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1) Dizion. 3° Ed. .
ARCOLAIO
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ARCOLAIO.
Definiz: Strumento rotondo, per lo più fatto di cannucce rifesse, sul quale si mette la matassa, per dipanarla, o incannarla. Lat. harpedone. Gr. ἁρπεδόνη.
Esempio: Boc. Proem. n. 8. Perciocchè all'altre è assai l'ago, e 'l fuso, e l'arcoláio.
Esempio: Franc. Sacch. Op. div. Gittate gli arcolái, e gli aspi colle rocche.
Definiz: Il Pulci nel Morg. lo mise in comparazione, per mostrar la sollecitudine nel voltarsi.
Esempio: Morg. E si volgeva, com'un arcoláio, A' Saracín, che faceano a sonaglio.
Definiz: §. Diciamo in proverbio: Aggirare uno, come un'arcoláio: cioè Strappazzarlo, avvilupparlo, avvolgerlo. Gr. βέμβικος θίκην δίκην. Latin. trochi in morem. Vedi Fl. 114.
Esempio: Dav. Post. 438. Ben fusti arcoláio aggirato.
Esempio: Ambr. Cofan. 95. M'hanno aggirato, come un'arcoláio.
Definiz: §. E quell'altro: Quanto è più vecchio l'arcoláio, meglio gira: che vale, che i Vecchj, internandosi nell'operazioni, più agevolmente v'impazzano, che i giovani.
Esempio: Cecch. Donzel. 3. 4. Quanto più vecchio è l'arcolaio, me' gira.