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DANNARE
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DANNARE.
Definiz: Condennare. Lat. damnare, condemnare. Gr. καταγιγνώσκειν.
Esempio: Bocc. nov. 18. 13. A perpetuo esilio lui, e i suo' discendenti dannarono.
Esempio: Dant. Par. 7. Dannando se dannò tutta sua prole.
Esempio: G. V. 4. 2. 3. A simile pena era dannata l'anima del marchese Ugo.
Definiz: §. I. Dannare, per Biasimare, Dar carico. Lat. criminari, vituperare. Gr. ψέγειν.
Esempio: Bocc. nov. 27. 20. Essi dannano l'usura, e i malvagi guadagni.
Esempio: E Bocc. nov. 41. 2. Quanto sien sante ec. le forze d'amore, le quali molti senza saper che si dicano dannano, e vituperano a gran torto.
Esempio: Sen. ben. Varch. 6. 37. Non è dunque dubbio nessuno, che costoro, a' quali chiunque ha a giovare loro morendo, nuoce vivendo, non desiderino più de' becchini quello, che è dannato in loro soli.
Definiz: §. I. Dannare, per Cancellare, Fregare; ed è proprio di conti, e di partite. Lat. delere. Gr. ἐξαλείφειν.
Esempio: Bocc. nov. 71. 8. Li dugento fiorini ec. io gli recai quì di presente alla donna tua, e sì gliele diedi, e perciò dannerai la mia ragione.
Esempio: Nov. ant. 24. 2. Messere, io errava; e volle dannare il sovrappiù. Allora il Saladino parlò: Non dannare; scrivi quattromila.
Definiz: §. III. Dannare a serpicella, si diceva quando la scrittura, in cui era errore, si dannava con frego torto. Vedi nell'indice del Nov. ant. a questa voce.
Definiz: §. IV. Dannare, neutr. pass. dicesi anche dell'Andare all'inferno a penare perpetuamente.
Esempio: Alleg. 308. Come farà mai il ciel, ch'io non mi danni, Dapoi ch'io son tenuto ne' pupilli.