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1) Dizion. 5° Ed. .
DOZZINA.
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DOZZINA.
Definiz: Sost. femm. Quantità numerata, che arriva alla somma di dodici. Dicesi di cose della medesima specie, e più particolarmente di quelle che servono di corredo all'uomo, o di fornimento alla casa; chè di alcune che servono al vitto dicesi più comunemente Serqua.
Dall'antiquato dozzi, Dodici. ‒
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 58: Ti mandai.... un paio di coltellini, e una dozzina di penne.
Esempio: Lett. Uom. ill. 316: Per due dozzine di salviette si piglieranno braccia 30.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 188: Gli ha dato Qualche dozzina di scudi.
Esempio: Red. Lett. 3, 140: S. A. S. subito comandò che ne fosse (de' guanti di colore e di odore di limone) lavorata una mezza dozzina.
Esempio: Magal. Lett. 121: Tanta tela d'Olanda da farmi una dozzina di collari.
Esempio: E Magal. Lett. fam. 2, 149: Quanto pagherei d'avere il mio p. Pietro in Badia, per potergli comunicare forse una dozzina di fogli.
Esempio: Fag. Comm. 3, 29: Avete occhiali buoni? S. Se ce n'ho! e di quei fini d'Inghilterra. Veda che chiarezza, che limpidezza di cristallo: eccogliene una dozzina, scelga pure.
Esempio: Fosc. Poes. C. 332: Mi faccia fare la dozzina Delle camicie: ed eccole il campione.
Definiz: § I. E detto di cose non materiali, anche in senso indeterminato. ‒
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 182: E dovete sapere, ch'è l'usanza de' fattori delle monache, quando vengano a Firenze, si movano per una sol causa, che ve se ne aggiugne poi parecchi dozzine.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 11: E di quelle novelle, ond'egli ha 'n tasca Ognora una dozzina in pasto altrui.
Esempio: Red. Lett. 1, 258: È cosa migliore.... allungar il medicamento una dozzina di giorni di vantaggio, che lo abbreviarlo.
Definiz: § II. Talvolta riferiscesi anche a persone. ‒
Esempio: Plut. Vit. 100: E fue fatta una oste di molte dozzine di migliaia.
Esempio: E Plut. Vit. 183: E per questa cagione quando Dion apparì in Sicilia, molte dozzine di muliere (donne) l'ubbidiron, solamente per distruggere Dionisio.
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 6, 161: Basta aprir la visita del 1716 per trovar subito mezza dozzina di testimoni, che ec.
Definiz: § III. A dozzine, posto avverbialmente, vale In gran quantità o numero, In copia, In abbondanza. ‒
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 81: Fare'vi e questi e altri belli ingegni In prospettiva venire a dozzine.
Esempio: Nell. I. Gelos. disinv. 1, 1: In Italia, e in questa medesima città di Bologna, ce ne sarebbero da trovare a dozzine.
Esempio: Targ. Disam. 20: Non passa anno, che di tali piene non ne venga a dozzine.
Definiz: § IV. Di dozzina, e, oggi non comunemente, anche Da dozzina, usato come aggiunto di cosa lavorata e venale, significa Grossolano così per la materia come pel lavoro, Non fine: e per estensione, detto di checchè altro sia, vale Ordinario, Di poco pregio o conto, Da non farne grande stima, e simili. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 11, 232: Pittore di scuderia, adoperato in bottega a dipignere forzieri, scabelli, cornicioni, ed altri sì fatti lavori di dozzina.
Esempio: Grazz. Rim. V. 622: Chi lo stomaco ha guasto, ovver dolore Sente di testa, usi sera e mattina La zuppa.... Ma non bisogna farla di dozzina,... Pan bianco e fresco vi convien trovare ec.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 24: Bastivi per adesso di sapere Che queste non son bestie da dozzina.
Esempio: Not. Malm. 2, 555: Non son bestie da dozzina. Non son bestie ordinarie, e da farne poca stima. Diciamo cosa da dozzina, o dozzinale, quella che è lontana dalla perfezione, e che è lavorata con poca diligenza.
Esempio: Giust. Vers. 241: Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco Per que' pochi scherzucci di dozzina, ec.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 329: I romanzi (quelli almeno di dozzina), per cento lettrici, avranno appena un lettore maschio.
Definiz: § V. E figuratam. detto di persona, vale Di bassa condizione, Non ragguardevole, ovvero Di poca vaglia nella sua professione. ‒
Esempio: Cas. Rim. burl. 1, 19: È ben ver ch'una donna sì divina Non istà bene in bocca ad un par mio, Che sono un poetuzzo di dozzina.
Esempio: Cellin. Vit. 416: Questo solo si è 'l maggiore ed il più incomportabile errore, che faccino quei maestracci di dozzina, plebei.
Esempio: Dav. Tac. 1, 21: Un certo Vibuleno, soldato di dozzina, dinanzi al tribunal di Bleso.... fece gente correre.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 2: Soldati da dozzina, farem noi Ufizio sempre dozzinale.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 37: Io non pensai che dentro a regie tende Voi foste nata, e che foste regina; Ma vi credetti donna da dozzina.
Esempio: E Forteguerr. Cap. 168: Nè questa è mica gente da dozzina; Sono de' primi, e sono quegli stessi Ch'egli ornò della persona più fina.
Esempio: Nell. Iac. Suoc. 2, 14. Canchero! Queste non son maschere da dozzina. Scommetterei che son cavalieri forestieri.
Esempio: Giobert. Rinnov. 2, 368: Tanto ripugnava che educato da tali mani il parto italico avesse bellezza e vita, quanto che dall'industria di un architettore o statuario di dozzina esca un lavoro simile a quelli di Fidia o del Buonarroti.
Definiz: § VI. In dozzina, coi verbi Mettere in dozzina, Stare in dozzina, Andare in dozzina, e simili, sia assolutam., sia con un compimento retto dalla particella Con, vale In compagnia, Insieme; usato per lo più figuratam. a denotare Insieme e senza distinzione, Mescolatamente, Confusamente, e con isconvenienza; che oggi diremmo In mazzo. ‒
Esempio: Bern. Orl. 67, 49: Stavanvi agiatamente sei persone; Ma non volea colui star in dozzina, Volea star solo, e pel letto notare A suo piacer, come si fa nel mare.
Esempio: E Bern. Rim. burl. 1, 66: Nè metterovvi con uno in dozzina, Perchè d'un nome siate ambo chiamati.
Esempio: Car. Apol. 169: Il che penso sia stato fatto, o da lui (dal Castelvetro) per non andare in dozzina, come di sopra s'è detto, o da qualch'un altro per onor suo.
Esempio: E Car. Lett. fam. 3, 137: L'eccellenzia del suo artificio non richiede che vada (un certo mariuolo) in dozzina con gli altri.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 18: Si può ben donare in modo che ciascuno, ancor che abbia avuto quel medesimo che molti, non giudichi però d'essere stato messo in dozzina con li altri.
Esempio: E Varch. Sen. Benef. 41: Sono stato messo in dozzina colla moltitudine.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 1: Ed io, che non son da mettermi in dozzina, come le stringhe di Napoli, con tutto ciò ec.
Esempio: Red. Lett. 3, 35: Il tuo ceffo nero e barbato non si può mettere in dozzina con quel leggiadro e gentilesco musino.
Esempio: Monet. Poes. 297: Non ti curar per ambizione D'entrar coi gentiluomini in dozzina, Chè non sta ben portar drappi e giubbone Di seta nera a gente contadina.
Esempio: Fag. Comm. 3, 121: Non mi curo d'esser posta in dozzina con donne inventate dalla poetica fantasia,... ma di esser tra quelle poche, di cui la pura verità decanta l'azioni virtuose ed onorate.