Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
OCCHIO.
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OCCHIO.
Definiz: Sost. masc. Organo, che negli animali serve alla visione propriamente detta, o anche semplicemente alle sensazioni luminose; vario per struttura, sede e numero; ma in moltissimi animali, e in generale in quelli più elevati, è sferoidale, duplice, simmetrico e situato nella testa; è di struttura complicata ed è accompagnato da organi accessorj che concorrono alla funzione. Comunemente però, parlandosi dell'uomo e di certi animali, prendesi per La parte dell'organo esposta alla luce, insieme con le sue appartenenze esterne.
Dal lat. oculus. ‒
Esempio: Dant. Inf. 2: Lucevan gli occhi suoi più che la Stella.
Esempio: E Dant. Conv. 227: Queste cose visibili.... in quanto sono visibili, vengono dentro all'occhio: non dico le cose, ma la forma loro, per lo mezzo diafano, non realmente, ma intenzionalmente.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 125: Ma pur lei riguardando nel viso, e veggendo alcun lampeggiare d'occhi di lei verso di lui alcuna volta, ec.
Esempio: E Bocc. Ninf. Fiesol. 3, 49: Pure alla fine già presso al mattino Il sonno vinse gli occhi dello amante.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 259: E 'l Volpe.... recasi innanzi una testicciuola, e cominciala a partire: e messo un occhio sul tagliere, il Pratese.... subito il piglia, e manucaselo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 43: Or gli occhi ho lacrimosi, e il viso tinto Del negro fumo.
Esempio: Bern. Orl. 43, 26: Arruffarseli i crin sopra la fronte, E fece gli occhi rossi come foco.
Esempio: Red. Osserv. Anim. viv. 58: L'occhio ignudo, ed anco di sua naturalezza debole, lo può da per sè stesso facilmente ravvisare (il cuore delle chiocciole terrestri).
Esempio: Marchett. Lucrez. 424: Avean compresse Fino all'estremo dì le nari..., occhi fossati, Cave tempie e contratte, ec.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 9: Volendo alcuni che l'essere gli occhi degl'insetti graticolati e pelosi non impedisca punto la vista.
Esempio: Rosmin. Orig. Id. 2, 334: La costruzione mirabile dell'occhio è accomodata a ricevere in quella parte certe modificazioni del sentimento, diverse da quelle che in sè ricevono gli orecchi, le nari, il palato.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 27: A noi dagli occhi Dolce spuntò la lacrima furtiva.
Definiz: § I. Usato con alcuni aggiunti, o compimenti, come Occhio Materiale, Occhio Del senso, Occhio Corporale o Occhio Del corpo, e simili, per contrapposto, tacito o espresso, all'attività della mente Occhio della mente. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 224: Credi tu, marito mio, che io sia cieca degli occhi della testa, come tu se' cieco di quegli della mente?
Esempio: Varch. Stor. 2, 103: Il quale, come cogli occhi corporali non vedeva se non poco, e molto d'appresso, così con quegli dell'intelletto scorgeva molto.
Esempio: Borgh. R. Rip. 4: Siccome l'occhio corporale ha virtù nelle cose sensibili così l'intelletto nelle intelligibili l'ha parimente.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 276: L'impedimento vero è, che si mirano i poveri con gli occhi soli del senso, non con quei della mente.
Definiz: § II. E usato con aggiunti esprimenti colore, a indicare il colore della pupilla. ‒
Esempio: Colonn. Guid. N. 191: Achille di mirabile beltade fue ornato, con biondi capelli e crespi, e colli occhi glauci e grossi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 12: Sotto duo negri e sottilissimi archi Son duo negri occhi, anzi duo chiari Soli.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 288: Ancorchè tutti i poeti greci e latini e i nostri ancora, con una voce medesima, gridino occhi neri..., nondimeno non mancò chi i cesj lodasse, che sono pendenti nel color del cielo.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 54: Minerva il precedea, La Dea dagli occhi di ceruleo tinti.
Esempio: Guerrazz. Racc. 23: Cotesto ritratto rappresentava una giovane donna decorosa per copia di biondi capelli, per dolcezza degli occhi azzurri soave.
Definiz: § III. E con relazione all'azione del guardare, Sguardo; più spesso in locuzione con verbi o aggiunti esprimenti direzione, movimento, intensità. E in tal senso si usa comunemente nel numero plurale. ‒
Esempio: Dant. Purg. 3: Leva, dissi al Maestro, gli occhi tuoi.
Esempio: E Dant. Purg. 4: Gli occhi prima drizzai a' bassi liti, Poscia gli alzai al sole.
Esempio: E Dant. Purg. 19: Ed ei veniva Con gli occhi fitti pure in quella onesta.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 32: Aspettando d'essere giudicato, volse l'occhio, e vide la madre sua, ch'era morta più tempo dinanzi, la quale ec.
Esempio: E Passav. Specch. Penit. 195: Dove è l'amore e 'l piacere, va l'occhio.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 122: Gli occhi infra 'l mare sospinse, e vide la galea.... dietro tirarsi il legnetto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 54: Ritrassi Orlando, e gli occhi al ramo gira: Non vede l'elmo, e tutto avvampa d'ira.
Esempio: Bern. Orl. 54, 44: Mentre che stan così cheti a pensare, Venne lor volto l'occhio alla pittura Di quella loggia.
Esempio: Car. Eneid. 11, 810: Turno ne la terribile virago Gli occhi fissando, O de l'Italia, disse, Ornamento e sostegno, ec.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 152: Riguardando con occhio continuo l'acqua della palla.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 62: Ferrautte, divoto e penitente, A occhi bassi non risponde niente.
Esempio: Leopard. Poes. 73: Chè gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, Io mirava colei ch'a questo core Primiera il varco ed innocente aprissi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 12: Poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli occhi all'intorno, li fissava alla parte d'un monte, dove ec.
Definiz: § IV. In locuz. figur. ‒
Esempio: Martin. T. V. 10, 166: Gli occhi del Signore sopra de' giusti, e le orecchie di lui tese alle loro orazioni.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 31: Presente All'occhio di Colui che tutto vede,... S'anco il potessi, all'inuman dovrei La mia fede obbligar?
Definiz: § V. E figuratam. ‒
Esempio: Dant. Parad. 7: Ficca mo l'occhio per entro l'abisso Dell'eterno consiglio.
Esempio: E Dant. Parad. 16: Che già per barattare ha l'occhio aguzzo!
Esempio: Petr. Rim. F. 56: Che se 'l popol di Marte Devesse al proprio onore alzar mai gli occhi, Parmi pur ch'a' tuoi dì la grazia tocchi.
Esempio: Bocc. Lett. 10: Acciocchè solo non crediate nell'esilio essere dalla fortuna ingiuriato, e abbiate in cui ficcar gli occhi, quando la noia dell'esilio vi pugne, estimo, ec.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 242: Conoscendosi per la comparazione quanto fosse diverso il reggimento moderato dei Veneziani da quello dei Tedeschi.... cominciavano a voltare gli occhi all'antico dominio.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 67: Sono perpetuamente impiegati in procacciarsi beni terreni, ricchezze, piaceri,... senza alzare mai gli occhi al loro Signore.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 17: In santo asilo Volti avrei gli occhi lacrimando al cielo, Che col dolor ci chiama.
Definiz: § VI. Pur figuratam., con certi compimenti, quali Della mente, Occhio Dell'intelletto, e simili. ‒
Esempio: Dant. Parad. 10: Or, se tu l'occhio della mente trani Di luce in luce, dietro alle mie lode, Già dell'ottava con sete rimani.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 41: Il che quanto in poca cosa Cisti fornaio il dichiarasse, gli occhi dello intelletto rimettendo a messer Geri Spina.... mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 8: Quando tu odi, che Gesù è ingenerato da Dio, guardati bene che negli occhi della tua mente non venga veruno pensiere di miseria di carnale generazione.
Esempio: Collaz. SS. PP. R. 72: Tu ti ponevi dinanzi agli occhi de la mente, non tanto solamente le somme acerbitadi de' vituperj, ma eziandio l'importabili tormenti.
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 308: Ora all'occhio mentale è conceduto Di riveder ciò che tu hai veduto.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 1: Rivolgerò gli occhi della mente da quei mali, che già tanti anni ha veduti la nostra età.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 15, 29: Tutto quel che negò l'alma natura Di far vedere all'uom visibilmente, Cerca con ogni studio ed ogni cura Veder con l'occhio interno della mente.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 305: E voi ancora, se aveste gli occhi dell'anima rischiarati dalla fede, come gli avea l'Apostolo, vedreste incontanente, nell'intimo di Gesù, tutti i vostri prossimi.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 301: Non avendo la facoltà o l'abito.... di seguire indefessamente coll'occhio dell'intelletto un lungo ordine di verità connesse tra loro a mano a mano, ec.
Esempio: Lambr. Elog. 15: L'occhio della sua mente si chiuse avanti quello del corpo.
Esempio: E Lambr. Elog. 214: Quell'occhio intellettuale che vede a uno sguardo, quel senso interiore che par toccare le più implicate verità, sono speciali doni dati da Dio alla donna.
Definiz: § VII. E per Maniera di guardare, Espressione dello sguardo, Guardatura; spesso con qualche aggiunto o compimento, che determina il sentimento o la qualità o la condizione che si manifesta per lo sguardo. ‒
Esempio: Dant. Inf. 4: Genti v'eran con occhi tardi e gravi.
Esempio: E Dant. Inf. 33: Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti Riprese il teschio misero co' denti, Che ec.
Esempio: E Dant. Purg. 12: O Niobe, con che occhi dolenti Vedeva io te segnata in su la strada Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!
Esempio: Petr. Rim. F. 76: Già di voi non mi doglio, Occhi sopra 'l mortal corso sereni.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 5: Come soglion talor dui can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti, Con occhi bieci e più che bracia rossi, ec.
Esempio: Cellin. Vit. 204: Gli guardavo tutti con l'occhio della stizza.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 31: Ebbe una figlia, detta Doralice, Che aveva un occhio che uccidea il cristiano.
Esempio: Salvin. Senof. 17: Chioma bionda; la molta disciolta, la piccola intrecciata, all'aure sventolante; occhi bruschetti, gaj come di pulzella, terribili come d'assennata.
Esempio: Pindem. Poes. 13: D'arcane tazze a lei medica mano Invan mesce conforto...: Disfiorata è la guancia, e l'occhio è morto.
Esempio: Leopard. Poes. 93: Ascoso innanzi Non ti fu l'amor mio per alcun tempo; Non a te, non altrui.... Assai palese Agli atti, al volto sbigottito, agli occhi Ti fu: ma non ai detti.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 477: Eran mostrati a dito, e guardati con occhi torti.
Esempio: Card. Poes. 566: Ove sei? de' sereni occhi ridenti A chi tempri il bel raggio, o donna mia?
Definiz: § VIII. E per Attenzione, Osservazione. ‒
Esempio: Viv. Disc. Arn. 40: Richieggono (le steccate) gran tempo a perfezionarsi, e grand'impiego d'operanti sparsi in più luoghi fuor degli occhi di quel ministro che debbe assistervi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 481: Cuciva, cuciva, ritirata in una stanzina, lontano dagli occhi della gente.
Definiz: § IX. E per L'uomo stesso, in quanto vede, osserva, e simili; anche con espresso riferimento a determinata persona. ‒
Esempio: Dant. Purg. 1: Marzia piacque tanto agli occhi miei Mentre ch'io fui di là, ec.
Esempio: E Dant. Parad. 10: Sovra il sol non fu occhio ch'andasse.
Esempio: E Dant. Vit. nuov. SD. 4: Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto.... quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente.
Esempio: E Dant. Vit. nuov. SD. 73: E li occhi no l'ardiscon di guardare.
Esempio: Petr. Rim. F. 135: Fra 'l bianco e l'aureo colore Sempre si mostra quel che mai non vide Occhio mortal, ch'io creda, altro che 'l mio.
Esempio: E Petr. Rim. F. 292: Beati gli occhi che la vider viva!
Esempio: Bibb. N. 5, 94: E le orecchie udenti beatificavano me, e l'occhio vedente rendea testimonianza a me.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 58: Nè la più forte ancor, nè la più bella (ròcca), Mai vide occhio mortal prima nè dopo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 28, 60: Nè luogo nè tempo ci comprendo Qui, dove in mezzo di tanti occhi siamo.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 10: Entrando in Roma e presentandosi al Pontefice insieme con gli altri imbasciatori de' collegati, non poteva in tanta moltitudine apparire agli occhi degli uomini lo splendore della pompa sua.
Esempio: Tass. Dial. 1, 367: Qualora l'onesta moglie s'accorgerà di non piacer così lisciata a gli occhi del marito, dal lisciarsi si rimarrà.
Esempio: Martin. T. N. 2, 38: Adesso lascerai, o Signore, che se ne vada in pace il tuo servo.... perchè gli occhi miei hanno veduto il Salvatore dato da te.
Esempio: E Martin. T. N. 2, 123: Beati gli occhi, che veggono quello che voi vedete.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 32: Eransi esposte agli occhi e alle orecchie dei cittadini due maraviglie.
Definiz: § X. Ed anche per Presenza, Cospetto. ‒
Esempio: Dant. Vit. nuov. SD. 90: Temendo di non mostrare la mia vile vita, mi partio dinanzi da li occhi di questa gentile.
Esempio: Martin. T. V. 4, 192: E l'Angelo del Signore sparì da' suoi occhi.
Esempio: Leopard. Poes. 101: Io tutti Della prima stagione i dolci inganni Mancar già sento, e dileguar dagli occhi Le dilettose immagini, che tanto Amai.
Definiz: § XI. E per Il senso della vista, e altresì Uso, Esercizio, di esso. ‒
Esempio: Dant. Purg. 1: Agli occhi miei ricominciò diletto, Tosto ch'i' uscii fuor dell'aura morta, Che m'avea contristati gli occhi e il petto.
Esempio: E Dant. Purg. 15: Questo (il fumo) ne tolse gli occhi e l'aer puro.
Esempio: Pucc. A. Rim. V. 91: Non fu giammai così nobil giardino, Come a quel tempo egli è Mercato Vecchio, Che l'occhio e 'l gusto pasce al Fiorentino.
Esempio: Med. L. Op. 4, 85: Abbia (il cavallo).... piccola coda, mantello che sia grato agli occhi con qualche buon segno.
Esempio: Vai Rim. 23: Se lo vedi (il gelsomino) ad altro in mano Sopra un gambo di finocchio, Ti rallegri il cuore e l'occhio Più d'un miglio da lontano.
Esempio: Magal. Lez. II, 3, 208: Errori così considerabili.... m'hanno fatto credere dovere essere cosa di gran momento, trattandosi del giudicare gli oggetti, il riconoscere i modi, con che da' sensi ci vengono portati, ed offerendocisi per lo più nobile l'occhio, questo intraprendo ad esaminare.
Esempio: Rosmin. Orig. Id. 2, 357: La grandezza delle cose rilevata per via dell'occhio dee confrontarsi con quella del tatto.
Esempio: Guerrazz. Buc. 12: Coteste opere di arte si conserveranno come le statue di granito dei re di Egitto, spaventevoli all'occhio, obliate dalla memoria.
Definiz: § XII. E per Apparenza. ‒
Esempio: Firenz. Pros. 2, 166: Eglino per tre dì ci diedero molto ben da mangiare, acciocchè rifacendoci un poco, noi avessimo miglior occhio in sul mercato: e quando parve loro che noi fussimo un poco più vistosi.... e cavalli e asini tutti fummo messi all'incanto.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... Diciamo delle cose, che sono in vendita, avere, o non avere, occhio: che significa avere, o non avere apparenza.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 169: Gli si diede, almeno per l'occhio, un'importanza statica.
Definiz: § XIII. E per Attitudine a giudicare di distanze, proporzioni, e simili, con sufficiente esattezza, senza bisogno di prender misure. ‒
Esempio: Cant. Carn. 439: Giovane e destro ancor convien l'uom sia E pien di gagliardia: Abbia buon occhio e le braccia snodate Per dar sempre di colta le sassate.
Definiz: § XIV. E per Modo di giudicare, Criterio: e propriamente con qualche aggiunto determinativo. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 174: Il quale (Dio) io priego che con giusti occhi questa tua operazion riguardi.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 410: Le quali (novelle), se con ragionevole occhio da intendente persona fien riguardate, ec.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 9: Nicomaco pittore veggendola (l'Elena di Zeusi) restò sbalordito per lo stupore: accostossegli un certo goffo, e interrogollo perchè ne facesse tanti miracoli. Non me ne domanderesti, diss'egli, se tu avessi i miei occhi.
Esempio: Targ. Viagg. 10, 190: Tutti i nostri monti, osservati con occhio filosofico, sembrano parte sbullettature, parte sfracassature della crosta del globo terraqueo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 196: Chi amministra ha un occhio singolare Per veder quando è tempo di mangiare.
Definiz: § XV. E con un compimento attenente a materia o disciplina, serve talora a indicare la persona stessa in essa esercitata. ‒
Esempio: Guast. Scritt. Art. 459: Una sera del 64 io feci leggere a Cammillo Boito, uno di que' documenti.... e fu come un lampo di luce, che fece intravedere a quell'occhio acutissimo di artista e di scrittore un ordine nuovo di studj.
Definiz: § XVI. Usato come termine di prospettiva, vale Punto di veduta. ‒
Esempio: Accolt. Prosp. 44: Sia data la distanza dalla fronte del sudetto piano, o palco, come AD, l'altezza dell'occhio, come DE.
Esempio: Zanott. E. Prospett. 4: Sia un occhio situato nel punto O superiore al detto piano, e sia condotta la perpendicolare OS. Il punto O dicesi punto di veduta.
Definiz: § XVII. E trovasi per Prospetto, Veduta. ‒
Esempio: Alb. Fam. 182: Io mi ricordo a Firenze.... quelli nostri luoghi.... posti in aere cristallina, in paese lieto, per tutto bello occhio, rarissime nebbie, non cattivi venti, ec.
Definiz: § XVIII. Occhio si usa comunemente a significare Piccola apertura circolare, guarnita o no di vetro, fatta in porte, pareti, e simili, per spiar dentro, ovvero per dare aria o luce.
Definiz: § XIX. Vale anche Ciascuno di quei dischi di vetro, di cui si componevano le invetriate delle finestre, e in parte si compongono ancora, specialmente per le chiese. ‒
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 510: I vetraj fanno diversi lavori, come sono bicchieri.... specchi, occhi da finestre, ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 180: I moderni.... hanno fatto le finestre di vetro, di occhi e di piastre.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. appr.: E dove elle si facevano nel principio semplicemente d'occhi bianchi, e con angoli bianchi oppur colorati, hanno poi imaginato gli artefici fare un musaico delle figure di questri vetri ec.
Definiz: § XX. Occhio, si dice pure una Finestra di forma circolare od ovale, usata più che altro nell'architettura religiosa, ed anche l'Invetriata della finestra stessa. ‒
Esempio: Dat. Gor. Stor. 109: Di sopra al detto oratorio è tutto a beccatelli.... e dentro è tutto storiato di maravigliose figure con infiniti occhi e finestre di vetri intagliati di diverse storie.
Esempio: Manett. A. Op. stor. 108: Di già gli occhi erano quasi chiusi, ed erano necessitati pensare al volgere della cupola.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 257: Filippo di ser Brunellesco.... vi aggiunse (alla tribuna di Santa Maria del Fiore), prima che cominciasse a voltarla, tutta quell'altezza dove oggi sono gli occhi.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 121: Dilettossi della pittura e di lavorar di vetro; ed in Santa Maria del Fiore fece quegli occhi che sono intorno alla cupola, eccetto uno che è di mano di Donato.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 8, 104: Sono infinite opere di finestre per quella città, tutte bellissime: e nella Madonna delle Lagrime l'occhio grande con l'Assunzione della Madonna e Apostoli.
Esempio: Buomm. Descriz. Fest. 10: Sopra il fregio facevan larghissimo padiglione alcune rasce, che arrivando all'altezza dell'occhio della chiesa, pendevano sino in terra da ogni banda.
Esempio: Dat. Eseq. 17: Gli occhi fatti ad illuminar la chiesa turati in quel giorno da gigli d'oro in campo nero servivano d'acconcio ornamento.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 110, 1: Occhio. Spezie di finestra rotonda, o ovata, che per lo più si suol porre nelle facciate delle chiese, e nelle parti più alte di quelle, o sopra le porte, o nella più alta parte della facciata delle case.
Esempio: E Baldin. Decenn. 3, 12: Procurare.... che con nobile magistero di quella sorta di pittura, che dicesi musaico di vetri colorati, con più sacre istorie, da uomini di primo sapere, gli occhi del tamburo della medesima si lavorassero.
Esempio: E Baldin. Decenn. 4, 195: Colorì ancora uno di quei re, che si veggono situati negli altri spazj di sopra ria l'uno e l'altr'occhio del tamburo della medesima cupola.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 164: Ricordano pure il Campanile nel suo secondo compartimento que' due risalti sormontati da due leoni, che fiancheggiano l'occhio maggiore.
Esempio: E Guast. Scritt. Art. 286: Quando, dopo il quaranta, si pensò a rifare nella Cupola di Firenze l'occhio, che non s'è poi rifatto, a Monaco ne chiesero i prezzi.
Definiz: § XXI. Vale anche Quell'apertura della cupola, che resta sotto la lanterna. ‒
Esempio: Morell. G. Ricord. 118: In detto dì si serrò la tribuna grande, cioè l'occhio sotto la lanterna di Santa Maria del Fiore.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 210: E lunghe vadano insieme le dette due volte, piramidalmente murate, insino alla sommità dell'occhio chiuso dalla lanterna.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 221: Vedendo già cominciare a chiudere le due volte verso l'occhio dove aveva a cominciare la lanterna, ec.
Definiz: § XXII. Nel linguaggio dell'architettura, vale anche Piccolo disco in cui termina la voluta del capitello ionico e del composito. ‒
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 218: Gira a questo modo insino all'occhio, ciò è insino a quel cerchio piccolo del mezzo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 95, 2: Le volute sono ornamento proprio dell'ordine ionico e del composito, e sotto l'abaco per tre volte, fino alla tangenza dell'occhio (il quale è nel mezzo della loro fronte) rigirano involte in alcuni cartocci, che ec.
Definiz: § XXIII. È anche Term. d'Ingegneria idraulica, e vale Vano, Apertura, per cui passi l'acqua. ‒
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 5, 317: Quando il signor Ceva ci darà la livellazione del pavimento della chiusa a Governolo.... dell'altezza de' due occhi della chiusa..., allora si potrà vedere se ec.
Definiz: § XXIV. Occhio, si usa a denotare Foro, o Incavo, circolare od ellittico, aperto in certi arnesi o ordigni a fine d'inserirvi o fermarvi qualche pezzo; ed anche Anello o Cerchio, che serva a stringere, tenere insieme, e simili, due parti di un ordigno, o semplicemente per attaccare l'oggetto a cui appartiene. ‒
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 116: Sia.... la taglia A B, che abbi due occhi, che siano uno nell'A e l'altro nel B. In quello dell'A se (si) metterà lo stroppo, che ha di tener ferma detta taglia in corsia: nell'occhio B s'investirà una cima del prodano.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... Occhio è quel buco che è nella guardia, parte della briglia, dove entrano i portamorsi.
Esempio: Allegr. Gev. 19: Ha (una mannaiola) l'occhio stretto e 'l manico gentile.
Esempio: E Allegr. Gev. appr.: In cotesta faccenda Il manico farà miglior effetto, Quand'ella (la scure) è d'occhio largo e taglio stretto.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 94: Quella (incrostatura d'intonaco), che sta immediatamente attorno a i paletti e occhi de' medesimi, vedesi ben calzante e ben custodita.
Esempio: E Baldin. Vit. Bern. 97: I paletti fitti negli occhi delle catene, o cinturini, o cerchi, che dir vogliamo, che si vedono dal mezzo di esse catene in su, sarebbero usciti di piombo.
Esempio: E Baldin. Vocab. Dis. 91, 1: Martello.... Strumento per uso di battere e di picchiare...: le sue parti son tre, l'occhio che è un foro o apertura per lo più nel mezzo di esso, dove si ferma il manico di legno; la bocca, ec.
Esempio: Bart. D. Inghilt. 5, 178: Per entro gli occhi d'una di quelle mie manette passarono un bastone di ferro, indi per le anella della colonna, e simile dell'altra mano.
Esempio: E Bart. D. Suon. 263: Nella sommità del convesso, in vece dell'occhio per cui passa lo staffile, ha un bottoncino d'osso.
Esempio: Not. Malm. 2, 637: Quello (anello) delle padelle si dice propriamente occhio; essendo per ordinario un cerchietto, aperto da una parte, fatto del medesimo manico.
Definiz: § XXV. Vale anche Ciascuno dei fori di una nave per i quali passano le gomene: usato specialmente nella locuzione Per occhio. ‒
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 129: Si diede fondo a tutti due i ferri di proda, lasciando andare le gomene per occhio.
Definiz: § XXVI. Parlandosi di martelli, trovasi usato nel senso di Bocca. ‒
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 2, 296: Ànno un certo martello gli scultori del porfido che ha il suo forte manico, ma non ha occhio e penna come quei de' legnaioli, nè occhio e taglio come le martelline de' muratori, ma da tutte due le parti finisce in una punta fatta a punta di diamante.
Definiz: § XXVII. E semplicemente per Apertura, Foro, qualsiasi, di forma circolare o che ad essa si avvicini. ‒
Esempio: Bart. D. Suon. 103: Sotto qual Euclide hanno appresa geometria le api, onde tutte s'accordino ad ingraticolare i favi delle lor celle non mai altrimenti che con occhi a sei facce?
Esempio: E Bart. D. Tens. 23: Rappresentianci un vaso di dieci palmi d'altezza, e gli si apra il fondo con un occhio ritondo, il cui diametro facciam che sia la misura d'un palmo.
Definiz: § XXVIII. Occhio, prendesi per Piccolo vano, di forma più o meno sferica, che si formi in un impasto, come quello del pane o del cacio; Bucherello. ‒
Esempio: Bard. P. Avinav. 12, 69: Pan papalino pargli e pan buffetto, Tutt'occhi, assai leggier, boffice e bianco.
Esempio: Not. Malm. 2, 550: Aviamo un dettato, per mostrare in che consista la perfezione del pane, del cacio e del vino, che dice: Pan coll'occhio, Cacio senz'occhio, ec.
Esempio: Targ. Rag. Agric. 160: Dentro avea (una forma di cacio) molte fessure e cavernette, che comunemente diconsi occhi.
Esempio: E Targ. Rag. Agric. 181: La cautela importantissima.... per fare un cacio buono e bello consiste nello spogliarlo di tutto il siero in modo tale che la sua pasta diventi fitta e senza cavernette, cioè, come dicesi per dettato, riesca cacio serrato e senz'occhi.
Definiz: § XXIX. E per Piccola parte di materia, in forma press'a poco d'occhio, che spicchi per la differenza del colore in un impasto, in una massa. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 20: Com'anche di quegli altri sciagurati, Ch'appoggiavan chi 'l cacio, e chi i poponi: E chi cavava gli occhi a' pan pepati.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 40: È cieca, è ver; ma pur il pan pepato È più forte, se d'occhi egli è privato.
Esempio: Not. Malm. 1, 68: Vi mescolano (nel pan pepato) pezzetti di bucce di poponi, zucche, cedri ed aranci canditi;... li quali pezzetti, quando il pan si taglia, restano nella tagliatura a similitudine d'occhi: e perciò da' nostri fanciulli son chiamati occhi: e cavandosi dal pane tali occhi, che sono dolci, il pane resta più forte, cioè più acido.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 495: E chi cavava gli occhi a' pan pepati. Gli occhi, cioè i tasselli d'aranciata.
Definiz: § XXX. E per Ciascuno di quei piccoli dischi che si formano sulla superficie di acqua o altro liquido, in cui sia infuso olio, grasso, e simili; e più particolarmente, di brodo che contenga del grasso; Stella.
Definiz: § XXXI. Si usa anche per Macchia naturale di forma simile a quella dell'occhio, che si vede nelle penne di alcuni uccelli e anche nella pelle di altri animali. E prendesi anche per Penna che ha la detta macchia. ‒
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 73: Il paone fra l'altre sue proprietadi, per quello che ne appaia, ne ha quattro notabili. La prima si è, ch'egli ha penna angelica, e in quella ha cento occhi; la seconda ec.
Esempio: E Bocc. Vit. Dant. M. 74: Alcuni vogliono il paone avere nella coda cento occhi.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 19: De' dare.... per 500 occhi di code di pagone, scelti, per lire IIII, soldi VIII el cento.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. appr.: E de' dare.... per 300 occhi di code di pagone di sorta per grani X 1/2 el centinaio.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 110, 1: Ed occhi diconsi quelle belle macchie rotonde, che à nella coda il pavone.
Esempio: E Baldin. Vocab. Dis. 118, 1: E molto ricca coda (ha il pavone), le cui macchie, lumeggiate del colore simile all'oro, chiamansi occhi.
Esempio: Salvin. Opp. 94: Vaia pelle (quella del gatto pardo) e colore luccicante, Scuro per occhi nereggianti e spessi.
Definiz: § XXXII. Occhio, parlandosi di piante, si usa a denotare quel Rigonfiamento formato da piccole squamme strette fra loro, per il quale la pianta rampolla. E dicesi pure così quel Rigonfiamento che si trova nelle radici di alcune piante e nei tuberi, che serve alla riproduzione; Gemma. ‒
Esempio: Pallad. Agric. 138: I tralci, che vi innesti, sien sodi, ritondi e pieni di molte gemme e d'occhi. E allo innestare bastano tre occhi lasciati al tralce.
Esempio: E Pallad. Agric. 148: Gli altri anni si vogliono divellere (gli sparagi), acciocchè gli occhi de' germogli della radice s'aprano.
Esempio: Bocc. Amet. 92: Insegnommi come e in che tempo gli occhi d'un albero nelle tenere cortecce dell'altro pigliassero forze.
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 315: In ogni tronco Può (il potatore) due germi lasciar tagliati in modo Che 'l secondo occhio si ritenga a pena.
Esempio: Ricett. fior. G. 45: Hanno creduto i medici di quel regno.... che ella (la manna) sia una gomma, o lagrima, che distilli ne' dì caniculari da' frassini e da gli orni, dal tronco, da' rami grossi e piccoli, da gli occhi che mandano fuori il picciuolo e le foglie.
Esempio: Soder. Op. 2, 71: Si pianta [la canna] con i suoi occhi spiccati l'un dall'altro interi.
Esempio: E Soder. Op. 2, 72: Il tempo di piantare le canne e di ritrapiantarle è avanti che gli occhi comincino a muovere.
Esempio: E Soder. Op. 2, 283: Ha [il pugnitopo] le barbe a occhi come gli asparagi e come le canne, e da quelli occhi germoglia fuori a fare il fusto.
Esempio: Red. Lett. 1, 254: Circa poi quel medicamento fatto con i tralci di vite, di smilace, di occhi di canna, ec. io non saprei che dirmi.
Esempio: Targ. Alimurg. 211: Gli alberi ogn'anno alla fine della primavera concepiscono gli embrioni di nuovi rami, che noi chiamiamo occhi.
Esempio: Lastr. Agric. 3, 58: Nelle parti laterali di queste fossette si piantino gli occhi delle canne distanti almeno un braccio l'un dall'altro.
Definiz: § XXXIII. Vale anche quella Parte del seme, donde la pianta germoglia. ‒
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 14: Le formiche rodono al grano quell'occhio d'onde germoglia.
Definiz: § XXXIV. Occhio, si dice, in una specie di giuoco del biliardo che si chiama Corda, Ciascuno dei tre punti che i giocatori prendono da principio.
Definiz: § XXXV. Occhio, si usa figuratam. per Cosa essenziale, Parte molto importante, di un'istituzione, di uno Stato, e simili. ‒
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 377: Siamo sanza Pisa, che è l'occhio del nostro dominio.
Esempio: Pallav. Tratt. div. 5: Il monarca erudito, fondato su gli argomenti chimerici, sprezza l'esperienza e 'l consiglio, che sono ambidue gli occhi del principato.
Esempio: Giobert. Apol. 61: Ben potea il critico francese largheggiar di eloquenza a pro di un Ordine che a suo parere è l'occhio e il cuore della Chiesa.
Definiz: § XXXVI. L'occhio destro di alcuno, L'occhio diritto di alcuno, Uno degli occhi del capo di alcuno, L'occhio, e simili, di alcuno, sono locuzioni usate a indicare Persona, e talora anche Cosa, sommamente cara ad alcuno, prediletta da esso; e più che altro, in costrutto col verbo Essere essere l'occhio destro di alcuno, essere l'occhio diritto di alcuno, essere uno degli occhi del capo di alcuno, essere l'occhio di alcuno. ‒
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 402: Non so ove si sia la vostra figlioccia, e figliuola mia, l'anima mia e gli occhi del capo mio.
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 195: Pisa, sentendo Pecciole assediato, Il qual è l'un degli occhi del Pisano, ec.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 114: Io soleva essere uno degli occhi del capo vostro.
Esempio: Stor. Aiolf. 2, 277: Elia gli conosceva ricchi e di gentile sangue..., ed erano l'occhio del capo dell'Alfamir.
Esempio: Car. Trad. gr. 103: Il padre verso il figliuol suo, generato, allevato e tenuto da lui per unico occhio della sua vita..., il padre, dico, verso suo figliuolo si porta per modo, che ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 2: Si diceva per ognuno, che egli era l'occhio diritto del suo maestro.
Esempio: Cecch. Diss. 2, 1: La quale è riuscita una bella e una graziata figliuola, e.... è l'occhio destro di Pietro e di madonna Dorotea.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 96: Messer Alesso mio padrone ha.... una figliuola senza più, La quale è l'occhio destro ch'egli ha in testa.
Esempio: Dav. Tac. 1, 105: Una Martina, maliarda famosa in quella città, l'occhio di Plancina.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio. Esser l'occhio d'alcuno: Esserli in gran favore. Esser l'occhio diritto d'alcuno: Esserne favoritissimo.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 146: Il quale operava di straforo ed era l'anima di tutto, perciocchè stava agli orecchi del Re ed era l'occhio suo.
Esempio: Giust. Vers. 43: D'un Balì che di Corte è l'occhio destro Dette di frego a un debito stantio.
Definiz: § XXXVII. Coda dell'occhio. ‒
V. Coda, § XXIII.
Definiz: § XXXVIII. Colpo d'occhio, si dice Ciò che si presenta all'occhio da un punto da cui si abbracci colla vista molto spazio; sia trattandosi di paesaggi, nel qual caso si dice anche Veduta, sia di spettacoli. ‒
Esempio: Giust. Epist. 1, 88: Di nuovo sono andato in visibilio per delle buone mezz'ore ai bei colpi d'occhio, che di passo in passo si presentano da queste vette.
Definiz: § XXXIX. Mal d'occhio, che anche si scrive congiuntamente Maldocchio, e talora Mal d'occhi, vale Fascino, Malìa. Onde la locuzione Dare il mal d'occhio, e anche, come si disse, Fare mal d'occhio, per Affascinare. ‒
Esempio: Cant. Carn. 112: Simil difetto Ai vogliolosi fa venir mal d'occhio.
Esempio: Domen. Plin. 185: Nella medesima Africa sono alcune famiglie, che fanno mal d'occhio, le quali ec.
Esempio: Varch. Ercol. 253: Fascinare è proprio quello che noi diciamo far mal d'occhio.
Esempio: E Varch. Invid. 48: Ed è tanto il veleno di questa pestilentissima bestia possente, che si crede per molti che uno invidioso noccia solamente col guardo: onde si dice ancora vulgarmente Far mal d'occhi.
Esempio: Vai Rim. 12: Chi gli pon sotto il naso Ruta, assenzio e finocchio, Se l'avessi per caso Preso qualche mal d'occhio.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... E Far mal d'occhio, che è affascinare.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 532: Occhio serpentino, che taglia e uccide col guardo, vibrando spiriti focosi e vivaci, i quali penetrando nell'altrui occhio, per quello velocemente passano al cuore, formando una spezie d'affascinamento, o mal d'occhio, quale appunto si è l'amore.
Definiz: § XL. Per similit. Mal d'occhio è anche nome volgare d'una pianta, detta pure Succiamele e Orobanche. ‒
Esempio: Michel. Relaz. 16: Mal d'occhio similmente fu detta (la pianta del Succiamele), quasi che affascini e streghi le piante.
Definiz: § XLI. Occhi d'Argo, si dice per Oculatezza grande, Attenzione sempre pronta; specialmente usato nella locuzione Avere gli occhi d'Argo, che vale quanto Avere mille occhi. ‒
Esempio: Machiav. Comm. 296: Guardala pure (la donna), e mille chiavi serra, Che se tu bene avessi d'Argo gli occhi, Tanto perversa, indiavola, e fa guerra, che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 107: Con occhi d'Argo il figlio di Pipino Previde ove assalir dovea Agramante.
Esempio: Dav. Camb. 431: Bisogna aver gli occhi d'Argo in avvertire a chi tu dài a cambio, a chi tu rimetti, ec.
Definiz: § XLII. Occhi del cielo, e I due occhi del cielo. ‒
V. Cielo, § XIX.
Definiz: § XLIII. Occhi di civetta. ‒
V. Civetta, §§ VI e VII.
Definiz: § XLIV. Occhi di pulce. ‒
V. Pulce.
Definiz: § XLV. Occhio del sole, od Occhio solare, vale lo stesso che Sfera solare, Sole. ‒
Esempio: Pallad. Agric. 48: E 'l lume daremo loro (ai bagni) dalla parte del meriggio, e alquanto verso levante.... e verso 'l ponente.... sicchè tutto die si possano illuminare dall'occhio del sole.
Esempio: E Pallad. Agric. 77: Quando la mattina apparisce l'occhio del sole al monte, farà lunga l'ombra dell'uomo XXIX piedi.
Esempio: Dant. E. Astrolab. 37: Quando fosse nugolo, alza l'astrolabio, e traguarda per i buchi della diottra il centro dell'occhio solare.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 49: Oh! questa invenzïone Parve alla nostra merla un operone Da far fracasso ovunque e gira e vede L'occhio del sole.
Definiz: § XLVI. Occhio del sole, vale pure Parte meridionale del cielo; e parlandosi di terreni, vale Esposizione corrispondente ad essa. ‒
Esempio: Dat. Oraz. I, 2, 201: Non così rigogliose scoppian le piante, nè si lieti spuntano i fiori condizionandosi al frutto, esposti all'occhio del sole, come ec.
Esempio: Red. Ditir. 22: Madre gli fu quella scoscesa balza, Dove l'annoso fiesolano Atlante Nel più fitto meriggio e più brillante Verso l'occhio del sole il fianco innalza.
Esempio: Magal. Lett. scient. 123: I tre muri alti del giardino, tutti spalliere...: nell'occhio del sole, dove ha la sua maggior distesa, agrumi.
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Occhio.... Luoghi esposti all'occhio del sole, si dicono i luoghi posti a solatio.
Definiz: § XLVII. Occhio di bove, è nome di un'Apertura piuttosto piccola, rotonda o ellittica, praticata nell'alto di certi edifizj a scopo di dar luce.
Definiz: § XLVIII. Occhio di gatta. ‒
V. Gatta, § VIII.
Definiz: § XLIX. Occhio di gatto, vale lo stesso che Occhio di gatta.
Definiz: § L. Occhio di granchio, e anche di cancro o di gambero, si disse Ciascuna delle due concrezioni bianche che si trovano nello stomaco dei gamberi marini e che erano usate anticamente in medicina. ‒
Esempio: Malpigh. Lett. 395: Col cibo si potria pigliare alle volte.... di polvere d'occhi di granchio con gr. 10 di nitro purificato.
Esempio: Red. Cons. 1, 135: Si è usata la polvere viperina..., e di più il magistero di occhi di granchi, ec.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 427: Occhi de' cancri o de' gambari, che si adoprano da' medici per addolcire gli acidi e gli agri delle prime vie, detti Oculi cancrorum.
Definiz: § LI. Occhio di lince. ‒
V. Lince, § IV.
Definiz: § LII. Occhio di pernice. ‒
V. Pernice.
Definiz: § LIII. Occhio di sole, vale Bellezza rara; usato come predicato di donna. ‒
Esempio: Fag. Comm. 2, 13: Ed è bella questa signora contessa? F. È un occhio di sole.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 74: Trovo una vedovella grazïosa, Che si può dire un vero occhio di sole.
Definiz: § LIV. Occhio pollino, vale lo stesso che Occhio di pernice, sorta di callo.
Definiz: § LV. Pezzo di carne con gli occhi. –
V. Carne, § XXII.
Definiz: § LVI. Pieno d'occhi, vale Che vede tutto, Vigilante. ‒
Esempio: Cess. Scacch. volg. 107: A' guardiani conviene essere solliciti, pieni d'occhi e zelanti del bene comune.
Definiz: § LVII. Un batter d'occhio, vale Un istante, Un momento. ‒
Esempio: Petr. Rim. F. 298: I dì miei.... Fuggir come ombra; e non vider più bene Ch'un batter d'occhio e poche ore serene.
Esempio: Contenz. Anim. Corp. T. 91: E non ci dee parere fatica di stare in penitenzia in questa vita, la quale è un battere d'occhio a ragione della celestiale gloria.
Definiz: § LVIII. A caldi occhi, è locuzione avverbiale che si usò col verbo Piangere a caldi occhi, o simile: e vale lo stesso che A calde lacrime. Anche figuratam. ‒
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 42: Chi fia giammai così crudel persona Che non pianga a cald'occhi e spron battuti.... La barba di Domenico d'Ancona?
Esempio: Firenz. Pros. 1, 24: Postosele in ginocchioni a' piedi, piangendo a cald'occhi, le chiese perdono del suo fallo.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 45: E mentre che io, con queste e simili altre parole, a caldi occhi piangeva le mie disavventure, io udii intorno all'uscio un gran romore.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 79: E' ne menarono una sola verginella: la quale piangendo a caldi occhi, e stracciandosi le ricche veste e i biondi capelli,... dava indizio ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 123: Vi protesto che voi ve ne pentirete a cald'occhi.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 152: Conosco ben chi stette lor sotto (ai maestri) poco, mal volentieri e di rado, e se ne duol con tutto ciò a cald'occhi.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 38: Disperato alla fin di ciò Brunetto, Col gomito appoggiato in sul guanciale, A cald'occhi piangendo più che mai: Io vo' saper (dicea) quel che tu hai.
Esempio: Segner. Pred. 57: È cosa da deplorare a cald'occhi la poca fame, che ne' Cristiani medesimi è d'ascoltare la parola di Cristo.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 243: Voi tolto al mondo, e che fia 'l mondo? e quali L'arti saranno? io che farò? confuse Quanto a cald'occhi piangeran le Muse?
Definiz: § LIX. A colpo d'occhio, è locuzione avverbiale, che vale A prima vista, In un'occhiata. ‒
Esempio: Zanott. E. Prospett. 189: La bellezza si manifesta come a colpo d'occhio a tutti quelli, che ànno qualche senso per essa.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. Pref. V: Niuno di essi espone que' quadri, per così dire, ove a colpo d'occhio si vede tutto il seguito delle cose.
Definiz: § LX. A corsa d'occhio, trovasi per In gran fretta; parlandosi di guardare, leggere, e simili. ‒
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 41: Acciocchè.... venga a gli sfacendati umor di darle (a una canzonetta) una lestissima letturina a corsa d'occhio.
Definiz: § LXI. Agli occhi di alcuno, ed anche Davanti agli occhi di alcuno, e secondo proprietà biblica, Negli occhi, di alcuno, vale Conforme al modo di vedere o di sentire di esso, Secondo il suo giudizio o sentimento: Per lui. Anche con qualche aggiunto denotante qualità o condizione. ‒
Esempio: Dant. Parad. 4: Parere ingiusta la nostra giustizia Negli occhi de' mortali, è argomento Di fede.
Esempio: Tass. Gerus. S. 6, 104: O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea, E mi conforta pur che m'avvicine.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 311: Se davanti agli occhi tuoi non fui sempre imperadore, voglio esserlo oggidì.
Esempio: Martin. T. V. 2, 230: Se adunque io ho trovato grazia nel tuo cospetto, fammi veder la tua faccia, affinchè io ti conosca e trovi grazia dinanzi a' tuoi occhi.
Esempio: E Martin. T. V. 7, 284: E fece quello che era giusto negli occhi del Signore.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 43: Infingarda e vile Per me ti chiamo, e sei Oggetto di disprezzo agli occhi miei.
Esempio: Leopard. Poes. 94: Ah, se una volta, Solo una volta il lungo amor quïeto E pago avessi tu, fòra la terra Fatta quindi per sempre un paradiso Ai cangiati occhi miei.
Definiz: § LXII. Agli occhi, Negli occhi, Sugli occhi, Sotto gli occhi, sono locuzioni avverbiali che valgono In presenza, In cospetto. ‒
Esempio: Dant. Inf. 20: Vedi a cui S'aperse agli occhi de' Teban la terra.
Esempio: Vill. M. 5, 69: Il famiglio fu preso, e negli occhi de' nemici impiccato a' merli delle mura della città.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 481: I nimici, fatto gran preda e preso grande numero di prigioni e arse molte ville negli occhi de' cittadini..., finalmente si partirono.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 214: Durò questo tormento in su gli occhi di Filippo per fino al 1426.
Esempio: Tass. Gerus. S. 3, 15: Gardo a quel fero scontro è spinto a terra In su gli occhi de' Franchi e de' Pagani.
Esempio: E Tass. Dial. 1, 218: Queste cose avvennero.... non fra gli aditi de' bugiardi sacerdoti, ma su gli occhi degli eserciti e ne la frequenza de' gravissimi senatori.
Esempio: Segner. Mann. magg. 6, 3: Se in tua cella, in tua camera tu stai chiuso, e quivi scorgi quella candela medesima, che ti serve, a poco a poco distrutta morir su gli occhi, ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 13: Sotto gli occhi miei sarà rivista La mia ristampa, onde non manchi un'ette.
Esempio: Guerrazz. Buc. 10: Accade spessissimo che.... la opera che sotto gli occhi tuoi cominciò Achille tu te la veda finire da Tersite.
Definiz: § LXIII. All'occhio, coi verbi Parere all'occhio, Apparire all'occhio, Essere all'occhio, o simili, vale A prima vista, Giudicando dalle apparenze. ‒
Esempio: Castigl. Corteg. V. 138: Quelli che falsifican li ducati sogliono così ben dorargli, che all'occhio paion molto più belli che i buoni.
Definiz: § LXIV. A occhio, è maniera avverbiale che vale Con la vista, Coi proprj occhi; usato anche a rinforzare il verbo Vedere a occhio. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 287: Di quante cose l'anima abbia sete vedete; tutto dì disidera ed ha sete delle cose del mondo..., degli onori e degli altri diletti mondani; e a quello, che l'uomo se ne mette per acquistarli, e la pena che ci dura, voi il vi vedete tutto dì ad occhio.
Esempio: E Fr. Giord. Pred. 1, 237: Non venne in sogno, ma visibilmente; perocchè più certa cosa è quella, la quale si vede a occhio, e meglio provata.
Esempio: Giamb. Vegez. 90: Le spie da' nemici mandate comprendono onde la via si dee fare, o per pensamento, o vero ad occhio.
Definiz: § LXV. Vale più spesso, Regolandosi secondo che possiamo congetturare per mezzo della sola vista, Senza strumento alcuno; ed anche Approssimativamente, Senza esattezza. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 28: Or non vedete che a occhio si misurano le torri e gli albori ed i monti e le valli?
Esempio: Cas. Pros. 3, 192: Non ne fate capital nessuno di quel che M. Bonaventura ha detto a M. Hercole, perchè trae in arcata e misura a occhio.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 154: Appresso, misuratili (i disegni) con le seste o a occhio, si ringrandiscono dalle misure piccole nelle maggiori.
Esempio: Galil. Op. IV, 64: Non avendo io allora ritrovato modo di misurar con istrumento alcuno le distanze di luogo tra essi pianeti, notai tali interstizj con le semplici relazioni al diametro del corpo di Giove, prese, come diciamo, a occhio.
Esempio: E Galil. Op. VII, 388: Penso che arbitrariamente, e come si dice a occhio, uno di loro de i più antichi pronunziasse la cosa esser così.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 4: Questo scompartimento si potrà fare a occhio.
Esempio: Not. Malm. 1, 242: Le cose che si fanno a occhio per lo più non tornano mai adeguatamente ed a giusta misura.
Esempio: Targ. Viagg. 8, 302: Dipoi s'inalza una ripa di collina, alta, per quanto potei giudicare a occhio, 30 braccia.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 131: Quel falso pezzente che s'era inoltrato a quel modo nella povera casetta, non era altro che il Griso, il quale veniva per levarne a occhio la pianta.
Definiz: § LXVI. E per Senza preparazione, Senza studio. ‒
Esempio: Montecucc. Op. 1, 233: Ne' riscontri inopinati far la guerra a occhio; caricar con impeto, ec.
Definiz: § LXVII. E per Con facilità, Speditamente, quasi con un'occhiata. ‒
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 258: Ferina che è la bandiera, i centurioni e capidieci possono giudicare a occhio il luogo loro.
Definiz: § LXVIII. E semplicemente per Secondo le apparenze, Senza averne alcuna prova sicura. ‒
Esempio: Fag. Rim. 2, 367: Tal volta un gran popon tu vuoi A occhio giudicar buono squisito, Ma te n'accorgi nel partirlo poi.
Definiz: § LXIX. E per Chiaramente, A evidenza; ed anche In fatto. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. Genes. 134: Questo si può mostrare per molte ragioni; ma egli si vede ad occhio.
Esempio: Albert. Piag. Boez. 2: Ci mostra ad occhio chi è questo uom singulare e in virtudi universale, cui elegger dobbiam nostro maestro.
Esempio: E Albert. Piag. Boez. 7: La cagione efficiente di questo libro si mostra in quel pronome dimostrativo ad occhio hic.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 429: L'antica legge era figura della novella; ora Cristo mostrava ad occhio ciò che figuratamente era profetato e fatto nel Vecchio Testamento.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 415: Il cavaliere Salviati, per far vedere a occhio la pregiabilità del nostro puro fiorentino idioma, sull'innanzi d'un passo del Boccaccio accomodò più linguaggi d'Italia.
Esempio: E Bocc. Pros. tosc. 2, 16: Colle quali (traduzioni) a occhio si mostra, quanto viva vena ed inesausta e ricca miniera sia quella di nostra lingua.
Definiz: § LXX. Si usò anche nel senso di A vista d'occhio. ‒
Esempio: Domen. Plin. 272: Evvi un pesce che si chiama amia, il quale ogni dì si vede crescere a occhio.
Definiz: § LXXI. A occhio, è locuzione avverbiale che si usa con Innestare a occhio, e simili, e vale Inserendo un occhio o gemma di una pianta. ‒
Esempio: Soder. Op. 3, 157: Tutti gli arbori che hanno la scorza grossa e ronchiosa come quelli che hanno a essere insetati a scudetto e occhio, che tutto è uno,... s'appiccano l'uno nell'altro, se ben sieno di contraria natura.
Esempio: Dav. Colt. 491: Annestasi la vite per farla di miglior razza.... I modi son quattro: a propaggine, a capogatto, a marza, a occhio.
Esempio: E Dav. Colt. 492: A occhio s'annesta la vite, come i frutti a scudicciuolo.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 37: S'annesta aranci, limoni, cedri.... e ogn'altra specie di questi, a occhio.
Esempio: Magal. Sidr. trad. 17: Ella (l'esperienza) pertanto Intera l'arte d'annestar t'insegni A occhio e a marza.
Esempio: Lastr. Agric. 1, 190: Volendo innestare a occhio, si leva una porzione di scorza in forma triangolare o di scudo antico ec.
Esempio: E Lastr. Agric. 1, 191: Qualche volta si usa ancora d'innestare a occhio col legno.
Definiz: § LXXII. A occhio, usato in forma d'aggiunto col sostantivo Innesto a occhio, vale Fatto inserendo un occhio o gemma d'una pianta. ‒
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 405: Vi parlerò di tre sole maniere d'innesto che bastano a provvederci completamente, cioè dell'innesto a occhio, di quello a bocciolo e di quello a spacco.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. 2, 407: Se poi l'operazione fu fatta verso l'autunno a succhio discendente, si aspetterà la primavera per troncare il soggetto al di sopra dell'innesto.... Questo innesto dicesi a occhio dormente.
Definiz: § LXXIII. A occhio a occhio, trovasi per A faccia a faccia. ‒
Esempio: Rim. Ant. P. 3, 248: Allor termineran queste mie pene, Che a occhio a occhio vederò il bel volto.
Definiz: § LXXIV. A occhio e croce, e, come anche si disse, A occhi e croci. ‒
V. Croce, § XXXIII.
Definiz: § LXXV. A occhio nudo. ‒
V. Nudo, § XVI.
Definiz: § LXXVI. A occhi aperti, si usò nel senso di A testa alta, Senza vergognarsi. ‒
Esempio: Pucc. A. Rim. V. 110: E convienti brigar d'essere ornata Di vita virtuosa e d'onorare Il tuo marito, sì che possa andare Ad occhi aperti per ogni contrata.
Definiz: § LXXVII. E trovasi per Finchè uno vive, In vita. ‒
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 109: Dio ve lo rimeriti a occhi aperti.
Definiz: § LXXVIII. A occhi aperti, Con gli occhi aperti, son locuzioni che valgono Consideratamente, Con cautela, e simili. ‒
Esempio: Guicc. Op. ined. 4, 89: Interim i danari si mandano con gli occhi aperti.
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Occhio.... A occhi aperti.... figuratam. vale Con considerazione, Con vigilanza, Accuratamente.
Definiz: § LXXIX. A occhi asciutti, vale Senza piangere. ‒
Esempio: Segner. Pred. 505: Ed a che mai riserbate le vostre lagrime, se ad occhi asciutti potete considerare l'anima vostra ridotta ad un tale stato?
Definiz: § LXXX. A occhi chiusi, o A chius'occhi, vale Senza discernimento, Senza considerazione, o Senz'opporre difficoltà, Senza discussione. E dicesi anche Alla cieca. ‒
Esempio: Varch. Sen. Benef. 113: Sogliono i re donare alcuna volta, e massimamente nelle guerre, molte cose a chiusi occhi.
Esempio: Cecch. Incant. 3, 3: Il tutto mi piace, maestro, e vo' mi attenere al consiglio vostro.... E entrare in questo vostro incantesimo a chiusi occhi.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 208: Ogni azione paterna è per loro una legge, ricevuta a chius'occhi per buona, senz'altro esame.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 154: Io credo di meritar tanta fede dal mio riverito P. Pietro, da poter pretendere di fargli accettare un amico a occhi chiusi.
Definiz: § LXXXI. E parlandosi di percosse, vale Senza riguardo, All'impazzata; che pure si dice Alla cieca. ‒
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 166: E faccin che le lor mazze non muffino, Ma tra' barberi menino a chius'occhi.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 53: Per veder il fin di quel moscaio.... Mena le man, che e' pare un berrettaio, Ed a chius'occhi pur suona a raccolta.
Esempio: Not. Malm. 2, 776: A chius'occhi. L'istesso che A mosca cieca; quasi che chi vuol percuotere un altro senza alcun riguardo, chiuda gli occhi, per non vedere dove egli sia per dare: e tali percosse si dicono per ordinario Bastonate da ciechi.
Definiz: § LXXXII. Vale anche Senza paura, Senza sospetto, Sicuramente. ‒
Esempio: Med. Aridos. 2, 7: Quante volte ho io annoverati questi ferri (parla di una grata), e considerati? quali si dimenino, quali sieno impiombati, e quai no, e so in qual vano si può metter la mano a chius'occhi.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio.... Andare a chius'occhi: Tu puoi ire a chius'occhi: cioè Tu puo' ir liberamente e senza pensiero d'intoppi e di controversie.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 202: In quanto al libro mio,... Se trovi sotto alla cometa impresso Il nome del Formigli stampatore, Puoi prenderlo a chius'occhi, perch'è desso.
Definiz: § LXXXIII. A occhi veggenti di alcuno, o Agli occhi veggenti, di alcuno, si usò per In presenza di esso, Sotto i suoi occhi. ‒
Esempio: Burch. Son. 1, 129: E poi, a' miei occhi veggenti, Sputò fuor dell'elmetto quattro denti.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 172: Gli fu in uno dì medesimo saccheggiata la casa, morta a' suoi occhi veggenti la moglie, e lui si può dire in uno instante medesimo morto vituperosamente dagli inimici sua.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 361: Baciò la moglie di bel mezzo giorno, a occhi veggenti della figliuola.
Definiz: § LXXXIV. A perdita d'occhio, ed anche A perdita d'occhi, vale Per quanto porta la vista. ‒
Esempio: Giust. Vers. 141: La fila de' cocchi Solcava la strada A perdita d'occhi.
Definiz: § LXXXV. A quattr'occhi, è locuzione avverbiale, che vale Da solo a solo; anche figuratam. ‒
Esempio: Cecch. Donz. 4, 9: Messer Lapo, mandatene Riposo Su in casa a far da cena, ch'io ho bisogno Di parlarvi a quattr'occhi.
Esempio: Dav. Tac. 1, 197: I prod'uomini consultano, come e dove potergli far dire tali cose a quattr'occhi.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 42: Vedendo ch'ei lasciò, sendo a quattr'occhi, La forma delle botte e de' ranocchi.
Esempio: Red. Lett. 2, 111: Allora a lungo e con pace e con quiete ne potremo parlar a quattr'occhi in voce.
Esempio: Bellin. Dif. Son. 133: Se quel profondo e saldo e consumato criticante, presomi così a quattr'occhi, mi strignesse fra l'uscio e il muro, e mi dimandasse in coscienza, se ec.
Esempio: Fag. Comm. 5, 36: Dopo loro, quando non ne possa cavar nulla, attacco quel servitore a quattro occhi.
Esempio: Not. Malm. 1, 365: A quattr'occhi. A solo, a solo.
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 3, 18: Se fussimo stati a solo a solo pur pure, la non mi sarebbe giunta nuova, perchè la me n'ha fatte dell'altre delle billere, a quattr'occhi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 104: Gli dirò il mio parer meglio a quattr'occhi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 411: Anderò, anderò; e gli voglio parlare: a quattr'occhi gli voglio parlare.
Definiz: § LXXXVI. A vista d'occhio, usato con verbi o locuzioni denotanti aumento o progresso, come Crescere a vista d'occhio, Ingrossare a vista d'occhio, Venire avanti a vista d'occhio, vale Rapidamente, In modo sensibile, quasi tanto da potersi avvertire coll'occhio.
Definiz: § LXXXVII. Coi proprj occhi, Con questi occhi, Coi miei occhi, e simili, sono locuzioni usate coi verbi Leggere coi proprj occhi, con questi occhi, coi miei occhi, Vedere coi proprj occhi, con questi occhi, coi miei occhi, e simili, per dare ad essi maggior efficacia. ‒
Esempio: Petr. Trionf. 215: Quel che con questi occhi Vidi, m'è fren che mai più non mi doglia.
Esempio: Leggend. Lazz. Mart. Madd. 90: Essa (la Maddalena) in questi tre giorni passati t'ha veduto con li proprj occhi inchiodare in su la croce e poi morire.
Esempio: Alb. Fam. 153: Non mi voglio stendere in questi ragionamenti..., o raccontarti quanti io n'abbia con questi occhi veduti prima ricchissimi, poi per sua poca masserizia stentare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 62: Brandimarte sì strana e ria novella Credere ad altri a pena avria potuto; Ma lo credette a Fiordiligi bella.... Non pur d'avorio udito gli dice ella, Ma che con gli occhi proprj l'ha veduto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 83: E' può star poco arrivar qui maestro Sinolfo.... Io l'ho veduto Con quest'occhi sul Ponte Vecchio.
Esempio: Tass. Lett. 1, 138: Questo l'ho letto con gli occhi miei in un libro, stampato più di cinquantanni fa.
Esempio: Bald. Vers. 85: A pane è sacra.... quella opaca spelonca...: egli vi suole Venir talora il dì...; visto l'ho proprio con questi Occhi, a punto così nella sua forma, Come guardando te, te stesso vedo.
Esempio: Guerrazz. Buc. 10: Se non me ne fossi sincerato proprio con questi occhi, io non avrei creduto mai che ec.
Definiz: § LXXXVIII. Con ambedue gli occhi, si usò per Con tutta l'attenzione. ‒
Esempio: Galil. Op. IV, 120: La qual cagione, in fine, chi rettamente e, come si dice, con amendue gli occhi considererà questo negozio, conoscerà che si riduce, anzi che realmente è la stessa vera naturale e primaria cagione del soprannotare o andare al fondo, cioè ec.
Definiz: § LXXXIX. Con gli occhi aperti. ‒ V. § LXXVIII.
Definiz: § XC. Con la coda dell'occhio, è locuzione avverbiale usata coi verbi Guardare con la coda dell'occhio, Squadrare con la coda dell'occhio, e simili, che vale Furtivamente e di traverso, Senza voltar la faccia. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 123: E cominciatolo con la coda dell'occhio alcuna volta a guardare, in quanto ella poteva, s'ingegnava di dimostrargli che di lui le calesse.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 105: Messer Ridolfo guarda costui con la coda dell'occhio, dicendo ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 374: Vuoi saper come va? passini industri E frettolosi, corpo intero, a vite Il collo; duro si rivolge e guata Con la coda dell'occhio.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 427: Intanto squadrandolo, come poteva, con la coda dell'occhio, andava pensando che diavolo d'armeria poteva esser nascosta sotto quella casacca.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 569: Ma fu ben peggio quando, all'entrata della valle, vide un buon posto d'armati.... Li guardò con la coda dell'occhio: non eran quelle facce che ec.
Definiz: § XCI. Con le lacrime agli occhi, o anche sugli occhi. –
V. Lacrima, § XIV.
Definiz: § XCII. Con l'occhio, è locuzione avverbiale che si usò per Coi proprj occhi, Da sè, Di presenza, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 1, 267: Io ho dato mangiare il mio.... a chiunque mangiare n'ha voluto.... e ad infiniti ribaldi con l'occhio me l'ho veduto straziare.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 103: Subito si turboe, come colui che veramente con l'occhio era stato a far potare la migliore vernaccia di Portovenere.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 12: Io avea bene udito da voi, per lettera, delle vostre angoscie e degl'impacci avete delle cose del mondo: ma vedutole con l'occhio, sono molti più ch'io no stimava.
Esempio: Morell. Cron. 261: Vedi coll'occhio i paesi, le terre dove hai pensiero di trafficare.
Esempio: Capp. N. Comment. 44: Neri se ne fece beffe, pregando i compagni che v'andassino a veder con l'occhio prima.... e poi pigliassino partito. Mandossi in campo il detto Filippo, perch'e' vedessi con l'occhio e conferissine con quelli capitani.
Definiz: § XCIII. Con l'occhio, o Dall'occhio, si usa come aggiunto di Fagiuolo con l'occhio, dall'occhio, a indicare tanto una Pianta leguminosa, detta dai Botanici Dolichos melanophtalmos o unguiculatus, quanto il suo Seme, che ha una macchia nera intorno all'ombelico bianco, ed è buono a mangiarsi. ‒
Esempio: Trinc. Agric. 405: In questo mese (di giugno) si sbarbano, si seccano e s'ammucchiano i lini, vangando subito quel terreno per seminarlo a miglio e fagiuoli dall'occhio.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 217: Bisogna però avvertire pei fagioli dall'occhio, che non volendoli cogliere quando son freschi, ma lasciarli maturare su la pianta per l'inverno, si levano a mano dalla medesima pianta quelli che volta per volta mostran di volere ingiallire.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 34: I fagiuoli appartengono a due generi distinti: appartengono al genere dolichos e al genere phaseolus, vale a dire, alle razze dei fagiuoli con l'occhio e dei fagiuoli bianchi.
Definiz: § XCIV. Davanti agli occhi. ‒ V. § LXI.
Definiz: § XCV. Di sott'occhio. ‒ V. § CII.
Definiz: § XCVI. Gli occhi. ‒ V. § CV.
Definiz: § XCVII. In mezzo occhio, è locuzione avverbiale che si usa anche a modo di aggiunto, a indicare la rappresentazione pittorica della faccia dell'uomo, volta di due terzi. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 116: Le quali (teste) con diverse attitudini son girate, quale in faccia, quale in profilo, quale in mezzo occhio, e qual chinata.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 8, 260: Un'altra testa in mezzo occhio, dietro a Iacopo, è l'Aiolle musico.
Definiz: § XCVIII. In un batter d'occhio, vale In un momento, In un istante. E In che batter d'occhio! si trova per In che poco tempo! Come presto! ‒
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 163: L'Angelo primo nulla fece, ma solamente superbia, e in un battere d'occhio fu cacciato e dannato.
Esempio: S. Ag. C. D. 8, 202: Crediamo, quello che esso Apostolo dice apertissimamente, la resurressione dovere essere in uno battere d'occhio.
Esempio: Vill. M. 528: E raccheto la furia e il bollore del popolo in un battere d'occhio, questi tre mandarono la grida, che ec.
Esempio: Sacch. Op. div. 178: La reina Giovanna, tanto grande, in che batter d'occhio fu presa, perdendo tutto il regno, e in fine la vita!
Esempio: Bern. Orl. 3, 6: Chi ha veduto tagliare una torre.... E poi un fuoco acceso intorno, tòrre Quei, ch'eran sotto lei messi, puntelli, Ed in un batter d'occhio in terra porre Con mirabil rovina e questa e quelli, Pensi ec.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 404: Noi andremo a far due faccenduzze insino in piazza, e sarem qui in un batter d'occhio.
Esempio: E Firenz. Comm. 1, 410: Vedi; in un batter d'occhio sarà cotto ogni cosa.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 83: Fu tanta in un batter d'occhio la moltitudine delle palle sparata contro a l'armata, che ec.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 167: Si conosce ad ogni sperimento il nome loro essere di così fina tempera, ch'e' trapassa in un batter d'occhio dall'una all'altra orecchia.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 42: 'N un batter d'occhio il giuoco si dismette.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 7: Dagli omeri infin sotto il ginocchio La poesia ha penne, onde svolazza E va, più presto che in un batter d'occhio, Or quinci, or quindi.
Esempio: E Forteguerr. Cap. 214: Ed in un batter d'occhio ecco che tutta La gente corre.
Definiz: § XCIX. In un tratto d'occhio, e In un voltar d'occhio, sono modi che valgono quanto In un batter d'occhio; ma di raro uso. ‒
Esempio: Machiav. Disc. 432: Chi ha questa pratica, in un voltar d'occhio sa come giace quel piano, come surge quel monte, ec.
Esempio: Fag. Rim. 1, 49: Veloce mi passasti, e i' ti perdei 'N un tratto d'occhio, e al fin del gran viaggio, Felice, pria di me, giunto tu sei.
Definiz: § C. Negli occhi. ‒ V. §§ LXI e LXII.
Definiz: § CI. Per i begli occhi di alcuno, è modo familiare e motteggevole che vale In servigio di esso e senza ricompensa o utile proprio; ma è modo piuttosto basso. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 4, 80: E certo, coloro sono ingannati in di grosso che pensano, essendo avarissimi anco di quelle cose che loro non costano, dover essere da ognuno per i loro begli occhi, come si dice, serviti.
Definiz: § CII. Sott'occhio, o Di sott'occhio, sono locuzioni usate coi verbi Guardare sott'occhio o di sott'occhio, Mirare sott'occhio o di sott'occhio, e simili, che valgono Dirizzando lo sguardo in modo che altri non se n'avveda, e per lo più con espressione di sospetto, o per far cenno, copertamente, l'uno all'altro. ‒
Esempio: Barber. Docum. Am. 239: Ancor vuo' che ti guardi Da lei, che gitta i guardi Sott'occhio in zà e là.
Esempio: Grazz. Cen. 34: Veggiendo coloro turarse il naso, e così sott'occhi guardar pure inverso lui, disse: ec.
Esempio: Dav. Oraz. 475: Voi lo vedete colà com'egli ha il viso morto, gli occhi bassi, fitti in terra: guarda sott'occhio: sospira.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... E guardar sott'occhio, è guardare in maniera, che la brigata quasi non s'accorga del tuo guardare.
Esempio: Bart. D. Cin. 4, 151: Quegli, che ne aspettava tutt'altro, arrossò, e si mise il capo in seno; e i convitati, miratisi di sott'occhio l'un l'altro, voltarono il ragionamento.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 427: Affacciatosi alla stanza dov'era il signore e la brigata, vide questa ristretta in una parte, a bisbigliare e a guardar di sott'occhio quello, lasciato solo in un canto.
Definiz: § CIII. Sotto gli occhi, e Sugli occhi. ‒ V. § LXII.
Definiz: § CIV. Tanto d'occhi, e anche Tanti d'occhi, è locuzione usata coi verbi Aprire tanto d'occhi o tanti d'occhi, Fare tanto d'occhi o tanti d'occhi, e simili, o con la prep. Con con tanto d'occhi o tanti d'occhi, a denotare attenzione, aspettazione, vigilanza, maraviglia, e simili. ‒
Esempio: Salvin. Teocr. 4: Ma quegli dall'amore inveleniti Penan lì in van, facendo tanti d'occhi.
Esempio: Fag. Comm. 6, 294: Se fui cieco nel ritrovarmi una nuora sciocca e malaccorta, aprirò tanti d'occhi.... in ritrovarmi un genero saggio ed onorato.
Definiz: § CV. Un occhio, o, come si disse, Un occhio d'uomo, Un occhio umano, e anche Gli occhi, sono maniere che si usano coi verbi Pagare un occhio, o un occhio d'uomo o un occhio umano o gli occhi, Costare un occhio, o un occhio d'uomo o un occhio umano o gli occhi, Valere un occhio, o un occhio d'uomo o un occhio umano o gli occhi, e simili, nel senso di Moltissimo, Una somma sproporzionata al valore, al merito, e simili. ‒
Esempio: Belc. F. Vit. Colomb. 204: Costui desiderava pur che 'l grano Valesse un occhio umano.
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 360: D'onde nascono le carestie se non in gran parte da costoro che non pensano mai a altro, se non se che il grano vaglia, e di serbarlo a' tempi che loro lo possino vendere uno occhio di uomo?
Esempio: Gell. Sport. 4, 4: Io vengo di Mercato Vecchio, e sommi aggirat'aggirato per tòrre qualcosa che cena: ed infine ogni cosa vale un occhio d'uomo.
Esempio: Cecch. Incant. 1, 1: Io non gli chiesi mai cosa che io non l'avessi, i' dico in que' tempi che le cose, come tu sai, valevano un occhio d'uomo.
Esempio: E Cecch. Lez. M. Bartolin. 40: C'erano certi zibaldoni, trecconacci, carivendoli, scopagogne, che l'usavano d'appaltare (le susine), e a chi ne voleva le facevan pagare un occhio.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 226: Lo starvi è (lo provai) un tòrre a scrocchio, Che nel principio appar fiori e baccelli, Ma finalmente ella ci costa un occhio.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 60: Il gran se gli marcì dentro a' granaj; Chè nol vendea, se non valea un occhio.
Esempio: Rucell. Or. Cical. III, 1, 133: Hassegli mai sempre a convertire lo fiore più albeggiante di nostra farina in preziose minestre, che costano gli occhi?
Definiz: § CVI. Andare a occhi chiusi, vale Procedere liberamente in checchessia. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... E andare a chius'occhi, Tu puoi ire a chius'occhi, cioè: Tu puoi ir liberamente, e senza pensiero d'intoppi e di controversie.
Definiz: § CVII. Andare con gli occhi aperti, vale Procedere guardingo. ‒
Esempio: Cellin. Vit. 159: Io che tal cosa intesi, andavo con gli occhi aperti, e con buona compagnia.
Definiz: § CVIII. Andare con gli occhi a processione, vale Guardare in qua e in là. ‒
Esempio: Poliz. Rim. C. 304: Van con gli occhi a procissioni, Vagheggiando alla pazzesca.
Definiz: § CIX. Aprire gli occhi, vale propriamente Servirsi appena nati dell'organo della vista; e figuratam., Nascere. ‒
Esempio: Frescobald. M. Rim. 64: Ben ch'io ne 'ncolpi Il maladetto dì ch'io gli occhi apersi.
Esempio: Petr. Rim. F. 184: Le note non fur mai, dal dì ch'Adamo Aperse gli occhi, sì soavi e quete.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 283: Mio nome fu Riccardo, e gli occhi apersi In grembo alla bellissima Firenze.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio. Aprire gli occhi. Cominciare a servirsi dell'organo della vista.
Definiz: § CX. Aprire gli occhi, si dice per Usare attenzione, ed anche, Acquistare coscienza del vero stato in cui uno si trova, Accorgersi di pericoli, di errori, d'inganni, e simili, non ancora avvertiti. ‒
Esempio: Dant. Conv. 255: Aprite gli occhi vostri, e mirate che anzi che voi foste, ella (la sapienza) fu amatrice di voi.
Esempio: Petr. Trionf. 272: E doler mi vorrei, nè so di cui, Chè la colpa è pur mia, che più per tempo Deve' aprir li occhi.
Esempio: Machiav. Disc. 140: E' si può fare tosto aprire gli occhi a' popoli, trovando modo, veggendo che un generale gl'inganna, ch'egli abbiano a descendere ai particolari.
Esempio: E Machiav. Stor. 2, 105: E quando pure l'ambizione t'accecasse, il mondo tutto, testimone della iniquità tua, ti farà aprire gli occhi, faratteli aprire Iddio.
Esempio: Cecch. Servig. 1, 1: E poi sborsando La dote, i' voglio.... aprir gli occhi.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 397: Aprite bene gli occhi, se non volete ingannarvi.
Esempio: E Segner. Mann. magg. 17, 3: Il meschino ha aperti gli occhi bensì, ma quando è già ridotto a povertà estrema.
Esempio: Fag. Comm. 5, 353: Orazio, apri gli occhi: donne che portano i calzoni, guarda la gamba!
Definiz: § CXI. Aprire gli occhi ad alcuno, vale propriamente Rendergli la vista, Guarirlo della cecità; e figuratam., Farlo accorto, Renderlo consapevole, di pericoli, di errori, d'inganni, e simili, non ancora avvertiti. ‒
Esempio: Volg. Pist. Vang. 1, 80: Noi sappiamo bene.... che elli nacque cieco: ma come ora si sia che egli vegga lume, noi non lo sappiamo, nè chi possa esser colui che gli ha aperto gli occhi.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 43: Aperse loro gli occhi la povertà, li quali la ricchezza aveva tenuti chiusi.
Esempio: Car. Lett. Farn. 2, 70: L'avvertimento è stato opportuno; e vi ringraziamo che ce n'abbiate aperti gli occhi.
Esempio: Dat. Lepid. 64: Disse che intorno alla infermità dal discorso fatto gli erano stati aperti gli occhi.
Esempio: Giust. Vers. 37: Don Luca davvero È un gran galantomo.... Ma è troppo esaltato E crede che tocchi Ai preti aprir gli occhi Al mondo gabbato.
Definiz: § CXII. Aprire gli occhi ad alcuno a una cosa, vale Disporlo, Renderlo atto ad essa. ‒
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 161: O gran cosa dunque, che è la confessione! Se Dio vi aprisse gli occhi ad intendere la sua maravigliosa efficacia, in vedere il sacerdote che alza la mano sopra di un peccatore..., cadereste subito a terra sopraffatti dallo stupore.
Definiz: § CXIII. Aprire gli occhi a una cosa, vale Accorgersene, Mostrar di conoscerla, od anche Prestar attenzione ad essa. ‒
Esempio: Dant. Parad. 13: Ora apri gli occhi a quel ch'io ti rispondo.
Esempio: E Dant. Conv. 331: Dico che tempo è d'aprire gli occhi alla verità.
Esempio: Dav. Tac. 1, 260: Allora aperse gli occhi a' disordini di casa sua.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 95: Non si erano ancor fatte sentire in Egitto le trombe guerriere dell'armata d'Augusto, che sole bastavano ad isvegliare Antonio dal lungo sonno d'una vita oziosa e lasciva, e a fargli aprir gli occhi al pericolo.
Definiz: § CXIV. Aprire gli occhi in una cosa, vale Fissare in essa lo sguardo, Contemplarla. ‒
Esempio: Tass. Rim. S. 2, 192: Aprite gli occhi, o gente egra mortale, In questa saggia e bella alma celeste, Che ec.
Definiz: § CXV. Aprire gli occhi per cantone, trovasi per Guardare di traverso, furtivamente. ‒
Esempio: Bern. Orl. 66, 30: Come in un campo a piè di qualche macchia Fa una volpe alle volte il gattone, Quando vuol acchiappar qualche cornacchia.... Ella apre gli occhi così per cantone, Come chi vuole altrui far qualche truffa, Poi ec.
Definiz: § CXVI. Avere addosso gli occhi di altri, vale Esser notato, osservato. ‒
Esempio: Bocc. Laber. 92: Per poter meglio, senza aver troppi occhi addosso, e massimamente di persone alle quali del suo onor calesse, le sue libidinose volontà compiere.
Definiz: § CXVII. Avere a noia come il fumo agli occhi una cosa o una persona. ‒
V. Fumo, § XXXII.
Definiz: § CXVIII. Avere davanti agli occhi, sugli occhi, e simili, sono maniere che propriamente valgono Avere in presenza, Avere davanti a sè; e figuratam., Aver presente al pensiero. ‒
Esempio: S. Grisost. Opusc. 1, 100: Avere.... dinanzi alli occhi li nostri molti peccati e i grandi e continui beneficj di Dio.
Esempio: Petr. Rim. F. 32: E 'l suo parlar e 'l bel viso e le chiome Mi piacquen sì, ch'i' l'ò dinanzi agli occhi Ed avrò sempre, ov'io sia, in poggio o 'n riva.
Esempio: E Petr. Rim. F. 180: E vo cantando.... Lei che 'l ciel non poria lontana farme; Ch'i' l'ò negli occhi, e veder seco parme Donne e donzelle.
Esempio: Imit. Crist. 44: Beato è quei che sempre ha dinanzi agli occhi l'ora della sua morte.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 4: Ferdinando, avendo più innanzi agli occhi l'utilità presente che l'antica inclinazione..., desiderava che Italia non si alterasse.
Esempio: Car. Eneid. 11, 369: Via più manifesta si vedea de gli Dei l'ira davanti, In tanta che de' suoi ne gli occhi avea Strage recente.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 10: V'ò sempre dinanzi alli occhi, con desiderio che viviate da buono cristiano.
Esempio: Dav. Tac. 1, 349: Amavano i soldati la loro insolenza, per la somiglianza de' costumi e speranza della medesima licenza. Avevano anche in su gli occhi il tempio a Claudio fatto per arra d'eterna servitù.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 3: Stimiamo grandi i mali e i beni temporali, perchè gli abbiamo su gli occhi.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 127: Quest'opera, quantunque ella s'abbia tutto giorno davanti agli occhi, à nondimeno dato.... ampia materia di sottilissime speculazioni agl'ingegni degli uomini.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 159: Tu cerchi Quel, che hai sugli occhi, io dico i tuoi parenti.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 391: Col tempo, s'era avvezzata a ciò che aveva tutto il giorno davanti agli occhi e negli orecchi.
Definiz: § CXIX. Avere d'occhio ad alcuno, vale lo stesso che Tener d'occhio alcuno. ‒
Esempio: Forteguerr. Terenz. 301: A tutti i servi miei Farò precetto, acciò che gli abbian d'occhio, Onde non sia condotto in parte alcuna.
Definiz: § CXX. Avere gli occhi a' nugoli. ‒
V. Nuvolo, sostantivo, § XI.
Definiz: § CXXI. Avere gli occhi di dietro, vale Non vedere; e figuratam., Non aver discernimento. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio..., Aver gli occhi di dietro: Non aver buona vista. E figurat. Non aver buona cognizione.
Definiz: § CXXII. Avere gli occhi d'osso, trovasi per Guardare e non vedere. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: Ad ogni cosa bisogna ber grosso:... Ad ogni cosa avere gli occhi d'osso.
Definiz: § CXXIII. Avere gli occhi in capo, o in testa, vale Essere oculato, accorto, Agire con prudenza, e simili. ‒
Esempio: Bibb. N. 6, 12: Gli savj uomini hanno sempre gli occhi in capo e avveggonsi d'ogni cosa.
Esempio: Martin. T. V. 11, 351: Il saggio ha occhi in testa.
Definiz: § CXXIV. E per Vivere, Esser vivo. ‒
Esempio: Fag. Rim. 2, 62: In somma infin ch'averò gli occhi in testa Vi mirerò.
Definiz: § CXXV. Avere gli occhi nella collottola. ‒
V. Collottola, §§ I e II.
Definiz: § CXXVI. Avere gli occhi fra' peli. ‒
V. Pelo.
Definiz: § CXXVII. Avere gli occhi, o l'occhio, addosso a uno, vale Stare attento a ciò che questi faccia. ‒
Esempio: Car. Arist. Rett. 124: Gli ridicitori ne sono gl'ingiuriati; perchè ci hanno gli occhi addosso.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 28: In fine avuti io t'ho sì gli occhi addosso, Che.... Ho scorto 'l tuo lavoro, Che ec.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 1, 9: È pur la gran pena dover aver sempre l'occhio addosso a queste cameriere!
Definiz: § CXXVIII. Avere gli occhi, o l'occhio, a una cosa o a una persona, vale Posarvi, o Tenervi fisso, lo sguardo, Guardarla, e simili: e talora con qualche fine, come di vigilanza, custodia, e simili. ‒
Esempio: Stor. Mos. 11: Andava seguitando quella cesta lungo el fiume,... avendo continuamente gli occhi al fanciullo.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 33: Al quale quelli Senesi che v'erano avendo gli occhi, veggendo menare un ronzino a mano, a gran boci gridavano: ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 54: Ma Ferraù, che prima v'ebbe gli occhi, Si dispiccò da Orlando.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 389: Abbi l'occhio Su a quelle serve, chè chi sta con simili Suol esser delle man come be' zingani.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: E sebben non abbia io sì trista effigie, I passeggieri han gli occhi alle valigie.
Definiz: § CXXIX. Avere i primi occhi, vale Cominciare appena ad adoperare l'organo della vista, a guardare; Essere ancora bambino. ‒
Esempio: Cecch. Comm. ined. 107: Bel giovane! un garzonetto ch'ancora ha i prim'occhi!
Esempio: E Cecch. Samar. 1, 3: Io credo, a dirne il vero, In ogni mo' che tu abbia i prim'occhi.
Definiz: § CXXX. Avere la benda agli occhi. ‒
V. Benda, § I.
Definiz: § CXXXI. Avere le seste negli occhi. ‒
V. Sesta.
Definiz: § CXXXII. Avere l'occhio a una cosa, spesso in costrutto con una proposizione retta dalla cong. Che, vale Tendere ad essa come a proprio fine, Aver la mira ad essa; od anche Procurare, o Star attento, che essa avvenga o si faccia. ‒
Esempio: S. Greg. Omel. 1, 180: Quelli soli s'affaticano in questa vigna, i quali hanno l'occhio a' guadagni del signore e non a' suoi.
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 14: Lasciavano la forma del governo nella città, e li magistrati ordinarj; avendo però l'occhio, che in tali magistrati non entrasse se non chi era suo amico.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 182: Però ebber sempre l'occhio allora i governatori delle città di tener satisfatti i popoli.
Esempio: Salv. Granch. 3, 2: Balia, e' bisogna, per dirti, ch'a questo Tu ci abbi l'occhio tu.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 24, 143 t: Vuolsi aver l'occhio che il termine non passasse.
Esempio: Tass. Lett. 2, 32: Chi al severo e al rigido vuol accostarsi, deve aver l'occhio che il gastigo al fallo corrisponda.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 2, 252: Comandò a' suoi capitani, che avvertissero ed avesser l'occhio che più non si macchiasse una cosa nobile con somigliante eccesso.
Esempio: Segner. Mann. apr. 15, 4: Or ecco qual è nella vita spirituale l'operare da fanciullo: far opere infruttuose, quali sono tutte quelle che sono indifferenti, ma non giovevoli.... aver l'occhio nell'operare più al proprio comodo, che al gusto di Dio.
Definiz: § CXXXIII. Avere l'occhio, o gli occhi, in costrutto con un compimento così di cosa come di persona, retto dalla prep. A, vale Aver presente alla mente, Tenere in considerazione, ciò che il compimento esprime. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 311: Abbi tu buona volontade e diritta intenzione, e l'occhio a Dio.
Esempio: Manett. A. Op. stor. 92: Fecie pensiero (il Brunellesco).... non avere meno gli occhi a questo ordine e modo, che a quello delle scolture.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 124: Io farò il tuo volere, purchè tu ti ricordi che egli si vuole aver l'occhio agli emuli tuoi.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 35: Avendo l'occhio all'obbligo ch'ella ha con la corona di Francia, è deliberata ec.
Esempio: Car. Arist. Rett. 83: Offizio di discreto ancora è di perdonare a la fragilità de gli uomini ed aver l'occhio non a la legge, ma al legislatore, non a le sue parole, ma a la sua intenzione.
Esempio: Pitt. I. Istor. fior. 74: E quantunque eglino scorgessero la loro ambizione, non mancavano però di sublimarli sempre ne' primi onori; avendo l'occhio nondimeno alle deliberazioni che fossero per scemare al gran Consiglio l'autorità, o darla di soverchio a coloro.
Esempio: Red. Lett. 3, 185: Supplico umilmente la bontà di V. A. Seren.... ad ascrivere l'importunità delle mie lettere ad un zelo, che mi fa aver l'occhio ad ogni minima minuzia.
Esempio: Viv. Disc. Arn. 36: Sempre ed in tutto si abbia l'occhio all'indennità de' particolari.
Esempio: Monet. Poes. 181: E il medico, se vuol fuggir la taccia D'imperito e in oprar poco saputo, Nelle medicinali operazioni Deve aver l'occhio alle costellazioni.
Definiz: § CXXXIV. Avere l'occhio, o gli occhi, ai mochi. ‒
V. Moco, § II.
Definiz: § CXXXV. Avere l'occhio alla penna ed anche al pennello. ‒
V. Avere, § CXVII.
Definiz: § CXXXVI. Avere l'occhio, o gli occhi, alle mani di alcuno. ‒
V. Mano, § CCCXVI.
Definiz: § CXXXVII. Avere l'occhio di bove, vale lo stesso che Guardar coll'occhio di bove. ‒
Esempio: Giust. Epist. 2, 33: O questi signori hanno l'occhio di bove e pigliano una mosca per un elefante, o ec.
Definiz: § CXXXVIII. Avere mille occhi, vale Veder tutto, Esser pronto a scorgere ogni minimo che; usato più che altro figuratam. ‒
Esempio: Rot. Poes. 2, 56: Deh se mill'occhi hai nelle cose altrui, Perchè non vedi ben prima te stesso?
Esempio: Tass. Gerus. S. 15, 32: A pena seguirà con gli occhi il volo La fama ch'ha mille occhi e mille penne.
Definiz: § CXXXIX. Avere sott'occhio, o sott'occhi, o anche, come si disse, sotto l'occhio, riferito a libro, scrittura, disegno, e simili, vale Aver davanti, in modo da potersi materialmente accertare del contenuto. ‒
Esempio: Mann. Ist. Decam. 188: Prima però d'impegnarsi a negare come non vero il presente racconto, conviene averne sotto l'occhio il principio.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 96: L'unico monumento superstite, pel quale possiamo oggi conoscere la maniera tenuta dal Giuntalodi nel disegnare, ci viene indicato dallo stesso Vasari, che alla precisione con cui lo cita, ben mostra di averlo avuto sott'occhio.
Definiz: § CXL. Avere un bruscolo in un occhio. ‒
V. Bruscolo, § III.
Definiz: § CXLI. Averne fino agli occhi, Esserne pieno fino agli occhi, vale Non poter più sopportare ciò di cui si parla; che anche si dice Esserne stufo. ‒
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Vo' per terra alla fin gettare il basto: Ne ho fino agli occhi, e s'io non verso, affogo.
Esempio: Giust. Epist. 1, 28: La noia si aggrava più potente di prima su le vie e su le così dette piazze di Pescia. Io ne son pieno fino agli occhi.
Definiz: § CXLII. Aversi l'occhio, si usò per Guardarsi; anche con un compimento. ‒
Esempio: Firenz. Comm. 1, 406: E se mai fu da aversi l'occhio, è testè in questa terra.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 28: Abbiti l'occhio, guardati diligentissimamente dalle cattive arti o false lusinghe di quella Bertella moglie di quel Petronio, in casa di chi tu alloggi.
Definiz: § CXLIII. Battere gli occhi. –
V. Battere, § XXXIV.
Definiz: § CXLIV. Battere sott'occhio, o sotto gli occhi, una cosa. ‒
V. Battere, § LXVIII.
Definiz: § CXLV. Bere con gli occhi. ‒
V. Bevere, §§ XV e XVI.
Definiz: § CXLVI. Buttare in occhio. ‒
V. Buttare, § XXIV.
Definiz: § CXLVII. Buttare la polvere negli occhi. ‒
V. Polvere.
Definiz: § CXLVIII. Cadere la benda dagli occhi. ‒
V. Benda, § I.
Definiz: § CXLIX. Cadere le lacrime dagli occhi. ‒
V. Lacrima, § XX.
Definiz: § CL. Cadere sott'occhio, o sotto l'occhio, vale Esser visibile. ‒
Esempio: Red. Lett. 3, 287: I mali che cadono sotto l'occhio possono sempre esser meglio giudicati da' medici e da' chirurghi presenti, che da' medici e da' chirurghi lontani.
Definiz: § CLI. Cavare due occhi a sè per cavarne uno al compagno, è maniera proverbiale che si usò a rappresentare la condizione di chi per fare un piccolo danno ad altri, ne fa uno grande a se stesso. Si trova anche con inversione di termini e di significato. ‒
Esempio: Cavalcant. G. Istor. fior. 1, 277: Non ostante che il popolo minuto sia differente da noi, pure porta a loro danno, non meno che a noi. Ma e' fanno come gente disperata, i quali si cavano un occhio perchè il compagno ne perda due.
Esempio: Giambull. F. Stor. Europ. 47 t.: Convenuti segretamente con gli Ungheri.... gli condussero nella Sassonia, senza altrimenti considerare, che per cavare uno occhio al vicino, gli cavavano a sè tutti duoi.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 73: Coll'andare a caccia, A dispetto di tutto quanto il mondo, Cavasti, senza fare alcun guadagno, Due occhi a te, per trarne uno al compagno.
Definiz: § CLII. Cavare gli occhi ad alcuno, detto di cibo o bevanda, vale Fargli gola. ‒
Esempio: Cecch. Pezz. Comm. 97: E che vino! e' cava proprio Altrui gli occhi, stu 'l guardi nel bicchiere, Ch'e' dice, be'mi, be'mi.
Definiz: § CLIII. Cavare l'occhio, o gli occhi, della pentola, o della pignatta, o anche Volere, l'occhio, o gli occhi, della pentola, o della pignatta. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Pentola.... Cavar gli occhi alla pentola: diciamo Levarne il brodo di sopra, che, per la sua grassezza, fa certi piccoli cerchietti lucidi, a similitudine della pupilla dell'occhio, che fanno i liquori virtuosi mescolati coll'acqua: e dicesi del Togliere il buon d'una cosa per sè e lasciare il cattivo ad altrui.
Esempio: Pataff. 7: Mia consobrina è pur vaga del sugo Della pentola; l'occhio sempre vuole.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 48: Quando l'aveste nelle mani (certe medaglie), mostraste di stimarne qualcuna: e forse che non cavaste (come si dice) l'occhio della pignatta.
Definiz: § CLIV. Cavare una cosa dagli occhi a uno. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Cavare.... Cavare altrui una cosa dagli occhi; modo basso, che vale Togliere altrui una cosa, che gli sia cara.
Esempio: Maur. Rim. burl. 113: Forbici aveano e coltellin dorati, Con mill'altri ingegnosi ferramenti, Che ti cavan dagli occhi li ducati.
Definiz: § CLV. Cavare un occhio ad alcuno. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Cavare.... Cavare un occhio ad alcuno, figuratam. vale: Fargli un grandissimo dispiacere.
Definiz: § CLVI. Cavarsi il sonno dagli occhi. ‒
V. Sonno.
Definiz: § CLVII. Cavarsi il tempo dagli occhi. ‒
V. Tempo.
Definiz: § CLVIII. Cavarsi una cosa dagli occhi. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Cavare.... Cavarsi una cosa dagli occhi, vale Darla, o Lasciarla, malvolentieri.
Definiz: § CLIX. Riferito a lavoro, vale Compierlo, rinunciando al sonno; e riferito a guadagno, vale Procacciarselo, pur nel medesimo modo.
Definiz: § CLX. Chiudere gli occhi ad alcuno, e poeticam. Coprire, gli occhi ad alcuno, si usa a denotare gli estremi ufficj a un moribondo, e le prime pietose cure al cadavere. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 28: Di disagio morrò, nè chi mi cuopra Gli occhi sarà, nè chi sepolcro dia.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 9: Ei chiede, Già vicino al suo dì, che tu, suo figlio, Gli chiuda gli occhi.
Definiz: § CLXI. Chiudere gli occhi, o Serrare, gli occhi, vale Morire. ‒
Esempio: Bocc. Amet. 80: La qual cosa non prima sentì la sventurata giovane,... che, i lungamente nascosi fuochi fatti palesi, co' ricevuti inganni, chiuse gli occhi, e del mondo a lei mal fortunoso si rendè agl'Iddii.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 9: E' non batteva la mia fine altrove, Che ad aver, prima ch'io serrassi gli occhi,... Della mia donna quattro o sei marmocchi.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 286: Se oggi o domani chiudo gli occhi, Come vogliate fare io non saprei.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 137: Era appena incominciata a dipingere la cupola di Santa Maria del Fiore, che la morte lo colse.... Il cavaliere Giorgio Vasari chiudeva gli occhi contento.
Definiz: § CLXII. Chiudere, o Serrare, gli occhi, usato con un compimento di cosa, vale Fingere di non accorgersi di essa, Lasciarla correre; e con un compimento di persona, vale Non tener conto di cosa da lei fatta o detta che ci dispiaccia. ‒
Esempio: Machiav. Disc. 358: I quali (popoli), cupidi della presente pace, chiudono gli occhi a qualunque altro laccio, che sotto le larghe promesse si tendesse.
Esempio: Dav. Tac. 1, 167: L'aver saputo o tenuto mano alla guerra, chiuso gli occhi alla fellonia di Sacroviro..., erano i peccati.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 28: Agli amici e liberti buoni senza biasimo condonava: a' contrarj, ancor con sua colpa, chiudeva gli occhi.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 315: Adunque dovrà conchiudersi che questa azione di sua natura.... sia lecita e prudente, come è il serrar gli occhi alle fornicazioni ed alla trasgression del digiuno?
Esempio: E Pallav. Stor. Conc. 1, 501: Con troppa condescensione trattava i figliuoli, e chiudea gli occhi a' lor falli.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 149: Dovendo così il fattore.... chiudere gli occhi ai danni che seguono nel podere, a' lavori o male o non fatti ec.
Definiz: § CLXIII. Chiudere, o Serrare, gli occhi, o anche l'occhio chiudere l'occhio serrare l'occhio, e oggi più comunemente Chiudere un occhio, vale Fingere di non vedere, Lasciar correre, cosa degna di riprensione o che in qualsiasi modo ci dispiaccia. ‒
Esempio: Morell. Cron. 323: Il bisogno ci facea chiudere gli occhi, e volentieri ci lasciavamo ferrare.
Esempio: Machiav. Comm. 324: Non crede già Che mi mettiate cose disoneste Innanzi, ma che voi serriate gli occhi.... Datomi avendo un marito sì strano.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 113: La quantità è quella che in questo caso s'ha a considerare: perciò, se ella sarà picciola, chiuderemo gli occhi, faccendo le viste di non vedere.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 204: E si pensa ch'io abbia a chiuder gli occhi, Ed a far il buon uomo e 'l dormi al fuoco.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 20: Ed egli.... che si trovò lì come il ranocchio Preso dalla medesima (da Martinazza) al boccone, Mentr'ella saltò in barca, chiuse l'occhio.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 416: Non sono sì ciechi i padri e le madri, che non veggano il gran pericolo, a cui si espongono le loro figliuole con questa detestata libertà di trattar co' giovani: ma per quella speranza di maritarle, chiudono gli occhi, e fanno tra sè ragione di non vedere quello che veggono.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 168: Gli dono, serro gli occhi, e non l'osservo Così per la minuta: finalmente Ho io avvezzato questo mio figliuolo A nulla mi celar di quelle cose Che ec.
Esempio: Bandin. Disc. econ. 72: Non v'è altro rimedio per tirar avanti senza strapazzare alcuno, che il farsi troppo ben volere con saper chiudere gli occhi a tempo ec.
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 1, 5: Se si contentasse di approfittarsi solamente negl'interessi, ancora, ancora chiuderei gli occhi; ma troppo altre cose io scorgo che ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 376: Chi ha l'assunto di provvedere, e non n'ha la volontà, o non ne trova il verso, alla lunga acconsente che altri provveda da sè, fino a un certo segno, a' casi suoi; e se non acconsente espressamente, chiude un occhio.
Definiz: § CLXIV. Chiudere l'occhio a uno, vale lo stesso che Stringergli, o Strizzargli, l'occhio. ‒
Esempio: Med. L. Beon. 3, 145: Quel che tu vedi, che mi chiuse l'occhio, Sappi, ch'egli è il mio Lupicin Tedaldi.
Definiz: § CLXV. Coprire gli occhi ad alcuno. – V. § CLX.
Definiz: § CLXVI. Correre agli occhi, vale Offrirsi alla vista, Venir veduto, facendo subita impressione. ‒
Esempio: Dant. Inf. 23: Ma più non dissi: chè agli occhi mi corse Un, crocifisso in terra con tre pali.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 99: Nè prima esse agli occhi corsero di costoro, che costoro furono da esse veduti.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 205: Venendo si guardò innanzi, e per ventura il primo uomo che agli occhi gli corse fu Primasso.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 192: Gli corse agli occhi il suo buon falcone.
Definiz: § CLXVII. Credendosi segnare, darsi nell'occhio, è maniera che vale lo stesso che Credere di segnarsi e darsi con un dito nell'occhio. ‒
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 527: Credendosi segnare, s'hanno dato nell'occhio.
Definiz: § CLXVIII. Credere di segnarsi, e darsi con un dito nell'occhio. ‒
V. Dito, § XXIV.
Definiz: § CLXIX. Dare d'occhio, o anche d'occhi, o l'occhio, per lo più con un compimento retto dalla prep. A, vale Rivolgere lo sguardo, Guardare, Occhiare; ed anche Fare osservazione, Fermare l'attenzione. ‒
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 13: Dando d'occhio tra quelle donne, che ve n'erano assai, videvene una fra l'altre, che molto gli piaceva.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 91: Lorenzo Ghiberti.... dato d'occhio alla maniera d'Antonio, lo tirò al lavoro suo.
Esempio: Segner. Mann. sett. 5, 2: Il leone allora ruggisce, quando tormentato assai nelle viscere dalla fame, ha dato d'occhi alla preda ch'egli desidera.
Esempio: Baldin. Decenn. 3, 44: Io pure nel mettere insieme queste notizie..., diedi d'occhio a sì fatta implicanza.
Esempio: E Baldin. Vit. Bern. 82: Nella parte interiore della cupola di San Pietro fu da alcuni dato d'occhio ad una certa antica crepatura, che in ogni tempo per lo avanti ad ognuno era stata visibile.
Esempio: Fag. Comm. 7, 217: Voi, con maniera scaltra, Ch'una non sa dell'altra, Date d'occhio alla madre e alla figliuola.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 61: Antioco figliuol di Seleuco di nascoso dar d'occhio alla matrigna Stratonica.
Definiz: § CLXX. E Dare d'occhio, o anche l'occhio, ad alcuno, vale altresì Fargli cenno con un'occhiata. ‒
Esempio: Grazz. Cen. 84: Giannetto, dato l'occhio al compagno, cominciò a turarsi il naso.
Esempio: Cecch. Esalt. 4, 6: Io vo per istaggirlo, ecco Ragnino; Io do d'occhio a gli sbirri, e' te lo ciuffano.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 10: Quel ribaldo Vistomi da lontan, sgombera tosto Le robe sue: dà d'occhio A un uom che vendea gabbie...: il chiama.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 300: Dava d'occhio a' birri, che avessero pazienza, e non inasprissero il giovine.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 486: Solo, nel passar loro accanto, mentre usciva, e quelle venivano avanti, potè dar loro d'occhio, per accennare ch'era contento di loro.
Definiz: § CLXXI. E Dare d'occhio, o un occhio, pure con un compimento retto dalla prep. A, vale anche Badare; più comunemente Dare un'occhiata. ‒
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 566: Inclinavano più tosto all'ozio e alla comodità, allegando sfacciatamente il bisogno, che avevano di ripassare a Cuba, per quivi dar d'occhio alle loro fattorie.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 66: Fa' le opre andar, da' un occhio alle faccende, Tieni in regola i conti e le partite.
Definiz: § CLXXII. Dare nell'occhio, o negli occhi, detto di cosa, vale Fare viva impressione nella vista, Esser appariscente, vistoso; e detto di persona, vale Farsi notare: anche figuratam. ‒
Esempio: Pallav. Lett. 1, 83: Questi [l'idiota] vien tirato unicamente dalle perfezioni più sensibili, e che più dànno nell'occhio.
Esempio: Rucell. Or. Pres. Arg. 6: Quelli (abiti) dell'accompagnature arien dato troppo ne gli occhi e di soperchio pomposi riputati sarieno, se ec.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 77: Le vuote [spighe] erte sul gambo.... stan sopra l'altre, e dan nell'occhio, come padrone della campagna.
Esempio: E Bart. D. Vit. Borg. 1, 51: Gareggiavano in fogge d'abiti gaj e in acconciature da più abbellirsi e dar nell'occhio.
Esempio: Segner. Incred. 55: Quello che a prima giunta dà più nell'occhio (nel cielo) è la vastità della mole.
Esempio: Baldin. Decenn. 5, 290: Con essersi egli fatta una maniera di abbigliare figure con varietà di abiti e colori, che assai davano nell'occhio.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 296: Erano per la città.... molti giardini coltivati con estrema delicatezza, de' quali ne dava nell'occhio uno di grandezza e di bellezza maravigliosa.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 152: Al circolo, Al ballo, al crocchio Chi è più ridicolo Più dà nell'occhio.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 569: In circostanze che si vorrebbe potersi nasconder sotto terra, e costui cerca ogni maniera di farsi scorgere, di dar nell'occhio.
Definiz: § CLXXIII. E per Destar sospetti. ‒
Esempio: Bart. D. Cin. 4, 410: Non volle che le adunanze de' vecchi e de' novelli Cristiani si facessero in casa sua: chè a tanti ch'erano, non potevan non dar forte nell'occhio.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 267: Gli ambasciadori di Motezuma tenevano conferenze guardinghe coi sacerdoti: cominciava a dar negli occhi certa maniera di derisione e di doppiezza ne' loro sembianti; e tutti i contrassegni indicavano novità, e risvegliavano il sospetto, addormentato appena.
Esempio: Fag. Comm. 6, 50: Coll'aggiunta di questi baffi posticci e d'un singolare ardimento a poche delle mie pari concesso, non dovrei dar nell'occhio in un tratto, che non sia creduto veramente per quegli.
Definiz: § CLXXIV. Dare nell'occhio, o negli occhi, a uno, o di uno, vale Attirarne gli sguardi, l'attenzione. ‒
Esempio: Cellin. Vit. 148: Dette negli occhi di Sua Eccellenzia il sopra ditto diamante.
Esempio: Fag. Rim. 2, 85: Ma questo è stato tanto smisurato, Che per forza t'ha pur dato negli occhi: E contro voglia tua l'hai pur guardato.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 18: Quest'abito t'ha dato nell'occhio, ne?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 437: Al cardinale.... diede di nuovo nell'occhio il pover uomo, che rimaneva indietro.
Definiz: § CLXXV. E semplicemente per Presentarsi alla vista: anche assolutam. ‒
Esempio: Segner. Crist. instr. 284: Chi corregge non dee spiare curiosamente i mancamenti del prossimo entrando in casa, ma stare di fuori, emendando ciò che dà nell'occhio a chi passa (qui in locuz. figur.).
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 125: Fattosi giorno diede negli occhi una novità considerabile, che portò qualche sconcerto.
Definiz: § CLXXVI. Dare nell'occhio, o negli occhi, a uno, figuratam., vale Presentarsi alla mente, Apparir chiaro alla prima, Esser facilmente osservato. ‒
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 132: Difetto,... che per quanto non desse negli occhi a chi l'obbediva, bastava, che fosse conosciuto da lui, per ec.
Esempio: Magal. Lett. At. 161: Bisogna dire che il vantaggio che risulta in dottrina peripatetica del non potersi scambiare il Dio d'Aristotile dal Dio della Fede..., non desse così subito negli occhi a que' primi contradittori del medesimo Aristotile.
Esempio: Cocch. Asclep. 39: Nei suoi stessi frammenti si trovano osservazioni pratiche rare ed importanti.... di certe particolarità che non dànno nell'occhio se non ai più periti.
Definiz: § CLXXVII. E pur figuratam., vale Far cattiva impressione, Esser veduto malvolentieri. ‒
Esempio: Bart. D. Mem. ist. Comp. 3, 221: Il qual onore fattogli, non vi mancò a cui desse ne gli occhi.
Esempio: Red. Lett. 1, 401: I quali (sonetti) veramente son belli, e opera di così grande e celebre letterato quale si è il signor Bellini, e non ànno altro, che possa dare nell'occhio de' lettori, se non il povero mio nome.
Definiz: § CLXXVIII. Dare polvere, o della polvere, negli occhi. ‒
V. Polvere.
Definiz: § CLXXIX. Dare sugli occhi ad alcuno, detto di luce o cosa luminosa, vale Fare effetto sulla vista di esso; anche figuratam. ‒
Esempio: Segner. Incred. 440: L'argomento è sì chiaro, che la sua luce non può non dare egualmente su gli occhi a tutti.
Esempio: E Segner. Pred. 519: Tanta è la rabbia contro lui conceputa da' suoi avversarj, cioè da coloro, cui dà troppo su gli occhi qualsisia bontà, la qual abbia del luminoso.
Definiz: § CLXXX. Dare un occhio a checchessia o a chicchessia. ‒ V. § CLXXI.
Definiz: § CLXXXI. Dare un occhio per checchessia, vale Fare qualunque sacrifizio per ottenere un dato effetto; usato nelle forme Darei un occhio, Daresti, ec. un occhio, Avrei dato un occhio, Avresti dato, ec., un occhio. ‒
Esempio: Manz. Prom. Spos. 20: Don Abbondio, che, pochi momenti prima, avrebbe dato un occhio per iscansarli, allora avrebbe voluto prolungar la conversazione e le trattative.
Definiz: § CLXXXII. Darsi del dito nell'occhio. ‒
V. Dito, § XXIII.
Definiz: § CLXXXIII. Divorare con gli occhi checchessia. –
V. Divorare, § XII.
Definiz: § CLXXXIV. Dormire a occhi chiusi, o a chius'occhi. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. IV: Dormire.... Dormire a chius'occhi; figuratam. vale Star quieto e sicuro.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 150: Non so più bel che star drento a un muro, Quïeto, agiato, dormendo a chiusi occhi, E del corpo e dell'anima sicuro.
Definiz: § CLXXXV. Dormire come la lepre, che dorme con gli occhi aperti. –
V. Lepre, § XII.
Definiz: § CLXXXVI. Dormire con gli occhi aperti, vale lo stesso che Dormire come la lepre, che dorme con gli occhi aperti.
Definiz: § CLXXXVII. Dormire con gli occhi aperti, vale anche Essere sciocco, stordito. ‒
Esempio: Ar. Sat. 1, 175: Sia (la moglie) di buon'aria, sia gentil, non dorma Con gli occhi aperti; chè più l'esser sciocca D'ogni altra ria deformità deforma.
Definiz: § CLXXXVIII. Dormire con gli occhi altrui. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. I: Dormire.... Dormir con gli occhi altrui, vale, riposarsi, e quietarsi d'alcuna cosa in su 'l sapere e 'n su la diligenzia d'altrui.
Esempio: Ar. Comm. 2, 467: Andate, e riposatevi Sopra di me, e dormite, come dicono, Con gli occhi miei: questo è sicurissimo.
Definiz: § CLXXXIX. Essere la pupilla dell'occhio, e simili, di alcuno. ‒
V. Pupilla.
Definiz: § CXC. Essere negli occhi, sugli occhi, innanzi agli occhi, e simili, vale Esser presente, Star davanti, Essere in vista; e figuratam. Esser presente al pensiero. ‒
Esempio: Dant. Purg. 32: Già negli occhi m'era Quella ch'ad altro intender m'avea chiuso.
Esempio: E Dant. Conv. 187: Non basta di guardare pur quello ch'è dinanzi agli occhi, cioè il presente.
Esempio: Vill. F. 152: Esso ben sapeva la condizione della città, e l'infermità di essa gli era nelli occhi.
Esempio: Gell. Err. 2, 2: E tanto più io, essendo io lor così qui in su gli occhi.
Esempio: Capp. Scritt. 1, 373: Lo spettro recente della schiavitù legale era sempre innanzi agli occhi loro.
Definiz: § CXCI. Essere tutt'occhio, o tutt'occhi, vale Essere molto attento, pronto a veder tutto. ‒
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 1, 53: Chi più sa e più può, chi è tutt'occhio e tutto scettro..., questi ha più che altri del principe e del divino.
Definiz: § CXCII. Essere una persona, o una cosa, un bruscolo negli occhi ad alcuno. ‒
V. Bruscolo, § IV.
Definiz: § CXCIII. Essere un pruno sugli occhi. ‒
V. Pruno.
Definiz: § CXCIV. Esserne pieno fino agli occhi. ‒ V. § CXLI.
Definiz: § CXCV. Fare acqua da occhi, o da lavar occhi. ‒
V. Acqua, § XXVII.
Definiz: § CXCVI. Fare agli occhi. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio. Far occhio.... Far agli occhi: Vagheggiare.
Definiz: § CXCVII. Fare a occhio, usato assolutam., è maniera usata familiarmente, parlandosi per lo più di derrate da vendere o da spartire, nel senso di Valutare senza ricorrere a peso o misura, regolandosi col giudizio che uno pratico può fare con la sola vista; che anche si dice Fare a vista.
Definiz: § CXCVIII. Fare come la lepre, che dorme con gli occhi aperti. ‒
V. Lepre, § XII.
Definiz: § CXCIX. Fare d'occhio, o d'occhi, si usò per Far cenno coll'occhio; Ammiccare. ‒
Esempio: Varch. Ercol. 112: Solemo ancora, quando volemo essere intesi con cenni senza parlare, chiudere un occhio, il che si chiama far d'occhio, ovvero fare l'occhiolino, che i Latini dicevano nictare, cioè accennare cogli occhi, il che leggiadramente diciamo ancora noi con una voce sola, usandosi ancora oggi frequentemente il verbo ammiccare ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 15: Ma Ferrante rivolto a me, e facendomi d'occhio, Dunque, disse, ci siamo noi questa mattina levati in mal punto.
Esempio: Ben. B. Rim. 2: Io viddi bisbigliar la Checca e Mone, E far d'occhi alla Ciecia che sonava.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... E far d'occhio, o chiuder l'occhiolino, è accennare a uno con l'occhio più nascosamente che si può.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 24, 1, 81: Il popolo, che non ha musica che gli suoni meglio a gli orecchi quanto il dir male de' grandi, fa d'occhio, e gode, e dice infra sè: O questi ec. (qui in locuz. figur.).
Definiz: § CC. Far fare ad alcuno occhi pazzi, si disse per Farlo rimaner male, Farlo dar nelle smanie, come un pazzo. ‒
Esempio: Cecch. Comm. ined. 19: Venendo a morte (la moglie di Lando), gli lasciò seicento Ducati di limosina, che fece Far a Lando occhi pazzi.
Definiz: § CCI. Fare gli occhi alle pulci. ‒
V. Pulce.
Definiz: § CCII. Fare gli occhi grossi, si usò per Addimostrare nel portamento, negli atti, o simili, superbia o grandigia. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio.... Fare gli occhi grossi: Non degnare, Andar sostenuto.
Esempio: Red. Lett. 3, 2: Si suol dire per proverbio, che chi entra in Corte con qualche buona fortuna suol subito far gli occhi grossi e perdere affatto la memoria di tutti gli amici.
Definiz: § CCIII. Fare gli occhi lustri, vale Essere lì lì per piangere, Venire le lacrime agli occhi.
Definiz: § CCIV. Fare l'occhio amoroso, vale Guardare con occhio da innamorato, Far l'occhio da innamorato. ‒
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 27: Quando mi vien qualche pensier grazioso E qualche bella immagine ridestasi, Ho un risettino, fo l'occhio amoroso, ec.
Definiz: § CCV. Fare l'occhio a una cosa, vale Abituarsi a vederla, in modo che poi non ne restiamo colpiti e quasi non ce ne accorgiamo. ‒
Esempio: Carlett. Viagg. 1, 7: Ci s'accostumano di giorno in giorno (al colore delle donne More) e ci fanno l'occhio, essendo che quel non veder altro fa che e' paia sempre meno di strano.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 1, 1, 27: Sin dalle fasce abbiam fatto l'occhio a tanti e sì stupendi miracoli che per l'universo si scuoprono.
Esempio: E Rucell. Or. Dial. 2, 9, 2: Questa (la luce) è una di quelle maraviglie dell'universo, che da noi per miracolo non si hanno, imperciò che con esso noi nate sono, e noi con esso loro allevati abbiànci fatto l'occhio.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 90: Noi ci abbiam fatto l'occhio (al campanile di Pisa), e non ci pare; Ma per un forestiere, è cosa certa, La prima volta che lo va a mirare, Bisogna che rimanga a bocca aperta.
Definiz: § CCVI. Fare l'occhio di triglia. ‒
V. Triglia.
Definiz: § CCVII. Fare l'occhio pio a una persona, vale Darle delle occhiate amorose. ‒
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 74: Veggo madama che in conversazione Il piè gli pesta, gli fa l'occhio pio.
Definiz: § CCVIII. Fare occhi. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio. Far occhio.... Far occhi: Dar segno di dispiacere.
Definiz: § CCIX. Fare occhio. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio. Far occhio: aggiugnere apparenza, far più vistoso.
Definiz: § CCX. Fare ridere l'occhio a uno, trovasi per Mettergli allegria, e simili. ‒
Esempio: Alam. L. Flor. 3, 3: Datemi dugento scudi, che tutti là si vegghino Contanti, nuovi e rilucenti, che faranno ridere L'occhio a la padrona de' libri.
Definiz: § CCXI. Ficcare gli occhi addosso a una persona, vale Fermare la sua attenzione su di essa con qualche fine.
Definiz: § CCXII. Ficcare pruni negli occhi. ‒
V. Pruno.
Definiz: § CCXIII. Gettare checchessia in occhio ad alcuno. ‒
V. Gettare, § XCV.
Definiz: § CCXIV. Gettare gli occhi a una cosa, vale Rivolgere ad essa lo sguardo. ‒
Esempio: Vett. Colt. 32: Chi è dietro a questo onesto studio cava di questa vista un piacere incredibile, e che se gli rinnnova nell'animo ogni volta che getta gli occhi a questi così fatti còlti.
Definiz: § CCXV. Gettare gli occhi sopra una persona, o una cosa. ‒
V. Gettare, §§ XCVIII e XCIX.
Definiz: § CCXVI. Gettare la polvere negli occhi ad uno. ‒
V. Polvere.
Definiz: § CCXVII. Giocare d'occhio con alcuno, vale Scambiare con esso delle occhiate. ‒
Esempio: Adim. L. Sat. 189: Esse dall'alto Giuocan d'occhio col vago, e son civette. Le Virginie moderne al primo assalto Cadono in braccio agli Appj.
Definiz: § CCXVIII. Giudicare alle mani e non agli occhi. ‒
V. Mano, § CDI.
Definiz: § CCXIX. Guardare con l'occhio del porco. ‒
V. Guardare, § LXVIII.
Definiz: § CCXX. Guardare con l'occhio di bove. ‒
V. Bove, §.
Definiz: § CCXXI. Guardare di buon occhio, o con buon occhio, ovvero Guardare di mal occhio, ec. ‒ V. §§ CCXC e CCXCI.
Definiz: § CCXXII. Guardare più alle mani che agli occhi. ‒
V. Mano, § CDI.
Definiz: § CCXXIII. Levare una persona dagli occhi a uno, vale Ucciderla in servigio, in utilità, di esso; e con più tenue senso Levare una persona dinanzi agli occhi degli uomini, vale Allontanarla. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 59: E gli promesse inanzi più, che meno Di quel che domandò, donargli, dopo Ch'avesse con mortifero liquore Levatole dagli occhi il suo signore.
Esempio: Gell. Circ. 215: E se e' non hanno cagione, e' lo fanno per levargli dinanzi a gli occhi de gli uomini, acciò che non faccino paragone a loro.
Definiz: § CCXXIV. Levare un pruno dagli occhi a uno. ‒
V. Pruno.
Definiz: § CCXXV. Levarsi un bruscolo dagli occhi. –
V. Bruscolo, § V.
Definiz: § CCXXVI. Lo vedrebbe Cimabue, che aveva gli occhi di panno, o L'avrebbe veduto, e simili, Cimabue, che aveva gli occhi di panno, Lo vedrebbe il Ghianda, che aveva gli occhi di feltro, o L'avrebbe veduto, e simili, il Ghianda, che aveva gli occhi di feltro, sono maniere usate a denotare che una data cosa è evidente, chiarissima, da essere veduta o conosciuta da chicchessia; che più comunemente si esprime dicendo Lo vedrebbe un cieco. ‒
Esempio: Cecch. Comm. med. 1, 115: L'are' scorto il Ghianda, Che avea gli occhi di feltro, che facevano Questi vostri rival per farvi correre E levar dall'impresa.
Esempio: Not. Malm. 2, 670: Si dice anche: Lo vedrebbe Cimabue, che nacque cieco, e che avea gli occhi di panno, detto antichissimo.
Definiz: § CCXXVII. Mangiare con gli occhi. ‒
V. Mangiare, § XXXIX.
Definiz: § CCXXVIII. Mettere gli occhi a checchessia, o in checchessia, vale Rivolgergli lo sguardo, Guardarlo. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 10: Ma come gli occhi a quel bel volto mise, Gli ne venne pietade, e non l'uccise.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 189: Veduta la vedovella, in cui niuno avea degnato di metter gli occhi, accennolla egli col dito.
Definiz: § CCXXIX. Mettere gli occhi, o l'occhio, addosso a una persona, o Porre, gli occhi, o l'occhio, addosso a una persona, vale Guardarla con una certa insistenza. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 2, 34: Al quale la donna avendo più volte posto l'occhio addosso, e molto commendatolo, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 102: E postole l'occhio addosso ed una volta ed altra bene astutamente, tanto fece che egli l'accese nella mente quello medesimo disidero che aveva egli.
Esempio: Bern. Orl. 15, 14: Argante di Rossia stava da parte A mirar la battaglia sanguinosa, E pose l'occhio addosso a Brandimarte Che sottosopra gettava ogni cosa.
Definiz: § CCXXX. Mettere gli occhi addosso a una persona, o a una cosa, o sopra una persona, o una cosa, o Porre, gli occhi addosso a una persona, o a una cosa, o sopra una persona, o una cosa, vale figuratam. Fermarvi l'attenzione per qualche fine, Farvi su disegno. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 8, 85: Alla giovane aveva posto gli occhi addosso un giovanetto leggiadro e piacevole e gentile uomo della nostra città, il quale.... focosamente l'amava.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 236: Messe gli occhi addosso all'altro suo nipote Alessandro.... e dispose Eliogabolo ad addottarlo.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 1, 13: Da alcuni mesi in qua sto sul pensiero di dar moglie al mio figliuolo. C. Bene. S. Ed ho posto gli occhi sopra la signora Clarice figlia ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 34: Il nostro giovine, che, da quando aveva messi gli occhi addosso a Lucia, era diventato massaio, si trovava provvisto bastantemente, e non aveva a contrastar con la fame.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 163: Pensa, con desiderio inquieto,... alla casuccia a cui ha già messi gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Definiz: § CCXXXI. Mettere sott'occhio, innanzi agli occhi, e simili, ad alcuno checchessia, o Porre, sott'occhio, innanzi agli occhi, e simili, ad alcuno checchessia, vale in senso proprio Presentargliela, Esporla alla sua vista; e figuratam. Sottoporla alla sua considerazione. ‒
Esempio: Cas. Pros. 4, 145: Di grandissima utilità fie investigare e, quanto per me si potrà, mettere innanzi agli occhi di ciascuno, e quasi fare assaggiare, la natura de' ricchi e potenti e de' bassi e poveri altresì.
Esempio: Segner. Mann. ag. 11, 4: Chi può dire però quanto hai da confonderti, qualor mettendoti innanzi gli occhi il gran cumulo de' peccati da te commessi, puoi dire per verità: Iniquitates meae supergressae sunt caput meum?
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 4: Voglio mettergli d'avanti agli occhi i suoi obblighi, le sue promesse, lo stato presente della mia casa, con una protesta, che questa sarà l'ultima instanza.
Esempio: Rosmin. Orig. Id. 1, 9: Converrà innanzi tratto, che io mi faccia a sporre.... la natura intima di cotal fatto, e porre così sott'occhio de' miei lettori lo stato della questione ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 364: Posso, senza mancare ai miei doveri, metterle sott'occhio certe conseguenze.... possibili.
Definiz: § CCXXXII. Pure per Esporre, Offrire, alla vista di alcuno, riferito a persona. ‒
Esempio: Guerrazz. Buc. 119: Avrei pagato un Perù a metterlo davanti agli occhi della cugina Isabella in cotesto arnese.
Definiz: § CCXXXIII. Mirare di buon occhio, o con buon occhio, ovvero Mirare di mal occhio, ec. ‒ V. §§ CCXC e CCXCI.
Definiz: § CCXXXIV. Non avere altr'occhio in capo, o in testa, che una persona, vale Amarla teneramente, cercando di secondarla più che è possibile. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 213: Elle non hanno altro occhio in capo che noi.
Esempio: Real. Franc. B. 2, 6: Fioravante venne molto vertuoso, intanto ch'el re Fiorello e la reina non avevono altr'occhio in testa.
Definiz: § CCXXXV. Non avere l'occhio chiaro contro alcuno, vale Essere adirato con esso; Vederlo di mal occhio. ‒
Esempio: Cavalc. Specch. Pecc. 29: E questo è contra a molti, li quali male perdonano in ciò, che pogniamo ch'eglino non facciano vendetta, nientemeno non hanno l'occhio chiaro contra coloro dai quali si riputano offesi.
Definiz: § CCXXXVI. Non avere nè lingua, nè occhi, nè orecchi. ‒
V. Lingua, § LX.
Definiz: § CCXXXVII. Non avere nè occhi, nè orecchi, vale lo stesso che Non avere nè lingua, nè occhi, nè orecchi. ‒
Esempio: Firenz. Comm. 1, 397: E' bisognerebbe ch'i' non avessi nè occhi nè orecchi.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 11: Ve' come sono gli uomini: Chi crede troppo, e chi non crede nulla. Chi non ha occhi, nè orecchie, e chi gli ha fin nelle scarpe, e si serve ancora di quelli degli altri.
Definiz: § CCXXXVIII. Non avere rasciutti gli occhi, è maniera che si usò per Essere ancora in tenera età, e perciò inesperto, e simili, usata con un certo senso di scherno, più che altro a rilevare atti sconvenienti di persona giovane. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 30: Vatti con Dio, credi tu saper più di me tu, che non hai ancora rasciutti gli occhi?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 134: Gran cosa, ch'e' non abbino a fatica Rasciutti gli occhi, ch'e' sien sì cattivi!
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 419: Al tempo nostro le scese e' catarri Appena si sentivan nominare In qualche vecchio: oggi non hanno appena Rasciutti gli occhi, che ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 145: Poveri a noi! non ha rasciutti gli occhi, e non s'è degnato venire a fare di tanto onore uno inchino agl'iddii della città.
Definiz: § CCXXXIX. Non battere occhio, o occhi, ed anche Non muovere, occhio, o occhi, vale Stare oltremodo attento, rattenendo ogni minimo moto della persona. ‒
Esempio: Dant. Parad. 32: Di contro a Pietro vedi sedere Anna, Tanto contenta di mirar sua figlia, Che non muove occhio per cantare Osanna.
Esempio: Dav. Tac. 2, 199: Con lieto volto, non battendo occhi il popolo, eseguì. La mano incontanente s'adoperò, e il cieco vide.
Esempio: Riccat. I. Op. 4, 374: In disparte l'autore della satira attonito,... non batteva occhio per vedere il fine della grande operazione.
Definiz: § CCXL. Non chiudere occhio, o un occhio, vale Non dormir punto. ‒
Esempio: Machiav. Comm. 122: Io non ho potuto questa notte chiudere occhio; tanto è il desiderio ch'io ho di intendere, come ec.
Esempio: Grazz. Cen. 97: Quasi tutta la notte sopra quello che di fare intendeva pensando, poco o niente potette chiuder occhio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 23: Il che mi misse tanto Sospetto, ch'io non ho chius'occhio.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 7: Fa giusto come quella nocentina, Ch'a giorno andar dovendo a processione, Occhio non chiude, e tuttavia mulina.
Definiz: § CCXLI. Non credere ai proprj occhi, è maniera che si usa a indicare uno stato di cose o un fatto che supera ogni immaginazione.
Definiz: § CCXLII. Non essere acqua da occhi. –
V. Acqua, § XLVIII.
Definiz: § CCXLIII. Non levare gli occhi da dosso a uno, ed anche Non muovere, o simile, gli occhi da dosso a uno, vale Guardarlo con insistenza, con particolare attenzione. ‒
Esempio: Bern. Orl. 25, 47: Nè creder che d'addosso occhio ti muova Fin che in terra non mandi ogni stendardo Di quella gente che là giù si trova.
Esempio: Red. Lett. 2, 147: Per suo meglio stimò necessario inghiottire tutta la predica, come fece, con suo grandissimo rammarico, che veniva accresciuto dall'osservazione, o sospetto, che il buon padre non gli levasse mai gli occhi daddosso.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 268: In una camera dove non siano più di tre o quattro amici a sedere col giocolatore.... con la sola picca di voler ritrovar qualche cosa a forza di non distaccargli mai l'occhio d'addosso, ec.
Definiz: § CCXLIV. Non levare l'occhio, o gli occhi, da una cosa, o da una persona, vale in senso proprio, Guardarla continuamente, Tenervi rivolta costantemente l'attenzione; e figuratam. Averne sempre cura. ‒
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 40: Mai non fu alcuno che muovere quindi il vedesse, nè alcuna volta levare gli occhi dal libro.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 467: V'ha [Dio] anche fatto vedere che non aveva levato l'occhio da voi, che non v'aveva dimenticata.
Definiz: § CCXLV. Non muovere gli occhi da dosso a uno. ‒ V. § CCXLIII.
Definiz: § CCXLVI. Non muovere occhio, o occhi. ‒ V. § CCXXXIX.
Definiz: § CCXLVII. Non perdere d'occhio, figuratam., riferito a persona, vale Vigilarla, Guardare attentamente i procedimenti di essa; e riferito a cosa, vale Tenerla presente. ‒
Esempio: Forteguerr. Terenz. 172: Credimi. Non perderò mai d'occhio il mio diritto.
Definiz: § CCXLVIII. Non staccar l'occhio da checchessia. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Occhio.... Non istaccar l'occhio da che che sia. Non si saziar di mirarlo.
Definiz: § CCXLIX. Non stracciarsi gli occhi di una cosa, si usò per Non darsene pensiero. ‒
Esempio: Cecch. Esalt. 2, 2: Alla fine io non ho de' fatti vostri Tanti contenti, ch'io mi stracci gli occhi.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Occhio.... Diciamo anche Non istracciarsene gli occhi, che vale, curarsi poco d'una cosa.
Definiz: § CCL. Non tenere gli occhi asciutti, vale Piangere. ‒
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 26, 89: Lodaro i vecchi consiglieri e tutti Il generoso ardir de' due campioni; Ma non tennero mica gli occhi asciutti In privarsi di giovani sì buoni.
Definiz: § CCLI. Non veder lume che per gli occhi di alcuno. ‒
V. Lume, § LVII.
Definiz: § CCLII. Passare a chius'occhi una cosa, si disse per Fingere di non accorgersene. ‒
Esempio: Vill. M. 5, 51: Rade volte occorse che i cittadini sieno condannati per baratteria.... per la negligenza de' rettori, che passano il vizio a chiusi occhi.
Esempio: Vill. F. 163: I quali [i Perugini] per non ricominciar guerra, passarono la vergogna a chiusi occhi.
Definiz: § CCLIII. Passare d'occhio, vale Sfuggire all'altrui attenzione, Passare senz'esser veduto.
Definiz: § CCLIV. Passare gli occhi a uno, detto di cosa a lui cara che gli venga tolta o di cosa desiderata che gli venga negata o impedita, vale Provare egli di ciò vivo rammarico.
Definiz: § CCLV. Perdere d'occhio una cosa, o una persona, vale Non vederla più, per effetto di movimenti sia di chi guarda, sia di ciò ch'è guardato, o per ostacoli frapposti: che anche si dice Perdere di vista. ‒
Esempio: Firenz. Comm. 1, 416: Per stare a udire una messa, io ho perduto Lucido di occhio.
Esempio: Car. Long. 4: Nè mai d'occhio perdendola (la capra), per il medesimo foro guardando, per onde immacchiata s'era, la vide che ec.
Definiz: § CCLVI. Si usa anche riferito a persona, solita vedersi spesso, nel senso di Non vederla più per mancata occasione. ‒
Esempio: Dav. Tac. 1, 384: Udendo le doglianze segrete del tanto viaggio imprender colui cui non averien voluto perder d'occhio.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 30: La donna, che trovare il suo colui Di giorno in giorno per tal mezzo aspetta, Per non lo perder d'occhio, e ch'ei le manchi, Segue la starna, e gli va sempre a' fianchi.
Definiz: § CCLVII. Perdere il lume degli occhi. ‒
V. Lume, § LIX.
Definiz: § CCLVIII. Porre gli occhi, o l'occhio, addosso. ‒ V. §§ CCXXIX e CCXXX.
Definiz: § CCLIX. Porre sott'occhio. ‒ V. §§ CCXXXI e CCXXXII.
Definiz: § CCLX. Porsi dinanzi agli occhi checchessia, vale Raffigurarselo col pensiero, Considerarlo. ‒
Esempio: S. Greg. Omel. 1, 28: Quel dì adunque..., quel dì vi ponete dinanzi agli occhi, e ciò che al presente vi pare che sia grave, a comparazione di quello diventerà leggieri.
Definiz: § CCLXI. Prestare l'occhio ad uno, trovasi per Guardarlo con attenzione. ‒
Esempio: Machiav. Comm. 295: La presta ad un volentier l'occhio, Di cui il nome non sa, o così finge.
Definiz: § CCLXII. Proporre innanzi agli occhi, vale lo stesso che Mettere sott'occhio. ‒
Esempio: Guicc. Stor. 1, 69: Proponendogli innanzi agli occhi con gravissimi stimoli l'infamia, la quale per tutto il mondo dalla leggiera mutazione di così onorato consiglio gli perverrebbe.
Definiz: § CCLXIII. Proporsi innanzi agli occhi checchessia, vale Rivolgere ad esso il pensiero. ‒
Esempio: Guicc. Stor. 1, 13: Ricordandogli che si proponesse dinanzi agli occhi non tanto quello che di presente si trattava, quanto quello che ec.
Definiz: § CCLXIV. Restar in occhio ad alcuno, trovasi per Venirgli sotto gli occhi, Esser facilmente veduto da esso. ‒
Esempio: Alam. L. Colt. 3, 605: Perchè poi cadendo Per pioggia o vento l'onorata uliva Resti in occhio al villan, che troppo è cara.
Definiz: § CCLXV. Rimirare di buon occhio, o con buon occhio, ovvero Rimirare di mal occhio, ec. ‒ V. §§ CCXC e CCXCI.
Definiz: § CCLXVI. Serrare gli occhi. ‒ V. §§ CLXI‒CLXIII.
Definiz: § CCLXVII. Si caverebbero gli occhi, o Si leverebbero, gli occhi, si dice di due persone che, odiandosi, cercano di far l'uno all'altro il maggior male possibile.
Definiz: § CCLXVIII. Sparire d'occhio, si disse per Sfuggire all'altrui visata, Dileguarsi, e simili. ‒
Esempio: Lipp. Malm. 2, 53: Gli sparì d'occhio, e fece un tempo scuro Per incanto levar, vento e tempesta.
Definiz: § CCLXIX. Spendere gli occhi, vale Spendere moltissimo. ‒
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 11, 44: E tra svimeri, sterzi, stufe e cocchi I poveri mariti spendon gli occhi.
Definiz: § CCLXX. Stare a chius'occhi. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Stare.... Stare a chius'occhi. Vivere senza usar la dovuta attenzione e convenienti riguardi.
Definiz: § CCLXXI. Stare con gli occhi addosso ad alcuno, vale lo stesso che Tenere l'occhio addosso ad alcuno. ‒
Esempio: Morell. Cron. 263: Non ti fidare di questi, ista' loro cogli occhi addosso.
Definiz: § CCLXXII. Stare con gli occhi aperti. ‒ V. § CCLXXVII.
Definiz: § CCLXXIII. Stare con l'occhio alla penna. ‒
V. Penna.
Definiz: § CCLXXIV. Stare fitto negli occhi checchessia ad alcuno, vale Averlo questi presente alla memoria, Ricordarsene bene. ‒
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 125: Quelle mi stanno ancor ne gli occhi fitte.
Definiz: § CCLXXV. Stringere l'occhio ad alcuno, o Strizzare, l'occhio ad alcuno, vale Chiudere e riaprir subito uno degli occhi per fargli cenno destramente e di nascosto, Fargli l'occhiolino, Ammiccare. ‒
Esempio: Bracciol. Schern. 10, 57: Giove strigne.... L'occhio a Mercurio, ed ei piglia il coltello.
Definiz: § CCLXXVI. Tenere d'occhio, riferito così a persone, come ad animali, vale Seguire con lo sguardo; e figuratam. vale, riferito a persona, Fare attenzione ai procedimenti di essa, Vigilarla, Prenderla di mira. ‒
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 323: Non vorrei che mi tenesser d'occhio, Se non m'inchino al duca, all'eccellenza, E se alla messa non istò in ginocchio.
Definiz: § CCLXXVII. Tenere gli occhi aperti, o l'occhio aperto, Stare con gli occhi aperti, sono maniere che valgono Usare attenzione, Vigilare, e simili: anche con un compimento. ‒
Esempio: Med. L. Canz. 1, 24: Un uccelletto, o semplice animale, Se gli vien discoperto Un inganno, che certo Si mostri turbator della sua pace, Tiene al secondo poi più l'occhio aperto.
Esempio: Bern. Orl. 20, 28: Il cavalier di lui molto più esperto, Voltava intorno, e tenea l'occhio aperto.
Esempio: E Bern. Orl. 35, 26: Sì che Namo mio caro intendi bene; Tenere aperti gli occhi ti conviene.
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 308: Io lo fo noto a voi, acciocchè stiate con gli occhi aperti.
Esempio: Red. Lett. 1, 149: Parmi cosa degna di grandissima considerazione, e da starne continuamente con gli occhi aperti.
Esempio: Martin. T. V. 7, 190: Affinchè gli occhi tu tenga aperti di giorno e di notte sopra di questa casa, nella quale tu hai promesso che sarebbe invocato il tuo nome.
Definiz: § CCLXXVIII. Tenere gli occhi in molle, è maniera scherzevole che vale Piangere. ‒
Esempio: Lipp. Malm. 2, 9: Finalmente, dopo mille prove Di dar il lustro a' marmi co' ginocchi, Tenendo gli occhi in molle e il collo a vite, ec.
Definiz: § CCLXXIX. Tenere l'occhio alla penna o al pennello. ‒
V. Penna e Pennello.
Definiz: § CCLXXX. Tenere l'occhio, o gli occhi, per lo più con un compimento retto dalla prep. A, vale Badare, Stare attento. ‒
Esempio: Vill. M. 510: Semplici e idioti, che solo tengono gli occhi alle cose che sono loro davanti, si turbano e rammaricano.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 42: I golosi tengono non meno gli occhi a' ghiotti bocconi che mangia il compagno, o a quelli che supra i taglieri rimangono, che a quello il quale ha in bocca.
Esempio: Machiav. Comm. 166: Serrale, (certe polizze) tienvi su gli occhi, Pirro, che non ci andasse nulla in capperuccia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 18: Lasciando il campo Saracino Sol tenean l'occhio all'altro di Maganza.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 335: Tien l'occhio, chè se là passasseno Le carra, in un momento possi corrervi.
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: Voglioci Tener gli occhi, ed anco ben intendere Dalla Marietta mia se ec.
Definiz: § CCLXXXI. Tenere l'occhio, o gli occhi, addosso a uno, vale Stare attento a ciò che egli fa. ‒
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 28: A tali savj e buoni sempre tiene l'occhio addosso, e non si fida di loro.
Esempio: Ar. Comm. 2, 129: Poichè il vecchio levatomi È d'appresso, e tener gli occhi continua‒mente non mi potrà addosso, io non dubito Di non fare ogni cosa.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 3, 150: Il Pontefice astuto e potente, avendolo nelle forze gli teneva gli occhi addosso, ed osservava ogni sua azione.
Definiz: § CCLXXXII. Tenere l'occhio, o gli occhi, ai mochi. ‒
V. Moco, § II.
Definiz: § CCLXXXIII. Tenere l'occhio, o gli occhi, alle mani d'alcuno. ‒
V. Mano, § CCCXVI.
Definiz: § CCLXXXIV. Tenere l'occhio teso. ‒
Esempio: Crusc. Vocab. III: Tenere.... Tener l'occhio teso: Stare in attenzione, badare.
Definiz: § CCLXXXV. Tenere un occhio alla padella e uno alla gatta. ‒
V. Gatta, § XXVIII.
Definiz: § CCLXXXVI. Togliere d'occhio alcuno, si trova per Allontanare, Rimuovere. ‒
Esempio: Rucell. Or. Dial. Sagg. 126: O qual contentezza più certa puoss'egli avere, che tolti d'occhio coloro ne sieno, i quali d'intollerabil superbia enfiati, e colmi d'avarizia insaziabile..., offesi, o calunniati, o ingiuriati ne hanno, e sì ingiustamente depressi?
Definiz: § CCLXXXVII. Togliersi dagli occhi uno, vale Disfarsene, Farlo sparire, e simili. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 35: Stava così Zerbino in forse Di liberare, o di menar captivo, O pur il disleal dagli occhi tòrse Per morte, o pur tenerlo in pena vivo.
Definiz: § CCLXXXVIII. Tornarsi zoppo, o a piè zoppo, col dito nell'occhio. ‒
V. Dito, § XLI.
Definiz: § CCLXXXIX. Uscire degli occhi una cosa a uno, vale Aver questi gran dispiacere di averla perduta o di doversene privare. ‒
Esempio: Lipp. Malm. 7, 14: E perch'è buono (certo vino).... A Meo, che piuttosto a carnovale, Che per l'opre, lo serba, esce degli occhi.
Esempio: Not. Malm. 2, 548: Esce degli occhi. Non può vederlo consumare. Lo dà mal volentieri. Gli duole il veder consumare quel vino, quanto gli dorrebbe il perdere il lume degli occhi. Detto assai usato in simile proposito.
Definiz: § CCXC. Vedere di buon occhio, o con buon occhio, una persona, Guardare di buon occhio, o con buon occhio, una persona, Mirare di buon occhio, o con buon occhio, una persona, e Rimirare, di buon occhio, o con buon occhio, una persona, sono maniere che valgono Averla cara, Gradirne la compagnia, e simili: e all'opposto, Vedere di mal occhio, o a mal occhio, o con mal occhio, una persona, Guardare ec., di mal occhio, o a mal occhio, o con mal occhio, una persona, sono maniere che valgono Averla a noia, e simili. ‒
Esempio: Castigl. Corteg. V. 93: Per questa credenza essi cominciano ad odiar quel tale, e mai più nol posson veder con buon occhio.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 24: Non erano, da quelli che governavano, visti con buon occhio, nè volentieri.
Esempio: Bart. D. Cin. 4, 410: Inasprire, se non altri, i bonzi, che li vedrebbono di mal occhio.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 85: Quando ben essi alcun dì.... non si rammentino di raccomandargli l'ovile che han tolto in guardia, pur Dio lo segue a rimirar con buon occhio.
Esempio: Not. Malm. 1, 261: Dicendosi Il tale mi guarda con mal occhio.... s'intende Il tale è adirato meco.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 130: Credete forse voi che le signore Lo guarderebber tanto di buon occhio, Se non avesse i baffi, il cacciatore?
Definiz: § CCXCI. Riferite a cosa, e più specialmente ad azione, impresa, e simili, le dette maniere valgono comunemente Esser ben disposto verso di essa, Favorirla, e simili; o al contrario Sentir per essa avversione, ripugnanza, Mostrarsi contrario ad essa, e simili. ‒
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 20: Mirando quel deschetto a mal occhio, diceva e pensava infra se stesso: ec.
Esempio: Dav. Tac. 2, 61: Vedendo noi per natura la nuova fortuna altrui con mal occhio.
Esempio: Capp. Scritt. 2, 71: La Francia vedea di mal occhio il troppo crescere d'uno stato vicino e monarchico.
Definiz: § CCXCII. Velare l'occhio, o gli occhi, vale Assopirsi, Addormentarsi; e propriamente, di un sonno leggero. Detto anche del mancare la vista per morte vicina. ‒
Esempio: Dant. Purg. 15: Che hai, che non ti puoi tenere? Ma se' venuto più che mezza lega Velando gli occhi, e con le gambe avvolte A guisa di cui vino o sonno piega?
Esempio: Bocc. Decam. 4, 57: Velati gli occhi ed ogni senso perduto, di questa dolente vita si dipartì.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 56: Impallidendo la sua bella faccia, e a modo di noi mortali indebolendo, e velando gli occhi suoi dolci inchinò il capo santo sopra i suoi omeri proprj, e passò di questa vita penosa e mortale.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 13: Io stetti in quel principio un gran pezzo, innanzi che io mi potessi addormentare; pur poi oltre alla mezza notte io velai così un pochetto l'occhio.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 188: Così mezzo sfibbiato mi son messo A velar l'occhio al suon di più trombette.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Velare.... Diciamo anche Velar l'occhio, per Addormentarsi leggiermente.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 105: A pena ebbi velato l'occhio, che mi parve ch'un angelo del cielo mi s'accostasse all'orecchio, e dicesse: ec.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 446: Noi dichiamo velar l'occhio, quando ci prende il sonno.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 626: Infatti moriva dal sonno. Ma, appena velato l'occhio, si svegliava con un riscossone.
Definiz: § CCXCIII. Venire le lacrime agli occhi. ‒
V. Lacrima, § XX.
Definiz: § CCXCIV. Venire sott'occhio, o, come si disse, sotto l'occhio, detto di cosa, vale Esser per caso veduto, Presentarsi alla vista. ‒
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 80: Venendogli sotto l'occhio qualche oggetto o più eccellente o maggiore, è forzato a mutar concetto e credenza della perfezione e dell'immensità.
Definiz: § CCXCV. Volere l'occhio, o gli occhi, della pentola, o della pignatta. ‒ V. § CLIII.
Definiz: § CCXCVI. Voltar l'occhio, è maniera che si usa comunemente per Guardare da un'altra parte, Distrarre la propria attenzione, e propriamente, quando, dovendosi esercitare qualche vigilanza, questa venga momentaneamente interrotta. ‒
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 266: Per togliere ai contadini ogni occasione di fare l'usata loro profonda ammostatura (come, voltando io punto l'occhio, o non trovandomivi presente, s'ingegnavan di fare) non permetterò mai che le vinacce si tocchino.
Definiz: § CCXCVII. Occhio alla penna!
V. Penna.
Definiz: § CCXCVIII. Chi vuole un buon potato, più un occhio e meno un capo. ‒
V. Potato.
Definiz: § CCXCIX. Ciò che l'occhio non vede, il cuore non crede. ‒
V. Cuore, § CLXXXIV.
Definiz: § CCC. Corvi con corvi non si cavan mai gli occhi. ‒
V. Corvo, § X.
Definiz: § CCCI. I micini hanno aperto gli occhi, o I mucini, hanno aperto gli occhi. ‒
V. Micino, §.
Definiz: § CCCII. In terra di ciechi, beato chi ha un occhio solo; oppure In terra di ciechi, chi ha un occhio solo è signore. ‒
V. Cieco, § LII.
Definiz: § CCCIII. L'occhio del padrone, o del signore, ingrassa il cavallo. ‒
V. Cavallo, § LXXXI.
Definiz: § CCCIV. L'occhio vuol la sua parte: proverbio che si usa a indicare che in certe cose è necessaria un'apparenza che sodisfi la vista. ‒
Esempio: Grazz. Pros. 348: E così sia a suo modo un cibo saporito e buono, che la bellezza gli dà e toglie gran parte della reputazion del credito, perciocchè, come dicon le donne, l'occhio vuol la parte sua.
Definiz: § CCCV. Lontan dagli occhi, lontan dal cuore. ‒
V. Cuore, § CLXXXVI.
Definiz: § CCCVI. Occhio non vede e cuor non s'arrabatta. ‒
V. Arrabattare, §.
Definiz: § CCCVII. Occhio per occhio, dente per dente, è maniera proverbiale ellittica, d'origine biblica, con la quale s'intende d'esprimere l'equivalenza tra il danno recato ad alcuno e la sodisfazione a cui il reo è obbligato, secondo la così detta Legge del taglione.
Definiz: § CCCVIII. Se occhio non mira, cuor non sospira: proverbio che vale lo stesso che Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
Definiz: § CCCIX. Veggono più quattr'occhi che due: proverbio che significa che Operando in compagnia di alcuno, è più difficile cadere in errore od essere ingannati, che operando soli. ‒
Esempio: Alam. L. Flor. 4, 9: Io vorrei qui quella bestia di Tonchio..., Chè piglieremmo qualche deliberazione; ch'ei veggono Più quattro occhi che due.
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Tu sai il proverbio.... ch'e' veggono Più quattro occhi, che due.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 108: Parrà strano ad alcuno che Apelle tanto deferisse al volgo. Ma finalmente e' bisogna confessare esser verissimo il nostro proverbio: Veggono più quattr'occhi che due.
Esempio: Magal. Mend. abol. trad. 6: In questa rete non è cosi facile a dare una pietà pubblica.... Prima, perchè (come suol dirsi) veggon più quattr'occhi, che due: e poi, perchè ec.