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Dizion. 3° Ed. .
ALTRI.
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ALTRI.
Definiz: | Pronome. Primo caso del primo numero, posto sustantivamente, vale Altr'huomo, altra persona. Lat.
alter. |
Esempio: | Bocc. Nov. 8. 8. Ne voi, ne altri mi potrà più dire, che io non l'abbia veduta.
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Esempio: | E Bocc. 26. 18. Per Dio tanto sa altri, quanto altri.
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Esempio: | Petr. Son. 3. Ond'avvien, ch'ella muore, altri si duole. |
Esempio: | Dan. Inf. 33. E 'n che conviene ancór, ch'altri si chiuda. |
Esempio: | Bocc. Nov. 64. 9. Egli si vuole innacquare, quando altri il bee. |
Esempio: | Cron. Morell. E come avviene a' pupilli, altri spende, e logora, e consúma, e 'l
pupillo paga. |
Definiz: | §. E talóra modo di dire, che, chi parla, porge in terza persona, intendendola per la prima: |
Esempio: | Boc. Nov. 32. 19. Non sappiendo, chi questi si sia, altri non si rivolgerebbe così
di leggiero. |
Esempio: | Dant. Inf. 22. Ma Barbariccia il chiuse con le braccia, ec. Dimanda, disse,
ancór, se più disij Saper da lui, prima ch'altri 'l disfaccia. |
Definiz: | §. Trovansi alcuni esempli, ne' quali questa voce potrebbe parere usata ne' casi oblíqui. |
Esempio: | Bocc. Nov. 59. 1. Sentendo la Reína, che Emilia della sua novella s'era
diliberata, e che ad altri non restava a dire, che a lei, ec. così a dir cominciò. |
Esempio: | G. V. 12. 4. 3. Si vestiéno una cotta, che non si potéa vestire senza aiuto
d'altri. E alcuni altri, ne' quali però, come ben avvisa il Cinonio in questa voce, mal
si discerne, se sia del numero del meno, o del più. |
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