1)
Dizion. 2° Ed. .
MARCIO
Apri Voce completa
pag.496
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
MARCIO.
Definiz: | Putrido, fracido, pien di marcia. Lat. tabidus. |
Esempio: | Dan. Infer. c. 30. Disse il greco la lingua, e l'acqua marcia. |
Esempio: | Lab. n. 245. E se niuno mai marcio fu di questa nascenza putrida, e villana, tu
se, senza niuno dubbio, desso. |
Definiz: | ¶ Per vile, e abbietto. Lat. vilis, abiectus. |
Esempio: | G. V. 7. 48. 2. Disse, per rimproccio: leggi gli statuti, popol marcio.
|
Definiz: | ¶ E da questo diciam, marciúme, che vale abbiettitudine, e pretta viltà. |
Definiz: | ¶ Aggiunto a forza, vale forzatissimamente. Lat. velit nolit. |
Esempio: | Cavalc. disc. spirit. E perciocchè il cuore umano non può stare, che non pensi
alcuna cosa, s'egli non è occupato in bene, bisogna, a marcia forza, ch'e' pensi male.
|
Definiz: | ¶ E MARCIO sust. termine di giuoco, e val posta doppia. Onde campare il marcio, uscir del rischio
del perderla doppia. |
Definiz: | ¶ E per similit. Cavare del marcio, e uscir del marcio, diciamo, quando
conseguiamo, o siam fatti conseguire, la prima volta, qualchè cosa disiderata . |
Definiz: | Aggiunto a dispetto, e a rabbia, ha forza d'accrescitivo. |
Esempio: | Ber. rim. Io abbia a stare, a mio marcio dispetto, Infino all'undici ore a andare
a letto. |
|