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CAPRICCIO.
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CAPRICCIO.
Definiz: Quel tremore, che scorre per le carni, che fa arricciare i peli, o per freddo, o per orrore di checchè sia, o per sopravvegnente febbre. Lat. horror. Gr. φρίκη.
Esempio: Paol. Oros. Trattone fuori il cervello, con disiderio, e senza riprezzo, ovvero capriccio, come fossero veraci vaselli da bere, usavano.
Esempio: Volg. Diosc. Coloro, che sono morsi dallo scorpione ec. triemano, sudano, hanno capricci per tutta la persona, e si arriccian loro i peli.
Esempio: Fir. nov. 2. 208. Ancorchè per li molti minacci, e per le strane parole avesse su quel principio un gran capriccio di paura.
Definiz: §. I. Capriccio, vale anche Pensiero, Fantasía, Ghiribizzo, Invenzione, Bizzarría. Lat. inventum, argutiae. Gr. ἐπιθυμία.
Esempio: Varch. lez. 167. Per lo che come degli uomini, o ingegnosi, o buoni solemo dire, che hanno belli concetti, o buoni, o alti, o grandi, cioè bei pensieri, ingegnose fantasíe, divine invenzioni, ovvero trovati, e più volgarmente capricci, ghiribizzi, e altri cotali nomi bassi.
Esempio: Bern. rim. 55. E son capricci, Ch'a mio dispetto mi voglion venire.
Esempio: Tac. Dav. ann. 11. 139. Dicono, che Vezio Valente per capriccio inarpicò sopra un alto arbore.
Esempio: E Colt. 166. Onde noi veggiamo in ogni professione, e arte fuori de' precetti ordinarj spesse volte di nuovi capricci, e di bizzarre fantasíe.
Definiz: §. II. Aver capriccio d'una cosa, vale Averne voglia. Lat. cupiditate affici. Gr. ἐπιθυμεῖν.
Esempio: Tac. Dav. ann. 12. 148. Calpurnia ec. fu sperperata per averla il Principe chiamata bella, ragionandone a caso, non per averne capriccio.