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1) Dizion. 5° Ed. .
DANNARE.
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DANNARE.
Definiz: Att. Sentenziare alcuno come reo e imporgli la debita pena, Condannare; ma in questo senso oggi non userebbesi che in poesia.
Dal lat. damnare. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 232: A perpetuo esilio lui ed i suoi discendenti dannarono.
Esempio: Nard. Amic. Argom.: Ma il fido amico per salvare Eschino, Aver commesso tale error contende. Eschino si danna.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 26: Presa è la bella donna, e incrudelito Il re la danna entro un incendio a morte.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Tass. Gerus. 2, 49: Se 'l fallo è incerto, Gli danna inclementissima ragione.
Definiz: § II. Costruito con la particella In, e trovasi anche con la particella Di, reggente il nome che indica la pena imposta. –
Esempio: Lucan. volg. 15: Desiderava [Cicerone] di cacciarlo (Catilina) fuore quetamente, più che dannarlo de la persona.
Esempio: Dav. Tac. 1, 182: Avendo Lentulo Getulico, disegnato Consolo, dannato Aquilia adultera con Vario Ligure, nella legge Giulia, nell'esilio la dannò.
Definiz: § III. Comunemente dicesi di Dio o della Giustizia divina, rispetto all'assegnare ai peccatori le pene eterne nell'altra vita. –
Esempio: Tratt. Benviv. 6: Elli non averà paura d'essere giudicato e dannato al die del iudicio.
Esempio: E Tratt. Benviv. 7: Allora è la vita bella e onesta, quando nomo fugge il male e fa il bene non neente per paura d'essere dannato, ma per disiderio del cielo e per amore di Dio.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 71: Iddio non ha fatti nè anche i Turchi per dannarli.
Definiz: § IV. Figuratam. detto di cosa o persona che è cagione che l'uomo sia da Dio condannato alle pene eterne nell'altra vita. –
Esempio: Dant. Parad. 7: Quell'uom che non nacque (Adamo), Dannando sè, dannò tutta sua prole.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 273: Una delle cose che ci dannano, si è il non fare il debito al prossimo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 78: Se questo è ver, colle mie man mi toglio La vita, e l'alma disperata danno.
Definiz: § V. Dannare, vale anche Censurare severamente, Riprovare; ed anche semplicemente Disapprovare; riferito così a cosa come a persona. –
Esempio: Dant. Conv. 264: Il quale [errore], perchè non solamente è dannoso e pericoloso a coloro che in esso stanno, ma eziandio agli altri che lui riprendono, parto da loro e danno.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 178: Essi dannan l'usura ed i malvagi guadagni.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 8: Quanto sien sante.... le forze d'Amore, le quali molti, senza saper che si dicano, dannano e vituperano a gran torto.
Esempio: Panz. Tratt. 42 t.: Molto maggiormente intendo di dannare tutto l'altro amore, el quale apertamente gustiamo di sua natura.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 51: Non danno chi s'astiene da certi cibi.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 208: Ciascuno dannava l'ambizione e l'avarizia de' potenti.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 258: Non è dunque dubbio nessuno, che costoro, ai quali chiunque ha a giovare loro morendo, nuoce vivendo, non disiderino più de' becchini quello, che è dannato in loro soli.
Definiz: § VI. In senso particolare, detto dell'Autorità ecclesiastica, e riferito a scritture, opinioni, massime e simili, vale Dichiarare non conforme alle dottrine della Chiesa; ed anche in questo senso dicesi comunemente Condannare. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 2, 30: Spero di mostrare, con quanto più pio e religioso zelo procedo io, che non fanno essi, mentre propongo, non che non si danni questo libro, ma che non si danni, come vorrebbon essi, senza intenderlo, ascoltarlo, nè pur vederlo.
Definiz: § VII. Estensivam. trovasi detto anche per Proibire, Vietare, con modo autorevole. –
Esempio: Ar. Sat. 1, 63: Tutti li cibi son con pepe e canna Di amomo, e d'altri aromati, che tutti Come nocivi il medico mi danna.
Definiz: § VIII. Dannare si usò per Cancellare, Dar di frego, parlandosi di conti, partite e simili. –
Esempio: Nov. ant. B. 28: Messere, io errava; e volse dannare il sopra più. Allora il Saladino parlò: non dannare; scrivi quattro mila.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 26: Li dugento fiorini.... io gli recai qui di presente alla donna tua e sì gliele diedi; e perciò dannerai la mia ragione.
Definiz: § IX. Neutr. pass., dannarsi che anche trovasi usato in forma di Neutr. Perder l'anima propria, meritando le pene infernali. –
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 88: Piange la gente vana Sovente quand'òm more.... Ma chi la mente ha sana, S'avia nell'hom amore, Piange, perchè ha umore Del suo dannar.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 70: Avvisati da' Dottori della Chiesa, anzi dalla bocca medesima del Salvadore, del gran pericolo che loro sovrasta di dannarsi.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 71: Iddio non ha fatti nè anche i Turchi per dannarli, e pure si dannano.
Definiz: § X. Figuratam. e in modo iperbolico. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 308: Come farà mai il Ciel ch'io non mi danni, Da poi che io son tenuto ne' pupilli, Ed ho, con riverenza, cinquanta anni?
Definiz: § XI. E pure figuratam. e in modo iperbolico, Far dannare l'anima ad uno, o Far dannare alcuno, dicesi familiarmente di cosa o persona che gli sia cagione di lunghe e gravi noie, e che gli faccia perder la pazienza.