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1) Dizion. 5° Ed. .
DOVERE.
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DOVERE.
Definiz: Tema primo. Avere obbligo, sia legale, sia morale, di pagare altrui una data somma, e, in più largo senso, di dare o rendere altrui checchessia; Essergliene debitore: anche figuratam., e in locuz. figur. ‒
Esempio: Barber. Docum. Am. 56: Ingrato è chi da noi Riceve, e va dicendo: e' me 'l dovieno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 3: Quel ch'io vi debbo, posso di parole Pagare in parte, e d'opera d'inchiostro.
Esempio: Cas. Pros. 2, 28: Mi veggo torre quattromila scudi, ch'esso mi debbe.
Definiz: § I. E pur figuratam. riferito a cose morali. ‒
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 232: Devono a quest'artefice i Genovesi pittori la lode di essere stato fra' primi, che la crudezza della maniera incominciasse a tralasciare alquanto.
Esempio: Fag. Pros. Ded. 5: Offerta che le porgo in conto di quel tanto che le deggio.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 320: Ma forse per ciò i genitori nulla dovranno ai loro figli fuorchè gli esempj buoni, e nulla dovrà ai cittadini lo Stato, per ciò che spetta all'educargli?
Definiz: § II. Altresì figuratam. e poeticam., riferito a spazio di tempo che sia o si consideri prestabilito. ‒
Esempio: Dant. Purg. 21: E, per esser vivuto di là quando Visse Virgilio, assentirei un sole Più ch'i' non deggio al mio uscir di bando.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 64: Ma ecco omai l'ora fatale è giunta, Che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Definiz: § III. E pur figuratam., per Aver obbligo morale di professare, portare, mostrar col fatto, verso chicchessia, un dato sentimento o contegno. ‒
Esempio: Dant. Conv. 293: Uno de' più belli e dolci frutti di questo ramo (del razionale discernimento) è la reverenza che debbe al maggiore il minore.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 14: Nondimeno lo sviscerato amor ch'io porto a Sua Altezza, la riverenza ch'io debbo al trono di sua Maestà,... non mi consentono lo star cheto.
Esempio: Fag. Comm. 5, 16: E come posso aver parole bastanti per esprimervi le obbligazioni che vi debbo?
Esempio: E Fag. Comm. 5, 17: Gratitudine indispensabile che vi si dee.
Definiz: § IV. E riferito a benefizj, vantaggi, e simili, vale Aver obbligo di riconoscerli da alcuno, Andarne debitore ad esso. ‒
Esempio: Firenz. Pros. 1, 1: Tutto quello che per me si può, ciò che io sono e ciò che io vaglio, tutto vi debbo.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 1, 389: Non sai Che 'l ben che si riceve Tutto a gli Dei si deve?
Esempio: Forteguerr. Cap. 301: A lontananza Debbo tal grazia, e non la debbo altrui.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 57: Se da questo crudele Periglio scampo, io ti dovrò la vita (parla il lupo alla volpe).
Definiz: § V. Costruito passivamente, vale Essere secondo ragione da darsi o farsi, da dedicarsi, da assegnarsi o destinarsi checchessia, ad alcuna persona, o anche cosa; Avere essa diritto, ragione, pretensione, di ricevere, ottenere, conseguire, e simili, checchessia. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 1: Questa parte al mio Signor si debbe, Che canta gli avi, onde l'origine ebbe.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 70: Tu.... resta appresso Al re de' Greci a procurar l'aiuto, Che, già più d'una volta a noi promesso, È per ragion di patto anco dovuto.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. Ded.: Come sacra [l'opera] era specialmente dovuta alla gran pietà del suo cuore.
Esempio: Fag. Rim. 1, 59: I Romani.... fer che al morir fosser dovuti Nove giorni per fare i funerali, E dar di lor pietà giusti tributi. E questi gli chiamaron Novemdiali.
Definiz: § VI. E nel medesimo costrutto, vale pure Spettare, Appartenere, per diritto, o meritamente; detto più spesso di premio o onore, e di pena o gastigo. E trovasi anche con la particella Si taciuta. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 20: Che sì casta mogliera, e a te sì cara, Canti l'eterno onor che ti si debbe.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 38, 74: Rinaldo intanto e l'inclito Ruggiero Apparecchiavan l'arme alla tenzone, Di cui dovea l'eletta al cavalliero Che del romano Imperio era campione.
Esempio: Fag. Comm. 6, 342: Vi renda il cielo pure quella remunerazione, che per tanta grazia più v'è dovuta.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 57: La volpe rispose: Signor, queste son cose Che si debbono a voi per preferenza.
Definiz: § VII. Dovere, usato a modo di Neutr., col termine denotante persona retto dalla particella A, vale Aver debito con essa, Essere suo debitore. ‒
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 325: Così notabil danno, quanto è di non esser pagato del mio credito.... quando io sono astretto a satisfare a quelli a chi debbo io, con torre ad interesse dagli altri.
Definiz: § VIII. E figuratam., per Avere obbligazioni, Avere obbligo di mostrarsi grato o riconoscente, e più che altro per benefizj o vantaggi ricevuti. E riferiscesi anche a cose. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 42: E cominciò: signore, il tuo cugino A cui la Chiesa e l'alto imperio debbe,... È fatto stolto.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 46, 3: Oh di che belle e saggie donne veggio, Oh di che cavallieri il lito adorno! Oh di ch'amici, a chi in eterno deggio Per la letizia ch'han del mio ritorno!
Esempio: Guidicc. Op. M. 1, 45: A i boschi, a i vaghi prati eterno deggio, Poi che a l'ingiuste brame esiglio danno.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 7: Quanto devi al gran Re che 'l mondo regge! Tratto egli t'ha dall'incantate soglie: Ei te smarrito agnel fra le sue gregge Or riconduce.
Definiz: § IX. E detto di arti, scienze, lettere, e più specialmente di qualsivoglia disciplina, istituto, e simili. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 190: Lorenzo de' Medici, a cui.... tutte l'arti e discipline liberali infinitamente debbono.
Esempio: Salvin. Disc. 3, 11: Si dà a conoscere non tralignante dall'avolo suo glorioso, cui per li suoi nobilissimi drammi tanto deve il toscano teatro.