Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 2° Ed. .
AVARO
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AVARO.
Definiz: Bruttato del vizio dell'avarizia. Lat. avarus.
Esempio: Alber. cap. 12. 1. Dall'avaro neuno bene può nascere, perchè l'avaro nulla fa a diritto, se non quando egli si muore.
Esempio: Fior. Vir. Ag. Mon. Quegli è propriamente avaro, che ritiene quello, che è da spendere.
Esempio: Bocc. n. 2. 9. Intanto avari, e cúpidi di danari gli vide, che, ec.
Esempio: E Bocc. n. 8. 7. Pure avendo in se, quantunque avaro fosse, alcuna faviluzza di gentilezza.
Esempio: Amm. Ant. All'avaro non falla cagion di negar servigio.
Esempio: Caval. Fr. Ling. Nulla cosa è più scellerata, che l'avaro.
Esempio: Dan. Inf. c. 15. Gente avara, invidiosa, e superba.
Esempio: Petr. Canz. 9. 1. L'avaro zappator l'arme riprende.
Esempio: Quist. Filos. C. S. L'avaro è pronto a domandare, tardo a dare, frontoso a negare, ec. dell'altrui largo, del proprio scarso: vota la gola per crescer l'arca, assottiglia il corpo, per accrescer guadagno: la mano ha rattratta a dare, distesa a ricevere: a dar chiusa, a ricevere aperta.
Definiz: ¶ Per simil. scarso.
Esempio: Petr. Son. 45. E siate omai di voi stesso più avaro.
Esempio: Bocc. proem. 8. La quale, dove meno era di forza, ec. Quivi più avara fu di sostegno.