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1) Dizion. 5° Ed. .
AGUZZARE, ed anche AUZZARE
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AGUZZARE, ed anche AUZZARE.
Definiz: Att. Rendere aguzzo, cioè acuto, Appuntare. −
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 23: Puo' la [la pietra nera da disegnare] aguzzare con coltellino, chè ella è tenera e ben negra.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 19: Tu stesso aguzzasti il coltello che t'ha dato la ferita.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 75: Chi tempra dardi ad un ruscel più basso, E chi gli aguzza ad un volubil sasso.
Esempio: Tedald. Agric. 11: Aguzzalo [il tralcio] come l'altro, e, aguzzati, commetti insieme l'auzzatura.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 55: Non altrimenti il tauro.... Il corno aguzza ai tronchi, e par ch'inviti Con vani colpi alla battaglia i venti.
Esempio: Dav. Colt. 555: Auzzate e scarnate [le marze] con taglientissimo ferro.
Definiz: § I. Per similit. −
Esempio: Varch. Lez. accad. 247: La secchezza aguzza il calore e lo fa più intenso.
Definiz: § II. E figuratam. detto dell'Intelletto, della Mente e delle Passioni. −
Esempio: Petr. Rim. 2, 114: Sempre aguzzando il giovenil desio All'empia cote.
Esempio: Bocc. Nov. 6, 195: La donna, alla quale Amore avea già aguzzato co' suoi consigli lo 'ngegno, rispose.
Esempio: E Bocc. Laber. 40: Incontanente prendono speranza, e aguzzano i desiderj alla signoria.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. volg.: Auzzò la mente della moglie in parole di perversa suasione.
Esempio: Tass. Amint. 1, 2: Guarda quanto Amore Aguzza l'intelletto.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 632: A tal cote aguzzai l'incauta brama.
Definiz: § III. E detto de' sentimenti del corpo, e de' loro organi, tanto al proprio che al figurato. −
Esempio: Dant. Inf. 15: E sì ver noi aguzzavan le ciglia, Come vecchio sartor fa nella cruna.
Esempio: E Dant. Purg. 8: Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 196: Lo svaporamento dell'aceto caldo fa pro alla malagevolezza dell'udire, e aguzzalo.
Esempio: Red. Esp. Insett. 153: Bisogna bene aguzzar gli occhi, e armarli bene d'un microscopio squisitissimo, per poterli squisitamente ravvisare, tanto son minuti, e quasi quasi invisibili.
Definiz: § IV. E pur figuratam. per Incitare, Instigare. −
Esempio: Cic. Opusc. 372: Vedi, Cesare, che quelli medesimi a' quali tu hai perdonato,.... quelli medesimi per le loro parole t'aguzzano a fare crudeltà.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 12: Di Antigona ebbe Ptolomeo, di Lanassa Alessandro, di Bircenna Eleno più giovane degli altri, e tutti inclinati all'armi ed ardenti, furono da' primi anni aguzzati dal padre in questo mestiere.
Definiz: § V. Neutr. e Neutr. pass. aguzzarsi Rendersi più acuto. −
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 278: Vede aguzzar della sua bocca il fesso, E sente che il parlar non gli risponde.
Definiz: § VI. Per Rendersi più acre, più pungente. −
Esempio: Targ. Relaz. Febbr. 72: Si esaltano ed aguzzano le parti saline e sulfuree degli umori.
Definiz: § VII. Figuratam. Farsi più intenso. −
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 219: Per tanto s'aguzza in esso [nell'uomo] la curiosità del trovarla [la cagione], come lo stesso nome di curiosità dimostra, derivato dalla particella cur, che in latino è domanda della cagione.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 8, 135: Le bramose voglie in lui più si aguzzavano, per vedersi più vicino a quella corona che deposto aveva.
Definiz: § VIII. Detto di persona, vale Ingegnarsi, Industriarsi. −
Esempio: Dav. Tac. 1, 118: Con tutta l'eloquenza e diligenza aiutatelo, e alsì per lo contrario s'aguzzino gli accusanti.
Esempio: E Dav. Tac. 1, 337: Che rimedio avrebbe, se già Burro e Seneca non s'aguzzassono un poco?
Definiz: § IX. E pur figuratam., detto di cosa. −
Esempio: Colonn. Guid. 116: Adunque non resta se non che il nostro stile veritiero per innanzi s'aguzzi a spiegare.... l'ordine della detta storia.
Definiz: § X. Aguzzare i denti, figuratam. vale Minacciar di mordere; e trovasi pure usato al Neutr. pass. aguzzarsi i denti
Esempio: Bocc. Fiamm. 24: E i pessimi cinghiali, divenendo per ardore spumosi, aguzzano gli eburnei denti.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 445: Schiumasi la bocca a' porci salvatichi, e aguzzansi i denti.
Definiz: § XI. Aguzzare la macine da mulino o Auzzare la macine da mulino, vale Batterla con un martello tagliente per renderne scabra la superficie, affinchè sia più atta a macinare. −
Esempio: Not. Malm. 328: Aguzzare la macine del mulino vuol dire Metterla in taglio, in maniera che si renda più ingorda.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 51: Non è piccolo errore quello di servirsi per macini d'una specie di pietra che facilmente si stritoli, e che molto spesso abbia bisogno di esser riaccomodata, o, come dicesi, auzzata.
Definiz: § XII. Aguzzare i suoi ferri, o ferruzzi, modo proverbiale, che significa Ingegnarsi, Usare ogni cura e ogni mezzo per conseguire alcuna cosa. −
Esempio: Pulc. L. Morg. 24, 18: Iscrisse adunque la reina a Gano, Che dovessi aguzzar tutti i suoi ferri.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 340: Egli è forza ch'i' vadia aguzzare i miei ferruzzi.
Esempio: Cecch. Masc. 4, 3: Ora, poichè e' non è Vivo, ve', Imbroglia, aguzza i tuo' ferruzzi.
Esempio: Salv. Granch. 3, 14: Ognuno aguzzi i suoi ferruzzi.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 195: Crediate pure ch'egli aguzzeranno tutti i lor ferruzzi, producendo quel bel sermone, che faceste.
Definiz: § XIII. Aguzzar l'appetito, che usasi anche al Neutr. pass. aguzzarsi l'appetito, vale Eccitarlo, Stimolarlo. −
Esempio: Zibald. Andr. 44 t.: Perchè l'appetito se n'aguzza e lo stomaco se n'allevia.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 86: Donde coteste cose, le quali con isquisiti sapori t'aguzzano sì l'appetito, che tu mangi senza fame?
Esempio: Dav. Tac. 1, 341: E dove pensarono con quella indegnità a pien popolo farneli uscir l'appetito, l'aguzzarono (qui in locuz. figurata).
Esempio: Buonarr. Tanc. 1, 1: Eh, quando l'appetito a un s'aguzza, Non vale a dir che la carne è tigliosa.
Definiz: § XIV. Aguzzare il mulino ed Aguzzarsi il mulino, vale proverbialm. Aguzzare e Aguzzarsi l'appetito. −
Esempio: Lipp. Malm. 4, 22: Se morte è fin di tutte le sciagure, Come allupar mi sento ancor che morto? E come, dove ognuno esce di guai, Mi s'aguzza il mulino piucchè mai?
Esempio: E Lipp. Malm. 7, 31: Essendo un giorno insieme ad un convito, Quand'appunto aguzzato hanno il mulino, E mangian con buonissimo appetito, Non so come il maggior.... tagliossi un dito.
Esempio: Not. Malm. 535: Aguzzato hanno il mulino. Sono all'ordine colla fame per mangiare.... La similitudine è tratta dall'aguzzar la macine del mulino; il che si fa fare da' mugnai, quando alcuna macine, per esser consumata, non lavora presto e perfettamente. Così quando uno ha aguzzato il mulino dell'appetito, vuol dire ch'e' mangia presto e bene, cioè dimolto.
Definiz: § XV. Aguzzarsi il palo, ed anco la lancia, in sul ginocchio, vale proverbialmente Far cosa che torni a proprio danno. −
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 10, 1: Per acciecarlo è pronta a dare un occhio, E s'aguzza la lancia sul ginocchio.