Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
ARCOLAIO
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ARCOLAIO.
Definiz: Strumento rotondo, per lo più fatto di cannucce rifesse, sul quale si mette la matassa per dipanarla, o incannarla. Lat. harpedone. Gr. ἁρπεδόνη.
Esempio: Bocc. pr. 8. Perciocchè all'altre è assai l'ago, e 'l fuso, e l'arcolaio.
Esempio: Franc. Sacch. Op. div. Gittate gli arcolai, e gli aspi colle rocche.
Definiz: §. I. Dicesi Volgersi come un arcolaio, e Girare come un arcolaio, e vale Far ciò prestamente, con velocità.
Esempio: Morg. 7. 43. E si volgeva com'un arcolaio, A' Saracin, che faceano a sonaglio.
Definiz: §. II. Diciamo in proverb. Aggirare uno, come un arcolaio; cioè Strappazzarlo, Avvilupparlo, Avvolgerlo; che si dice ancora Far girare come un paléo. Lat. trochi in morem, ut turbinem agere. Gr. βέμβικος δίκην. v.Flos 114.
Esempio: Ambr. Cof. 4. 15. M'hanno aggirato come un arcolaio.
Esempio: Tac. Dav. post. 438. Ben fusti arcolaio aggirato.
Esempio: Malm. 5. 9. Per gl'imbrogli vi chiamo, e l'invenzioni, Che ritrova il legista, ed il notaio, Quando per pelar meglio i buon pippioni, Gli aggira, che nè anco un arcolaio.
Definiz: §. III. Pure in proverb. Quanto è più vecchio l'arcolaio, meglio gira: che vale, Che i vecchi, internandosi nell'operazioni, più agevolmente v'impazzano, che i giovani.
Esempio: Cecch. Donz. 3. 4. I' so com'ella va, Quanto più vecchio è l'arcolaio, me' gira.