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Dizion. 5° Ed. .
CIURMARE.
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CIURMARE. Definiz: | Att. usato anche assolutam. Rendere sicuro, per via d'incantesimi, da danni o pericoli; Fatare, Incantare. E propriamente dicevasi del Dare, che facevano i ciarlatani, vino o altra bevanda, sopra la quale avessero pronunziate parole credute di magica potenza, come antidoto alle morsicature di serpi e di altri animali velenosi. |
Dal basso lat. carminare, Cantar carmi; e questo da carmen, che valeva anche Incantesimo. – Esempio: | Machiav. Rim. 460: Ciurmador siam, che ciurmiam per natura, Donne, e cercando andiam nostra ventura. |
Esempio: | Salvin. Pros. tosc. 2, 165: Da questa medesima voce latina, di carmina per incanti, abbiamo senza fallo noi fatto il verbo Ciurmare e Ciurmato e Ciurmadore, che si dicono però in basso sentimento di affatturare, di fatare e di assiderare per via d'incantesimo e di magìa. |
Definiz: | § I. E figuratam., Aggirare altrui con parole o con altro artifizio, Ingannare, Imbrogliare; e altresì Dare ad intendere una cosa per un'altra. – |
Esempio: | Pulc. L. Morg. 24, 42: E' m'incresce tu ciurmi Carlo Mano, Che non cognosce ancor di Giuda i baci. | Esempio: | Varch. Ercol. 70: Se lo fa artatamente per ingannare e giuntare chi che sia,... si dice.... con più generale verbo ciurmare da i ciurmatori. | Esempio: | Gell. Circ. 2, 50: Chi meglio sa ciurmare, s'acquista più fede. |
Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 261: Deh ascoltami: E' val più il pigliar quest'amicizia, Che non val, mi farai dir, Monte Cacioli, Non che cotesta pietruzza. G. (Oh buon! ciurmalo.) |
Esempio: | E Cecch. Comm. ined. 2, 27: Oh! ecco l'Agnola; Io vo' saper qualcosa. N. Sì, ciurmatela; Intanto ch'io vo in casa e torno subito. |
Definiz: | § II. Neutr. Fare ciurmerie, Fare l'arte del ciurmatore, del cerretano. – | Esempio: | Pulc. L. Morg. 22, 26: Io gli ho per alfabeto i tuoi difetti: Guarda chi ciurma con meco e miagola!.... Che pensi tu mostrarmi la mandragola? Io ciurmerei più, Gan, con un sermento, Che tu colle tue serpe; or sia contento. |
Definiz: | § III. Neutr. pass. Premunirsi contro alcun male, prendendo medicine credute a tal uopo efficaci, e quasi fornite di potenza magica. – | Esempio: | Bern. Lett. fam. 20: Ora voi volete pur mettermi alle mani con questo messer Sisto; e sapete ch'e' non può essere ch'e' non sia stato con quel vescovo ch'è morto, e in grandissimo sospetto (di peste). Sia con Dio: io v'andrò, e tornerammi a proposito l'essere confessato, e l'avere buon animo. Ciurmar non mi voglio, nè pigliar pillole, come mi volevate dare; chè non voglio perdere quel poco di appetito che ho. |
Esempio: | Red. Osserv. Vip. 14: Crederono alcuni, che il buon Iacopo ciurmato prima si fosse, ancorchè francamente lo negasse, o con mitridato, o con triaca, o con altro alessifarmaco. |
Definiz: | § IV. Si usò per Ubriacarsi col vino. – | Esempio: | Bocc. Decam. 7, 105: Andiamo, e meniallo alla taverna:... egli si ciurmerà; e verracci troppo ben fatto. |
Esempio: | Varch. Rim. burl. 1, 42: E mi ricordo per un San Giovanni, Ch'io mi ciurmai sol per aver cagione Di bere un sorso. |
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