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MARCIO
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MARCIO.
Definiz: Putrido, fracido, pien di marcia. Lat. tabidus.
Esempio: Dan. Infer. c. 30. Disse il greco la lingua, e l'acqua marcia.
Definiz: ¶ Per metaf.
Esempio: Lab. n. 245. E se niuno mai marcio fu di questa nascenza putrida, e villana, tu se, senza niuno dubbio, desso.
Definiz: ¶ Per vile, e abbietto. Lat. vilis, abiectus.
Esempio: G. V. 7. 48. 2. Disse, per rimproccio: leggi gli statuti, popol marcio.
Definiz: ¶ E da questo diciam, marciúme, che vale abbiettitudine, e pretta viltà.
Definiz: ¶ Aggiunto a forza, vale forzatissimamente. Lat. velit nolit.
Esempio: Cavalc. disc. spirit. E perciocchè il cuore umano non può stare, che non pensi alcuna cosa, s'egli non è occupato in bene, bisogna, a marcia forza, ch'e' pensi male.
Definiz: ¶ E MARCIO sust. termine di giuoco, e val posta doppia. Onde campare il marcio, uscir del rischio del perderla doppia.
Definiz: ¶ E per similit. Cavare del marcio, e uscir del marcio, diciamo, quando conseguiamo, o siam fatti conseguire, la prima volta, qualchè cosa disiderata .
Definiz: Aggiunto a dispetto, e a rabbia, ha forza d'accrescitivo.
Esempio: Ber. rim. Io abbia a stare, a mio marcio dispetto, Infino all'undici ore a andare a letto.