Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
MINA.
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MINA.
Definiz: Sost. femm. Term. degli Archeologi. Sorta di moneta attica d'argento, equivalente a cento dramme attiche o alla sessagesima parte del talento.
Dal lat. mina, e questa dal grec. μνᾶ, che probabilmente viene dall'ebraico mâneh. –
Esempio: Adr. G. B. Lett. 26: Ebbe da Mnasone principe degli Elatensi, per dodici Dei dipintigli, trecento mine per ciascuno.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 62: Al qual grado non si ammetteva.... chi non avea in censo i centomila di quella moneta (qual ella si fosse, che Dionisio pare che lo pigli per cento mine attiche, quali ch'elle si fossero anche queste), che fu ne' principj di Roma tassata da Servio Tullio per la maggior somma, che ec.
Esempio: Borgh. R. Rip. 224: Dipinse la guerra d'Alessandro co' Persiani, nella quale si vedeano cento figure, avendo egli prima pattuito con Mnasone..., chè ciascuna figura gli fosse pagata cento mine.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 128: I Corintii donarono all'uccisore una corona d'oro di dieci mine.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 4, 425: Quando trattici al mercato a guisa di una turba di schiavi, e fatto sonare la tromba del bando, qual di noi diede, secondo che si narra, per molto pregio, quale per un'attica mina.
Definiz: § Mina, dicevasi pure una Moneta ebraica, del valore di sessanta sicli. –
Esempio: Martin. T. V. 7, 367: E diedero, ciascuno a proporzione delle loro forze, per le spese della fabbrica, soldi d'oro sessantun mila, mine cinque mila d'argento, ec.
Esempio: E Martin. T. V. appr. Not.: La mina d'argento costa di sessanta sicli d'argento.