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1) Dizion. 5° Ed. .
LUCCIOLA
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LUCCIOLA.
Definiz: Sost. femm. Insetto che apparisce volando nelle notti d'estate, e che dagli ultimi anelli dell'addome manda una luce fosforica.
Dal lat. lux, mediante un diminutivo alquanto alterato. –
Esempio: Dant. Inf. 26: Quante il villan, ch'al poggio si riposa Nel tempo che colui, che il mondo schiara, La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zanzara, Vede lucciole giù per la vallea,... Di tante fiamme tutta risplendea L'ottava bolgia.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 135: Ed io a lui: Questa par che s'adopre Come lucciola, che a sera risplende; Lo giorno è smorta, e la sua luce cuopre.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 672: Le lucciole sono piccoli animali, come le mosche, ch'ànno il ventre lucido che pare che sia fuoco, e chiudono ed aprono questo fulgore, secondo che si chiudono ed aprono con l'alie, quando volano.
Esempio: Cellin. Pros. 38: Con tutto che ei (il balascio) non sia quel bel colore coperto, questo è un color tanto acceso e tanto grande, che di giorno e' pare continuamente che brilli, ma di notte e' rende quella luce, che fanno le lucciole, o alcuni bruchi che risplendono la notte.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 8, 1: E le lucciole uscian col cui di foco, Stelle di questa nostra ultima sfera.
Esempio: Dat. Lepid. 48: Fregarono alle reni del Prete Vecchio alquante lucciole, onde tutti tiravano verso quel poco di splendore, e coglievanlo botto botto.
Esempio: Not. Malm. 2, 500: Lucciola è quel vermicello alato, che di notte riluce, da' Latini detto cicindela, noctiluca; da' Tedeschi animaletto di San Giovanni, e da' Greci λαμπύρις, dal luccicare e lampeggiare nelle tenebre, come egli fa.
Esempio: Red. Poes. 256: Da che tramonta il sole infin che Fosforo Spunta nel cielo e caccia via le lucciole, ec.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 462: Scoprivano qua e là diversi lumi, che rompendo l'oscurità della notte, a' loro occhi apparivano tante micce accese, che vuol dire truppe di moschettieri, quando non eran altro che alcuni vermi o altri insetti lucidi, simili alle nostre lucciole, ma di maggior grandezza e di più splendore.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 85: Il quale (uno scarafaggio splendente) vuole che sia del genere delle lucciole, che in tempo di estate, folgoreggiano ne' nostri campi.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 151: Mi è accaduto alcuna fiata di veder trescare sulle foglie del grano, e deporne le loro uova, alcuni di quegl'insetti che lucciole i Toscani appellano, e i Latini cicindela o noctiluca, ed anche nitedula e lampyris.
Definiz: § I. Fuoco di lucciola, vale Piccolo fuoco. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 271: Il monte Vesuvio e il Mongibello Sono un foco di lucciola, rimpetto Al grande incendio che gli bolle in petto.
Definiz: § II. Lucciola, si disse, per similit., Ciascuna di quelle pagliuzze o altri fregi d'oro, onde si ornavano i rasi o i drappi, che perciò si dicevano allucciolati. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 6, 43: Se il baston di man lor non isdrucciola, Credo che in modo scoteranno i panni, Che n'andrà la tignuola e non la lucciola (qui scherzevolmente).
Esempio: E Pulc. Luc. Giostr. 71: E poi d'intorno a questi è un frappone Che di vederlo a ogni cieco giova, E lucciole sì fisse d'oro e belle, Che pare il cielo impiro (empireo) con sue stelle.
Definiz: § III. Lucciola, e più comunemente Erba lucciola, è nome volgare di una Specie d'erba, la quale nasce sui prati da mezzo maggio a mezzo giugno, ed ha una sola foglia ovata, da cui per sottil fusto esce una spina gialliccia. È detta anche Lingua di serpente, o Serpentina; ed è l'Ophyoglossum vulgatum dei Botanici. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 628: Ritrovasi, oltre a tutte le predette piante, una erba a i nostri tempi in Italia, non conosciuta anch'essa da gli antichi, chiamata da chi lingua serpentina, da chi argentina, e da chi lucciola.
Definiz: § IV. Andare come le lucciole, o come una lucciola, Andar via come le lucciole, o come una lucciola, Fuggire come le lucciole, o come una lucciola, Sparire , o simile, come le lucciole, o come una lucciola, vale, in modo familiare, Andar via, Partire, in fretta, senza por tempo in mezzo. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 323: Alzai la voce, e volli metterli Le mani addosso; ma com'una lucciola Egli sparì fuggendo.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 46: Io voglio andare a dar la nuova ad Armindo, e metter a letto il vecchio.B. Andate come le lucciole.
Definiz: § V. Avere il fuoco al culo come le lucciole, vale, in modo basso, Avere grande ansietà o fretta di fare checchessia.
Definiz: § VI. Credere che le lucciole sieno lanterne, o stelle, vale Prendere l'apparenza per la sostanza, Scambiare il falso per il vero, o simili. –
Esempio: Car. Apol. 154: Ma bisogna saper anco, che non tutti credono che le lucciole siano lanterne.
Esempio: Dat. Vegl. 3, 144: Misero voi, che avvezzo a vivere nelle tenebre, vi credete che le lucciole sieno stelle.
Definiz: § VII. Dare a credere, ad intendere, od anche semplicemente Dare lucciole per lanterne, Far vedere lucciole per lanterne, Mostrare lucciole per lanterne, Vendere lucciole per lanterne, o simili, lucciole per lanterne, dicesi proverbialm. per Dare a credere, ad intendere, Mostrare, Far vedere, una cosa per un'altra, una cosa piccola per grande; e generalmente Dare ad intender frottole. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 66: E mostra per lanterna men che lucciola.
Esempio: Savonar. Pred. 17: El quale (il vino) inebria l'uomo, e fagli vedere lucciole per lanterne.
Esempio: Bern. Orl. 3, 13: Con essi va a trovar l'imperadore, E per lanterne lucciole gli mostra.
Esempio: Alam. L. Fior. 2, 2: Dio 'I voglia, so ben che ella è per te sì cieca, che agevole Ti fia, come si dice, il darle per lanterne lucciole.
Esempio: Varch. Ercol. 70: Mostrano altrui la luna nel pozzo, o danno ad intendere lucciole per lanterne; cioè fanno, quello che non è, parere che sia, e le cose picciole, grandi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 108: Ah! boia, Ancora tu vai cercando di vendermi Lucciole per lanterne, e di calarmela?
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 98: Ma vo' potrest'un dì certezz'averne Per pruova, ed arrecarvi dalla mia, Che lucciole non vendo per lanterne.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 68: Lucciole dando a creder per lanterne.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 469: Abbiamo un proverbio: Dare ad intendere lucciole per lanterne; tutte due lucon di notte, e non mancò chi quelle disse: Lanternini animati.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 277: Ha lucciole vendute per lanterne Nell'annuo suo lunario a questi e a quelli.
Definiz: § VIII. Prender lucciole per lanterne, vale Prendere una cosa per un'altra, Ingannarsi grossolanamente, o simili. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 294: Voi che..., tratti da frenetico furore, Per lanterne le lucciole prendete, Riflettetevi bene, ec.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 266: A creder durano fatica Che non sia stato mai Caio Baccelli Infarinato della storia antica,... E che lucciole prenda per lanterne.
Definiz: § IX. Star peggio che non stanno le lucciole, trovasi detto scherzevolmente di chi è innamorato, per Ardere, o simile. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 202: È guasto drento, il povero uomo! e vassene In polvere di Cipri e in acqua d'Angeli: Chè gli sta peggio che non stan le lucciole.
Definiz: § X. Vedere, o Far vedere, le lucciole, e in modo iperbolico e scherzevole Far vedere più, lucciole che agosto, vale Sentire, o Far sentire, grave dolore fisico; e più propriamente si dice quando ad alcuno per colpo ricevuto, e più specialmente nel capo, par di vedere certi bagliori simili a lucciole; più comunemente Vedere, o Far vedere, le stelle. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 3, 6: E cominciò sciorinar il battaglio, E fa veder più lucciole ch'agosto.
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 5: Veddi lucciole grandi come uccegli.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 60: Getta (la donna ferita e medicata) nel muso al medico da succiole L'unguento, che le fa veder le lucciole.
Esempio: Not. Malm. 2, 731: Le fa veder le lucciole.... Quando uno sente dolor tale, che gli muova le lagrime, pare al paziente di veder per l'aria un'infinità di minutissime stelle, simili alle lucciole, il che è cagionato dall'umido delle lagrime, e che passando sopra alle pupille, offende ed altera la virtù visiva.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 573: Veddi lucciole grandi com'uccegli. Veder le lucciole si dice quando gli occhi si stralunano, e par che buttino scintille, a chi patisce grandi paure e subitani accidenti.
Definiz: § XI. Ogni lucciola non è fuoco; proverbio che significa come le belle apparenze spesso non corrispondono alla sostanza. Più comunemente dicesi Non è tutt'oro quel che riluce.