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1) Dizion. 5° Ed. .
FUOCO e FOCO.
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FUOCO e FOCO.
Definiz: Sost. masc. Fenomeno luminoso e calorifico, risultante dalla combustione di due o più corpi insieme combinati.
Dal lat. focus.
Definiz: § I. Considerato nell'esser suo; e anche, come lo credettero gli antichi, per uno dei quattro elementi. –
Esempio: Dant. Purg. 18: Poi come il fuoco muovesi in altura, Per la sua forma ch'è nata a salire, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Io veggio l'aere, io veggio il foco, L'acqua e la terra e tutte lor misture Venire a corruzione e durar poco.
Esempio: E Dant. Conv. 202: Dicea [Pittagora] che 'l fuoco era nel mezzo di queste, ponendo quello essere più nobile corpo che l'acqua e che la terra, e ponendo il mezzo nobilissimo in tra li luoghi delli quattro corpi simplici.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 92: Il fuoco di sua natura più tosto nelle leggieri e morbide cose s'apprende, che nelle dure e più gravanti.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 79: S'alzar volando alle celesti spere, Come va foco al ciel per sua natura.
Esempio: Serdon. Gal. Marz. 153: Perciocchè s'ha da fare un ragionamento non inutile del fuoco, nel quale è il fonte del calore, perciocchè il fuoco significa non solamente l'elemento, ma ancora, ec.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 5, 236: Il fuoco da' Persiani era stimato dio.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 29, 1, 47: I filosofi.... disvariano in fra loro, facendo nascere il mondo l'un dall'acqua, l'altro dal fuoco.
Esempio: Pap. Tratt. var. 51: Il più pesante di tutti i quattro elementi è la terra: in secondo luogo ne viene l'acqua; dopo, l'aria: onde il men pesante di tutti è il fuoco, il quale perciò sale sopra tutti.
Esempio: Guglielmin. Nat. Fium. 68: Egli è certo, che il fuoco meno grave di essa [aria], non discende ma ascende.
Definiz: § II. E in senso più particolare, intendesi di Quello che risulta dalla combustione di alcuni corpi, come legna, carbone, e simili, e che si fa più comunemente per gli usi della vita o di certe industrie. Ed altresì per I corpi stessi nell'atto della lor combustione. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Tal, non per fuoco, ma per divina arte Bollia laggiuso una pegola spessa.
Esempio: E Dant. Parad. 1: Qual ferro che bollente esce dal foco.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 22: Come lo bastone col quale s'attizza il fuoco, sempre dal fuoco si consuma, così ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 32: Avendo fatto fare un grandissimo fuoco in una sua camminata.
Esempio: Biring. Pirotecn. 177: Provar si debba [tal miniera] con le varie forme de' forni, ed or con fuochi di legna, or con quei di carboni.
Esempio: Car. Eneid. 7, 22: Con l'arguto suono Che fan le spuole e i pettini e i telari, E co' fuochi de' cedri e de' ginepri, Porge lunge, la notte, indicio e lume.
Esempio: Tass. Dial. 1, 352: L'altra [terra] è lasciata a gli alberi ed a le piante, i quali sono necessarj o per lo fuoco o per l'uso de le fabriche e de gl'instromenti de le case.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 596: Una giovane e un garzoncello assistono ad una gran caldaia; quella con votarvi rannata, e questo con attizzare il fuoco.
Esempio: Not. Malm. 2, 820: Dicendosi: Cercate un po' il fuoco, per sbraciatelo.
Definiz: § III. Fuoco, prendesi, segnatamente in certe arti, per Calore del fuoco più o meno vivo; ed usasi con qualche aggiunto che ne determina il grado della intensità. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 500: Quel che nella tasca rimane, si ponga a fuoco lento in un paiuolo.
Esempio: Tratt. Vetr. 145: Fondilo in acqua dolce, poi cola l'acqua, e rassodala, e polli allo fuoco piccolo 4 volte, e l'ultima volta si fonde a gran fuoco.
Esempio: E Tratt. Vetr. 171: Quando egli è bene tamigiato, mettilo in fuoco consolato, e lascialo stare ore XX.
Esempio: Cellin. Pros. 35: Rimettesi in nel fornello, il quale vuole essere con fuoco debole molto, al contrario di quel secondo; ec.
Esempio: E Cellin. Pros. 149: In una volta sola vi si mette tutto l'oro che tu vuoi per ben dorarla, e poi con dolce fuoco si rasciuga tanto, che lo argento vivo, per virtù di un dolce fuoco, tutto se ne va in fumo.
Esempio: Borgh. R. Rip. 170: Facciansi bollire pianamente mezz'ora a lento fuoco di carboni.
Esempio: Dav. Scism. 378: Tra due forche con due catene appiccato per le braccia, e arso vivo a fuoco lento sotto a' piedi.
Esempio: Ricett. fior. 115: Si cuocono a fuoco lento, tanto che il zucchero sia penetrato per tutta la sustanza del frutto.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 149: Come mezzi cadaveri, che uscivano di que' sotterranei loro sepolcri e caverne, attrattine dal continuo starvi di que' fumi malefici e spiriti velenosi de' minerali, che a fuoco lento vi tormentano ne' fornelli.
Definiz: § IV. Dicesi altresì Quell'ardore igneo, che è dentro alle viscere della terra, e che produce i fenomeni vulcanici, ed altri fenomeni. –
Esempio: Dant. Parad. 19: Vedrassi l'avarizia e la viltate Di quel che guarda l'isola del fuoco.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 133, 2: Vitruvio fu di parere ch'ella fosse (la rena) una sorte di terra abbruciata.... per forza de' fuochi racchiusi sotto i monti.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 332: Ma i fuochi sotterranei (dicono) o i terremoti che da quelli dipendono, fecero allora stupendi effetti, contrasti, cangiamenti, squarciando, ec.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 249: Acciocchè la Terra di Lavoro temesse quel più i fuochi de' suoi monti.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 59: Dicevasi aver [Cerere] accese queste faci al fuoco del monte Etna.
Esempio: Leopard. Poes. 168: Anche tu presto alla crudel possanza Soccomberai del sotterraneo foco.
Definiz: § V. E per Quel fuoco che si crede o s'immagina essere nell'Inferno e nel Purgatorio: e in senso figurato, per Le pene degli eternamente dannati, o delle anime purganti; le quali pene sono nella Scrittura rappresentate dal fuoco. –
Esempio: Dant. Inf. 1: E vederai color che son contenti Nel fuoco, perchè speran di venire, Quando che sia, alle beate genti.
Esempio: E Dant. Inf. 8: Il foco eterno, Ch'entro l'affoca, le dimostra rosse, Come tu vedi in questo basso inferno.
Esempio: E Dant. Purg. 27: Il temporal fuoco e l'eterno Veduto hai, figlio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 84: L'usbergo suo di tempra era sì duro, Che non gli potean contra le percosse; E per incanto al foco de l'inferno Cotto, e temprato all'acque fu d'Averno.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 34, 9: Pur troppo il negro fumo mi molesta, Che dal fuoco infernal qui tutto esala.
Esempio: Tass. Lett. 2, 16: Andate, maladetti, nel fuoco eterno.
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 284: Dandoci così a divedere che il fuoco del Purgatorio, non solo sarà sommamente attivo al punire, ma sarà ancora sommamente giudizioso a punire con proporzione.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 11, 2: Al tribunal di Dio, che giusto e forte Al fuoco eterno i malvagi deputa.
Definiz: § VI. Fuoco, secondo proprietà latina, prendesi per Il luogo della casa, ove si accende il fuoco, Focolare; ed usasi più specialmente nella maniera Il canto del fuoco. –
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 110: Poi che 'l sol vinto cede a' ghiacci e i venti, Più contento s'asside al foco intorno Con la sua famigliuola.
Esempio: Grazz. Pros. 7: Di mano in mano, a chi toccasse, si acconciasse al fuoco per ordine a sedere.
Esempio: Legg. Tosc. 4, 8 t.: Arali di ferro, catene da fuoco, molle, palette, chiavistelli, paletti d'ogni sorte, ferri da letto, ec.
Definiz: § VII. E figuratam., e pure secondo proprietà latina, vale Casa, Lare domestico; più spesso usato con qualche aggiunto. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 98: Egli mi pare ch'abbino solamente parlato della pena di coloro, che alla patria e agli padri e agli altari e a' fuochi loro aveano battaglia disposta e ordinata.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 6: Lungi a' fuochi paterni oramai siete: Forzato io non vi tolgo al natío tetto.
Definiz: § VIII. E per Una intera famiglia, parlandosi della popolazione di una città, paese, terra, parrocchia, e simili; e usato per lo più nel plur. –
Esempio: Belleb. Stat. S. Iac. volg. 25: Uno libro della sommità de' fuochi, e de' confini, del contado di Pistoia.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 4, 143: L'entrata loro è pane, vino, carne, come di sopra, tanto per fuoco l'anno, ma non passa sei o otto soldi per fuoco.
Esempio: Porz. C. Op. 383: È numerata dalla regia corte questa provincia in fuochi 78097.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 599: Si togliessero le gravezze, che per la legge prima fatta.... s'avevano a pagare fuoco per fuoco.
Esempio: Legg. Tosc. 10, 102: Che li capi di casa, o sia un uomo a fuoco, di quelli che non sono sovvenuti dal Magistrato,... possino andare liberamente per la città con la bolletta e licenza.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 140: Egli è (il castello) assai piccolo, di pochi fuochi, e smantellato.
Esempio: E Targ. Viagg. 11, 170: Trovasi l'antichissima e nobil terra d'Arcola.... popolata, al dir del Giustiniani, di 300 fuochi, ma secondo il Landinelli, di 450.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 65: Conosciute sotto i nomi di.... gabella di passaggio, gabellucce..., tassa su i fuochi, tasse particolari, ec.
Definiz: § IX. Si usò altresì per Una specie d'imposizione sopra ciascuna famiglia di una città, paese, terra. –
Esempio: Casalb. Mel. Ricord. 42: Io Miliadusso Baldiccione pagai a Simone Sardo, de' miei propj denari, fiorini 14 d'oro, per lo fuoco mio e di Bartalomeo.... E lo ditto Simone Sardo me li fe' iscontare a Niccolao da Riglione, ch'è essattore lo ditto Niccolao a ricogliere la moneta de' ditti fuochi.
Esempio: E Casalb. Mel. Ricord. appr.: Ser Cecco di Vieri è suo notaio a li ditti fuochi.
Esempio: Coppett. Rim. burl. 26: Noncovel ci assicura in tutti i lati, Da' fuochi, da' balzelli e da' dazieri.
Esempio: Capor. Rim. 519: In casa mia legna o carbone Non entran: crudo sol gusto il boccone; E nondimen forz'è ch'io paghi il fuoco (qui scherzevolm. e in doppio senso).
Definiz: § X. E per Incendio, Arsione. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 195: Le case si cominciavano ad ardere.... E quando una casa ardea forte, messer Carlo domandava: Che fuoco è quello? Erali risposto, che era una capanna quando era un ricco palazzo.... Il contado ardea da ogni parte.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 288: Arsono più che MDCCCC magioni: e niuno rimedio vi si potette fare. I ladri pubblicamente si metteano nel fuoco a rubare e portarsene ciò che poteano avere.
Esempio: Vill. G. 94: L'anno 1117 s'apprese un altro fuoco in Firenze, e buonamente ciò che non arse al primo fuoco, arse al secondo.
Esempio: Bocc. Amet. 40: Poi che il greco fuoco d'ogni cosa arsibile ebbe le sue fiamme pasciute, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 36, 3: Io non dico or di tanti accesi fuochi, Ch'arson le ville e i nostri ameni lochi.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 44, 33: Trovano archi e trofei subito fatti, Che di Biserta le ruine e i fochi Mostran dipinti.
Esempio: Dav. Tac. 1, 386: Nerone si stava in Anzio: e non tornò a Roma se non quando il fuoco s'appressava alla sua casa ec.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 339: Tutti gli altri eretici che v'erano dentro furon tagliati a pezzi; e per colmo di miseria al sacco ed al sangue s'aggiunse il fuoco; si che.... non restò quasi più vestigio alcun della terra.
Esempio: Giust. Vers. 144: E divampare il fuoco Rugghiando in ogni loco.
Definiz: § XI. Fuoco, o Al fuoco, a modo di esclamazione, è grido, usato specialmente nei tumulti popolari, per eccitare i soldati o i cittadini agl'incendj. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 68: Gli avversarj di messer Corso gridorono a una voce: Muoia il podestà! Al fuoco! al fuoco!
Esempio: Nard. Stor. 1, 10: Quel Simoncino corazzaio, e alcuni altri di quegli arrabbiati ch'erano stati collati e tormentati dalla Signoria, non cessavano mai di gridare: fuoco, carne e sangue.
Definiz: § XII. E per La pena, alla quale condannavasi il reo, consistente nell'esser arso: onde Andare al fuoco, vale Esser condotto il reo al luogo, ove doveva sostenere questa pena. E Mettere al fuoco, vale Condannare a siffatta pena. –
Esempio: Dant. Inf. 29: Alberto da Siena.... mi fe' mettere al fuoco.
Esempio: E Dant. Inf. 30: Quando tu andavi Al fuoco, non l'avei tu (il braccio) così presto.
Esempio: Vill. G. 862: Furon condannati al fuoco come falsarj.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 82: Furo amendue sentenziati al fuoco.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 31: Comandiamo che debbiano sgombrare, e ridursi al Castellare, e ivi aiutare e conferire al fortificare; e redurre e avere ridotto la sua biada dentro per infino a mezzo febraio, a pena del fuoco.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 104: Ogni studio ponevano in far che dal fuoco la Ninetta dovesse campare.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 132: Pensò di volergli in publico e di fuoco far morire.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 66: Pigliammo questa abominevol fera, Più crudel di qualunque in selva stanzi; E la serrammo in tenebroso loco, Per condannarla al meritato fuoco.
Esempio: Cellin. Vit. 128: Era condannato alle forche ed al fuoco, per essere lui falsario di monete.
Esempio: Cecch. Mogl. Prol.: Di maniera che, non potendo, senza pericolo di fuoco, impacciarsi di nuova moglie, giudicano questa festa non essere per loro.
Definiz: § XIII. Fuoco, prendesi spesso per Fiamma di fuoco. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Allor fu' io più timido allo scoscio, Perocch'io vidi fuochi, e sentii pianti.
Esempio: E Dant. Inf. 26: Dentro da' fuochi son gli spirti: Ciascun si fascia di quel ch'egli è inceso.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: O voi, che siete due dentro ad un fuoco, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 25: Notte mi parve, ed allo sguardo fioco S'offerse il vacillar d'un picciol foco.
Esempio: Giust. Vers. 235: La poveretta che si risentía, Ecco vede laggiù sorgere un foco.
Definiz: § XIV. E poeticam. per Fiamma di una lampada, lucerna, e simili. –
Esempio: Med. L. Op. 1, 74: Come lucerna all'ora mattutina, Quando manca l'umor, che 'l foco tiene, Estinta par...; Così ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 7: E quella [lampada] di splendente e chiaro foco Rendea gran lume all'uno e all'altro loco.
Definiz: § XV. E per Fiamma accesa a fine di dar segnali, o per dimostrazione di allegrezza. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Questo che dice? e che risponde Quell'altro foco? e chi son quei che il fenno?
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 273: I fuochi furono grandi, le chiese sonavano, rallegrandosi ciascuno: ma il palagio de' Gianfigliazzi, che per le guerre faceva gran fuochi la sera, niente fece.
Esempio: Morell. Cron. 321: Avea avute le fortezze, e allora si fe' fuoco in Firenze.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 540: Nicolò uscì di su; e la notte fu fatto fuochi en piazza.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 131: Avevano vietato che si facesse fuochi, e altri segni di letizia.
Esempio: Poliz. Rim. C. 36: Chi mostra fochi, chi squilla 'l suo corno; Chi forte il chiama per la selva oscura.
Esempio: Dav. Oraz. 461: Nel Mugello per allegreza di questo figliuolo nato al signor Giovanni, i luoghi suoi fecero i fuochi.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 4, 4: L'attacchi alla finestra, e faccia i fuochi.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 287: Egli, per ristorar i parenti delle spese fatte in rendimento di grazie a Dio, in mancie, in fuochi, in pravvisioni,... mandò loro quello ch'avea di proprio, ec.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 391: E faccia i fuochi, feux de joie: Fuochi d'allegrezza.
Definiz: § XVI. Poeticam. per Faville, Scintille. –
Esempio: Alam. L. Gir. 13, 127: Pesantissimi colpi ed infiniti Mena il buon Febo, e ben mille fucili Mostra aver nella spada: tanto fuoco Fa di loro arme uscir per ogni loco.
Definiz: § XVII. Fuoco, prendesi anche per Vivo splendore. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Non era lungi ancor la nostra via Di qua dal sommo, quand'io vidi un foco, Ch'emisperio di tenebre vincia.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 627: Lo scudo dell'oro sparge gran fuochi.
Esempio: Grazz. Pros. 110: Un giovane a sedere, pur di fuoco vestito, e di fiamme accese incoronato.
Esempio: Leopard. Paralip. 6, 25: E con tale un fulgor, che tutto il loco Parea subitamente empier di foco.
Definiz: § XVIII. Poeticam. e in locuz. figur., per Colore molto vivo, Colore acceso. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 44: Questa [rosa] di verde gemma s'incappella: Quella si mostra allo sportel vezosa: L'altra che 'n dolce foco ardea pur ora Languida cade, e il bel pratello infiora.
Definiz: § XIX. E per Accensione atmosferica, Meteora luminosa. –
Esempio: Dant. Parad. 15: Quale per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or subito fuoco;... Tale, ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 439: Subito foco; questo fuoco sono li vapori terresti, secchi e vescosi, che si levano infine a la terza regione dell'aire,... e quine s'accendono e discorreno per l'aire, e paiano stelle che caggiano.
Definiz: § XX. E poeticam., per Pianeta, Astro, Stella. –
Esempio: Dant. Parad. 16: E trenta fiate venne questo fuoco A rinfiammarsi sotto la sua pianta.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 470: Venne questo foco, cioè venne questo pianeto che si chiama Marte.
Esempio: Tass. Gerus. 14, 44: Scorgo comete, e fochi altri sì presso, Ch'io soleva invaghir già di me stesso.
Definiz: § XXI. E pur poeticam. trovasi detto per Spirito celestiale, manifestantesi in forma di astro o di stella. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Dunque la voce tua, che il ciel trastulla Sempre col canto di que' fuochi pii, Che di sei ale fannosi cuculla, Perchè non soddisface a' miei disii?
Esempio: E Dant. Parad. 22: Questi altri fuochi tutti contemplanti Uomini furo, accesi di quel caldo Che fa nascere i fiori e i frutti santi.
Esempio: E Dant. Parad. 25: Quale è colui ch'adocchia, e s'argomenta Di vedere eclissar lo sole un poco, Chè per veder non vedente diventa; Tal mi fec'io a quell'ultimo fuoco.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 610: Questi altri fochi, cioè questi altri spiriti, che sono dentro a questi fuochi.
Definiz: § XXII. E con senso che si determina dal contesto, prendesi per Folgore. –
Esempio: Dant. Purg. 32: Non scese mai con sì veloce moto Fuoco di spessa nube.
Esempio: E Dant. Parad. 1: E sì come veder si può cadere Fuoco di nube; se ec.
Esempio: E Dant. Parad. 23: Come fuoco di nube si disserra Per dilatarsi, sì che non vi cape;... Così, ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 73: Giove si scusa de' fuochi ch'egli mandò.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 1, 121: Non s'armòe di quel fuoco, col quale egli uccise lo forte Tifeo.
Esempio: Poliz. Rim. C. 19: Con tal romor, qual'or l'aer discorda, Di Giove il foco d'alta nube piomba.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 15, 31: De' tuoni e degli eterei empj tormenti Suol la propria cagion parlando aprire, E come in aere due contrarj venti Fan delle nubi rotte il foco uscire.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 16: Allor, siccome turbine si scioglie, E cade dalle nubi aereo foco, Il buon Tancredi ec.
Definiz: § XXIII. Fuoco, o Sfera del fuoco, ed anche Fuoco eterno, si disse Quella sfera, che secondo le opinioni antiche immaginavasi esser posta immediatamente sopra l'atmosfera. –
Esempio: Dant. Purg. 9: Poi mi parea che, più rotata un poco, Terribil come folgor discendesse, E me rapisse suso infino al foco.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 202: Insin al foco; cioè infine a la spera del fuoco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 69: Ruotando il carro, per l'aria levossi, E tosto in mezzo il fuoco eterno giunse.
Definiz: § XXIV. Fuoco artificiato o artificiale, d'artifizio, lavorato, e si disse anche greco, con l'aggiunto di artificiato o artificiale, d'artifizio, lavorato, e si disse anche greco, e nel plur. usato anche senza aggiunto, denota genericamente le Materie ignee, preparate e mescolate con vario artificio, per valersene in guerra. –
Definiz: Comp. Din. Cron. DL. 286: I capi di Parte Nera aveano ordinato un fuoco lavorato.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 5, 72: Ed avean dardi, e fuochi lavorati.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 103: E li dispone in oportuni lochi, Per impedire ai Barbari la via.... Alcuni han cura maneggiare i fuochi, Le machine altri, ove bisogno sia.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 77: Cominciata per sorte ad ardere la munizione per alcuni instrumenti di fuochi artifiziati gittati da quei di fuora, abbruciò ec.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 150: Parte [dell'armata] venutali da Costantinopoli con gran copia di fuoco greco, chè così si chiamava all'ora quello che i nostri chiamano oggidì lavorato.
Esempio: Varch. Stor. 2, 341: Volle rivedere l'una cittadella e l'altra come fussono tenute, e se vi mancassero o vettovaglie, o munizioni; preparò gran numero di trombe artificiate, che gettassero fuoco lavorato, e distribuì a ciascun capitano le sua.
Esempio: Dav. Tac. 2, 62: Arse il bellissimo anfiteatro fuori delle mura, per le fiaccole e palle, e fuochi lavorati tratti innanzi o indietro.
Esempio: Lorin. Fortif. 257: In quanto alla provisione de' fuochi artificiati, di questi se ne deve fare poco capitale.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 229: Benchè tra la grandissima furia di cannonate e di fuochi artificiati una parte vi perisse, e l'altra tornasse addietro, ec.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 405: Ma più dannosa riusciva eziandio la tempesta di varj fuochi artificiali che in sito superiore lanciavano i vascelli nemici contro le navi.
Esempio: E Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 243: Dalle mura grandinavano i sassi, e piovevano in diverse maniere i fuochi.
Esempio: Cavalier. Specch. Ust. 94: Con alcune pietre,... scagliandole nelle navi, all'usanza delle palle di fuochi artificiati, [Archimede] vi suscitasse (nelle navi romane) l'incendio.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 482: Quindi era uguale l'ardir ne' vili, e ne' forti; perchè ugualmente eran lanciate, in incerto e le palle e le pietre e i fuochi artificiali, e le ferite cieche d'ambe le parti.
Definiz: § XXV. E con l'aggiunto di artificiato, artifiziale, d'artifizio, o lavorato, e nel plur. anche senza alcun aggiunto, dicesi a certe Preparazioni di polvere pirica, come razzi, girandole, e simili, che s'incendiano in occasione di pubbliche feste, o per divertimento. –
Esempio: Bald. Vit. Guidob. 1, 101: Furono dunque eretti archi, statue, fatte preparazioni di fuochi con varj artificj, preparate con larga spesa commedie, ec.
Esempio: Buomm. Descriz. Fest. 4: Tirandosi molti pezzi di artiglierie, e di maschi; con trombe, razzi, e altri fuochi lavorati; come nelle maggiori feste e allegrezze si suol usare.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 79, 2: Lanternoni diconsi quei lumi che, nascosi in fogli dipinti, si mettono alle finestre.... in occasione di pubblici fuochi, e luminarie d'allegrezza.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 135: Racconto de' fuochi della sera.
Esempio: Volt. Op. 1, 2, 93: Le prime sperienze,... le feci coll'inserire nella punta dell'asta conduttrice de' piccioli fuochi d'artifizio.
Definiz: § XXVI. E Fuoco lavorato, dicesi figuratam., specialmente di Fanciullo vivacissimo, e che non stia mai fermo.
Definiz: § XXVII. Fuoco, nel linguaggio militare, dicesi La scarica dei fucili, cannoni, e simili. –
Esempio: Montecucc. Op. 1, 98: La moschetteria si ordina a sei file d'altezza.... per tener di continuo bersagliato e sotto il fuoco il nemico.
Esempio: E Montecucc. Op. appr.: Non potria la prima fila.... aver di nuovo ricaricato: onde non si avrebbe un fuoco perpetuo.
Esempio: Maff. Scienz. cavall. 19: Con mio stupore il vidi smarrirsi al primo fuoco che ci fu fatto sopra.
Definiz: § XXVIII. Onde il comando militare, Fuoco! e poeticam. anche Fuoco all'armi, per ordinare che i soldati scarichino le armi. –
Esempio: Niccol. Strozz. 3, 6: Foco all'armi, e tosto, Archibusieri, ed una ferrea pioggia Piombi sul capo di costui.
Definiz: § XXIX. Fuoco, dicesi per similit. a Quella luce fosforica che hanno le lucciole e alcuni altri insetti. –
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 672: Lucciole sono piccoli animali come le mosche, ch'ànno il ventre lucido, che pare che sia fuoco, e chiudono ed aprono questo fulgore secondo che si chiudono ed aprono con l'alie quando volano.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 8, 1: E le lucciole uscian col cul di foco.
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 7: Più fuoco ho in seno, ch'al cul cento lucciole.
Esempio: Leopard. Paralip. 7, 49: Ma come solamente all'aure oscure Del suo foco la lucciola si tinge,... Così ec.
Definiz: § XXX. Fuoco, in locuz. figur. e figuratam., prendesi spesso per La passione d'amore: ed usasi tanto con qualche aggiunto o determinazione, quanto assolutam. –
Esempio: Dant. Purg. 8: Per lei assai di lieve si comprende, Quanto in femmina fuoco d'amor dura, Se l'occhio o il tatto spesso nol raccende.
Esempio: E Dant. Purg. 27: Che di fuoco d'amor par sempre ardente.
Esempio: E Dant. Parad. 3: Da indi mi rispose tanto lieta, Ch'arder parea d'amor nel primo foco.
Esempio: Ovid. Rimed. Am. 5 t.: Perchè il fiero fuoco dell'amore non ti abbraciasse.
Esempio: Tr. Narraz. 16: Rimase messere Giubideo in grande fuoco d'amore.
Esempio: Petr. Rim. 1, 69: Quel foco, ch'io pensai che fosse spento,... Fiamma e martir nell'anima rinfresca.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 187: Per che così, come disavvedutamente acceso s'era di lei, saviamente s'era da spegnere per onor di lui il mal concetto fuoco.
Esempio: Poliz. Rim. C. 279: Con chi sente quel fuoco che sent'io, Non convien fare alcuna escusazione.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 71: Orrigille avea il camino Verso Antïochia preso di Soria, D'un nuovo drudo, ch'era di quel loco, Di subito arsa e d'improviso foco.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 23, 21: Se non si parte, l'amoroso foco L'arderà sì, che la farà morire.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 42, 35: E di quelle due fonti ode il tenore, Di che l'una dà il fuoco, e l'altra il tolle.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 48: E sempre ha nel pensiero e l'atto e 'l loco In che la vide, esca continua al foco.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 33: Questo è quel foco ch'io credea che i cori Ne dovesse infiammar d'eguali ardori.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 76: Ma il chiaro umor, che di sì spesse stille Le belle gote e 'l seno adorno rende, Opra effetto di foco, il qual in mille Petti serpe celato.
Esempio: Giacomell. Carit. 3: Travagliosa ad ambedue, crescendo il fuoco, sopravvenne la notte.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 260: Non è reo l'ardimento Del tuo foco amoroso?
Esempio: Leopard. Poes. 107: Anzi d'altrui le tenere Cure suol porre in gioco, E d'un celeste foco Disprezzo è la mercè.
Definiz: § XXXI. E poeticam. per Persona ardentemente amata. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 243: Ch'i' veggio nel pensier, dolce mio foco, Fredda una lingua, e duo begli occhi chiusi Rimaner dopo noi pien di faville.
Esempio: Cont. Bell. Man. 5: E nel passar del mio soave foco, Gli stimoli d'amor,... Lassan nel mio pensier quel sacro loco, Ove io la vidi.
Esempio: Cas. Rim. 1, 16: Le chiome d'or, ch'Amor solea mostrarmi, Per meraviglia fiammeggiar sovente D'intorno al foco mio puro, cocente.
Definiz: § XXXII. E riferito ad animali. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 51: Tal volta sopra l'acqua, un po' guizando, Mentre l'un l'altro segue, escono a gallo: Ogni loro atto sembra festa e gioco; Nè spengon le fredde acque il dolce foco.
Definiz: § XXXIII. Pure in locuz. figur. e figuratam., per Vivo affetto spirituale, Ardore di animo verso cose alte e nobili. –
Esempio: Dant. Purg. 6: Chè cima di giudizio non s'avvalla, Perchè fuoco d'amor compia in un punto Ciò che dee soddisfar chi qui s'astalla.
Esempio: E Dant. Parad. 20: E credendo s'accese in tanto fuoco Di vero amor, ch'alla morte ec.
Esempio: Martin. T. V. 10, 196: Si accese dentro di me il cuor mio, e un fuoco divampò nelle mie considerazioni.
Definiz: § XXXIV. E per Accendimento d'animo, suscitato da altra veemente passione. –
Esempio: Tass. Gerus. 8, 72: Aletto.... col foco il velen ne' petti mesce. Lo sdegno, la follia.... ognor più infuria e cresce.
Esempio: E Tass. Gerus. 20, 87: Si sente avvampar di doppio foco; Di sdegno il core e di vergogna il volto.
Esempio: Bellin. Bucch. 92: E sì di fuoco contro a lui s'aizza, E sì di fuoco colla lancia il giostra, ec.
Definiz: § XXXV. Fuoco, dicesi figuratam. per Ardore d'indole, di gioventù, e simili. –
Esempio: Filic. Rim. 511: L'età robusta, Che stagiona il giudizio, e i sensi acqueta, E con amica e giusta Temperie il foco giovenil corregge, De gli onori, ec.
Definiz: § XXXVI. E parlandosi di poeta, oratore, artista, vale Vigore grande di fantasia, di sentimento, di stile. –
Esempio: Mem. Bell. Art. 1, 69: Come ancora per il colorito in cui ha spinto l'ideale della vaghezza, con un accordo ed un fuoco sorprendente, al segno maggiore.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 5, 170: Niuno vedrà queste pitture che non riconosca nel Pasinelli gran fuoco pittoresco, gran novità d'idee, e un certo carattere ec.
Definiz: § XXXVII. E per Vivo zelo, Ardore di animo, nel far checchessia, nel condurre un'impresa, un negozio, e simili. –
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 1, 267: I Veneziani e Savoiardi mettono qui tutto il fuoco che possono, e facilmente si scalda questa nazione, ch'è naturalmente nimica della spagnuola.
Definiz: § XXXVIII. Figuratam., per Ciò che produce grave danno, ruina; ed altresì per Ruina, Calamità, e simili: usato spesso nella maniera Accendere il fuoco. –
Esempio: Ros. Vit. 105: Udendo quegli di Jerusalem, che questo tiranno avea appresso a loro acquistato tante terre notevole, entrarono in pensiero, e diceano: Questo fuoco potrebbe venire infino a noi, se non ci pogniamo rimedio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 12: E me, che tanto espressamente ha offeso, Vedrà, per lei salvare, a morir giunto. Di mio fratello insieme, il quale acceso Tanto foco ha, vendicherommi a un punto.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 32, 3: Avea ridutte le reliquie in Arli, Che gli restar del gran notturno fuoco.
Definiz: § XXXIX. E detto di persona, per Autore, Cagione, di danni, calamità, e simili. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 162: Di Vitellozzo non può sentire ragionare, per essere un serpente avvelenato, e il fuoco di Toscana e d'Italia.
Definiz: § XL. E pur figuratam., per Tormento di animo, Grave afflizione. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 300: S'io vo, s'i' sto, s'i' parlo, o s'i' mi muovo: Megli'è morir che stare in questo fuoco. Io non provai già mai, nè ancor pruovo, Che cosa fussi ben.
Definiz: § XLI. E per Agitazione politica, Guerra, Discordia, Ribellione, e simili; spesso usato nelle maniere Accendere, Attizzare il fuoco, Spengere, il fuoco, ed altresì Accendersi il fuoco, Spengersi, il fuoco. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 331: E tanto s'accese il fuoco, che, di concordia della congiura, i Medici,... e altri a ciò ordinati, assalirno ec.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 370: I Fiorentini vi mandorno (a Cremona ribellatasi all'Imperatore) subito uno imbasciadore per non lasciare spegnere il fuoco.
Esempio: Ugurg. Eneid. 233: Tu puoi mettere dissensioni e scandali e fuochi mortali; a te sono mille podestà, mille arti da nuocere.
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 56: Però che molto fuoco è in Francia acceso Per questo fatto, e tuttavolta cresce.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 22: Desiderando Sua Maestà tanto la pace, la consiglierebbe quello Re a non accendere maggior fuoco.
Esempio: E Guicc. Op. ined. 6, 23: Le demonstrazioni sono che si abbi a fare guerra da queste bande, e si vede che il Re ha caro che si creda; dall'altro canto a qualche savio pare difficile credere che questa Maestà voglia tirare il fuoco in su' confini suoi.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 24: Che gioverà l'aver d'Europa accolto Sì grande sforzo, e posto in Asia il foco?
Esempio: Leopard. Paralip. 1, 15: Dalla cui sola Morte il foco scoppiò fra topi e rane (qui per similit.).
Definiz: § XLII. Fuoco, dicesi altresì per Senso di vivo calore, che alcuno prova nella persona o in una parte di essa per qualsivoglia cagione.
Definiz: § XLIII. Term. della Fisica. Fuoco d'uno specchio o d'una lente, dicesi Il luogo o Il punto ove concorrono i raggi riflessi dallo specchio o rifratti dalla lente. –
Esempio: Galil. Comm. ep. resp. 3, 145: Questi quattro raggi anderanno ad unirsi nel punto O, foco del detto specchio.
Esempio: Bart. D. Suon. 250: Uno specchio parabolico, incontro al quale parlandosi udiva perfettamente, vicino al punto che suol chiamarsi il fuoco, per lo concorrere e ragunarsi delle linee sonore in quel punto.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 176: Ci venne voglia di sperimentare se uno specchio concavo esposto ad una massa di 500 libbre di ghiaccio facesse alcun sensibil ripercuotimento di freddo in un gelosissimo termometro di 400 gradi collocato nel foco della sua sfera.
Esempio: Manfred. Inst. astron. 152: È più sicura e spedita la dimensione della distanza.... con quello strumento che chiamasi micrometro, e adattasi dagli astronomi nel foco comune delle lenti del cannocchiale.
Esempio: Targ. Alimurg. 311: Le quali [stille d'acqua] a guisa di lenti o palline di cristallo.... abbruciacchino la superficie delle piante, che corrisponde al loro fuoco.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 55: Le due lenti sono disposte in modo, che i rispettivi loro fochi si riuniscono in un medesimo punto, detto foco comune.
Esempio: E Piazz. Lez. astron. 1, 62: Nel foco del cannocchiale sono collocati sei o quattro fili, de' quali uno orizzontale, gli altri verticali.
Definiz: § XLIV. E figuratam. –
Esempio: Giobert. Introd. 2, 12: Per tal modo i raggi della luce ideale confluiscono e si raccolgono in un solo foco.
Definiz: § XLV. Talora si usa per Lunghezza o Distanza focale principale, cioè per La distanza fra la superficie d'uno specchio, o d'una lente, e il punto ove convergono, dopo la riflessione, o la rifrazione, i raggi incidenti paralleli all'asse dello specchio stesso, o della lente. –
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 83: Teneva con l'altra [mano] una lente di foco molto corto, per mezzo della quale osservai chiaramente un ammasso di fibre strappate.
Definiz: § XLVI. Term. de' Geometri. Fuoco d'una sezione conica, dicesi Quel punto, le cui distanze dai punti della curva sono proporzionali alle distanze dei punti stessi dalla direttrice. L'ellisse e l'iperbole hanno due fuochi, la parabola uno. –
Esempio: Cavalier. Specch. Ust. 210: Adunque il punto E non può esser foco dell'iperbola equilatera DRI, ma cascherà tra i punti E D.
Esempio: Manfred. Inst. astron. 235: Dovrà dunque supporsi l'uno de' fochi dell'ellisse terrestre esser nel centro del Sole S, e la linea degli apsidi AP dovrà intendersi rivolta a quei medesimi due punti del firmamento.
Esempio: Grand. Instit. Con. 69: Nell'ellisse la somma dell'inclinate da i fuochi a qualunque punto della curva, e la differenza di esse nell'iperbole, è uguale all'intero asse.
Esempio: Agn. Inst. anal. 1, 199: Già si sa, per la proprietà della parabola, che AB è la direttrice, ed F il fuoco.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 2, 80: Tutti questi corpi (i Pianeti, i loro Satelliti e le Comete).... descrivono delle ellissi intorno al sole, fuoco comune delle medesime.
Esempio: E Piazz. Lez. astron. 2, 241: La Luna si muove dunque in una ellissi, in uno dei fochi della quale è collocata la Terra.
Definiz: § XLVII. Fuoco, si disse Il punto, che è l'origine delle coordinate polari; e che oggi chiamasi Polo. –
Esempio: Agn. Inst. anal. 2, 452: Sia la curva.... riferita al fuoco, cioè tale, che le ordinate tutte si partano da un punto dato, che si chiama il fuoco.
Esempio: E Agn. Inst. anal. 2, 474: In virtù dello stesso discorso nascono le medesime formole anco nelle curve riferite al fuoco, solo che si rifletta, ec.
Definiz: § XLVIII. Fuoco sacro, di Sant'Antonio, persico, salvatico, e, come anche si disse, volatío, con l'aggiunto di sacro, di Sant'Antonio, persico, salvatico, e, come anche si disse, volatío, denota una Sorta di malattia eruttiva, consistente in una specie d'erpete, e caratterizzata da molte vessichette infiammate nella loro base. –
Esempio: Benciv. Mes. 61 t.: Il bianco [eleboro].... cura la scabia, ed il fuoco salvatico.
Esempio: E Benciv. Mes. 72: Confezione di medicina scritta da Amec, e vale a ogni passione fatta da collera e flemma salso, come è fuoco salvatico, volatica, ec.
Esempio: E Benciv. Mes. 94 t.: Unguento rosato, che lieva le infiammazioni delle aposteme calde, e risipile e fuoco persico.
Esempio: Leggend. B. Umil. 100: Quella infermità si chiama volgarmente papice, e anche per altro nome si chiama gotta salsa, ovvero fuoco volatìo.
Esempio: Domen. Plin. 918: Rimedj a' maninconici, letargici, ritruopici, fuoco sacro, e a' dolori de' nervi.
Esempio: E Domen. Plin. 968: Lo esipo col ponfolige, e olio rosato guarisce il fuoco sacro.
Esempio: Red. Cons. 1, 277: Particolarmente quella che vien detta formica, che da Cornelio Celso fuoco sacro fu appellata.
Esempio: Salvin. Georg. 3, 206: Nelle membra Puzzolenti venia sozzo sudore; E non istava lungo tempo, che Sacro fuoco mangiava tocche membra.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 1, 193: Diverso una volta dalla lebbra fu il fuoco sacro, male che per tanti secoli si provò nell'Italia e in altre occidentali provincie.
Esempio: E Murat. Dissert. Antich. ital. 1, 194: Dura anche a' di nostri non già questo morbo, ma il nome d'esso morbo; e chi vuol augurare ad altrui un male terribile, gli desidera il fuoco di Santo Antonio.
Definiz: § XLIX. Fuoco, parlandosi del vino, vale Quel sapore un po' forte che ha allorchè è incominciato a inacetire; ed usasi più spesso nelle maniere Avere il fuoco, Prendere il fuoco o Pigliare, il fuoco, o Pigliare di fuoco. –
Esempio: Soder. Coltiv. 74: Affinchè la vinaccia non riscaldasse, e facesse pigliare il fuoco al vino.
Esempio: E Soder. Coltiv. 108: Ma sì bene quelli che hanno in loro qualche mancamento di fortigno, o cattivo seto, che sanno di secco, o abbiano preso il fuoco, o sappiano alquanto di muffa.
Esempio: Dav. Colt. 496: Per non lasciar la vinaccia riscaldare, e il vino pigliare il fuoco.
Esempio: E Dav. Colt. 497: Quel fortore, che la vinaccia piglia di sopra,... fa pigliare il fuoco al vino.
Esempio: Trinc. Agric. 113: Fa il vino senza odore [il S. Zoveto], molto colorito, grosso e spiritoso; ma portandosi nella state, piglia facilmente d'aceto, o come altri dicono, di fuoco.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 244: Questo è quel che segue ordinariamente quando il vin si ripone entro a botti che abbiano questo odore [d'aceto], e che noi diciamo il fuoco.
Esempio: E Paolett. Oper. agr. 2, 265: Queste frequenti ammostature nel tempo della fermentazione si fanno per timore che il vino non prenda il fuoco.
Definiz: § L. Arte del fuoco, trovasi detto per Quell'arte che ha bisogno principalmente del fuoco pei suoi lavori, e specialmente per lavori di fusione. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 154: Posso molto meglio.... dirvi ora del vetro, come per esser un delli effetti e proprj frutti dell'arte del fuoco.
Definiz: § LI. Bottone di fuoco. –
V. Bottone, § IV.
Definiz: § LII. Fuoco che cova sotto la cenere, dicesi del Fuoco quando pare che sia spento, e invece v'è rimasta qualche favilla sotto la cenere; e figuratam., di affetti o passioni che durino tuttavia nell'animo di alcuno, sebbene non ne diano alcun segno di fuori.
Definiz: § LIII. Fuoco di paglia. –
V. Paglia.
Definiz: § LIV. Fuoco di Sant'Elmo o Ermo, dicesi Quella luce, che comparisce sulla cima degli alberi delle navi e sulle punte dei pennoni, più spesso sul finir della burrasca. Chiamasi anche Luce di Sant'Ermo.
Definiz: § LV. Fuoco di fusione. –
V. Fusione.
Definiz: § LVI. Fuoco fatuo o pazzo. –
V. Fatuo, § IV, e Pazzo.
Definiz: § LVII. Fuoco fresco. –
V. Fresco add., § XLV.
Definiz: § LVIII. Fuoco morto, Term. della Medicina e della Mascalcia. Specie di medicamento, che applicato alla pelle, l'abbrucia lentamente. –
Esempio: Red. Cons. 2, 83: Tale operazione è più facile e più sicura col ferro attuale, che co i fuochi morti, perchè, adoperandosi i fuochi morti, si ha, non ostante con raddoppiamento di lavoro, a ricorrer poi ancora al ferro.
Definiz: § LIX. Fuoco secco. –
V. Secco.
Definiz: § LX. Guardia del fuoco; Colui che è stipendiato dal Comune per ispengere gl'incendj. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 147: Fu [Augusto] il primo che ordinasse le guardie del fuoco di dì e di notte per tutta la città.
Definiz: § LXI. A fuoco, posto avverbialm., vale Col mezzo del fuoco, Per via del fuoco, Servendosi del fuoco. –
Esempio: Bart. D. Tens. 11: Io prendo un cannellin di cristallo sigillato a fuoco dall'uno de' suoi due capi sì saldamente, che non respiri, nè possa trapelar per esso fiato d'aria.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 180, 2: Sono vetri [i colorati] mescolati con colori cotti a fuoco, e servono per vetriate di finestre.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 9: Abbia ancora in cima un'altra pallina vota, e serrata a fuoco.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 19: In un matraccio di vetro a collo inflesso saldato a fuoco, della capacità ec.
Definiz: § LXII. A fuoco, col verbo Dorare a fuoco, Term. dei Doratori, e vale Per via di amalgama d'oro, toltone per mezzo del fuoco il mercurio. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 74: Per tale effetto bisogna che [il rame] sia puro e senza alcuno odore, altrimenti non si potrebbe condur suttile, nè dorare a fuoco, nè tirarne filo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 39: Fu [la porta di bronzo] finita del tutto l'anno 1339, cioè non solo pulita e rinetta del tutto, ma ancora dorata a fuoco.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 102, 1: Lavorasi [il musaico] con alcuni pezzetti di vetro riquadrati,... e pe' campi e altri luoghi, dove va l'oro, usasi di dorare i medesimi vetri a fuoco.
Definiz: § LXIII. A fuoco, col verbo Sonare a fuoco, vale Per chiamar gente a spengere un incendio; il che si fa sonando a spessi rintocchi la campana. –
Esempio: Segner. Op. 4, 607: Per non disturbare il sonno a chi dorme, si grida contro di chi suona a fuoco di notte, dove ardono le contrade.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 404: Suonano a fuoco, cioè danno segno colla campana, che in qualche luogo abbrucia, perchè il vicinato accorra a spegnere il fuoco appreso.
Definiz: § LXIV. E figuratam. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 1, 17: E per ogni tantin, qual sia, di male, Che con ogni tantin d'olio o d'unguento Della lor discrezione, Potea rimedio aver, suonano a fuoco, E mettono a romor la vicinanza.
Definiz: § LXV. A fuoco e fiamma, col verbo Giungere a fuoco e fiamma o simile, vale Di gran corsa, Precipitosamente. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 16: Sento un rumore, ed eccomi a ridosso Giunger quattro cavalli a fuoco e fiamma.
Definiz: § LXVI. A fuoco, a modo d'aggiunto, detto di armatura, vale Temperato al fuoco. –
Esempio: Capor. Rim. 57: Un pistolese a ruota, un giacco a fuoco (qui in ischerzo).
Definiz: § LXVII. E detto di esercizio militare, vale Che è fatto con fucili, o cannoni, caricati solo con la polvere.
Definiz: § LXVIII. Da fuoco, e talora anche A fuoco, o Di fuoco, usato a modo di aggiunto, e detto di armi o bocche, vale Che si caricano con la polvere pirica, Che lanciano proietti mediante l'accensione di essa polvere; e intendonsi collettivamente i fucili, le pistole, i cannoni, i mortaj, e simili; e in senso particolare le artiglierie. –
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 384: Scaricate l'armi da fuoco, vennesi alla pugna più stretta e più densa, co 'l maneggiarsi le picche e le spade.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 71: Andonne, e guidò seco a quell'impresa Cent'uomin colle lor bocche di fuoco.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 192: Ma alla prima scarica delle bocche di fuoco, s'accorsero della strage de i suoi.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 101: Così possono le bocche a fuoco schierarsi.
Esempio: Legg. Band. C. 21, 92: Niuna persona possa essere inquisita, processata, nè molestata, a causa di semplice trasporto, o retensione di acciarini, canne e ruote d'archibusi, o d'altre armi da fuoco, mentre ec.
Esempio: Magal. Lett. At. 492: Quando vi sono andati i nostri Europei, vi hanno trovato le fabbriche, l'armi da taglio e da fuoco.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 296: Donde l'uso delle bombarde e d'ogni altra arme da fuoco ne nacque.
Esempio: Not. Malm. 1, 111: Bocche di fuoco, intendiamo ogni arme da fuoco atta a portarsi addosso, come moschetti, archibusi, pistole e simili.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 2, 140: Perdettero gl'Imperiali.... circa ventimila soldati, con sessanta bocche da fuoco e ventiquattro bandiere.
Esempio: E Bott. Stor. Ital. 4, 16: Temendo gli Austriaci di Torino, avevano accostato un antiguardo al ponte della Chiusella, a dirittura del quale avevano piantato quattro bocche da fuoco per non lasciar guadagnare questo passo al nemico.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 79: Senti il nitrir de' fervidi cavalli, Il tumulto de' campi,... E le cento tuonar bocche di fuoco.
Definiz: § LXIX. E Da fuoco, aggiunto di unguento da fuoco, vale Atto a guarire le scottature. –
Esempio: Ricett. fior. 260: Unguento da fuoco primo magistrale.
Esempio: E Ricett. fior. 261: Unguento da fuoco secondo magistrale.
Esempio: E Ricett. fior. appr.: Unguento da fuoco terzo magistrale.
Definiz: § LXX. Di fuoco, posto a modo d'aggiunto, vale Infocato. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 64: Vide lo predetto frate moltitudine di demonia venire per lo predetto solitario molto terribili, con uncini di fuoco.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 65: Aveva ciascuno in mano un bastone di fuoco.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 165: Poi si distende per quello con una cazzuola da murare che sia di fuoco.
Definiz: § LXXI. E figuratam., detto di occhi di fuoco, vale Sfavillante d'ira.
Esempio: Bern. Orl. 15, 46: Il Conte prega indarno, e a poco a poco L'ira gli cresce, e fa gli occhi di foco.
Definiz: § LXXII. E per Cotto al fuoco. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 62: Ma per mordenti [l'olio di lume] vuol essere pur di fuoco, cioè cotto.
Definiz: § LXXIII. Di fuoco, e con maniera più efficace, Caldo di fuoco, aggiunto di lettera di fuoco, calda di fuoco , e simili, vale Scritto con molto calore, sia per rimprovero o minaccia, sia per raccomandazione, sollecitazione, e simili. –
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 92: Sapendo che erano venute lettere, dalla corte dell'Imperatore, di foco, risentendosi e della presa del Camerlingo e dell'aver cacciati li Colonnesi, e che io governassi il pontificato, ed altre cose, non m'è parso perdere l'occasione.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 50: Inteso là chi gli era, gli è Venuta dreto, ed ha recato lettere Di favor, ti so dir, calde di fuoco.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 97: Avendo io udito dire.... avergli questo [Cardinale] scritto più d'una volta d'aver ricevuto dal padre lettere di fuoco in riconvenzione della sua condotta.
Definiz: § LXXIV. Aggiunto di nuove di fuoco, vale Assai buone, Felicissime. –
Esempio: Cecch. Diss. 4, 2: Che nuove mi porti, Sfavilla dabbene? S. Di fuoco: ogni cosa sta bene; la medicina lavora.
Definiz: § LXXV. E per Terribile, Sommamente spiacevole; aggiunto di cosa di fuoco. –
Esempio: Bern. Orl. 6, 72: Ed avendo a dir io, voi a sentire Cose fiere e crudel, cose di foco, Meglio è che tutti ci posiamo un poco.
Definiz: § LXXVI. Di fuoco, posto avverbialm. vale Con impeto, Fieramente. –
Esempio: Bellin. Bucch. 92: E sì di fuoco contro a lui s'aizza, E sì di fuoco colla lancia il giostra,... Che ec.
Definiz: § LXXVII. Fra due fuochi, detto di vivande, e col verbo Fare fra due fuochi o Cuocere fra due fuochi, vale Mettendo sotto il vaso e sopra il suo coperchio carboni accesi.
Definiz: § LXXVIII. E Fra due fuochi, più spesso coi verbi Essere fra due fuochi, Trovarsi fra due fuochi, Mettere fra due fuochi, e simili, detto figuratam. di persona, vale In assai difficile condizione, per modo da non potersi risolvere senza pericolo per uno o per un altro partito, con similitudine presa dal linguaggio militare. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 668: Vistosi così tra due fuochi, gli venne in mente, che ciò che era di terrore a coloro, poteva essere a lui di salvezza.
Definiz: § LXXIX. Accendere il fuoco, e Accender fuoco o del fuoco, vale Suscitare la fiamma da materie combustibili, Fare che esse ardano: e intendesi più specialmente del fuoco che serve agli usi domestici o della vita. –
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 296: Parte di quelli giovani accendono 'l fuoco, e parte ne vanno a cacciare.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 105: Andate, accendete il fuoco, e là vi scaldate.
Esempio: Machiav. Rim. 391: In una sua camera menommi, Dove un gran fuoco di sua mano accese.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 59: Dentro la cella il vecchio accese il fuoco, E la mensa ingombrò di varj frutti.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 54: Vi miser sopra [le scimie] di molte legne secche e un poco di paglia, e cominciarono a soffiare.... per accender del fuoco.
Esempio: Guiducc. Disc. Com. 11: L'accendere il fuoco con lo stropicciare due legni, è cosa nota e usitata in America.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 56: Trovò fucile ed esca e legni varj, Onde un buon fuoco in un cantone accese.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 303: Eccovi acceso il foco.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 125: Se tu fai il cocciuto, farò de' libri un soffione alla mia servente, perchè se ne serva ad accendere il fuoco.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 404: Focile.... è quell'ordigno d'acciaio, con cui si percuote la pietra focaia, e si eccitano le scintille per accender fuoco.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 38: Accendono un gran foco, Chè avevan freddo, ancor che fosse agosto.
Esempio: Giust. Vers. 230: E acceso il lume e il foco, e dato cena, E messe a letto quelle creature, Ritrovò ec.
Definiz: § LXXX. Accender fuoco, vale figuratam. Far da mangiare in casa propria; usato più che altro in locuzione negativa. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 3, 24: Ma meglio fia che noi mangiamo un poco, Avanti che cominci il tuo racconto. Ferraù disse: Io non accendo foco,... E la spesa risparmiomi del cuoco.
Definiz: § LXXXI. Andare al fuoco o Mandare al fuoco, detto di cosa, o ad essa riferito, vale Essere arso, Bruciato, ovvero Ardere, Bruciare. –
Esempio: Bin. Lett. 281: Poco ci è mancato, ch'io non l'abbi (la lettera) mandata al fuoco, in cambio di mandarla a voi.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 448: Sarà andata al fuoco [la lettera], come tutte vanno, quando s'è risposto, per sicurtà di chi scrive.
Definiz: § LXXXII. Andare col fuoco, detto di cannone, artiglieria, e simili, vale Produrre i suoi effetti per mezzo del fuoco. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 25, 14: Forse il tremuoto le sarebbe uguale, Forse il gran diavol, non quel de lo 'nferno, Ma quel del mio Signor, che va col fuoco, Ch'a cielo e a terra e a mar si fa dar loco.
Definiz: § LXXXIII. Andare col fuoco a un luogo, vale Andarvi per incendiarlo. –
Esempio: Bocc. Filostr. 1, 10: Nè quasi per la più gente rimase Di non andargli col fuoco alle case.
Definiz: § LXXXIV. Andare a fuoco e fiamma, ed anche solamente Andare A fuoco, vale Essere incendiato, abbruciato, e distrutto, detto di luogo. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Tutto il regno di Gerusalemme andrà a fuoco e fiamma, e sarà desolato.
Esempio: Bern. Orl. 7, 46: E che quella infelice terra vada A sangue, a sacco, a fuoco, a fil di spada.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 307: S'inoltra a dire,... che se con un dito toccherà pur un poco la boscaglia, ella si vedrà andare in un subito a fuoco e fiamma.
Definiz: § LXXXV. E Andare a fuoco e fiamma, o a fiamma e fuoco, vale figuratam. Essere in gran festa, Fare grandi esultanze, specialmente per mezzo di luminarie. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 20, 46: Tutto il loco Ne va per l'allegrezza a fiamma e fuoco.
Esempio: Fag. Rim. 5, 2: Ciaschedun brilla, gongola e si smamma; E ben tre giorni per la gioia andò Tutto quanto Firenze a fuoco e fiamma.
Definiz: § LXXXVI. Andare a rotta e a fuoco. –
V. Rotta.
Definiz: § LXXXVII. Andare a ruba e a fuoco. –
V. Ruba.
Definiz: § LXXXVIII. Appiccare fuoco o il fuoco a checchessia, Attaccare, fuoco o il fuoco a checchessia; Cacciare fuoco o il fuoco, in, o dentro a, checchessia, e anche Ficcare, fuoco o il fuoco, in, o dentro a, checchessia; Mettere fuoco o il fuoco in, o a, checchessia, Porre, fuoco o il fuoco in, o a, checchessia; valgono Fare che alcuna cosa arda, s'incenda, appiccandovi le fiamme. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 260: Di questo cavallo (cioè quello di Troia) noi teniamo una di queste tre vie, ovvero gittarlo in mare, ovvero di cacciarce dentro fuoco.
Esempio: Cavalc. Pungil. 69: Mirabile è questa pazzia di scusare l'uomo lo suo peccato per esempio di chi fa quello o peggio; conciossiacosachè nullo sia sì stolto secondo il mondo, che metta fuoco nella sua casa, perchè vegga ardere quella del suo vicino.
Esempio: Vill. G. 775: Misono fuoco a capo di due ponti di legname, ch'allora v'erano.
Esempio: Capp. G. Tum. Ciomp. 221: E dipoi se ne andarono in mercato nuovo, e rubaron la casa di Bartolo,... e messonvi fuoco.
Esempio: Machiav. Comm. 157: O io, quando non avrò altro rimedio, caccerò fuoco in questa casa.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 61: Vi fur messe le legne e attaccato il fuoco.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 116: Trova in monte un campo pieno di natii calami, scope, o sterpi; ed appiccavi fuoco quando piove, che vi nasceranno da per sè molti funghi.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 147: Come se alcuno m'avesse prestato danari, poi avesse fitto fuoco in casa mia.
Esempio: Dav. Tac. 2, 263: I Brittanni.... abbandonavan le case, appiccavanvi fuoco per ira.
Esempio: Dat. Giul. Piac. Piatt. 38: Avevano appiccato il fuoco a molta stipa, per segno che ivi fusse il luogo, ove il suo primo principio la caccia aver dovesse.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 130: Fin che la fanteria cattolica, cacciato fuoco nelle carrette e nelle botti, non ebbe sbarattati e rimossi gl'impedimenti.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 312: Aveva la gente regia, al tempo medesimo ch'assaltò gli Alemanni, posto il fuoco ne' lor quartieri, per accrescervi tanto più il terrore ed il danno.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 79: Il Farnese tratanto, udito ch'ogni cosa già stava all'ordine, chiamò contro al rivellino della porta di Tongren alcune compagnie di Spagnuoli, comandando che s'appiccasse il fuoco alla mina.
Esempio: Pap. L. Coment. 6, 34: Seguirono i Russi a ritirarsi e i Francesi a incalzarli verso Dorogobugi, a cui fu dei primi attaccato il fuoco.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 2, 10: Si divulgò che i nemici cavassero il disegno di metter fuoco alla città, tostochè, ec.
Definiz: § LXXXIX. E Appiccarsi fuoco, e più spesso il fuoco, a, o in, una cosa, a, o in, un luogo, Apprendersi fuoco, e più spesso il fuoco, a, o in, una cosa, a, o in, un luogo, Attaccarsi, fuoco, e più spesso il fuoco, a, o in, una cosa, a, o in, un luogo, e simili, vale Ardere, Incendiarsi, per fuoco comunicatovisi casualmente, o appiccatovi. –
Esempio: Vill. G. 94: Come s'apprese per due volte il fuoco in Firenze.
Esempio: E Vill. G. 897: La notte vegnente.... s'apprese fuoco in Porta Rossa,... ove arsono più di venti case.
Esempio: Dav. Tac. 1, 238: Nel detto anno in Roma s'apprese gran fuoco che arse Aventino e la parte del Cerchio congiuntagli.
Definiz: § XC. Attaccarsi il fuoco alle natiche ad uno, in modo basso e non comune, vale Entrare in ismanie. –
Esempio: Red. Lett. M. 52: Mi si era attaccato il fuoco alle natiche, e mi erano venute di quelle furiette, che in tali congiunture sogliono risvegliarsi agli uomini di onore.
Definiz: § XCI. Attizzare il fuoco, vale figuratam. Accrescere le ire, il dissidio, tra due o più persone. –
Esempio: Bertin. A. F. Specch. 4: I cavalieri d'onore proccuran spegner il fuoco, non attizzarlo; mitigare, non inasprire la piaga, ed impedire.... le nascenti discordie, non fomentarle.
Definiz: § XCII. Avere il fuoco al culo, o Avere il fuoco al culo come le lucciole, dicesi in modo basso per Essere grandemente pressato da qualche affare, Avere somma urgenza di sbrigare qualche cosa. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 579: Avere il fuoco al culo, quando a alcuno preme e cale un affare.
Definiz: § XCIII. E dicesi altresì di chi non può star fermo o per impazienza o per fervore di temperamento, o anche per sollecitudine di alcun negozio che prema.
Definiz: § XCIV. Avere il fuoco, vale Ricevere l'efficacia del fuoco, Essere posto al fuoco. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 100: Bisogna a chi lo lavora (il porfido) avvertire se ha avuto il fuoco; perciò che quando l'ha avuto, sebbene non perde in tutto il colore, nè si disfà, manca nondimeno pure assai di quella vivezza che è sua propria.
Definiz: § XCV. Battere il fuoco. –
V. Battere, § XXVII.
Definiz: § XCVI. Cacciarsi per altri nel fuoco, o Entrare, per altri nel fuoco, dicesi di chi è disposto a fare altrui qualunque più grande servigio, anche con danno della propria persona: ed usasi per lo più nel Modo condizionale. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 25: Ma se l'ingegno han coltivato poco, Splendon per la bontà, pe' beneficj; Son genti ch'entrerebbero nel fuoco, E che si sparerebber per gli amici.
Definiz: § XCVII. Cascare dalla brace nel fuoco. –
V. Brace, § V.
Definiz: § XCVIII. Covare il fuoco, detto di persona, vale Stare oziosamente e del continuo intorno al fuoco. –
Esempio: Bocc. Laber. 225: E se tu, come io il più delle mattine la vedea, veduta l'avessi con la cappellina fondata in capo.... covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, e colle occhiaia livide tossire, ec.
Definiz: § XCIX. Dar fuoco a una cosa, vale Appiccarvi le fiamme affinchè arda o s'incenda. –
Esempio: Cellin. Vit. 425: Così animosamente dissi, che dessino fuoco alla detta fornace.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 2: Si vantan di voler sorpreso e preso Messer Equilio, vendicarsi in lui, Poi dar fuoco al palazzo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 381: Di fare un mucchio di tutto nella bottega, e di dar fuoco al mucchio e alla casa insieme.
Definiz: § C. Figuratam., Dar fuoco a una faccenda, vale Mettervi prontamente mano, Incominciare risolutamente a trattarla, ed anche Venirne finalmente alla conclusione. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 74: Avemo compilato il Tilesio e io di dar fuoco alla faccenda, e non si mancherà di qua d'ogni sollecitudine.
Definiz: § CI. E assolutam., Dar fuoco, vale Farsi risolutamente o parlare il primo. –
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 1, 1: Ben è lasciar dar fuoco, Favellando, al compagno, Parlando a chi ti viene ardito a fronte.
Definiz: § CII. Dar fuoco al cencio, e Non dar fuoco a cencio o al cencio. –
V. Cencio, §§ XIII e XV.
Definiz: § CIII. Dar fuoco o il fuoco alla girandola, vale Cominciare risolutamente una cosa, intomo alla quale altri sia stato per qualche tempo perplesso, Venire a una risoluzione. –
Esempio: Alam. L. Flor. 4, 9: Deh, ch'io vorrei qui quella bestia di Tonchio, che subito Si nascose, che egli ebbe dato il fuoco alla girandola.
Definiz: § CIV. Dar fuoco al vespaio, vale Costringere a uscir fuori chi è dentro. –
Esempio: Lipp. Malm. 5, 37: Sta' quieta, le dic'egli, e ti conforta, Ch'io voglio adesso dar fuoco al vespaio.
Esempio: Not. Malm. 1, 414: Dar fuoco al vespaio, Violentare a uscir fuora uno che sia dentro; come segue, quando si dà fuoco a un vespaio, che le vespe son forzate dal fuoco a scappar fuori.
Definiz: § CV. Dar fuoco, riferito a fucili, artiglierie, ovvero a mine o materie esplodenti, e simili, vale Comunicare ad esse la scintilla o il fuoco affinchè si scarichino o esplodano; e nello stesso senso anche assolutam. Dar fuoco. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 490: E poi gli scoppiettieri Parati da dar fuoco a ogni passo.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 6, 28: E dando a tutte le bombarde foco, A questo modo salutati s'hanno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 24: Come quando si dà fuoco alla mina.
Esempio: Cellin. Vit. 85: Io stetti avvertito di dar fuoco alla mia artiglieria innanzi che egli giungessi al mio diritto; così col buon iudizio dato fuoco, giunto, lo investii con un di quelli passatoj nel viso appunto; quel resto dettono al muletto il quale cadde morto: nella trincea sentissi un grandissimo tumulto; detti fuoco all'altro pezzo, non sanza lor gran danno.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 422: Come vide la cavalleria nemica distendersi alla pianura, fece dar fuoco a tutta l'artiglieria.
Esempio: E Davil. Guerr. civ. 5, 207: In ognuno de' quali avendo collocato un barile di polvere, vi fece dare il fuoco.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 97: I moschettieri innanzi alle picche, vi si pongono sotto con un ginocchio a terra, e lì danno fuoco.
Esempio: E Montecucc. Op. 1, 207: S'egli s'indugia a dar fuoco alla mina, abbiasi l'occhio che l'inimico non la sventi.
Definiz: § CVI. Figuratam., Dar fuoco alla bombarda. –
Esempio: Varch. Ercol. 115: Dar fuoco alla bombarda, è cominciare a dir male d'uno, o scrivere contra di lui.
Esempio: Pulc. L. Son. 4: Mettiti, or su, Arcangel, la panziera, Ch'egli è tempo a dar fuoco alla bombarda.
Definiz: § CVII. Dar fuoco al pezzo grosso, vale Addurre contro l'avversario l'argomento più conclusivo e inoppugnabile. –
Esempio: Baldin. Vegl. 14: Io non ho che opporre a queste vostre repliche; ma sappiate che.... mi risolvo di dar fuoco al pezzo grosso.
Definiz: § CVIII. Dare il fuoco, riferito ad animali, e specialmente ad animali da tiro o da soma, vale Cauterizzare ad essi la parte malata con ferro infocato. –
Esempio: Olin. Uccell. 75: Onde da molti.... s'usa inanzi 'l dargli il fuoco, purgargli, come nel capitolo della chiusa s'è detto.
Definiz: § CIX. Dire cose di fuoco o Fare cose di fuoco, vale Dire o Fare cose straordinarie, meravigliose. –
Esempio: Bern. Orl. 52, 20: E Grandonio facea cose di fuoco.
Esempio: Cas. Rim. burl. 1, 19: Ed io per me, se non ch'io temo un poco Di costor che ragionano in sul saldo, Crederei dir di voi cose di foco.
Esempio: Allor. A. Cap. 120: Or ritorniamci, Muse, al nostro giuoco; Chè in verità, per vostra gentilezza, M'avete fatto far cose di fuoco.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 535: Promettetevi pur che egli abbia fatto Per voi cose di fuoco.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 52: E che in suo onor doveansi fra poco Alzar capanne, e far cose di fuoco.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 92: Spero farti veder cose di fuoco.
Esempio: Crudel. Rim. 54: Lodò la regia branca [del leone], e della sala Disse cose di fuoco, e quell'odore Sovra l'ambra esaltò.
Definiz: § CX. Dormire al fuoco, dicesi proverbialm. per Non badare a quello, a cui si dovrebbe badare, Non darsi per inteso di ciò che altri faccia, Non curarsene o per infingardaggine o per isciocchezza. E per contrario Non dormire al fuoco, per Essere vigilante, avveduto, Stare a occhi aperti. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 340: E io, sebben ho nome il Dormi, i' non dormo al fuoco.
Esempio: Gell. Sport. 4, 6: O sporta mia, tu hai tanti nimici, che e' non bisogna dormire al fuoco a scamparti dalle mani loro.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 441: Non dormo al fuoco, no.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 254: E se.... Si soleva lassar persuadere, E far le viste di dormir al fuoco, E non vedere, io ci spendevo manco, ec.
Esempio: E Cecch. Dichiar. Proverb. 43: Dormire al fuoco. Si dice di chi è sciocco, e massime di chi non si cura di quello che la moglie si faccia.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 395: Il dormire al fuoco, segno di pigro, lento, negligente, sbadigliante, che i Latini in questo senso dicono oscitantem, bardum.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 3, 1: Oh padron mio, i cordovani son restati in Levante, nè io son figura che dorma al fuoco.
Definiz: § CXI. Entrare nel fuoco. – V. il § XCVI.
Definiz: § CXII. Esser a principio di fuoco, si usò figuratam. per Aver cominciata una cosa, un'opera; preso il traslato dai fonditori dei metalli. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 151: Orsù: chè a principio Noi siam di fuoco.
Definiz: § CXIII. Esser di fuoco, Esser tutto fuoco, dicesi figuratam. di persona, per Avere indole bollente, focosa, impetuosa. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 50: Si sa: cambian coi secoli i costumi: Quell'altro tutto fuoco, tutto ardore; Questo può dirsi il secolo dei lumi.
Definiz: § CXIV. Essere il gatto nel fuoco. –
V. Gatto.
Definiz: § CXV. Esser quegli che dà fuoco alla girandola, dicesi di uno, senza il quale non par che si abbia a poter fare cosa alcuna. –
Esempio: Varch. Ercol. 115: Dar le mosse a' tremoti si dice di coloro, senza la parola e ordine de' quali non si comincia a metter mano non che spedire cosa alcuna, il che si dice ancora: Dar l'orma a' topi; ed Esser colui che debbe dar fuoco alla girandola.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 35: E nelle feste, bene esaminandola, Io son quel che do fuoco alla girandola.
Definiz: § CXVI. Far fuoco, vale Accendere il fuoco, più spesso per gli usi della vita o dell'industria. –
Esempio: Febuss. Breuss. 2, 40: Disse Febus: Or facciam fuoco e lume, Sichè assaliti subito non siamo. Così stetter con gli elmi in su le barbe Infin che l'altro giorno chiaro aparbe.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 32: Avendo fatto fare un grandissimo fuoco in una sua camminata.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 10: Avendo quivi trovato sito commodo e grato a' bisogni loro, in tal maniera vi si alloggiarono, che le private e le publiche cose non vi si avessino a fare in un luogo medesimo; ma che altrove si dormisse, altrove si facesse fuoco, ed altrove si collocassero l'altre cose al rimanente de' loro bisogni necessarie.
Esempio: Soder. Agric. 132: Sono utili i carboni, che con men travaglio si possono portare e con meno spesa, necessarj alle fornaci de' fabbri e degli orefici, ed a far fuoco in que' luoghi dove non si possa accatastar legne coperte.
Esempio: Red. Lett. 2, 223: In tutto questo quarto non vi è da far fuoco, ed io m'intirizzo di freddo.
Esempio: Pap. L. Coment. 6, 53: Le porte, le finestre.... aveano servito.... per far fuoco da riscaldarsi.
Definiz: § CXVII. Far fuoco, vale altresì Far la cucina. –
Esempio: Bocchin. Ricord. 12: Cominciai a salire su per quel cantone del muro dove noi facevamo fuoco.
Definiz: § CXVIII. Far fuoco di una cosa, vale Bruciarla, Arderla. –
Esempio: Tratt. Virt. Ramer. 27: Se serpe o serpente fusse in alcun luogo, e tu torrai del ramerino, e fara'ne fuoco, sicchè 'l fummo entri in quel buco; sì n'uscirà fuori, o vi morrà.
Esempio: Sassett. Lett. 178: Pregandovi, poi che arete letto la presente inserta, a farne fuoco.
Definiz: § CXIX. E figuratam., Deporre ogni speranza di conseguir checchessia, Levarne al tutto il pensiero. –
Esempio: Buonarr. Tanc. 3, 11: E del poder sarà ben farne fuoco.
Definiz: § CXX. Far fuoco, detto di bestie che abbiano le zampe ferrate, vale Suscitare scintille, calpestando le pietre nella corsa; e per similit. detto di persona, vale Fuggire rapidamente. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 21: A questi tali mettere a' calcagni Vidi le penne, e far fuoco correndo.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 495: E far fuoco correndo. Ne' cavalli, perchè son ferrati, si vede, calpestando le pietre, destare scintille.
Definiz: § CXXI. Far fuoco, e con maggiore efficacia, Far fuoco e fiamma, detto di persona, vale Fare di tutto, Adoperarsi in ogni modo possibile, per ottenere un fine, per favorire alcuno, e simili. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 7, 193: Crede che lui abbi fatto fuoco, e di qua e di costà, col signor Alberto.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 595: Lo troviamo poco appresso nella corte dell'Imperatore, facendo fuoco co i ministri per Diego Velazques.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 510: Don Gonzalo.... era forse quello che faceva più fuoco, perchè questa [guerra] si dichiarasse.
Definiz: § CXXII. E Far fuoco, dicesi anche per Trattare un negozio con molto calore. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 495: Far fuoco, si dice anche figuratamente, trattare un negozio con calore.
Definiz: § CXXIII. Fare due fuochi, propriamente vale Separarsi di abitazione, di famiglia; e figuratam., Non istare più insieme. –
Esempio: Machiav. Comm. 85: Se voi volete ch'io stia qui con voi, voi parlerete in modo che io v'intenda; altrimenti noi faremo duoi fuochi.
Definiz: § CXXIV. Far fuoco nell'orcio. –
V. Orcio.
Definiz: § CXXV. Far fuoco, vale Scaricare, Esplodere, il fucile, il cannone, e simili.
Definiz: § CXXVI. Far fuoco contro alcuno, vale figuratam. Inveire contro ad esso. –
Esempio: Tocc. Lett. 112: E per tutto menate smanie, e fate fuoco contro a chi nella morale non si tiene con queste guide.
Definiz: § CXXVII. Far fuoco addosso, o sopra, ad uno, propriamente vale Scaricargli contro il fucile; ma usasi anche figuratam., per Metterlo alle strette. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 255: Far fuoco sopra quella ciurma pareva all'ufiziale cosa non solo crudele, ma piena di pericolo.
Definiz: § CXXVIII. Far fuoco, detto di fucile, pistola, e simili, vale Scaricarsi, Esplodere. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 304: Tira, e la pistola non fa fuoco. Tira la seconda. Dopo un altro piccolo contrasto, tira, o non fa fuoco nè anche questa.
Definiz: § CXXIX. Far fuoco sotto, propriam. intendesi dei cavalli, che hanno il restío, sotto ai quali talora si accende del fuoco affinchè si muovano; e figuratam., riferito a persona o a negozio, vale Eccitare, Sollecitare, Muovere. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 69: Li giudicava più pazzi che non sapeva, per non aver saputo scegliere il tempo a nuocergli, essendo il Re di Francia in Italia, e vivendo la Santità di Nostro Signore, le quali due cose gli fecero.... fuoco sotto, che bisognava altra acqua che coloro ec.
Esempio: E Machiav. Pros. Stor. pol. 4, 181: Intendere [bisogna],... se quella Lega che prese l'arme è al tutto posata,... e se la Francia le potesse far fuoco sotto.
Definiz: § CXXX. Farsi di fuoco, o Diventare, di fuoco, vale Infocarsi estremamente. –
Esempio: Ricett. fior. 86: Le pietre ed alcuni minerali si spengono più volte,... e questo quando sono affocate e diventate di fuoco, ec.
Definiz: § CXXXI. Figuratam., Farsi o Divenir di fuoco, e Divenir fuoco, detto di persona, vale Accendersi nell'animo di alcuna veemente passione, e specialmente di quella dell'ira o dello sdegno. –
Esempio: Tass. Gerus. 20, 61: Noto a più segni egli è da lei mirato Con occhi d'ira e di desio tremanti. Ei si tramuta in volto un cotal poco: Ella si fa di gel, divien poi foco.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 286: Ove la bestemmia sia ereticale, o almeno di notabile insulto a Dio, conviene che tutti si facciano di fuoco, per zelo di ristorare al Signore le sue perdite con un'animosa correzione.
Definiz: § CXXXII. E pur figuratam., Farsi di fuoco nel viso o Diventar di fuoco nel viso, vale Grandemente arrossire per vergogna, o Accendersi in volto per ira.
Definiz: § CXXXIII. Mandare a fuoco e a sacco, vale Rovinare, Distruggere, Disertare, abbruciando e saccheggiando. –
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 40: Di qua dall'Appennino Attila re degli Unni,... avendo ogni cosa mandato a fuoco ed a sacco,... Leone santissimo, con intrepido animo, ec.
Definiz: § CXXXIV. Metter fuoco a una fornace, caldaia, e simili, ed anche assolutam. Metter fuoco, vale Incominciare l'operazione del cuocere, fondere, e simili, per mezzo del fuoco. –
Esempio: Legg. Tosc. 7, 97: Devino detti trattori fedelmente descrivere nei predetti loro quadernucci, da tenersi appresso le caldaie, il giorno, nel quale metteranno fuoco ed incominceranno la trattura ec.
Definiz: § CXXXV. Mettere al fuoco, o a fuoco, Porre, al fuoco, o a fuoco, riferito a vivande, vale Metterle a cuocere; e riferito a vasi, come pentola, cazzaruola, e simili, vale Metterle sul fuoco o accanto al fuoco perchè bollano. Ed Essere al fuoco, pur detto di vivande o vasi, vale Cuocersi, o Bollire. –
Esempio: Vill. G. 354: Trovando gli arrosti, e la vivanda della cena de' Franceschi a fuoco, e quelle tutte rubaro, e mangiaro.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 57: Acconcia la gru, la mise a fuoco.
Esempio: Ar. Comm. 2, 331: Va' pur, chè mettere Io saprò senza te al fuoco una pentola.
Esempio: Mont. Iliad. 18, 470: Ciò detto, comandò l'almo Pelide Che dai compagni al fuoco si ponesse Sul tripode un gran vaso.
Definiz: § CXXXVI. E assolutam. Porre a fuoco, vale Mettere le vivande, o le pentole, a cuocere, o a bollire. –
Esempio: Burch. Son. 2, 12: Abbiamo un cuoco Che tien la carne sotto la grondaia, E colla neve strutta mette a fuoco.
Esempio: Grazz. Comm. 125: Ma uh, uh!, lasciami camminare, chè io ho ancora a porre a fuoco.
Esempio: Cecch. Donz. 4, 6: Se la mia Nera si morisse, I' ne torrei un'altra (moglie), e la vorrei Fanciulla, per poterla indirizzare,... e sì ancora Per aver un figliuol, chè ancora ancora Io crederei di averne, s'io ponessi A fuoco senza carne secca (qui figuratam. e in equivoco).
Definiz: § CXXXVII. Mettere a fuoco e fiamma, ed anche Mettere a fuoco, o al fuoco, riferito a città, paese, campagna, e simili, vale Distruggere, Disertare interamente, abbruciando. –
Esempio: Vill. G. 9: Di notte v'entraro, e rubarla e misonla tutta a fuoco e fiamma.
Esempio: E Vill. G. 741: E tutta l'isola misono a fuoco e a fiamma.
Esempio: Tr. Narraz. 17: Io metterò a fuoco e a fiamma questo munistero.
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 241: E 'l castello Misono al fuoco, e alle spade la gente.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 83: Il valente Conte.... assalì e prese la città, e, disfatta, misono tutta la gente al taglio delle spade, e la città a fuoco, e non vi rimase pietra sopra pietra.
Definiz: § CXXXVIII. Figuratam. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 243: Chè c'è venuto Amor col suo stendardo, Che ha messo a foco e fiamma lo cor mio.
Definiz: § CXXXIX. Mettere a sangue e fuoco. –
V. Sangue.
Definiz: § CXL. Mettere in fuoco, riferito ad alcuna opera per la quale l'artefice adopera il fuoco, vale Farla scaldare, arroventire, e simili. –
Esempio: Cellin. Pros. 22: Ora abbi avvertenza, che quando tu ti risolvi di saldare, cioè che la tua saldatura scorra, avendo messo il tuo lavoro in fuoco, e' si usa ec.
Esempio: E Cellin. Pros. 90: Ma gli è bene il vero che alla grande opera ch'ell'era, m'ingegnai di metterla in fuoco il manco che io potevo: e questo lo facevo solo perchè, ec.
Definiz: § CXLI. Mettere in fuoco, o Dare, in fuoco, riferito a terre, provincie, e simili, vale Disertare per via d'incendj: ma sono maniere poco usate. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 313: Dunque non ci abbia dimoranza veruna, che io non vada in Affrica, che insiememente udirete, come io sarò là giunto, e come la guerra sarà cominciata, come l'Affrica sarà tutta messa in fuoco ed in ruberia, e come converrà che Annibale si parta quinci.
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 310: Levò di terra quelli omicidiali, e le loro città diede in fuoco e flamma.
Definiz: § CXLII. E figuratam. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 40: Che sarebbe stato cagione mettere in fuoco tutta Italia.
Definiz: § CXLIII. Mettere a ferro e fuoco, Mandare a ferro e fuoco, Porre, a ferro e fuoco. –
V. Ferro, § LIV.
Definiz: § CXLIV. Metter la mano, o le mani, nel fuoco, è maniera enfatica, adoperata per dare altrui la più grande certezza di ciò che si afferma: ed usasi sempre nel Modo condizionale. –
Esempio: Bern. Orl. 31, 21: E metterebbe nel foco la mano, Che in quel paese non è Ruggier certo.
Esempio: Varch. Ercol. 339: Ben sapete che io lo credo, anzi lo giurerei, e ne metterei le mani nel fuoco.
Definiz: § CXLV. Metter l'esca accanto o presso al fuoco. –
V. Esca, §. XI.
Definiz: § CXLVI. Mettere troppa carne al fuoco. –
V. Carne, § XXXII.
Definiz: § CXLVII. Porre al fuoco, o a fuoco. – V. i §§ CXXXV e CXXXVI.
Definiz: § CXLVIII. Prendere fuoco o Pigliar fuoco, detto di materie combustibili o incendiarie, ed altresì di cosa, vale Accendersi, Cominciare ad ardere, o Incendiarsi. –
Esempio: Saccent. Rim. 1, 51: Abbrucia pure a un tratto o a poco a poco Tutte le tue sentenze criminali; Ch'i' arrabbi, se il mio nome piglia fuoco.
Definiz: § CXLIX. E figuratam. detto di persona, vale Montare in collera, Adirarsi. E Prendere fuoco come un fiammifero, uno zolfanello o Pigliar fuoco come un fiammifero, uno zolfanello, e simili, dicesi proverbialm. di Chi per natura suole facilmente incollerirsi. –
Esempio: Dat. Lepid. 36: L'ab. Strozzi, quivi presente, accorgendosi dov'andava a ferir questa prosa, prese fuoco, e se ne dolse, dicendo che, ec.
Esempio: Magal. Lett. At. 456: Di grazia, non pigliate fuoco, perchè, parlando io del mondo, mi sia scappata questa parola manifattura.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 127: Siro, Siro, m'ascolta. S. Ha preso fuoco: Da me che vuoi?
Esempio: Fag. Comm. 1, 327: Canchita! questa vedova è un po' bizzarra, e piglia fuoco presto.
Esempio: Panant. Paret. 66: E dice: Se lo veggo con qualcuna, Piglio fuoco, divento una fortuna.
Definiz: § CL. E pur figuratam. detto di popolazione, vale Entrare in grande agitazione, in grande curiosità. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 41: Quando sparsa si fu per questo loco, E nei prossimi ancor questa gran nuova, Ha tutta Santacroce preso fuoco, E par d'intorno che la gente piova.
Definiz: § CLI. Prendere o Pigliar fuoco, detto di fucile, cannone, e simili, vale Accendersi la sua polvere nell'atto che sono scaricati. –
Esempio: Montecucc. Op. N. 1, 87: Il moschetto non piglierà fuoco a caso.
Esempio: Bart. D. As. 8, 86: Fu un'altra volta vicino ad esser morto, e ne campò sol perchè l'archibuso, che un idolatro gli dirizzò al petto, non prese fuoco.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 436: Calarono gli archibusi, e ad un tempo lasciarono tutti il colpo. Ma che?... tutti gli archibusi presero fuoco di fuori, nessuno prese fuoco di dentro.
Definiz: § CLII. Schizzare fuoco, vale figuratam. Fare atti di grande ira e corruccio. –
Esempio: Buonarr. Aion. 1, 81: E soffia e sbuffa e schizza fuoco, e freme.
Definiz: § CLIII. Soffiare nel fuoco, propriamente vale Fare, soffiando, che il fuoco vie più arda e s'accenda; e figuratam., Accrescere con incitamenti in altrui l'ira, la collera, Metterlo su; ed altresì Accrescere il dissidio, la discordia, tra due o più persone. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 35: Udillo il Santo, e allora si tacque per non soffiar nel fuoco di quell'infuriato, e accenderlo maggiormente, in vece di spegnerlo.
Esempio: Bertin. A. F. Specch. 4: Relatori maligni, soliti per lo più soffiar nel fuoco che arde.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 170: O pensa tu, se io soffiassi nel fuoco, Od agli sdegni suoi porgessi aiuto!
Definiz: § CLIV. Spengere il fuoco, vale figuratam. Acquetare le ire, Comporre il dissidio, tra due o più persone. –
Esempio: Bertin. A. F. Specch. 4: I cavalieri d'onore proccuran spegner il fuoco, non attizzarlo.
Definiz: § CLV. Spengere il fuoco con la stoppa. –
V. Stoppa.
Definiz: § CLVI. Spirar fuoco, detto di animale, vale propriamente Mandar fiamme dalle narici o dalla bocca; e per similit. detto specialmente di cavallo focoso. –
Esempio: Tass. Gerus. 20, 29: Gonfia le nari, e fumo e foco spira.
Esempio: Salvin. Georg. 2, 132: Questi luoghi non tori dalle nari Spiranti fuoco, strusser ec.
Esempio: Alf. Trag. 2, 251: Foco spiran le nari; all'aura i crini Svolazzan irti.
Esempio: Bracciol. Schern. 17, 31: Mercurio il caduceo e subito stringe, Striscian le serpi e spiran tosco foco.
Definiz: § CLVII. Sputar fuoco, dicesi figuratam. di persona, che per grande irritazione d'animo proferisca o scriva ingiurie e vituperj contro a chicchessia; o se ne lagni fieramente. –
Esempio: Capor. Rim. 116: Fulvia sputa foco, La guerra accende.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 44: Se le cose sapeste Che ha di voi dette in un libraccio in cui Sputava fuoco, nol difendereste.
Definiz: § CLVIII. Stare al fuoco, o intorno al fuoco, vale Essere, vicino al fuoco ad effetto di scaldarsi. –
Esempio: Morell. Cron. 282: Quando è nebbia o piova, istatti al fuoco.
Esempio: Machiav. Comm. 153: Stavasi un poco con esso noi al fuoco, s'egli era di verno.
Esempio: Grazz. Comm. 66: Stassi al fuoco a bere con Pierantonio e con l'Orsola.
Esempio: Red. Poes. 245: Lo star di mezzo inverno intorno al fuoco Fu negli anni passati un gran ristoro.
Definiz: § CLIX. Venire per fuoco, o per il fuoco, in un luogo, si disse figuratam. per Venirvi e andarsene subito; tolta la metafora da chi va in casa altrui ad accattare il fuoco, che subito se ne parte, perchè non gli si spenga. –
Esempio: Bemb. Lett. 4, 11: Non scrissi a Vostra Signoria per messer Ercole, che esso venne qui per fuoco, come suol dirsi, e appena si lasciò vedere.
Definiz: § CLX. Da poi che il fuoco scalda; dettato equivalente al più comune Da che mondo è mondo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 72: Ogni virtù ch'in donna mai sia stata, Di poi che 'l fuoco scalda e l'acqua bagna.
Definiz: § CLXI. Quando il razzo ha il fuoco, vola; maniera proverbiale, e significa Che quando alcuno è stimolato da cosa che molto gli prema, opera con grande alacrità. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 405: Compare, quando il razzo ha il fuoco, e' vola.
Definiz: § CLXII. Chi vuol conoscere un dappoco, gli faccia accendere il lume e il fuoco. –
V. Lume.
Definiz: § CLXIII. Ogni acqua spenge il fuoco. –
V. Acqua, § LIV.