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Dizion. 4° Ed. .
TE.
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TE.
Definiz: | Coll'E chiusa. Voce di tutti i casi obbliqui del pronome primitivo Tu, distinta da' segni de' casi, o dalle
preposizioni espresse, o sottintese. Lat. tui, tibi, te. |
Esempio: | Bocc. nov. 18. 24. Niuna cosa è, che per contentamento di te far potessi ec. che
io, come per me medesima, non la facessi. |
Esempio: | E Bocc. nov. 28. 22. Tu non gli puoi nè vedere, nè udire, se
non come essi te. |
Esempio: | Lab. 9. Mentre tu estimi altrui in te crudelmente adoperare, tu solo se' colui, che
verso te incrudelisci. |
Esempio: | E Lab. 293. Ahi cattivello a te, come t'eran quivi colle parole
graffiati gli usatti! |
Esempio: | Petr. canz. 29. 5. Sgombra da te queste dannose some. |
Esempio: | E Petr. canz. 40. 8. Non fa per te di star fra gente allegra, Vedova
sconsolata in veste negra. |
Esempio: | Dant. Inf. 16. Felice te, che sì parli a tua posta. |
Definiz: | §. I. Te, quando seguita il pronome senz'altro segno, è sempre nel terzo caso. |
Esempio: | Bocc. nov. 42. 17. Io medesima tel son venuta a significare. |
Definiz: | §. II. Te, si prepone alle particelle LO, LI, GLI, LA, LE, NE. Che quando si volesse posporre non più si direbbe
TE, ma TI. |
v. TI.
Esempio: | Bocc. nov. 23. 15. Figliuola, se tu di queste cose ti crucci, io non me ne
maraviglio, nè te ne so ripigliare. |
Esempio: | E Bocc. nov. 43. 12. Vogliamtelo aver detto, acciocchè tu poi,
se questo avvenisse, non ti possi di noi rammaricare. |
Esempio: | E Bocc. nov. 69. 7. Lusca, io non posso credere, che queste
parole vengano dalla mia donna, e perciò guarda quello, che tu parli, e se pure da lei venissero, non credo, che con
l'animo dir te le faccia. |
Esempio: | E Bocc. num. 21. E' mi pare, che egli stea in maniera, che
senza alcun maestro io medesima tel trarrò ottimamente. |
Esempio: | E Bocc. nov. 85. 12. O disse Bruno, tu te la griferai.
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Esempio: | Filoc. 2. Il Re mosso a pietà di lei, che l'amava come figliuola, disse: non
piagnere, che non te gli darò. |
Definiz: | §. III. Te, quando è posto avanti alla particella NE, o affissa, o non affissa al verbo, è lo stesso, che il TI,
che accompagna il verbo, e fallo neutr. pass. e talora semplicemente ha forza di particella riempitiva. |
Esempio: | Bocc. nov. 58. 4. Cesca, che vuol dire questo, che, essendo oggi festa, tu te ne
se' così tosto tornata in casa? |
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