con reticenza, la seconda di due proposizioni opposte fra loro, e nella prima delle quali il costrutto è imperativo. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 8, 74: Mettiti giuso, o ch'io t'ammazzo.
Esempio: Alf. Trag. 2, 272: Scostati, taci, Lasciami, o ch'io.... C. Tu sì, svenami, Egisto.
Definiz: § LX. E congiuntiva tra un avverbio comparativo, anche composto con la particella Più, e il termine di esso. –
Esempio: Dant. Inf. 11: Tu mi contenti sì quando tu solvi, Che non men che saver, dubbiar m'aggrata.
Esempio: Comp. Din. Cron. 6: Il Vescovo sapea meglio gli ufici della guerra che della chiesa.
Esempio: E Comp. Din. Cron. 15: Più per malivolenzia aveano a messer Corso, che per pietà dell'offesa giustizia.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 200: Ogni cosa che gli si donasse, vie peggio esser perduta che se nel fuoco fosse stata gittata.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 222: Li quali [motti], perciò che brievi sono, molto meglio alle donne stanno che agli uomini.
Esempio: Liv. Dec. 2, 380: Fa egli più castamente i suoi proprj sacrificj che io non fo?
Esempio: Poliz. Pros. 82: Visitai iersera quella Cassandra Fidele litterata.... È cosa, Lorenzo, mirabile, nè meno in vulgare che in latino.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 153: Eglino [i Capitani di Parte Guelfa] erano più che i Signori temuti,.... e più si stimava il palagio della Parte che il loro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 4: Non men son fuor di me che fosse Orlando.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 272: Più tosto che mi sia stato possibile, Ho spinto via.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 114: Sarei stato re più presto simile ad Alfonso vecchio, mio proavo, che a Ferdinando.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 340: Vi è sforzato [alla vita oscura] dalla sua natura, anzi che inclinato; e.... l'ama più come rimedio o rifugio, che come bene.
Definiz: § LXI. Nello stesso costrutto si usò talvolta di tacere il Che. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 3: Veramente credo che piò (più) si paga (si appaga) uno picciulo uomo in picciul suo e agiatel podere, non fa re di gran regno.
Definiz: § LXII. E si usò altresì di tacere l'avverbio dal quale il Che dipende. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 73: Piace a Dio alcuna volta una medaglia che 'l povero uomo doni lietamente per Dio, che se un ricco uomo donasse cento marche a cera trista e con tristo cuore.
Definiz: § LXIII. Dipendente dall'avverbio Più che, e reggente un adiettivo o un avverbio, serve a dare a questi forza di superlativi; e dipendente dall'avverbio Meno che, dà all'adiettivo o all'avverbio che regge, senso contrario al loro proprio. –
Esempio: Cess. Scacch. volg. 21: Neuno viva meno che castamente.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 8: Perchè egli mostrò amarmi più che molto, Io ad amar lui con tutto il cor mi mossi.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 401: Segno più che manifesto, nell'acqua non si poter ritrovare alcuna sensibile resistenza all'esser divisa.
Esempio: Alf. Trag. 2, 174: Fia vero?.... Tua morte?.... E. È più che certa.
Definiz: § LXIV. E dipendente da avverbio, preposizione, o maniera avverbiale di tempo. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Ma poi ch'io fui al piè d'un colle giunto,.... Guarda' in alto.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Infin che 'l Veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Esempio: E Dant. Inf. 5: Da che io intesi quelle anime offense, Chinai 'l viso.
Esempio: E Dant. Inf. 8: Avanti che la proda Ti si lasci veder, tu sarai sazio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. 1, 43: Dopo che ebbero... dato bere a quel monaco,.... seppellirono quell'altro.
Esempio: Petr. Rim. 1, 49: E non so s'io mi speri Vederla anzi ch'io mora.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 103: Li miei [pensieri] lasciai dentro dalla porta della città, allora che io con voi poco fa me n'uscii fuori.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 320: Simil dolore non si sentì mai a quello, che io ho poscia portato che io ti perdei.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 103: E appena ch'elle avettono compiute l'orazioni, il demonio si partì.
Esempio: Poliz. Pros. 24: Da poi che m'hai scritta quella lettera,.... cominciai ec.
Esempio: E Poliz. Pros. 100: Gli altri, subito che erono arrivati, o gli rimandavano alle case loro, o in altro luogo.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 150: Ma ora che l'Imperio non ci ha forza, il Papa non si teme, e che l'Italia tutta e questa città è condotta ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 43: Come cede Tosto ogn'altro splendor, che 'l sol si vede.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 14: Quando sarò a Roma, che non fia prima che a settembre, la scriverò.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 228: Ma e' non si fa sempre, nè se ne ha anche la commodità a cintola ogni ora che il bisogno viene.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 149: Nè fo come fan certi, che vorrieno Tosto che gli hanno auto un benefizio, Che chi l'ha fatto lor cascasse morto.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 401: Se gli vadino poi attaccando altri pezzetti di sughero o d'altra materia leggiera, sino che i detti sugheri la ritirino lentissimamente ad alto.
Esempio: Leopard. Poes. 57: Beata allor che ne' perigli avvolta, Se stessa oblia.
Definiz: § LXV. E in corrispondenza con certi avverbj di tempo, come Allora che, Or ora che, e simili, prende forza dell'avverbio Quando. –
Esempio: Bocc. Laber. 88: La quale [voragine] allora si riempierebbe o sazierebbe, che il mare d'acqua o il fuoco di legne.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 26: Che ti diceva Cammillo? N. Quando? Nof. Or or, ch'egli era teco Alle strette. N. Dicevami ec.
Definiz: § LXVI. E dipendente da locuzione o altra maniera denotante tempo passato, usasi, in forza di Da che, a reggere proposizione nella quale si significhi cosa fatta o avvenuta dopo o durante detto tempo. –
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 27: Uno zoppo e sciancato, il quale era così infermato insino che nacque.
Esempio: E Cavalc. Dial. S. Greg. 249: Mi disse, insino che io era ancora monaco nel monastero ec.
Esempio: Vill. G. 25: Istato l'assedio a Fiesole la detta seconda volta, e consumata ed afflitta molto la cittade,.... s'arrendeo.... a Cesare e a' Romani in capo di due anni.... che vi si pose l'assedio.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 127: Il domandò quanto tempo era, che egli altra volta confessato si fosse.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 63: Egli è buon tempo che io intesi che tu perduta eri.
Esempio: Bemb. Lett. 4, 3: Buona pezza è, che io ho questa penna in mano per ringraziarvi ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 352: Debbon essere Or quattro mesi, che i' ebbi lettere Da chi lo vidde a Roma.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 6: Già 'l sesto anno volgea, che 'n Orïente Passò il campo cristiano all'alta impresa.
Esempio: Bertin. A. F. Medic. dif. 4: È un gran pezzo che covo in testa questa malinconia.
Definiz: § LXVII. Con le preposizioni Fino che o Infino che, Sino che o Insino che, sia che reggano il Che direttamente o per mezzo dell'avverbio Tanto, si suole talora frapporre nella locuzione la preposizione A. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 296: Mai non riposò infino a tanto che, con opera d'alcuni grandi mercatanti genovesi,.... non l'ebbe fatto venire.
Definiz: § LXVIII. E in relazione con l'avverbio Mai in proposizione negativa, si usò con ellissi di Infino o Infino a tanto, Sino, ec. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 109: E non riposò mai, ch'egli ebbe ritrovato Biondello.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 152: E così non ristette mai il cavallo, che giunse alla Tinta dov'era il suo albergo.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 184: Mai non si partisse nè dalla macina nè dalla tramoggia, che avesse a casa ritornato la farina.
Definiz: § LXIX. E dipendente da semplice proposizione negativa, con la medesima ellissi. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 49: Non si fermoron, che toccorno fondo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 38: Michel non l'abbandona [la Discordia], che veloce Nel campo del re d'Africa la caccia.
Definiz: § LXX. Si usa pure con la medesima ellissi, in relazione con le maniere avverbiali Di qui che o Di lì che, adoperate a significare distanza di tempo o di luogo. Così, per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Di qui che io sia arrivato a casa, ci vorrà un'ora; Di qui che finisca la settimana, egli sarà tornato.
Definiz: § LXXI. Dipendente dalla particella Da che, o dagli avverbj Poi che, Da poi che, Poscia che, e talvolta anche Già che, forma con essi una maniera causale; e scrivesi altresì congiuntamente Dacchè, Poichè, Dappoichè ec. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Da che tu vuoi saper cotanto addentro, Dirotti brevemente.... Perch'io non temo di venir qua entro.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Perchè ardire e franchezza non hai? Poscia che tai tre donne benedette Curan di te, nella corte del cielo, E il mio parlar tanto ben t'impromette?
Esempio: E Dant. Inf. 25: Ah Pistoia, Pistoia, che non stanzi D'incenerarti, sì che più non duri, Poi che in mal far lo seme tuo avanzi.
Esempio: Poliz. Pros. 9: Ordinata adonque la cena, poi che il diavolo avea nel cuore e nella volontà di Giuda messo per suggestione lo scellerato tradimento, ec.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 265: Miserere di me, da ch'io son nato Alla tua legge.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 207: Conosco Quanto voi siate intendente, da poi Che al polso.... voi conoscesti ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. appr.: Del qual [male] bisogna ancor sia consapevole Quel ribaldo del Golpe; poi che a lui Indirizza le lettere, e poi che ec.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 147: Non potrò.... esser là per i giorni santi, come desideravo, già che per altri rispetti ancora si era stabilito che io andassi.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 249: Già che sì poco Curi la sposa, almen ti muova il figlio.
Definiz: § LXXII. Dipendente dagli avverbj Dove che, Onde che e Donde che, Come che, Quando che, e reggente un verbo al Soggiuntivo, forma una maniera che vale In qualunque luogo o Dovunque, Da qualunque luogo o parte o cagione, In qualunque maniera o Comunque, In qualunque tempo. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Nuovi tormenti e nuovi tormentati Mi veggio intorno, come ch'io mi mova, E come ch'io mi volga e ch'io mi guati.
Esempio: E Dant. Inf. 18: Come che suoni la sconcia novella.
Esempio: Liv. Dec. Prol. 1, 3: Di queste cose e delle somiglianti, come ch'elle sieno stimate e giudicate, io non ho cura.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 107: Dove che egli vada, onde che egli torni, che che egli oda o vegga.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 72: Ma, come che il fatto s'andasse, avvenne ec.
Esempio: E Bocc. Laber. 69: Di sei maniere d'erbette verdi, o d'altrettante di fiori, donde ch'ella se li avesse.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 130: La storia di Rinaldo da Montalbano, quando che si venisse nel volgar nostro,.... non par già ella di più antica lingua che le novelle del predetto Sacchetti.
Definiz: § LXXIII. Dipendente da' medesimi avverbj, e reggente il Soggiuntivo del verbo Essere, forma una maniera assoluta, che vale In alcun luogo, Da qualche luogo o parte o cagione, In qualche maniera, In alcun tempo: e scrivesi anche congiuntamente Dovecchessia, Comecchessia ec. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Speran di venire, Quando che sia, alle beate genti.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 38: Avranno fine quando che sia li nostri gravi tormenti.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 107: Non potremo noi trovar modo che costui si lavasse un poco dove che sia, che egli non putisse così fieramente?
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 130: Sperando che, quando che sia, si potrebbe mutar la fortuna.
Esempio: Bemb. Pros. 219: Dicesi quando che sia, come che sia,.... e vagliono l'una quanto vale a qualche tempo, e l'altra quanto vale a qualche modo.
Esempio: Varch. Ercol. 192: Avendo egli avuto qualche volta principio, doveva ancora avere necessariamente fine quando che fosse.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 16: Quel che è oggi, è forza che, quando che si fosse, avesse principio.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 276: Non ce gli doveano lasciare.... con tali forze, che non potessero, quando che si fusse, temere.
Definiz: § LXXIV. Posto dopo Acciò che, Affine che, Perciò che, Però che, Con ciò sia che, e simili, forma una maniera avverbiale congiuntiva, denotante cagione, ragione, fine ec. di checchessia; e scrivesi per lo più congiuntamente Acciocchè, Affinchè, Perciocchè ec. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Sempre a quel ver ch'ha faccia di menzogna De' l'uom chiuder le labbra quant'ei puote, Però che senza colpa fa vergogna.
Esempio: Vill. M. 403: Egli, conoscendo la necessità, affine che l'acquisto fatto per lui pigliasse più fermezza, acconsentì ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 106: Però che 'n vista ella si mostra umile.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 218: Conciò sia cosa che le buone [novelle] sempre possan giovare.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 299: Ma, per ciò che voi ottimamente conoscete quello che ciascuno di costoro ha meritato,.... io ec.
Esempio: S. Bern. Lett. F. 151: Con ciò sia cosa ch'egli amasse i suoi discepoli, nella fine gli amò fortissimamente.
Esempio: Tratt. Benviv. 13: Sei cose so' (sono) in questo mondo molto disiderate, perciò che sembra ch'elle siano onorabili.
Esempio: Poliz. Pros. 55: Ingegnerommi di fare ogni dì migliorare questa vostra possessione, acciò che ella vi vaglia più ogni dì.
Esempio: E Poliz. Pros. 89: Conciosia che, trovandosi la città in tale stato, che ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 12: Come così? C. Acciò che la non guasti Il tutto.
Esempio: Salv. Dial. Amic. 61: Egli non vi dee parer gran maraviglia che l'amicizie virtuose sien rare, conciossia cosa che rari sono anche gli uomini così fatti.
Esempio: Menz. Poes. 2, 162: Oh di che forze e generose e pronte Fa di mestieri, affin che in versi e in rime Stuol di diverse immagini s'impronte!
Definiz: § LXXV. Posto dopo Ancora che, Avvegna che o Avvenga che, Come che, Tutto che o Con tutto che, Non ostante che, e talvolta anche Bene che, forma una maniera avversativa, che per lo più scrivesi congiuntamente, Ancorchè, Avvegnachè, Comecchè, Benchè ec. –
Esempio: Dant. Inf. 27: Mugghiava con la voce dell'afflitto, Sì che, con tutto ch'e' fosse di rame, Pure el pareva dal dolor trafitto.
Esempio: E Dant. Inf. 30: Ancor che mi sia tolto Lo muover, per le membra che son gravi, Ho io il braccio a tal mestier disciolto.
Esempio: E Dant. Parad. 16: Da esso ebbe milizia e privilegio, Avvenga che col popol si rauni Oggi colui che la fascia col fregio.
Esempio: Comp. Din. Cron. 86: Con tutto che i Bianchi tenessono alcuna vestigia di Parte guelfa, erano da loro trattati come cordiali nimici.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 9: Tutto che l'acqua piovana sia migliore, tosto si corrompe.
Esempio: Vill. G. 342: Molto li favorò, con tutto che alla prima mostrò d'aver buona e comune intenzione.
Esempio: Bocc. Decam. 5 t.: Come che questi, così variamente opinanti, non morissero tutti, non per ciò tutti campavano.
Esempio: E Bocc. Decam. 89 t.: Bene che elle per vergogna nol dicano.
Esempio: E Bocc. Laber. 86: Come che molti ti potessero al mio dire vera testimonianza rendere,.... voglio che tu senza testimonio il creda.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 119: Ancora che trovare uno stato violento con un principe buono sia impossibile, perchè ec.
Esempio: E Machiav. Stor. 1, 139: Questo tenne disunita Roma, questo.... ha tenuto divisa Firenze; avvenga che nell'una e nell'altra città diversi effetti partorissero [le Parti].
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 92: Le quali, ancor che lor ne 'ncrebbe e dolse, Non vi seppon però far resistenzia.
Esempio: Segn. P. Demetr. 24: Non ostante che 'l suggetto proposto avesse molta magnificenza.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 12: Dopo costoro, avvenga che con diversa lode e per intervallo di molti anni, fu Borso.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 633: Si misero in arme, tutto che appena potessero reggerle, e s'apparecchiarono ec.
Definiz: § LXXVI. In discorso composto di più proposizioni, la prima delle quali sia dipendente da maniera congiuntiva, formata col Che; talvolta, invece di ripetere nelle altre la detta maniera, si pone il solo Che, con l'ufficio e il valore medesimo di quella. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 23: Con grande stanzia pregavono il Papa volesse rimediare, perchè la Parte guelfa periva in Firenze, e che i Cerchi favoreggiavano i Ghibellini.
Esempio: Stor. Barl. 40: Imperciocchè avversitade mi costringe, e che tutti li miei amici mi sono falliti, sono venuto a te ec.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 205: E benchè quella che era più favorita dall'universale, solamente tre anni regnasse, e che nel mille trecento ottanta uno la rimanesse vinta, nondimeno ec.
Esempio: Varch. Stor. 3, 45: Purchè fossero stati più di tre insieme, e che due ec.
Definiz: § LXXVII. Che, reggente una proposizione coordinata con altra retta da avverbio di tempo, prende talvolta il significato medesimo di questo. –
Esempio: Machiav. Stor. 1, 201: Quando egli aveva preso Roma, Siena, la Marca tutta e la Romagna, e che non gli mancava altro che Firenze, a ire con la potenza sua in Lombardia, si morì.
Esempio: E Machiav. Stor. 1, 245: Se noi stiamo ancora nella dignità nostra, nasce dalla riputazione antica di questo stato;.... ma, come e' si venisse alla prova, e che e' si scoprisse la debolezza nostra, noi ce la perderemmo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 1: Quando vincer da l'impeto e da l'ira Si lascia la ragion, nè si difende, E che 'l cieco furor sì innanzi tira O mano o lingua, che gli amici offende, ec.
Esempio: Cecch. Ass. 5, 2: Quando i' fui stato seco un pezzo, e che furono passati i colpi mortali, credend'ella ec.
Definiz: § LXXVIII. In costrutto che si riferisca alla convenienza di fare o no una data cosa, Che ponesi a reggere la proposizione esprimente la detta opportunità, sia rispetto al tempo, sia rispetto alla condizione del soggetto; ed equivale a Quando, In momento che, Dopo che, e simili. Così, per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Con costui non bisogna discorrerci, che abbia qualche grave pensiero; Bisogna andare a trovarlo, che abbia desinato; Ne' boschi non è prudenza andare, che sia piovuto.
Definiz: § LXXIX. In costrutti affermanti un fatto o esprimenti un giudizio, eziandio in forma di semplice risposta, Che si adopera a reggere, per lo più fra parentesi, il soggiuntivo di quel verbo col quale si vuol limitare il valore dell'intera proposizione; chè altrimenti sarebbe assoluto; ed equivale a Per quanto. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 177: Per trentadue porti.... entrata, e domandatagli limosina, mai da lui (che egli mostrasse) riconosciuta non fui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 82: Le lance infin al calce si fiaccaro A quel superbo scontro, come vetro; Nè però chi le corsero, piegaro, Che si notasse, un dito solo adietro.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 327: Nè Fidene fu messa mai da' scrittori, ch'io vegga, in Etruria.
Esempio: Leopard. Poes. 92: Elvira, addio. Non ti vedrò, ch'io creda, Un'altra volta.
Definiz: § LXXX. Posto fra un Adiettivo, o un Sostantivo o Verbo sostantivato, o un Avverbio, retti dalla preposizione Per, e un Verbo al soggiuntivo, forma una maniera condizionale, che in diverso costrutto sarebbe retta dagli avverbj Sebbene, Quantunque, Ancorachè, Per quanto, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 156: Ella non ci può, per potere ch'ella abbia, nuocere.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 220: Per diligenza che si facesse, non vi si trovò altro.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 172: A que' loro piccioli maravedi, per grandissimi che si siano, riducono i conti loro.
Esempio: Deput. Decam. Proem. 19: Del quale [Guido Novello] si leggono ancora alcune composizioni, per poche che elle sieno, secondo quella età belle e leggiadre.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 158: Ogni cibo alfin, per delicato Che sia, stucca.
Esempio: Red. Lett. 1, 11: L'assicuro, che per rozzo che sia il mio ingegno, almeno ec.
Definiz: § LXXXI. E nel medesimo costrutto, in locuzione dove sia antitesi. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 17: Vendevano la giustizia, e non ne schifavano prezzo, per picciolo o grande che egli fusse.
Definiz: § LXXXII. Che, trovasi posto pleonasticamente dopo certi avverbj o particelle. –
Esempio: S. Bern. Lett. F. 94: Quanto ch'al debito del continuo miglioramento, niuno tempo della vita nostra si perde tanto, quanto quello che si dà al sonno.
Esempio: E S. Bern. Cosc. 80: Essendo ripreso delle mie negligenze, o io mi ribellai, ovvero che io mormorai.
Esempio: Nov. Grass. Legn. 7: Egli è venuto un grande accidente a vostra madre, ed è quasi che morta.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 8: Onde che Zenone, parte per paura, parte per il desiderio aveva di cacciare d'Italia Odoacre, concesse a Teodorico ec.
Esempio: Firenz. Pros. 64: Quando che la ricordanza dell'omicidio della passata notte mi aveva di mille mali pensieri ingombrata la mente.
Esempio: Cellin. Vit. 560: Non potendo avere le mie mane quegli aiuti necessarj, io non potevo operare; anzi, che se io volsi finire il mio Perseo, mi convenne insegnare a un contadino mio servitore.
Definiz: § LXXXIII. Che, come particella congiuntiva, adoperasi in locuzioni interrogative a reggere la proposizione con la quale si dà ragione della dimanda; ed ha forza di Cosicchè, Onde, Poichè e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Lo duca mio, che mi potea vedere Far sì com'uom che dal sonno si slega, Disse: che hai, che non ti puoi tenere?
Esempio: E Dant. Conv. 347: Che cosa è l'uomo, che tu, Iddio, lo visiti?
Esempio: Sacch. Nov. 1, 13: Che avete voi, che voi soffiate così forte?
Definiz: § LXXXIV. Usasi pure come particella congiuntiva denotante la cagione o ragione d'una cosa; e vale Perchè, Perciocchè, Poichè, Imperciocchè; e in questo senso si suole accentare. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 60: Chedete (chiedete); chè Iacomo apostolo ne 'nsegna e conforta chedere.
Esempio: Dant. Inf. 1: Mi ritrovai per una selva oscura, Chè la diritta via era smarrita.
Esempio: Petr. Rim. 1, 7: Ma, taci, grida il fin; chè farle onore E d'altri omeri soma, che da' tuoi.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 184: Preso il suo arco e la sua spada, chè altre arme non avea,.... n'andò al boschetto.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 250: Partorì due figliuoli maschi: sicchè doppiamente l'esaudì; chè il suo priego era stato pure d'uno.
Esempio: Pulc. L. Morg. 23, 30: Andiam pur presto assaltar questo stuolo, Chè io per me gli stimo men che granchi.
Esempio: Poliz. Pros. 73: Se già e' non fosse quivi per istarvi continuo; chè direi bene allora che ec.
Esempio: Allor. A. Cap. 179: Gira pur, Ventura, A tuo modo la ruota; e tu, Mondaccio, Fa' pur contr'a' miglior sempre congiura; Ch'io nel ben far mi diletto e compiaccio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 243: Ei lo facea, sì chè portavami Affezïone, e sì chè aveva in animo Di darmi una figliastra sua per moglie.
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 203: Il mezzo più luminoso fa apparir.... gli oggetti più oscuri; chè per questa sola cagione le stelle più risplendenti si mostrano, quanto più l'aria della notte divien tenebrosa.
Definiz: § LXXXV. Usasi altresì come particella congiuntiva denotante il fine di checchessia, per Acciocchè, Affinchè, Perchè; nel qual senso si suole pure accentare. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. 1, 183: Fra gli altri suoi mali, quest'uno notabile ve ne dico di lui, chè si cognosca come egli era bene disperato.
Esempio: E Cavalc. Esp. Simb. 53: Apritte l'intelletto agli Apostoli, chè intender potessero le Scritture.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 27: Cominciò a riguardare se d'attorno alcun ricetto si vedesse, dove la notte potesse stare, chè non si morisse di freddo.
Esempio: Nov. Grass. Legn. 6: E rimasi insieme d'accordo del modo ch'egli avessono a tenere, chè la cosa andassi segreta, conchiusono ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 23: Fatela menar poi costì in chiesa, Chè ella oda la messa.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 25: Fate un po' rassettarvi la barba, Chè voi paiate più giovane.
Definiz: § LXXXVI. E come particella contrariante, per lo più in costrutto interrogativo, equivale a Mentrechè, Quando, Laddove, Poichè, Se; nel qual senso pure si accenta. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 98: Maravigliatevi voi perchè egli le sia in piacere l'udir cantar l'usignuolo, chè è una fanciullina?
Esempio: Cell. G. Lett. 24: Vuogli ch'io ti predichi tanto di lungi, ch'hai i santi predicatori così presso?
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 23: Mai non nacque la miglior donna di costei, nè la più costumata.... Disse il maestro: Come! chè io le vidi entrare uno, e so che c'è entrato.
Esempio: Cellin. Vit. 442: La Duchessa di nuovo disse: Oh come gittar via li dinari, chè 'l vostro Benvenuto.... m'ha ditto che gli è buon mercato più di tremila scudi?
Definiz: § LXXXVII. Che, in senso di Perchè, ponesi a principio di proposizione interrogativa, specialmente quando questa suoni biasimo, rimprovero, sollecitazione e simili. Ed anche in tal senso si suole accentare. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 150: Chè non rispondi, reo uomo? chè non di' qualche cosa?
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 135: Chè non ti fa' tu insegnar quello incantesimo?
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 45: Chè mi preghi, infelice, chè m'abbracci, Per ottenere il temerario intento?
Definiz: § LXXXVIII. E pure in costrutto interrogativo, vale In che modo, Come, Per qual ragione: e parimente si accenta. –
Esempio: Leggend. SS. MM. 3, 10: Messere, chè addomandare chi vi tocca? ch'è sì grande la calca della gente, che siamo a risco d'affogare.
Definiz: § LXXXIX. E pure in costrutto interrogativo, esprimente risentimento, maraviglia e simili, vale Forsechè. –
Esempio: Tav. Rit. 400: Che 'l tuo caval non era chiovato, chè volesti quel di Tristano?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 33: Come fare' mio padre a non volere? Che io m'imparenterei con un furfante?
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 35: Che vi pensate che noi altre siamo Disamorate come voi?
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 18: Che mi han pigliato per un filunguello, E acciò ch'io canti, vollero ingabbiarmi?
Definiz: § XC. E in costrutto semplicemente interrogativo, ponesi a principio della proposizione, per dare alla dimanda una certa maggiore efficacia. –
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 1, 10: Oh, oh! amico; che vi siete scordato de' buoni usi di Parigi?
Esempio: Fag. Comm. 4, 246: Mi dispiace di quel meschino del suo fratello, che è costretto a farsi frate per rabbia. A. Che vorreste forse pigliar anche quello?
Definiz: § XCI. E dipendente da qualche proposizione sottintesa, come Sarà vero, possibile, credibile, Si vuole, o simili, ponesi, col verbo al Soggiuntivo, a reggere costrutti pure interrogativi, ma esprimenti qualche gagliardo affetto dell'animo, come ira, repugnanza, riprovazione per checchessia. –
Esempio: Car. Eneid. 1, 61: Quando punta Giunon d'amara doglia, Dunque, disse, ch'io ceda? e che di Troia Venga a signoreggiar Italia un re?
Esempio: ECar. Eneid. 2, 1068: Ah! che di questa soglia io tragga il piede, Padre mio, per lasciarti? Ah! che tu possa Creder tanto di me?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 210: Ma che ora, Vedut'in lei tanta bassezza d'animo, Ch'io l'ami?.... ch'io spenda per lei un passo?.... Che io guardi mai più dove la sia?.... Non sia chi il creda.
Definiz: § XCII. In locuzione che abbia dell'esclamativo, e che per ironia significhi il contrario di quel che suonano le parole, usasi talvolta, per rafforzare il costrutto, d'inserirvi il Che, specialmente dopo la particella Sì. –
Esempio: Nov. Grass. Legn. 12: Come! non hai a fare nulla meco? Sì, ch'io non conosco Matteo mio debitore!.... io t'ho scritto in sul libro.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 2, 4: Cotesta ancora sarà una bella burla; ma se qualcuno ti vede.... T. Oh sì, che sarò un balordo! Andiamo, andiamo.
Definiz: § XCIII. In maniere esclamative il Che si pone dopo l'interiezione a reggere il costrutto e dargli maggiore efficacia. –
Esempio: Poliz. Rim. 1, 134: Ahimè, che troppo amore Ci ha disfatti ambedua.
Esempio: Machiav. Comm. 238: Eimè! che io sono incerto di quello abbia a fare. M. Misera me, che io non so dove questa incertitudine abbia a condurre costui!
Esempio: Firenz. Pros. 1, 179: O Dio, ch'io mi poteva bene accorger d'ogni cosa, s'io non fussi stata cieca.
Esempio: E Firenz. Pros. appr.: O Dio, che 'l troppo amore, e il saper chente fusse stata la vita mia, mi facevano travedere!
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 111: Non son questi ch'io miro Della natura i più graditi effetti? Ah che pur son!
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 440: Ah che per calle di miserie estreme Infortunata passa alta ventura!
Esempio: Metast. Dramm. 4, 244: Ah che nè mal verace Nè vero ben si dà.
Esempio: E Metast. Dramm. 8, 15: Eh che Cartago La barbara non è.
Definiz: § XCIV. Pure in maniere esclamative o ammirative, dove accompagni un Adiettivo o un Avverbio, usasi, più che altro poeticamente, per Come, Quanto. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 232: Vedi.... Che dolcemente i piedi e gli occhi move Per questa di bei colli ombrosa chiostra.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 54: O che lieve è ingannar chi s'assecura!
Definiz: § XCV. Usasi per ellissi a reggere maniere deprecative, sottintesovi, per lo più, un Voglia Dio, Avvenga, Desidero, Auguro, o simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 55: Ma dimmi, che lieto sie tu, in queste contrade non se ne truova niuna di queste pietre?
Esempio: Car. Eneid. 6, 92: Ah! che questo sia il fine, e qui rimanga L'infortunio di Troia.
Esempio: Allor. A. Cap. 311: Che sia tu benedetto! per risposta Mi disse.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 64: Ma che il Signor del ciel pace vi dia, Finitela, fratello benedetto.
Definiz: § XCVI. Pure ellitticamente o per aggiunger forza alla locuzione, si prepone a maniere imprecative. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 72: Che maladetta sia l'ora, che io prima la vidi.
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Che spegnere se ne possa egli il seme!
Esempio: Cecch. Comm. ined. 89: Eh! ghiotto, ghiotto, Che venga il morbo a te e le tue girandole!
Definiz: § XCVII. Pure ellitticamente o per maggiore efficacia, Che preponesi a maniere imperative. –
Esempio: Nell. Iac. Vilupp. 3, 19: È qua un giovane signore, che dice non so che di sposalizio. Lo fo io passare?.... L. Che passi.
Definiz: § XCVIII. E in locuzioni affermative, le quali talvolta hanno anche dell'esclamativo, il Che si pone tra un avverbio o una maniera esclamativa e d'affermazione o negazione, perchè questa abbia maggior efficacia. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 133: Or mi di', figliuol mio,.... hai tu mai.... detto mal d'altrui?.... Mai messere sì, rispuose ser Ciappelletto, che io ho detto male d'altrui.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 223: Come! disse il geloso, non dicestù così e così al prete che ti confessò? La donna disse:.... mai sì, che io gliele dissi.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 149: Dice il prete: Se Dio mi dia bene, che cotesta ragione molto mi s'accosta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 97: No, ch'io non voglio, No', ch'io non voglio (ha'mi tu inteso?) no; E sturati gli orecchi.
Esempio: Nell. Iac. Amant. 1, 17: Come? che anche la tua padrona è di umore stravagante? V. Oh lei sì ch'è particolare in questa stortura.
Esempio: E Nell. Iac. Astratt. 3, 18: Oh questo sì, ch'è un osso un po' più duro da digerirsi.
Definiz: § XCIX. Che, ripetuto innanzi a più sostantivi, anche retti da preposizione, e contrapposti oppure corrispondenti l'uno all'altro, si usò avverbialmente nel senso di Parte, Tra, o simili. –
Esempio: Vill. G. 100: Questi [Federigo Barbarossa].... regnò anni 37, che Re de' Romani e che Imperadore.
Esempio: E Vill. G. 187: Era a guardare i passi con più di tremila cavalieri, che tedeschi e che lombardi.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 304: Donolle, che in gioie e che in vasellamenti d'oro e d'ariento, e che in denari, quello che valse meglio d'oltre diecimila dobbre.
Definiz: § C. E nello stesso costrutto, si usò in senso di Sia o Così come. –
Esempio: Dav. Mon. 450: Il danno è manifesto, perchè quanto la moneta peggiora, che di lega che di peso, tanto scemano l'entrate pubbliche e i crediti e le facoltà de' privati.
Definiz: § CI. Che che, e talvolta anche semplicemente Che, si usò avverbialmente per Benchè, Sebbene. –
Esempio: Vell. Cron.: Furono per noi accettati, che che alla maggior parte de' cittadini dispiacesse.
Esempio: E Vell. Cron. R. 70: Essendosi mosso lo imperadore, che che poi non avesse luogo.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 52: Ad Anassagora succedette Archelao; e dicesi che di costui fu discepolo Socrate, il quale fu maestro di Platone: il quale che avesse molti nobili discepoli, nientemeno ec.
Definiz: § CII. Che anzi; maniera avversativa, equivalente al semplice Anzi, se non che ha una certa maggiore efficacia: ponesi in principio di proposizione, e serve a meglio congiungerla con ciò che precede.
Definiz: § CIII. Che non, reggente un verbo al Soggiuntivo, ed anche all'Indicativo, è maniera usata in certi costrutti, ne' quali la prima parte dà la ragione della subalterna, o questa contiene la condizione di quella; ed equivale a Senza che, se il verbo è al Soggiuntivo, o a Senza, quando, sia al Soggiuntivo sia all'Indicativo, il verbo si risolva in un Infinito: e nell'una e nell'altra equivalenza, la locuzione dipendente da detta maniera, si converte di negativa in positiva. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 163: Rinchiudendosi dentro, stette tutto quel dì e la notte, che non tornò a lui.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 216: Come mi potrò io partire da costoro, che 'l cuore non mi si fenda?
Esempio: Bocc. Decam. 3, 81: Io mi son rattemperata, nè ho voluto fare nè dire cosa alcuna che io non vel faccia prima assapere.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 88: Egli non poteva mai andar per via, che egli non fosse da' fanciulli mostrato a dito.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 99: Il re Agramante volentier s'attenne Al parer di Sobrin discreto e saggio; E Marfisa lasciò, che non le venne Nè patì ch'altri andasse a farle oltraggio.
Definiz: § CIV. Che se; maniera condizionale, equivalente al semplice Se, ma fornita di maggior efficacia e più atta a collegare la proposizione, in principio della quale è posta, con ciò che precede. –
Esempio: Pitt. I. Vit. Giacom. 200: Li cavalli patiscono. Che se per tempo lo stare in campagna deliberato si fusse, arebbono fatto rassettare erba per duoi campi per uno anno.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 78: Sappiendo ch'io ne sono Innamorato, doverrà di sorta Esser geloso, ch'e' dubiterà Degli uccelli che volano: che s'egli Non sapesse li miei segreti, forse Io arei qualche speranza.
Definiz: § CV. Che se, trovasi anche usato per Come se, al modo stesso che Se. –
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 630: Le quali [cose] se avvenghino, non deano di poi sbigottirsi, che se non avessero mai pensato che dovessero accadere.
Definiz: § CVI. Che sì, ed anche Che no; maniere affermative, o maliziosamente interrogative, le quali reggono, mediante la congiuntiva Che, proposizioni esprimenti minaccia, sfida, timore, ironia, o simili. E talvolta, per maggiore efficacia, dicesi, replicando, Che sì che sì. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 81: Seguita pure di piagnere; che sì, ch'io troverò modo che coteste lagrime ti gioveranno poco.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 155: Se tu non attendi ad altro, tu mi farai pensare a di quelle cose ch'io non ho mai pensato sino a qui. E che sì e che sì, che tu riderai un dì.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 162: Levatevi di costì, nella vostra mal'otta, sgraziato che voi sete. E che sì, che io vi do di questa mezzina nel capo.
Esempio: Varch. Suoc. 5, 3: Che sì che sì, che colui farà qualche scandolo? Voglia Dio che io non m'apponga.
Esempio: Salv. Spin. 2, 7: Tira alle forche, manigoldo poltrone. E che sì, che a questo modo tu m'intenderai. R. Benedette vi sien le mani! dategliene ancor due per amor mio.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 104: Olà, dove siam noi (dice Plutone), E che sì, scorrettaccio, ch'io ti zombo.
Esempio: Bracciol. Schern. 7, 46: Che sì che sì, che vi dorrete poi; Che sì, ch'io metto mano allo staffile.
Esempio: Red. Poes. 270: E che no, furbetto Amore, Che non cogli alla tua rete Questo mio scaltrito cuore: E che no, furbetto Amore.
Esempio: Menz. Sat. 183: Che sì che sì, che quel suo audace e baldo Cervello si rannicchia, e che l'acume Si spunterà, che già parea sì saldo?
Esempio: E Menz. Poes. 1, 304: Ma quando un poco avrà smunte e disfatte Quelle sue belle gote a Bacco eguali, Che sì, ch'ei bramerà castagne e latte?
Esempio: Nell. Iac. Torment. 2, 10: Non parli? Che sì, che ti fo parlare io?
Definiz: § CVII. Che sì, e più comunemente Che sì che sì, come maniera di minaccia, usasi spesso, massime da' poeti, con reticenza. –
Esempio: Tass. Gerus. 13, 10: Che sì? che sì?.... volea più dir; ma intanto Conobbe ch'eseguito era lo 'ncanto.
Esempio: Bracciol. Schern. 2, 11: Vien qua; che sì?.... Fa' ch'io t'appelli ancora, Fa' ch'io m'adiri più, fa' pur dimora.