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1) Dizion. 5° Ed. .
CAMBIO.
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CAMBIO.
Definiz: Sost. masc. Il cambiare, Il mutare una cosa con un'altra; così nel proprio come nel figurato. –
Esempio: Dant. Conv. 311: Fa bel cambio chi di queste imperfettissime cose dà, per avere e per acquistare cose perfette.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 76: Perchè non gli parea avere buono cambio, però gridava.
Esempio: Petr. Rim. 2, 153: Tal ch'ella stessa lieta e vergognosa Parea del cambio.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 397: La fanciulla era guardata da ogni uomo, e ciascun diceva che Gualtieri aveva fatto buon cambio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 132: E sospirando, Oimè! fortuna fella, Dicea, che cambio è questo che tu fai?
Definiz: § I. E per Contraccambio. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 23: Quegli che ha lasciato alcuno suo podere e ricchezza particulare, non si dee vanagloriare nè reputare d'avere assai fatto, nè pentirsi come se non isperasse di ricevere buono cambio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 62: Fia cortesia di Raugeo la mia, E cambio bello a quel che mi fe' in Siena!
Definiz: § II. Onde la maniera Rendere il cambio, ed anche Render cambio, per Contraccambiare, Ricompensare. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 180: Quegli è ingrato, cioè isconoscente, che s'infinge di non conoscere li servigi ricevuti; ma quegli è più, che non rende cambio a chi lo serve.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 155: Dispregia quella che ti dispregia; rendi cambio a quella che ti seguita.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 36: Rendendoti cambio di molti ammaestramenti che desti a me.
Esempio: Ar. Comm. 2, 292: Io so che sai.... che da lei rendutomi È il cambio.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 171: È più facile rendere il cambio della ingiuria che del beneficio.
Esempio: Car. Stracc. 1, 3: Un gran torto le fate a non renderle il cambio di tanto amore che vi porta.
Esempio: E Car. Lett. ined. 1, 147: Offeritemeli, ed accertatelo che quando io potrò glie ne renderò buon cambio.
Esempio: Ambr. Bern. 1, 2: Con la mia servitù vi rendo il cambio.
Definiz: § III. Cambio si dice la Persona che viene sostituita ad un'altra in qualche ufficio; più comunemente Scambio. –
Esempio: Bellin. Bucch. Pref. 13: Non avendo adunque nè parole nè viso da farvi ridere,.... fu forza condurre un cambio [a far la Cicalata].
Definiz: § IV. Cambio si adopera per denotare Quel giovine che per prezzo entra nella milizia in vece di un altro; e questo supplire che si fa, dicesi Mettere il cambio o Dare il cambio.
Definiz: § V. E chiamasi Cambio anche la Somma ritirata da colui che entra al servizio militare in vece di un altro: lo che dicesi Pigliare un cambio.
Definiz: § VI. In cambio, posto avverbialm., vale In vece. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 187: M'accenna che pigliati li Suoi stracci ha un qui di casa, e dato in cambio Gli ha la tua veste e gli altri panni, e dettogli Che qui l'aspetti fin che torni.
Definiz: § VII. E nello stesso senso, usato in forza di preposizione, con la particella Di dopo di sè in cambio di. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 22: El gran dificio, ch'ello Portava addosso in cambio d'altre some.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 8: In cambio d'aiutarlo, li diede della scure sulla testa.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 97: Per parer cortigiana, In cambio di baciar la gente morde.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 301: Questo re.... mi rende ingiurie in cambio di grazie, e danno e guerra in cambio di pace ed utile.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 73: Chi si contentassi di vedere in cambio della pittura [di Parrasio] una bella descrizione del Genio d'Atene, ricorra a Plutarco.
Definiz: § VIII. In quel cambio, vale In vece di quella data cosa o persona. –
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 372: In quel cambio gli messe innanzi la Leonora figliuola di don Pietro di Toledo vicerè di Napoli.
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 1: Credetti a un pippione empiere il gozzo, E in quel cambio ho imboccato un nibbio o un ghezzo.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 86: Ma perchè questo.... non poteva strignersi d'avantaggio, fu in quel cambio adoperato un legnetto.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 8: E in quel cambio di fava si provvede.
Definiz: § IX. In cambio mio, tuo, suo, vale In vece mia, tua, sua, In luogo mio, tuo, suo ec. –
Esempio: Machiav. Stor. 1, 15: Trattò con quella, che celatamente desse opera che Almatilde in suo cambio dormisse con lei.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 491: E se in tuo cambio sarò coronato, Sicuramente fia di me il peccato.
Definiz: § X. Cogliere una persona o una cosa in cambio, Prendere una persona o una cosa in cambio, Togliere e simili, una persona o una cosa in cambio, vale Scambiarla con un'altra, Pigliarla per un'altra. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 206: È prima figliuola della Superbia [la Vanagloria], con la quale ha tanta simiglianza, che spesse volte, non sappiendo discernere l'una dall'altra, si coglie in cambio, e prendesi l'una per altra.
Esempio: Ar. Comm. 2, 266: Gentiluom, voi m'avete preso in cambio.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 30: La mia sorella avea ben conosciuto Che questa donna in cambio l'avea tolta.
Definiz: § XI. Cambio è altresì Termine mercatantesco. Commercio di danaro che si fa da luogo a luogo mediante lettere di cambio. –
Esempio: Dav. Camb. 428: Cambio.... non è altro che dare tanta moneta qui a uno perchè e' te ne dia tanta altrove, o la faccia dare dal commesso suo al tuo.
Esempio: Pegolott. Prat. Merc. 198: Primieramente d'ogni cambio, che si facesse in Firenze per Pisa, cioè di mandare a pagare, o a ricevere, sì s'intenda, che dal giorno che la moneta è pagata e ricevuta in Firenze, cioè, colà si fa il cambio, dal detto dì a 5 dì si debbiano pagare e ricevere in Pisa; e altrettanto ha di termine, se il cambio fusse fatto in Pisa, e di Pisa in Firenze.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 5: Abbiamo fatto dare a Montebellandi e ad Agnolo di Vanni Guidi, per voi quattromilia fiorini d'oro, i quali v'avremmo mandati o per cambio o per contanti se avessimo trovato per cui.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 252: Con li quali.... ragionano di cambj, di baratti e di vendite e d'altri spacci.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 57: Salvaghi, Arcani, e Marini e Goani, Che Dio dia a i lor cambi e lor faccende La sua benedizione ad ambe mani.
Esempio: Galian. Mon. 365: Più frequentemente è detta cambio la permutazione del danaro presente coll'assente, o sia una cessione d'un credito che un uomo fa ad un altro mediante un foglio, detto lettera di cambio.
Definiz: § XII. E dicesi anche del Baratto della moneta con altra di diversa specie. –
Esempio: Galian. Mon. 364: La mutazione delle monete d'un metallo con quelle d'un altro si fa tra noi da persone occupate a sì fatto impiego.... La regola di questo cambio è non meno la proporzione del prezzo dalla legge dato alle monete, che la proporzione dell'intrinseco valore de' metalli preziosi, che sono nelle monete. Vi s'ha da aggiunger poi il piccolo guadagno del cambiatore.
Definiz: § XIII. E per Quel prezzo che pagasi al banchiere o al cambiatore nell'atto di fare un cambio, e che oggi comunemente dicesi Sconto, Aggio. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 2, 59: Se li facessimo dare [i denari] in Vinegia o in Bologna, messer Otto abbia a pagare i cambj e gli aggj a sue spese.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 82: Hanno battezzata l'usura in diversi nomi, come dono di tempo, merito, interesso, cambio.
Esempio: Galian. Mon. 366: A voler poi conoscere i principj e le cause donde viene la spessa mutazione del prezzo del cambio, o sia di quel soprappiù apparente aggiunto al peso eguale de' due metalli presente o lontano (e che è detto anche assolutamente cambio), basta meditare sulla natura del cambio, e subito saranno manifeste.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 274: La mutata proporzione tra l'oro e l'argento, variata di quando in quando a causa della diversa importazione o asportazione o consumazione de' tre metalli usati comunemente per monetare, dal che ne è nata la maggior richiesta e l'alzamento del cambio d'alcun di loro ec.
Definiz: § XIV. Cambio corrente, si disse Quello, pel quale gl'interessi si pagavano alla fine dell'anno, ragguagliandosi secondo i prezzi che nelle fiere o nelle piazze erano corsi: e Cambio limitato, Quello pel quale gl'interessi erano anticipatamente convenuti a un tanto per cento all'anno. –
Esempio: De Luc. Dott. volg. 5, 2, 56: Nell'istessa specie di [cambj] plateali o nundinali,.... si dà questa distinzione per un nostro modo d'intendere, cioè che nell'istesso cambio identifico di piazza o di fiera rispettivamente, quando si faccia semplicemente e senz'altra tassa fra le parti, si dice cambio corrente; cioè che gl'interessi de' cambj di ciascuna fiera overo di ciascun termine di piazza, siano dovuti nella maniera che corrono, e secondo la più volte accennata variazione, la quale nasce dall'eventualità del prezzo maggiore o minore dell'oro, e che in tal maniera se ne faccia il ragguaglio a capo d'anno.
Esempio: E De Luc. Dott. volg. appr.: Però vogliono fare il cambio limitato, cioè di tassare d'accordo una somma certa, per esempio del quattro o del cinque per cento a capo d'anno, sicchè, corrano in qualsivoglia maniera gl'interessi de' cambj, non possano passare questa somma.
Definiz: § XV. Cambio secco, si disse L'interesse che altri traeva da' suoi denari senza passarne la scrittura e senza mandarli in fiera. –
Esempio: Morell. Cron.: E trafficava parecchie migliaia di fiorini su' cambj secchi e cambj per lettera di lane francesche.
Esempio: E Morell. Cron. 268: Guardati da' cambj secchi, che non son leciti.
Esempio: Sacch. Rim. 382: Con cambj secchi Ciascun compera e vende.
Esempio: Dav. Camb. 435: Avvegnachè dell'otto membra del cambio,.... cinque.... non si sariano agitate e resteriano morte e secche, non vi correndo punto di sangue dell'universal benefizio risultante dal molto commerzio e intrecciamento de' trafficanti; e però sì fatti cambj molto a proposito son chiamati secchi.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 5, 2, 18: Oggidì il cambio legitimo e valido si dice solamente quello il quale sia reale, cioè che realmente ed effettivamente si mandino le lettere al corresponsale in fiera overo in piazza, acciò nel termine solito possano realmente avere il suo adempimento, e che la tratta sia solamente per la prima fiera, overo per il primo termine di piazza senza la continuazione, la quale viene proibita espressamente. E quando manchino questi requisiti, si dirà cambio secco, usurario e reprovato; sicchè corrompendosi la natura del cambio, resterà un semplice mutuo.
Definiz: § XVI. Figuratam. e in ischerzo, Cattivo cambio. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 5, 66: D'ira e di rabbia si mordea le mani [il Polta] Di non trovarsi allor Gherardo a lato, E consegnando a Tomasin Gorzani I Gemignani a piè, con cambio secco In luogo del coltel mettea uno stecco.
Definiz: § XVII. Dare denari a cambio, Prendere denari a cambio, Torre, e simili, denari a cambio, o semplicemente Dare a cambio, Prendere a cambio, vale Dare o Prendere denari a frutto, o in prestito con interesse, per un tempo determinato. –
Esempio: Machiav. Pros. var. 5, 27: Avendo ancora buon credito, per non mancar di suo grado, prese a cambio, e girandogli già molti marchi addosso, fu presto notato da quelli che in simile esercizio in mercato si travagliano.
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 2: Color che danno a cambio, Senza mallevador, non ti darebbono Un bagattino.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 12, 46: Avean con segretezza Danari a cambio da i Lucchesi tolti.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 46: Fingono alcuni (oh che teneri inganni!) D'avere a cambio grossa somma a dare, Che piglierebbon poi per Sangiovanni.
Esempio: Fag. Rim. 5, 201: Chi assetato tuttavia Pensa a dar quattrini a cambio ec.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 283: Il conte empirà gli scrigni suoi, Mercè di lor, senza che a cambio pigli.
Definiz: § XVIII. Dare a cambio, presso gli antichi valeva anche Dare al cambiatore denari per riavere, oltre al capitale, anche una partecipazione all'interesse guadagnato col cambio. –
Esempio: Dav. Camb. 429: L'ingordigia di questo guadagno ha convertito il cambio in arte, e dannosi danari a cambio, non per bisogno d'averli altrove, ma per riaverli con utile; e pigliansi, non per trarre i danari suoi d'alcun luogo, ma per servirsi di quei d'altri alcun tempo con interesse.
Esempio: E Dav. Camb. 431: Però bisogna aver gli occhi d'Argo in avvertire a chi tu dai a cambio, a chi tu rimetti, a chi rifida colui che ti ritorna il tuo.
Esempio: Ambr. Bern. 3, 1: Son quei proprj Che Giulio mi lasciò, che ho dato a cambio Sempre per lui.
Definiz: § XIX. Stare su' cambj, si disse di chi attendeva agl'interessi che si ricavavano dal cambio. –
Esempio: Dav. Camb. 431: Se voi pel contrario avete debito, e ne volete stare su' cambj, come non correte rischio d'altri, ma altri di voi, così ogni altra cosa, rivolto l'ordine, torna al contrario.
Definiz: § XX. Lettera di cambio, che anche si disse Lettera del cambio, è Ciò che oggi più comunemente dicesi Cambiale. –
Esempio: Dav. Camb. 430: Voi avete danari e gli volete cambiare per Lione perchè vi ritornino con guadagno: riscontrate in me Bernardo Davanzati che ho bisogno di pigliare, e datemi scudi 64, se tanto fa la piazza, perchè io faccia pagare un marco in Lione a Tommaso Sertini; e io do a voi una brevissima mia lettera diritta a' Salviati, che dice così: Pagate in fiera tale a Tommaso Sertini un marco d'oro per la valuta qui da messer Giulio del Caccia. Questa si chiama lettera di cambio, però che niuna altra cosa contiene che questo cambio.
Esempio: Machiav. Pros. Stor. pol. 7, 54: Abbiamo mandato a Pier Bernardo, fratello di m. Vittorio da Canale, 200 ducati per 200 fanti; e per lettere di cambio a Fuligno, secondo l'ordine tuo.
Esempio: E Machiav. Pros. Stor. pol. 7, 127: Ha mandato a Roma il vescovo di Concordia con un altro prelato, per buona somma di danari, per non avere a fidarsi delle lettere del cambio.
Esempio: Mart. V. Lett. 47: Mi ordinò che con l'inclusa lettera di cambio vi dimandassi cencinquanta scudi per pegno di saldar con voi, alla venuta sua in Italia, tutte le passate promesse, e dar forma alle future.
Esempio: Condiv. Vit. Buonarr. 47: Ordinando per lettere di cambio, che.... dal banco de' Gondi gli fosse sborsata quella quantità di danari, ch'egli volesse per suo viatico.
Esempio: Grazz. Pros. 38: Se ne andò coi vetturali insieme a Leone; dove stato alquanti giorni, mise mano ai suoi sacchetti, e a una delle prime banche che vi fossero, annoverati i suoi denari, se ne fece fare due lettere di cambio per Pisa; una alla ragione de' Lanfranchi, l'altra al banco de' Gualandi.
Esempio: Cecch. Servig. 5, 13: Tenete: ecco una lettera Di cambio di dumila scudi.
Esempio: Legg. Tosc. 7, 118: Abbino tali debiti l'esecuzione, come le lettere di cambio accettate e scadute.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 252: Non erano per anco in uso le lettere di cambio, posteriormente con lodevolissima accortezza inventate da i Fiorentini.
Definiz: § XXI. Prima di cambio, dicesi alla Lettera originale di cambio; Seconda di cambio, Terza ec. di cambio, dicesi alla Seconda, Terza ec. copia che si fa di una stessa Cambiale. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 6, 11: Sarà con questa la prima di cambio di ducati cinquemila.
Definiz: § XXII. Quindi figuratam. e in proverbio, La seconda di cambio, coi verbi Essere la seconda di cambio o Fare la seconda di cambio, dicesi di Cosa spiacevole, dannosa o vergognosa, che altri commetta reiteratamente. –
Esempio: Fag. Comm. 4, 19: O buono, se s'è beuto. Ora, padrone, che s'ha egli a far da desinare stamani. A. A proposito: ecco la seconda di cambio.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 281: Oh gli ha avuto la sua! ma i' vo' che gli abbia la seconda di cambio.
Definiz: § XXIII. Scritta di cambio, dicesi il Contratto che si fa, dando o prendendo denari a cambio.