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AGUZZARE.
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AGUZZARE.
Definiz: Fare aguzzo, appuntare, far la punta. Lat. acuere, acutum reddere. Usandosi anche nella significaz. del neutr. passiv.
Esempio: Amm. Ant. 30. 1. 12. Schiumasi la bocca a' porci salvatichi, e aguzzansi i denti.
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Dan. Inf. 15. E sì ver me aguzzavan le ciglia, Come vecchio sartor fa nella cruna.
Esempio: Boc. Nov. 64. 7. Alla quale già amore aveva aguzzato, co' suoi consigli, lo 'ngegno.
Esempio: E Lab. 19. Intanto la vista di quelli aguzzò, e rendè chiara, che a me stesso manifestamente scoprendosi, ec.
Esempio: E Lab. n. 118. Incontanente prendono speranza, e aguzzano i desidérj alla Signoría.
Esempio: Petr. canz. 48. 3. Sempre aguzzando il giovenil desío.
Definiz: §. Diciamo in proverbio Aguzzare i suo' ferruzzi, che vale assottigliar lo 'ngegno, industriarsi.
Esempio: Fir. Trin. E gli è forza, ch'io vadia ad aguzzare i miei ferruzzi.
Esempio: Granch. Ognuno aguzzi i suo' ferruzzi.
Definiz: §. Aguzzarsi, senza altro aggiunto, vale, Ingegnarsi, industriarsi, a far che che sia. Lat. studere, operam dare.
Esempio: Tac. Dav. An. 3. 60. E alsì per lo contrario, s'aguzzino gli accusanti.
Definiz: §. Aguzzarsi il palo in sul ginocchio: Far cosa, con evidente rischio di farsi male. Lat. in suum malum lunam deducere.
Definiz: §. Aguzzar l'appetito: Provocar la fame.
Esempio: Sen. Ben. Varch. 4. 6. Le quali con isquisiti sapóri t'aguzzano l'appetito, sì che tu mangi senza fame.
Esempio: Tac. Dav. An. 14. 187. E dove pensarono, con quella indegnità, a pien popolo farneli uscir l'appetito, l'aguzzarono. (Qui per metaf.)