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Dizion. 4° Ed. .
GIULEBBO, e GIULEBBE.
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GIULEBBO, e GIULEBBE.
Definiz: | Bevanda composta di zucchero bollito in acqua comune, o stillata, o di sughi d'erbe, o di pomi, ec.
chiarita con albume d'uovo. Lat. *iulapium, zulapium. Gr. ζαυλάπιον,
ἰολάβιον. |
Esempio: | Cron. Morell. 283. Mangia alcuna volta la mattina un'oncia di cassia così ne'
bocciuoli, e danne a' fanciulli, e fa' d'averne in casa, e che sia fresca, e del zucchero, e dell'acqua rosa, e del
giulebbo; se hai sete il dì, bei di quello. |
Esempio: | Bellinc. son. 270. Sapresti appunto la ragione, e l' modo, Se si può rattoppar
giulebbo rotto. |
Esempio: | Ricett. Fior. 95. I giulebbi, e gli siroppi con zucchero, o con mele si colano per
feltro, o altro panno lano. |
Esempio: | E Ricett. Fior. altrove: Le conserve fannosi ancora cuocendo
il giulebbo gagliardamente, e mettendovi la terza, o la quarta parte di fiori. |
Esempio: | Red. Oss. an. 114. Vi sono però molti giulebbi più gentili, e più grati al gusto,
ec. come sarebbe il giulebbo di mele appie, il giulebbo di fior d'aranci, il giulebbo di gelsomini.
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