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LUSTRO.
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LUSTRO.
Definiz: Sost. masc. Spazio di cinque anni; ma è voce del nobile linguaggio.
Dal lat. lustrum, che aveva anche questo medesimo senso. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 225: Volgerà 'l sol non pur anni, ma lustri.
Esempio: Machiav. Rim. 357: Io canterò l'italiche fatiche Seguite già ne' duo passati lustri Sotto le stelle al suo bene inimiche.
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 6: Per osservata usanza e antica legge, Sempre ch'al lustro ogni quint'anno arriva, Tutte (le fate) chiama a consiglio.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 10: E perciò, lasciando questo, mi volgo a narrare particolarmente le cose generosamente fatte da Antonio Giacomini Tebalducci iu ispazio di due lustri.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 10: Se qui cent'anni t'han tolto due ore, Un lustro è forza che l'eterno inganni!
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 3, 337: Lustro era lo spazio di cinque anni, nel quale si soleva lustrare, cioè circondare la città di Roma e purgarla.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 94: Por un lustro intero ho consumato nell' apprendimento di questo scioperatissimo idioma.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 66: Aveva già compiuto il suo corso uno intero lustro, dal primo giorno in cui ec.
Esempio: Manfred. Elem. Cronol. 47: Dagli anni romani è noto che componevasi il lustro, che era uno spazio di anni 5, in capo al quale facevasi la numerazione e la descrizione de' capi, cioè delle persone viventi soggette al dominio romano.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 108: Son cinque lustri, e già candida neve Fassi il mio crine, e questi i primi sono Pomi, che in premio il mio sudor riceve.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 22: Ch'io vedo la miseria da vicino, Son, per sua grazia, da sei lustri omai.
Definiz: § I. E conforme a proprietà latina, si usò per Censo; onde Fare il lustro, valeva, appresso i Romani, Descrivere la popolazione e i suoi beni su apposito registro, Prenderne nota, Registrarla. –
Esempio: Liv. Dec. 2, 438: In quello anno fa fatto il lustro per P. Cornelio Arvina, e per C. Marcio Rutilo, censori; e furo contati ducento sessantadue migliaia di cittadini di Roma e trecento ventuno.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 14: Dicesi in detto lustro essere stata fatta la descrizione di LXXX mila cittadini romani.
Esempio: Dav. Tac. 1, 260: Fece il lustro, e si registrarono sei milioni e novecento quarantaquattromila.
Definiz: § II. E Term. di Archeologia romana. Espiazione o Purificazione solenne dell'esercito romano nel Campo Marzio, istituita da Servio Tullio, nella quale un porco, una pecora e tre tori erano condotti attorno alla moltitudine armala, e poi sacrificati, ed era l'ultimo atto del Censo. –
Esempio: Nard. Liv. Dec. 14: Quivi (in Campo Marzio) lustrò e purgò tutto l'essercito, messo in ordinanza, col sacrificio d'un porco, d'una pecora e tre tori; e questo atto chiamò lustro, perchè fu compiuto di fare il censo.
Esempio: E Nard. Liv. Dec. 37 t.: Fecesi dipoi il censo; e da Quinzio fu ordinato e fatto il lustro.