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Dizion. 5° Ed. .
CECE
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pag.728
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CECE. Definiz: | Sost. masc. Genere di pianta della famiglia delle leguminose, il cui frutto di forma rotonda e di vario colore si mangia cotto. |
Dal lat. cicer. – Esempio: | Bocc. Amet. 46 t.: Ne' quai solchi si vedevano li alti papaveri,.... e le cieche lenti, ed i ritondi ceci. | Esempio: | Alam. L. Colt. 1, 174: Sian la fava pallente e il cece altero.... in parte, dove, Senza soverchio umor, felice e lieto Trovin l'albergo lor. |
Esempio: | Soder. Cult. Ort. 60: Il cece è di natura d'ammazzare tutte le erbe cattive, che gli nascon d'attorno. |
Definiz: | § I. E per il Frutto di essa pianta. – | Esempio: | Cresc. Agric. volg. 114: I ceci son noti, e molti, e di diverse ragioni; perocchè alcuno è bianco, e alcuno sanguigno, e alcuno grosso, e alcuno piccolo. | Esempio: | Mattiol. Disc. 1, 443: Sono i ceci notissimo legume in Italia, e ritrovansene di bianchi, di neri e di rossi. |
Definiz: | § II. Cece, al sing. e usato collettivam., per Vivanda di ceci; ma forse non direbbesi che nelle maniere Avere del cece, Dare del cece, Mangiare, e simili, del cece. – | Esempio: | Bocc. Decam. 8, 106: Primieramente ebbero del cece e della sorra, e appresso del pesce d'Arno fritto. |
Definiz: | § III. Cece, per similit., dicesi quella Escrescenza carnosa in forma di pallottola nera, che i cigni portano nella parte superiore del rostro. – |
Esempio: | Red. Ditir. A. 195: Questi [cigni] portano nella parte superiore del rostro verso la base una pallottola nera e grossa quanto una ciliegia, e tal pallottola da' cacciatori è detta il cece. |
Definiz: | § IV. Cece, e più comunemente Bel cece, detto di uomo, vale figuratam. e per ironia, Bell'imbusto, Zerbinotto, Damerino. – |
Esempio: | Bellin. Cap. Matr. 293: E poi quel risvegliarsi la mattina, E ritrovarsi diventato due, Cioè questo bel cece e la bambina. |
Esempio: | Salvin. Lett. IV, 2, 255: Bei ceci e bell'imbusti affè, senza tipore, senza sapore, senza sustanza o sugo o fiore alcuno di senno. | Esempio: | Fag. Rim. 1, 195: Pretender d'essere un galante cece; L'idolo d'ogni femmina e l'amore. |
Esempio: | E Fag. Rim. 1, 203: Come più volte vidi certi ceci, Ch'ove son donne, fanno da impalati. |
Definiz: | § V. Broda e ceci, o Broda e non ceci. – | V. Broda.
Definiz: | § VI. Ceci maritati; Sorta di minestra, usata per lo più dalla povera gente, e composta di ceci mescolati con farina o con paste. – |
Esempio: | Papin. Lez. Burch. 194: E questi si chiamano comunemente ceci maritati; e maritare dichiamo di tutte le minestre simili a quelle delle lasagne e de' ceci mescolati con altra cosa. |
Definiz: | § VII. Aver cotto il culo ne' ceci rossi, o coi ceci rossi; dicesi in modo basso per Esser pratico del mondo, e conseguentemente Non facile ad essere aggirato. – | Esempio: | Firenz. Pros. 1, 227: Voi conoscete Santolo di Doppio del Quadro per uno di quegli uomini, che hanno cotto il culo co' ceci rossi, e sapete ch'egli ha pisciato in dimolte nevi, e ch'e' sa a quanti dì è san Biagio. | Esempio: | Varch. Ercol. 101: Quando alcuno, per esser pratico del mondo, non è uomo da essere aggirato, nè fatto fare, si dice:.... egli ha pisciato in più d'una neve; egli ha cotto il culo ne' ceci rossi ec. | Esempio: | Grazz. Pros. 346: Conviene sia uomo pratico, sperimentato.... e, per dirla in proverbio, bisogna ch'egli abbia cotto il culo ne' ceci rossi. | Esempio: | Dat. Cical. III, 1, 178: Fa di mestieri adunque esser di calca, uomo gargo e tristo di nidio, aver pisciato in più d'una neve, e cotto il culo ne' ceci rossi. |
Definiz: | § VIII. Cogliere i ceci colla brocca; detto in ischerzo di persona piccolissima, quasi che per arrivare a cogliere i ceci abbia bisogno di quell'arnese che si usa per cogliere i fichi. – | Esempio: | Lipp. Malm. 3, 65: Gran Gigante da Cigoli, di quelli Che vanno a côrre i ceci colla brocca, E batton colle pertiche i baccelli. |
Definiz: | § IX. Conoscere i ceci dai fagiuoli, vale figuratam. Aver discernimento da distinguere le cose diverse; che più comunemente dicesi Distinguere il pan da' sassi. – | Esempio: | Bern. Rim. burl. 1, 125: Ma perch'io so che voi avete ingegno, E conoscete il cece dal fagiuolo, Non dirò più di questo caldo degno. |
Definiz: | § X. Cuocere i ceci senza ranno, vale pur figuratam. Affaticarsi invano. – | Esempio: | Buonarr. Tanc. 4, 9: Il tutto feci, Ma fu un cuocer senza ranno i ceci. |
Definiz: | § XI. Esser cece da fare una data cosa, vale familiarmente Essere uomo capace di farla; e per lo più riferiscesi ad azione non buona. |
Definiz: | § XII. Essere come cercare un cece in mare, o in Arno, o in Duomo; maniera proverbiale che dicesi di persona o di cosa, la quale sia difficilissima a ritrovarsi. |
Definiz: | § XIII. Insegnare altrui rodere i ceci; dicesi proverbialm. per Trattarlo con durezza, Costringerlo a stare a segno. – | Esempio: | Grazz. Comm. 153: I traditori non aspettarono la fine, chè io insegnava loro rodere i ceci. |
Esempio: | E Grazz. Comm. 283: Che giovinezza? Io gl'insegnerò ben io rodere i ceci. | Esempio: | Salvett. Rim. burl. 3, 230: Così fosse egli qui, corpo de' dieci, Gl'insegnerei ben io rodere i ceci. |
Definiz: | § XIV. Non dare nè in tinche nè in ceci; dicesi pure proverbialm. per Non venire a capo di nulla, Non concluder niente; detto così di persona come di cosa. – | Esempio: | Bracc. R. Dial. 183: Voi dite che Trarre a mal giuoco significa Giocare in furia, senza riflessione e alla disperata; com'è appunto questa vostra spiegazione, la quale non dà nè in ciel nè in terra, nè in tinche nè in ceci. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 28: Insomma dicon, mentre io fo per dieci, Che non so dar più nè in tinche nè in ceci. |
Definiz: | § XV. Non valere un cece, o tre ceci; ed anche, Curare di una cosa men d'un cece, o di tre ceci; trovasi per Non valer nulla, Non curarsene punto. – | Esempio: | E Pucc. A. Centil. 21, 49: Scomunicò il Paglialoco e' Greci;.... Pognam, che ne curar men di tre ceci. | Esempio: | E Pucc. A. Centil. 71, 52: Perchè dicien ch'e' non valeva un cece Quell'Antipapa. |
Definiz: | § XVI. Star sul cece, vale Far vita galante, Fare il damerino. – | Esempio: | Baldov. Comp. dramm. 82: Anzi, per dirti ancor quel che più importa, Non vo' chi stia sul cece e sul galante. |
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