Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
FORCELLA.
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FORCELLA.
Definiz: Diminut. di Forca. Piccola forca, o legno biforcuto, atto a sostenere checchessia.
Lat. furcilla. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 166: E poi i tralci si stendano, e intra vite e vite una forcella piccola si ponga.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 391: Che converebbe fare al tiepido amatore di sè per porre rimedio alla sua stanchezza? Come Moisè, appoggiare le braccia, acciocchè elle non tornino in giù, con due forcelle, una d'odio di sè col timore santo di Dio dal lato, e l'altra d'amore (qui in locuz. figur.).
Esempio: Bart. D. Vit. S. Ignaz. 5, 117: Poi tanto li confortò, che in fino si fecer cuore; e poste le cartucce su le forcelle de' loro bastoni, le diedero al demonio, che non usciva del cerchio.
Definiz: § I. E per Quel punto, dove un ramo si divide in due. –
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 231: Se tu pianti innesti che vi sieno di quella bassezza che tu desideri, i rami già messi lasciali appiccare con essi, e come questo sia, scapezza la sua cima maestra in sulla forcella dei suoi rami.
Definiz: § II. Forcella, dicesi comunem., La bocca dello stomaco, dove finiscono le costole; e talora per estensione dicesi altresì Lo stomaco stesso: e trovasi usato anche nel plurale. –
Esempio: Ristor. Comp. Mond. 113: E questa via.... passa per lo mezzo del bellico, e viene segando per le forcelle del petto, sì che pone la parte del petto diritta dall'uno lato, e la manca dall'altro.
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 8: E siccome di mangiare zucche, melloni, lomìe, umiliache, pesche, mele di state a digiuno per lo grande caldo, per la forcella, o per lo caldo fegato raffreddare.
Esempio: E Benciv. Aldobr. P. 10: Che l'uom senta la forcella leggiera, perciocchè non si possono nè mica cuocere appunto insieme.
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 84: Ma quando elli (il leone) si conosce ch'el pasto non è tutto consumato dentro alle sue forcelle, sì gli fa noia.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 138: Il riso è caldo nel primo grado e secco nel secondo, ed è in sua natura pesante, e dimora nella forcella del petto, e ristrigne il ventre.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 14, 26: Poi ficcolli la spada dove appella Dello stomaco il volgo la forcella.
Definiz: § III. E in senso speciale dicesi L'osso forcuto, che rimane alla base dello stomaco dei volatili.
Definiz: § IV. Forcella, prendesi anche per Quella piccola concavità che è alla base della gola e al principio dello sterno; detta anche Fontanella. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 50: Dal mento sotto il gozzo al trovare della gola, una delle tre misure: la gola lunga una misura: dalla forcella della gola alla sommità dell'omero, un viso; e così dall'altro omero.
Esempio: Varch. Stor. 2, 84: L'abito de' Fiorentini, passato il diciottesimo anno, è la state.... una vesta o di saia o di rascia nera,... increspata da capo, dove s'affibbia alla forcella della gola.
Definiz: § V. E nel plurale, si disse anche per Fauci. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 209 var.: E perchè contro al suo comandamento pure parlavano, fece loro tagliare le lingue insino alle forcella.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 2, 54: Ecco io ho aperta la mia bocca, e la mia lingua parlerà nelle mie forcelle.
Definiz: § VI. Forcella, dicesi anche L'osso arcuato del pube. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 2: Forte spronando, l'asta a la forcella Del pettignion gli pose.
Definiz: § VII. E dicesi pure Quel punto, nel quale le funi maestre delle reti del paretaio o delle reti aperte si congiungono insieme e si rannodano; e altresì Le funi stesse.