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Dizion. 4° Ed. .
I
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pag.708
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I.
Definiz: | Lettera vocale, amica dell'E, prendendosi spesso l'una, per l'altra scambievolmente; come DISÍO, e DESÍO;
OFFERIRE, e OFFERERE; STIA, e STEA. |
Definiz: | §. I. I, quando è posta in alcuna voce di qualsivoglia maniera, se sia avanti un'altra vocale, si prendono quasi
sempre quelle due vocali appo i Toscani per dittongo, e si pronunziano in una sillaba sola; come PIANO, FIELE, PIOGGIA,
FIUME; la qual proprietà ha ancora l'U vocale. |
Definiz: | §. II. Pronunziasi nondimeno alle volte per due sillabe, ma avviene più di rado; come SVIATO, FIATA, CHIUNQUE.
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Definiz: | §. III. I, nel nostro idioma vaghissimo della dolcezza si aggiugne frequentemente per isfuggire l'asprezza della
pronunzia a tutte le voci comincianti da S colla consonante appresso, e allora massimamente, quando la parola
antecedente termina in consonante; come PER ISCHERZO, CON ISPIRITO. |
Definiz: | §. IV. I, in cambio di LI articolo, quando la parola, a cui serve per articolo, cominci da consonante. |
Esempio: | Bocc. nov. 79. 26. Cominciógli a dare le più belle cene, e i più belli desinari
del mondo. |
Definiz: | §. V. I, in cambio di GLI pronome, quarto caso nel numero del più, ma ciò presso gli antichi. |
Esempio: | Dant. Inf. 7. La sconoscente vita, che i fe sozzi Ad ogni conoscenza or gli fa
bruni. |
Esempio: | E Dan. Par. 12. Pur come gli occhi, ch'al piacer, che i move
Conviene insieme chiudere, e levarsi. |
Esempio: | Franc. Barb. 110. 18. Ed è alcun, che con suo danno i prende.
E Franc. Barb. 294. 15. Dell'anima i consiglia, Ma tal maniera piglia.
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Esempio: | E Franc. Barb. 300. 24. Ma guarda, che i consigli non vaglion,
se no i pigli. |
Definiz: | §. VI. Pur presso gli antichi nel numero del meno in vece di A LUI. |
Esempio: | Rim. ant. G. Guin. 107. Poichè n'ha tratto fuore Per la sua forza il sol ciò,
che gli è vile, La stella i dà valore. |
Definiz: | §. VII. Dopo alcune particelle suol comunemente lasciarsi, segnandosi in sua vece la particella antecedente
d'apostrofo. Di che v. il Cinon. 393. |
Definiz: | §. VIII. I, si trova talora usato per IVI avverb. |
Esempio: | Franc. Barb. 265. 22. Ed una scritta i metti Con tuoi pietosi detti. |
Definiz: | §. IX. I', coll'apostrofo, vale quanto il pronome IO, e levaglisi l' O per agevolezza della
pronunzia. |
Esempio: | Petr. canz. 30. 4. I' l'ho più volte ec. Veduta viva. |
Definiz: | §. X. I, si raddoppia in fine d'alcune voci, e particolarmente nel numero del più di quelle, che nel singolare
terminano in IO di due sillabe coll'accento sulla penultima, come RESTÍO, DESÍO, ec. |
Definiz: | §. XI. L'uso ha introdotto per lo più porre questo J lungo, dove andrebbero posti due II. |
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