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MASTICARE
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MASTICARE.
Definiz: Att. Rivolgere in bocca e triturare coi denti, per poi trangugiare; riferito a cibo o ad altra cosa da inghiottire. E spesso si usa assolutam.
Dal basso lat. masticare
Esempio: Liv. Dec. 1, 172: Fecero tra loro una congiurazione, che le mani non portassero mangiare alla bocca, e che la bocca similmente non lo ricevesse, nè i denti non lo masticassero.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 164: Io stava tristo, sanza sangue; vedendo lui masticare e gittare e' sanguinosi mangiari per la bocca, e vomicante ec.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg.: Colli denti si mastica lo cibo, acciocchè poi possa esser tranghiottito.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 114: Calandrino prestamente la si gittò in bocca (la galla) e cominciò a masticare ; ma sì tosto come la lingua sentì l'aloè, così Calandrino, non potendo l'amaritudine sostenere, la sputò fuori.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 115: Ma pur vergognandosi di sputarla, alquanto masticandola la tenne in bocca.
Esempio: Bellinc. Rim. 7, 2, 96: Quegli uccellin con l'uova nel tocchetto Ci parvon proprio, a masticar, granate.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 369: La nova d'Eresittone fortuna Già l'esca in sogno a masticar l'invoglia.
Esempio: Red. Lett. 3. 202: Non masticano gli Dei, quando sono a tavola,... ma trangugiano il nettare e l'ambrosia per insensibilem transpirationem.
Esempio: Segner. Op. 4, 261: Ma voller dire che chi medita puramente, ha più di fatica che di diletto, e però si assomiglia più a chi mastica il cibo, che a chi lo gusta; e chi puramente contempla, ha più di diletto che di fatica, e però più si assomiglia a chi gusta il cibo, che a chi lo mastica.
Esempio: Not. Malm. 1, 160: Inghiottire è ingoiare i bocconi senza masticargli.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Cellin. Pros. 31: Volendo che i tua smalti venghino begli, bisogna pigliare un pezzo di carta nettissima, e la detta si costuma di masticarla a chi ha i denti...; ma chi non la volessi masticare, la metta in molle, e di poi la rompa con un martelletto ec.
Esempio: Not. Malm. 1, 325: È solito, quando si pensa a qualche cosa fissamente e con applicazione il masticare.... E tal masticare così pensando, si dice anche ruminare, ovvero digrumare; che è quel masticare, che fanno gli animali del piè fesso.
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 120: Si mastichi delle mele, delle pere, delle albicocche, delle pesche, ed in quella masticatura si immergano i lombrichi.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 99: Alfin concluse che a corregger tale Svogliatezza fatale Al povero palato Un po' d'assenzio andava masticato. L'orso.... S'adattò facilmente alla ricetta. L'assenzio era vicin: tolselo, e tosto Con animo disposto L'ostiche foglie a masticar si pose.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 43: Mi pare idea fantastica Il dire che il tabacco sia nocivo: O fra i Tedeschi dunque non si mastica?
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 194: Mentre ho masticato i versi di S. S. mi è venuto fame de' miei.
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 126: Così interviene a chi lasciandosi portare dalla passione, non mastica la iniquità, la divora.
Esempio: E Segner. Op. 4, 261: Anzi quegl'istessi che vogliono disprezzar la meditazione, si vagliono a ciò del detto di varj Santi, i quali affermarono che la meditazione mastica e la contemplazione gusta.... Quando però i Santi affermarono che la meditazione mastica, e la contemplazione gusta, non voller dire che ambe non pascansi di un medesimo cibo.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 262: Pochi sono que' pazienti, i quali ordinatamente leggano, notino, osservino e aggiungano alle cose lette e studiate la facoltà del proprio ingegno, cuocendo e masticando quello che hanno studiato, finchè si converta in forza ed in sangue.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 10: Ma perchè.... non si corregge Piuttosto quella gente sì fantastica? A tante impertinenze chi ci regge? La pillola s'ingolla e non si mastica.
Definiz: § III. Pur figuratam., o in locuz. figur., riferito a parole, discorsi, e simili, vale Dire fra i denti, Borbottare, Non esprimere chiaramente. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 84: Come diviene oggi di molti, che tutto il dì pare che pur mastichino salmi e paternostri, e non inghiottono niente, cioè nullo hanno intendimento.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 155: Cominciò con una bocca piccina masticare certe inezie, in modo che niuno ragionevolmente l'avrebbe potuto giudicar innocente.
Esempio: Cas. Pros. 3, 346: E se tu profferirai le lettere e le sillabe con una convenevole dolcezza..., nè anco le masticherai, nè inghiottiraile appiccate e impiastricciate insieme l'una coll'altra.
Esempio: Varch. Ercol. 74: Coloro i quali favellano consideratamente si dicono masticar le parole prima che parlino: quelli che non le sprimono bene, mangiarsele, e quelli che peggio, ingoiarsele: quelli che penano un pezzo, come i vecchi e sdentati, biasciarle.
Esempio: Salv. Granch. 1, 1: Come? che borbotti tu, Granchio? che ti vai tu tra te medesimo Or masticando tra i denti?
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 163: I nostri cristiani al presente riducono tutta la loro orazione a masticare stroppiatamente una corona con mille distrazioni.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 93: Quelli fanno gli afflitti ed i dolenti, Stringon le spalle e chiudono la bocca, E le parole mastican tra' denti. Il mio cognato allor li sprona e tocca A dire; ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 4, 63: In tal guisa si querelava agramente, e masticava contro a Dolossia queste interrotte parole.
Definiz: § IV. Riferito a lingua diversa dalla nostra propria, dicesi familiarmente per Parlarla con una certa difficoltà, poco correttamente; ed anche Intenderla, o Scriverla, poco bene.
Definiz: § V. Figuratam.., per Bene esaminare alcuna cosa seco medesimo, Considerarla ragionandone fra sè; e usato assolutam., Riflettere, Pensare. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 158: La cosa ch'hai a sospetto, incontanente masticala, e sappi quel ch'è (il lat. ha: discute quid sit).
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 225: Costoro, udendo queste parole, molto più si maravigliavano; e feciono venire le profezie, e cominciarono a masticare queste parole che Santo Giovanni aveva dette.
Esempio: E Leggend. SS. M. 3, 264: Noi lasciamo i suoi fatti a masticare e a rugumare agli altri nostri fratelli che verranno diretro a noi.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 5, 48: Diceva Lionetto: Io penso e mastico, Nè questo fatto ancor meco dicifero.
Esempio: Ar. Comm. 2, 39: Che dovemo fare, che via tenere per venire a qualche notizia; consigliamo e masticamo un pezzo, se sapremmo finalmente ove ricorrere, dove battere il capo.
Esempio: Bern. Orl. 5, 15: Rinaldo, senza troppo masticare, A Gradasso rispose: Alto signore, La guerra che con te m'inviti a fare Essere a me non può se non d'onore.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 232: Non gli ho scritto cosa, che oltre all'averla masticata e ruminata, quanto porta la debolezza del mio poco ingegno, io non l'abbia da vantaggio fatta disaminare.
Esempio: Salv. Spin. 2, 3: Questo è uno stran ghiribizzo. E' ci corron di molte cose da non passarle così a guazzo. S. C. Non ci ha nulla che non si possa fare a chius'occhi. R. Basta: noi la masticheremo un po' meglio. Noi ci abbiamo a rivedere innanzi a quell'ora.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 26: E vi dico certo, che se pigliate tal partito, potete far conto di non comparire davanti a Federigo, nè altri; e questo è certo: però, fratello, andate ben considerando e masticando le cose.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 155: Non vuole che il suo scolare si svaghi col guardare or un libro or un altro, più per curiosità che per proprio frutto; e vuole che mastichi bene quel che legge.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 704: Stette con gli occhi fissi a terra, e con le braccia incrociate sul petto, a masticarsi la sua incertezza, rimasta intera.
Definiz: § VI. Usato assolutam., e in ischerzo, per Mangiare. –
Esempio: Red. Lett. 3, 202: Iersera la signora principessa fece banchetto, al quale intervennero tutte le dame di corte. Agli abiti, a' portamenti, al viso, avrebbe creduto V. A. S. che fossero tante deesse del paradiso; ed in vero che ogni fedel cristiano sarebbe stato di questo stesso parere, se al masticare che elle faceano non si fossero fatte ravvisare creature umane.
Definiz: § VII. Masticar male checchessia, vale Adattarcisi male, Sopportarlo malvolentieri. –
Esempio: Galil. Op. Cart. div. XV, 279: E finalmente è venuta dannata l'opinione del sistema, ed il resto è in discussione. Egli la mastica male a fatto, sì per essersi dovuto intender prima che stampasse, come per aver non dato fuore alle stampe con le solite circostanze.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 6: Perciò molti ne stanno malcontenti (del non veder comparire la vettovaglia), Che son usi a tener la pancia piena: E ben si scorge a una mestizia tale, Che la mastican tutti più che male.
Esempio: Not. Malm. 1, 226: Intender male una cosa, vuol dire Non restar capace. Si dice nello stesso significato Masticar male e Ingozzar male: che son traslati dalle medicine, tanto in bocconi, che in bevanda, le quali pel cattivo odore e sapore, che sogliono avere fanno che l'ammalato, prendendole con nausea, malamente le inghiottisca.
Esempio: E Not. Malm. 1, 325: La masticavan male. La intendevano male, La sopportavano malvolentieri.... Qui fa bell'effetto l'equivoco del verbo Masticar male, che pare che voglia dire La 'ntendevano male: e vuol poi dire, che Masticavano male, perchè non mangiavano, non avendo che mangiare.
Esempio: Fag. Rim. 3, 230: Quand'un di quei, che mal la masticava, M'ebbe un po' di riguardo, e per un braccio Mi prese ec.
Esempio: E Fag. Rim. 4, 216: Masticò mal questo negozio Apollo.