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1) Dizion. 5° Ed. .
LUSTRO
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LUSTRO.
Definiz: Sost. masc. L'effetto del lustrare, Lucentezza, Lucidezza, che taluni corpi o talune materie hanno naturalmente, o che ricevono mediante operazioni speciali. –
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 143: Il vero colore di qualunque corpo si dimostrerà in quella parte che non fia occupata da alcuna qualità d'ombra, nè da lustro, se sarà un corpo pulito.
Esempio: E Vinc. Tratt. Pitt. 313: Alluminazione è partecipazione di luce, e lustro è specchiamento di essa luce.
Esempio: Cellin. Pros. 28: La qual cosa si fa per poter meglio scorgere quello che l'uomo intaglia; perchè il lustro che lascia i ferruzzi non ti lascerebbono veder bene la tua opera.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 99: Se gli dà (al porfido) il pulimento con lo smeriglio e col cuoio, strofinandolo, che viene di lustro molto pulitamente lavorato e finito.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 11, 148: Così fece una tavola, dentrovi un Cristo deposto di croce, in terra la Nostra Donna tramortita, ed un uomo armato che, voltando le spalle, mostra il dinanzi nel lustro d'una celata che è in terra.
Esempio: Dant. V. Proporz. 36: I colori (delle pietre) portano con esso loro vaghezza; e le durezze il lustro, o vero risplendenza.... E non ha dubbio alcuno che quanto più e lustrante e colorita sarà alcuna pietra, tanto più sarà bella nel genere suo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 254: E la cagione del mantener il colore dicono essere l'aver fatta la tintura delle lane vermiglie col mèle, e delle bianche con l'olio bianco: perchè se ne veggono ancora delle tinte di eguale lunghezza di tempo innanzi aver mantenuto il lustro puro e risplendente.
Esempio: Galil. Op. VII, 94: Stimo la luna solidissima più della terra, ma non l'argomento già.... dalla asprezza e scabrosità della sua superficie, anzi dal contrario, cioè dall'essere atta a ricevere (come veggiamo tra noi nelle gemme più dure) un pulimento e lustro superiore a qual si sia specchio più terso.
Esempio: E Galil. Op. VII, 435: La calamita ha le sue [cavità] ripiene di pietra durissima e grave, come ci dimostra l'esquisito lustro che esse ricevono.
Esempio: Baldin. Voc. Dis. 107, 2: I periti di tal legname.... distinguono due sorte di noci; uno che chiamano gentile, ed un altro che dicono malescio; e tutti due ne' lavori ricevono bel pulimento e lustro.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 288: E quasi muro forte e durevole, ma senza intonaco e lustro.
Definiz: § II. E per Trasparenza, Diafanità. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 14: Per avere bene i contorni, o di carta, o di tavola, o di muro..., metti questa carta lucida in su la figura, o vero disegno, attaccata gentilmente in quattro canti con un poco di cera rossa o verde. Di subito, per lo lustro della carta lucida, trasparrà la figura, o ver disegno, di sotto, in forma e in modo che 'l vedi chiaro.
Definiz: § III. Vale anche Splendore, Lume; ma in questo senso è piuttosto voce del linguaggio poetico. –
Esempio: Dant. Purg. 29: Ed ecco un lustro subito trascorse Da tutte parti per la gran foresta, Tal che di balenar mi mise in forse.
Esempio: E Parad. 14: Ed ecco intorno, di chiarezza pari, Nascere un lustro sopra quel che v'era, A guisa d'orizzonte che rischiari.
Esempio: Bocc. Filoc. 2, 80: E, oltre allo splendore del bel viso, quello tanto lucente faceva, che mirabile lustro a' dimoranti in quello luogo porgeva fra le fresche ombre.
Esempio: Mont. Iliad. 17, 843: Dalle ardite mani una ruina Gli vien di strali addosso e di facelle, Dal cui lustro atterrito egli (il leone assalito) rifugge, Benchè furente, finchè mesto alfine Sul mattin si rimbosca.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Libr. Viagg.: Infonda nel cuor mio del suo santissimo lustro; per modo che la mia bocca possa e sappia accrescere ec.
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 493: Tutti i proverbi, quanto hanno minor lustro come volgari, tanto hanno maggior fondo come veraci.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 237: S'affaticherà indarno il malvagio ad orpellare, con eloquenza accattata e con apparente lustro di false ragioni; le sue massime, se non trova l'ignoranza ascoltatrice e discepola, che le accetti per vere e per buone.
Esempio: Fag. Comm. 6, 192: Io non son di quei padri, che per far con più lustro risplendere i maschi, metton al buio le femmine.
Definiz: § V. Pur figuratam., vale anche Decoro, Onore, Nobiltà di stirpe, o simile; onde le frasi Essere una cosa un lustro, o di lustro, ad uno, per Essergli onorevole, Ascriversela ad onore; e Crescere, Venire, o simili, una persona, o una cosa, in lustro, per Essere apprezzata, onorata. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Privi di quel lustro, che fu lasciato loro dagli avoli.
Esempio: Libr. Pred.: Fauno pompa del lustro della loro anzianissima casa.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 191: L'uomo nobile si può considerare in due maniere;... nella virtù e perfezione dell'animo, o pure ne' meriti degli antenati, e nel lustro d'un bel casato.
Esempio: E Salvin. Disc. 2, 47: Non vi ha cosa di maggior lustro per loro..., che la giudicatura.
Esempio: Fag. Comm. 6, 160: L'aver la sorte di ottener vostra sorella in isposa, sarà un lustro per me così specioso, che renderà più stimabile la mia persona, più cospicua la mia casa.
Esempio: Mann. Lez. Ling. tosc. 18: Nel tempo stesso che si sono coltivate nel mondo le lingue, si sono altresì rimesse in piedi le scienze ed in vigore e in lustro cresciute e sormontate.
Definiz: § VI. Vale anche Punto lucente, luminoso, che lustra; Particella, che in certe pietre, od altre materie, riflette la luce; Scaglia luminosa; usato più che altro nel plur. –
Esempio: Cellin. Pros. 195: La qual grana (dei marmi) dimostra certi lustri a canto l'uno all'altro unitamente.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 107: Quelli (marmi) che gli scultori chiamano saligni..., per esservi que' lustri ch'appariscono nel sale e traspaiono alquanto, è fatica assai a farne le figure.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 7, 114: Contrafece uno libro di cartapecora un po' vecchio, che par vero; e così certe palle.... con certi lustri, ribattendo i barlumi e riflessi l'una nell'altra, che si conosceva infino allora la stranezza del suo cervello.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 90: L'acqua marina, per cagion del sale distemperato iu essa, esposta al non bastevol freddo del nostro inverno, sol si rappiglia in un misto d'acqua e di scheggioline e lustri, col rimanente che ne contammo addietro.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 140, 1: Una qualità di marmo.... che tiene alquanto di congelazione di pietra, e à in sè que' lustri che si veggono nel sale.
Definiz: § VII. E per similit., parlandosi di occhio. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 30: Avvengachè gli occhi avevano que' lustri e quelle acquitrine che di continuo si veggono nel vivo, ed intorno a essi erano tutti que' rossigni lividi e i peli, che non senza grandissima sottigliezza si possono fare.
Definiz: § VIII. Dare il lustro ai marmi, ai vetri, al legname, ai pavimenti, e simili, vale Renderli lucidi, lucenti, nei modi e con le materie opportune. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 40: E di poi datogli il lustro, se sotto a essa (pietra del diamante) si mette color nero lucido, diventa fulgentissimo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 42, 1: Adopranlo (il cuoio) gli scultori per dare il lustro alle statue.
Definiz: § IX. Dare il lustro ai marmi coi ginocchi, vale scherzevolmente Star molto per le chiese in ginocchioni, e in atto di pregare; Far molte orazioni stando in ginocchio. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 9: Ma finalmente, dopo mille prove Di dar il lustro a' marmi co' ginocchi, Tenendo gli occhi a molle, ec.
Esempio: Not. Malm. 1, 148: Dare il lustro a' marmi co' ginocchi. Cioè stare tanto tempo e così spesso inginocchioni, che il lungo fregare colle ginocchia faccia divenire lucenti i marmi, sopra i quali uno s'inginocchia.
Definiz: § X. Levare il lustro a' panni, è frase dei sarti, e vale Bagnare i panni in pezza prima di tagliarli per gli abiti. Il che si fa avvolgendoli in un involucro molle, perchè non ritirino cuciti che sieno, e per toglier loro quel lucido che acquistano dalla pressione nel mangano, e che li rende soggetti a macchiarsi ad ogni gocciola d'acqua.
Definiz: § XI. Pigliare il lustro, Pigliar lustro, dicesi di alcune materie che, strofinate che sieno, diventano lucide. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 104: La qual pietra (del paragone) è dura a intagliarsi, ma è bella straordinariamente e piglia un lustro mirabile.