Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
FAVA.
Apri Voce completa

pag.


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
» FAVA.
Dizion. 5 ° Ed.
FAVA.
Definiz: Sost. femm. Genere di pianta della famiglia delle leguminose, il cui seme o frutto chiuso in un baccello, è di forma un po' schiacciata e bislunga, e porta sulla superiore estremità il segno del suo germe.
Dal lat. faba. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 73: Ancora diciamo, che cotali campi diventano abbondanti per seminagion di fava, o di lino, se alcuna volta fossono sterili.
Esempio: Pallad. Agric. 60: La fava, se due volte si sarchi, anderà innanzi e farà molto frutto.
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 174: Sian la fava pallente, il cece altero,... l'umil fagiuolo,... in parte dove Senza soverchio umor felice e lieto Truovin l'albergo lor.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 444: Notissime sono le fave a ciascuno; nondimeno, seguitando il nostro ordine, dico, che le fave producono il gambo quadrato non dritto, ma storto e articulato, vuoto di dentro, non senza concavità.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 105: Deesi romper subito la terra ove sono state le fave, e più espediente sarà se nel segarle di man in mano (spazzato il lato) la lavorerai, cacciando pur sotto i suoi fruscoli e fronde prima che si secchino affatto.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 356: Ma dov'è stata la fava e altri legumi, egli (il grano) cresce notabilmente e moltiplica.
Definiz: § I. E per Il seme o frutto di essa pianta. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 121: Alcuna fava è grossa e alcuna è minuta; ancora alcuna è bianca, e alcuna è negra.
Esempio: Vill. G. 758: Per ogni maschio che battezzava in San Giovanni, per avere il novero, mettea una fava nera, e per ogni femmina una bianca.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 165: S'accorse l'abate aver mangiate fave secche.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 319: E che saccio che ci sia nell'altro mondo? e che bisogno ci avrò là di denari? arò a comprare delle fave?
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 77: Dà uno grandissimo punzone a costui dall'altra parte, dove la fava non era, per sì fatta forma, che costui cadde in terra dalla parte, dove era la fava; e tra per lo pugno e per la percossa in terra, la fava uscio fuori dell'orecchia.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 444: Le fave gonfiano e fanno ventosità.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 103: Le fave passano nel genere dei legumi.
Esempio: Ricett. fior. 75: I semi, che hanno la scorza grossa, come le fave, le lenti e i ceci, si purgano ec.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 17: E sterco umano, e farina di fave, ec.
Esempio: Cocch. Asclep. 34: Non aborriva, come credeva il volgo, nè le fave nè altro verun legume.
Definiz: § II. Riceve, tanto nel significato di pianta, quanto in quello di seme, varj aggiunti, come Baggiana o Grossa o d'Orto , o Da ripresa fava baggiana o grossa o d'orto o da ripresa, Cavallina o Muletta fava cavallina o muletta, Marzuola o Marzolina fava marzuola o marzolina, Minuta o Piccola fava minuta o piccola, Napoletana fava napoletana, Vernina fava vernina, e va' discorrendo, a determinarne la specie, secondo la qualità, il luogo d'origine, il tempo in cui si semina, e gli animali a cui serve di cibo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 482: Ottimo è, che si dia loro (ai colombi) di molte ragion granella mescolate, sì come grano, fava minuta, moco, cicerchia ec.
Esempio: Cant. Carn. 2, 550: Se vorrete delle fave, Noi n'abbiam delle baggiane.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 103: Seminansi le fave nei luoghi caldi e temperati di dicembre, nei freddi di gennaio e di febbraio, ed al fine di questo si seminino quelle che son dette marzuole.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 103: Le fave passano nel genere dei legumi, e sono di due sorte, minute e grosse.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 57: Alla luna scema di settembre si seminano le fave grosse napoletane, e i piselli gambassini, per avere i baccelli a buon'ora e primaticci.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 108: Le fave migliori per tale effetto sono le maggiori, dette fave vernine, perchè si seminano in autunno, oppure al principio dell'inverno, e sono meno amare dell'altre.
Esempio: E Manett. Mem. Frum. appr.: Le altre poi, che sono minori, più tonde e più amare, sono state dette da noi fave marzuole; in latino fabae minores, ovvero equinae.
Esempio: Lastr. Agric. 1, 85: Il concio grosso, o ancora non bene smaltito, si può usare in quelle terre, che si seminano al principio dell'inverno, come per le fave vernine.
Esempio: E Lastr. Agric. 1, 144: Essendo le fave di due sorte, marzuole e vernine, non possono queste usarsi accompagnate per seme, avendo ciascuna specie determinata la sua stagione.
Esempio: E Lastr. Agric. 2, 66: Si seminano [in settembre] le fave napoletane ed i piselli ne' luoghi caldi, per averli anticipatamente.
Esempio: E Lastr. Agric. 2, 69: Si può seminare dentro ai solchi del medesimo [postime] le fave grosse, le quali si concimano a concio minuto, ec.
Esempio: E Lastr. Agric. 5, 75: Vi si seminan (nel piano di Lecore) per caloria le fave dette mulette o marzoline, che fin qui àn provato molto bene.
Esempio: E Lastr. Agric. 5, 178: Essendo [in un orto] casualmente saltata una fava minuta da un'aia,... cominciò a vedersi spuntar nel terreno con quattro fusti.
Definiz: § III. E per Il frutto cotto di essa pianta, ed altresì per Quella vivanda fatta di fave infrante, e cotta nel tegame, detta comunemente Macco. –
Esempio: Cant. Carn. 34: Se ci è alcuna, a chi la fava piaccia, La meglio infranta abbiam che ci si faccia.
Esempio: Bandell. Novell. 3, 65: Il Tedesco si partì con più prestezza, che non si dà la fava la notte de i morti.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 52: Pur son quasi maestro diventato, Quando men lo pensava, Per aver osservato Come si faccia un tegame di fava.
Esempio: E Allegr. Rim. Lett. 54: Nel fondo del tegame non sie posto Altro, che l'olio schietto, Che vuol esser più tosto Assai, che poco, e vuol esser perfetto; Perchè non ha diletto Fava senz'olio, o colla morchia sciocca.
Definiz: § IV. E per Il seme secco della fava, il quale usavasi negli squittinj a rendere il voto; ed era bianco, ossia del suo color naturale, che in Firenze era per il no, o tinto di nero, che era per il sì. –
Esempio: Giannott. Op. 1, 22: Ciascuno cittadino, mettendo una mano nel canaletto che li veniva ad essere di dietro, prendeva di quello una pugnata di fave nere e bianche alla mescolata.
Definiz: § V. E figuratam. per Voto, Suffragio; e coll'aggiunto di Nera fava nera o Bianca fava bianca, vale Voto pel sì o per il no, secondo il costume di Firenze. E con questo nome di Fava denotasi oggi il Voto o il Suffragio, ancorchè dato con fagioli o lupini. –
Esempio: Vill. G. 832: Vincendosi, che rimanesse priore e gonfaloniere di giustizia, e di Dodici, per cento diece fave nere il meno.
Esempio: Cell. G. Lett. 27: Solamente t'hai a guardare di non dar consiglio, e di non metter fava, che il Papa sia preso o morto.
Esempio: Morell. Cron. 231: S'usava allora d'inimicarsi più colla spada in mano, che colle fave.
Esempio: Ord. Comp. Fior. Ven. 462: Quello che fie rimasto con più favore di fave nere, s'intenda esser eletto e approvato primo governatore.
Definiz: § VI. E assolutam. per Voto favorevole. –
Esempio: Acc. Lett. 191: E sanza diliberazione d'otto fave de' Signori, mi fu certificato che udire non mi volevano.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 31: Fummi levato il divieto, che io avea per essere ambasciatore fra l'anno; che bisogna, per il meno, fave 34 tra Signori e Collegi.
Esempio: Cavalcant. G. Istor. fior. 2, 481: Per questo modo cavò le fave di mano dalla stolta moltitudine, facendo una legge che comandava, che il Catasto dormisse per insino a tanto che nuova legge il destasse.
Esempio: Varch. Err. Giov. 20: Baldassarre Carducci.... rimase de' Sei con gran numero di fave, e perciò si ingegnarono di tenerlo discosto.
Esempio: Giannott. Op. 1, 146: Fu deliberato per provisione, che 'l magistrato de' Dieci fusse creato per le più fave dalla metà in su.
Esempio: Bus. Lett. 50: I primi quattro delle più fave furno Alfonso Strozzi, Tommaso e messer Gianvettorio Soderini ed egli.
Definiz: § VII. E nel numero plurale, per Partito, Votazione; onde la maniera Mettere alle fave, per Mettere a partito. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 69: Quello.... sbigottì forte, e disse: E' non si mettono alle fave i giuochi delle tavole.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 550: Come vide che le fave no gli riuscivano, e' cominciò a umiliarsi.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 66: Lo scolar.... Le fave attende, ec.
Definiz: § VIII. E per Votanti. –
Esempio: Vill. M. 5, 151: Per la molta forza d'amici che si trovarono gli Aretini tra le fave, si sostenne che accettati non fossono, in danno e disonore del nostro Comune.
Esempio: Bus. Lett. 159: E sappiate che i Palleschi erano quattrocento fave ferme.
Definiz: § IX. Balìa delle sei fave, autorità, delle sei fave, e anche assolutamente Le sei fave, si disse in Firenze parlandosi dell'autorità ch'ebbe la Signoria di poter disporre d'ogni cosa, eccetto che di far paci, leghe, condotte di milizie ed elezioni di magistrati, con soli sei voti favorevoli, cioè i due terzi del suo collegio. –
Esempio: Land. Diar. 102: E a dì 16 di marzo 1494 si praticava la pace de' cittadini, e levare l'autorità alle sei fave.
Esempio: Guicc. Op. ined. 2, 148: Vorrei bene che, ancora che la [Signoria] non avessi quella autorità suprema che hanno, secondo gli ordini nostri, le sei fave, le quali in effetto possono quello che le vogliono, vorrei, ec.
Esempio: E Guicc. Op. ined. 2, 282: Grande è oggi l'autorità della Signoria, e da pochissime cose in fuora,... la può fare con la balìa delle sei fave il tutto.
Esempio: E Guicc. Op. ined. appr.: Inanzi a ogni cosa è da levare autorità alla Signoria di potere con le sei fave deliberare, o comandare ad altri magistrati che deliberino, sopra la vita o sopra il mandare in esilio, ec.
Definiz: § X. Fava, dicesi per similit., e con maniera bassa, Quella parte del membro virile, che gli Anatomici chiamano Glande. –
Esempio: Pulc. L. Son. 22: Che tu se' tutto minchia, fava e zugo.
Esempio: Grazz. Rim. V. 45: Colui, che più vi diè fama ed onore, Che non fe' mai la fava di Ghirello.
Definiz: § XI. Fava dicesi, in modo basso e derisorio, per Boria, Albagìa, Fumo. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 570: Èssi detto.... ch'ell'è spacciata, a uno che ha un capo pieno di fava, e non siàno (siamo) ancora di quaresima.
Esempio: Soldan. Sat. 105: Chi domin è costui, ch'ha sì gran fava?
Esempio: Dat. Cical. III, 1, 185: Che le fave sieno ventose, e che per conseguenza facciano gonfiare, lo scrivono molti autori. Gonfiare e star gonfio, misticamente, si dice degli uomini ambiziosi e superbi. E di qui mi cred'io che venga quel modo di dire Aver gran fava, cioè gran gonfiatura, albagia, gloria, vanagloria, fasto, e simili.
Esempio: Fag. Rim. 1, 257: Or ella non ostante, che bramava Di poter comparir fra gli altri uccelli; E benchè ignuda, avea dimolta fava, ec. (qui per similit.).
Esempio: E Fag. Rim. 7, 72: Chi della Corte poi cerca l'aiuto Per mantenersi in posto, ovver per fava D'essere appresso al Principe veduto.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 2: Dicon che qualche volta anco succede Ch'ella (la cortesia) non piace a un nobil per natura, E in quel cambio di fava, si provvede.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Tu hai tanta fava, tu non ti ricordi Che cantavi Mambruch, ec.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 76: Lo zio, giunto a saper ch'io fo il curiale Con tanto grido, ne avea più gran fava Che se avesse un cappel da cardinale.
Definiz: § XII. Fava, con alcun aggiunto, è nome volgare che si dà a diverse qualità di piante, le quali producono un seme simile nella forma a quello della fava; come Fava di Sant'Ignazio, Specie di pianta, il cui seme assai grosso, duro e nero e venefico è usato nella medicina; ed è l'ignatia amara de' Botanici: Fava grassa o inversa, Sorta di erba che nasce nei boschi, il cui sugo si adopera per i calli, ond'è detta anche Erba da calli, o Erba grassa, o Fabaria ec., ed è il sedum telephium dei Botanici: Fava d'Egitto o greca, Specie di Loto, detto anche Loto egiziano; ed è la nymphaea lotus de' Botanici: Fava salvatica, lo stesso che Veccia salvatica; ed è la vicia narbonensis de' Botanici. –
Esempio: Domen. Plin. 493: Alcuni [alberi] sono ramosi in cima, come il pino, il loto, overo fava greca, la quale in Roma per la soavità del frutto, salvatico certo, ma quasi della natura de' ciriegi, si chiama loto.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 447: Ritrovasi ancora una pianta.... la quale.... si può chiamare Fava salvatica, per haver ella ec.
Esempio: E Mattiol. Disc. 1, 448: La fava d'Egitto, la qual chiamano alcuni Pontica, nasce abondantemente in Egitto.
Esempio: E Mattiol. Disc. 1, 449: Avere la fava d'Egitto grandissime foglie scrive Plinio.
Esempio: E Mattiol. Disc. 1, 671: Quantunque si tenga oggi dalla maggior parte.... che sia il Telephio quella pianta chiamata da chi fabaria, da chi fava grassa e da chi fava inversa; nondimeno, ec.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 403: Fava di S. Ignazio.... È un frutto piccolo delle Indie Orientali, che nasce principalmente nelle Isole Filippine. È di grandezza e figura come l'ermodattilo; è durissimo, di color bigio, rossigno al di fuori, bianco al di dentro, e di amaro sapore.
Definiz: § XIII. Addio fave! Dicesi proverbialmente e in modo esclamativo, ed è lo stesso che L'affare è ito, Non c'è più rimedio, Siamo spacciati, e simili. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 21: Che se durasse troppo a far tal verso, Dir potrebbe l'infermo: Addio fave.
Esempio: Not. Malm. 1, 250: Addio fave. Significa: Noi siamo spacciati, Noi siam finiti, Siam morti.
Esempio: Fag. Rim. 1, 168: La marina era torbida, e la nave Del viver vostro in più d'un scoglio a un tratto Diede, ma resse; che se no, addio fave.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 9: Ma non bisogna, che nessun si picchi Di farvi entrare in collera: addio fave.
Definiz: § XIV. A fava cruda, coi verbi Censurare a fava cruda, Sentenziare a fava cruda, Dire a fava cruda, e simili, vale A muso duro, Con isfrontatezza. –
Esempio: Bracc. R. Dial. 199: Che siete il giudice dell'ortografia rancida e muffata, che sentenziate a fava cruda sopra l'uso delle aspirazioni?
Esempio: E Bracc. R. Dial. 291: L'altro, ch'era preparato a censurare a fava cruda la mia edizione, credette, senza osservarli, ch'e' fossero, ec.
Definiz: § XV. Di fava, usato in modo aggiuntivo e con un certo dispregio, e detto di cosa, vale Da niente, Di nessun momento. –
Esempio: Cecch. Stiav. 4, 3: E s'una donna.... si cava (Poi de' cent'anni un tratto, e di segreto) Qualche capriccio di fava, uh uh ardila, Fanne salsiccia.
Esempio: E Cecch. Ass. 5, 7: Per un poco d'erroruzzo di fava, che io ho fatto, mi vuol morto.
Definiz: § XVI. E detto di persona, vale Di nessun conto, merito, e simili. –
Esempio: Car. Apol. 224: Spacciando il dotto, per aver d'intorno Quattro copistuzzi di fava, che pigliano le regole dal tuo formulario.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 207: E scrivervi mi bisogna, poichè voi me ne richiedete, che siete stato Re, di fava forse, o di Befana? Re del regno della Virtù; tale, che non si vide mai corona meglio calzata della vostra, ec.
Esempio: Grazz. Comm. 218: Il dar di signore a uno cittadinuzzo di fava, sarebbe cosa troppo gretta e meschina.
Definiz: § XVII. Una fava, trovasi usato, rispondendo, per ribattere dispettosamente il detto altrui. –
Esempio: Cecch. Dot. 2, 4: Elleno (le mogli) non se ne posson rimandare, ma l'hanno sempre un certo che di timore. F. Un certo che di fava! Sai tu come dicon quelle che non posson dire: Io ci arrecai tanto? I' non ti venni dietro: tu sapevi quel ch'io avevo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 270: Io mi dubito. Ch'e' non lo faccia star tanto a risolversi (la fanciulla) Quella vostra figliastra. G. O per che causa? Che n'ha ella che fare? B. Oh! un cert'obbligo. G. Sì, una certa fava!
Definiz: § XVIII. Fava! O fava! Ell'è una fava! sono maniere esclamative, denotanti stupore o stizza, e valgono lo stesso che Sorbe! Canchero! e simili; ma son maniere basse. –
Esempio: Cecch. Masch. 2, 1: La discrezione è la madre degli asini; Eh un segno d'amorevolezza: fava! Baldo, in due mesi e più ch'i' mi son già Affaticato per voi, io non so Di che conio si sia vostra moneta.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 170: Oh fava! Curzio, Per la piana sa ire ogn'uomo debole.
Esempio: Fag. Rim. 1, 380: Canchero Betta! disse: ell'è una fava! Addio speranze mie, siete finite.
Definiz: § XIX. Fave de' morti, diconsi Certe paste di marzapane, fatte a forma di una fava, e che si vendono dai pasticcieri presso al giorno dei morti.
Definiz: § XX. Appiccarsi come le fave al muro, maniera proverbiale, che si riferisce all'intelletto di coloro, i quali non ritengono cosa alcuna di ciò che è loro insegnato. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 136: Elle non hanno cura nè intendimento nullo alle parole della predica, e non se ne appicca loro neuna, se non come le fave al muro.
Definiz: § XXI. Dare la fava o Rendere la fava, vale Votare. E Dare la fava nera o Rendere la fava nera, o assolutam. la fava, si disse in Firenze per Votare favorevolmente. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 366: Vi fu uno degli Otto che disse, che non renderebbe mai fava a questo partito; che si trovò a confinarvi, e che non si voleva trovare a farvi tornare.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 568: Trovandosi del Consiglio del Comune, rendeva le fave nere alla scoperta.
Esempio: Varch. Stor. 2, 432: Truovaronsi a squittinare, cioè a rendere la civaia, come dicevano essi, cioè la fava, o 'l suffragio, a coloro, i quali ec.
Definiz: § XXII. E figuratam., Rendere la sua fava di, o intorno, a checchessia, vale Darne il proprio giudizio. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 55: Di certe cose può anco un giudice ignorante rendere la sua fava.
Definiz: § XXIII. Dar la fava, vale Esser di magistrato. –
Esempio: Buonarr. Sat. 2, 232: Popolaresca mistione, Dove la plebe e 'l volgo anch'ei si mostra, E dà la fava, e siede a far ragione.
Definiz: § XXIV. Farsi beffe della fava, dicesi proverbialmente per Dispregiar cosa che importi, e da doversi tener cara. –
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 22: Questa porrata è cosa assai appetitosa: onde quando si vede uno che mostra di non curarsi d'una cosa che o gl'importa, o la sarebbe da aver cara, si dice: e' si fa beffe della porrata; ancora che più spesso si usi di dire: e' si fa beffe della fava.
Definiz: § XXV. Gittare una fava in bocca al leone, maniera proverbiale, e significa Dare assai poco a chi è capace di molto. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 280: Alcuna volta le sodisfaceva: ma sì era di rado, che altro non era, che gittare una fava in bocca al leone.
Definiz: § XXVI. È tutto fava, Tutt'è fava, si usò in maniera proverbiale per denotare Esser una stessa cosa le cose che son tenute diverse; ed equivale a dire È lo stesso, È la medesima minestra, e simili. –
Esempio: Cecch. Servig. 2, 1: Voi siate oggi tra noi l'uccel felice. M. G. Tu vuoi dir la fenice. G. Tutt'è fava.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 93: O laccio o rete abbia quel legno, È tutta fava.
Definiz: § XXVII. Non valere una fava, significa Non valer nulla, Non esser di alcun effetto, e simili. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. S. 62: Se l'uomo avesse perfetta sanitade, or che varrebbono le medicine? una fava.
Definiz: § XXVIII. Poter andare per la fava, o per le fave, alle tre ore o alla mezzanotte, si disse in modo proverbiale di donna assai brutta e vecchia;
tolta la maniera da una costumanza che le donnicciuole povere e vecchie avevano di andare in alcuni giorni dell'anno a chieder per elemosina la fava, ossia il macco, le fave cotte; ed equivaleva a dire, Esser così brutta e vecchia, da poter andar sola di notte, senza temere oltraggio alcuno. –
Esempio: Grazz. Comm. 72: Oggimai voi potete andar per la fava alle tre ore.
Esempio: Cecch. Donz. 2, 2: Tu puoi ir per la fava alle tre ore.
Esempio: Fag. Rim. 3, 81: Di donzelle quest'è una certa cava, Che posson ir senza temer di male, A mezza notte al forno per la fava.
Definiz: § XXIX. Prendere due o più colombi, od anche colombe, o piccioni, a una fava, Pigliare due o più colombi, od anche colombe, o piccioni, a una fava o Cogliere, due o più colombi, od anche colombe, o piccioni, a una fava, dicesi proverbialm. per Ottenere due o più intenti ad una volta, o nella medesima congiuntura; ed anche per Ingannare con un sol tiro due o più persone. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 7, 26: Il tradimento doppio andava Per pigliar due colombi ad una fava.
Esempio: Med. L. Op. 3, 60: Fate ogni sforzo: questo è il mio consilio; A una fava due colombi presi Saranno.
Esempio: Cecch. Masch. 1, 2: Se.... Noi potessimo côr, come si dice, A una fava due colombi.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 247: E così, come si dice, pigliando tre colombi a una fava, ha contentato il mio amico, sodisfatto a me, ed onorato sè medesimo.
Esempio: Monet. Poes. 347: In ambedue gli amori fomentava Col prender due colombe ad una fava.
Esempio: Fag. Rim. 2, 149: Sì bel vantaggio il desiderio aggrava Di servir ambedue, siccome io fo, E piglio due colombi ad una fava.
Definiz: § XXX. Uccellare a fave, vale Sollecitare, Procacciarsi, il favore nelle elezioni de' magistrati e negli squittinj. –
Esempio: Gell. Sport. 3, 1: Questo squittinare è stato stamane una lunga intemerata, e Dio sa con che cuore io vi sono stato; che tuttavia mi pareva che l'animo mi dicesse: la Brigida ha trovata la sporta. Ed anche dubito che ella non abbia cicalato in modo che e' si sappia per tutto Firenze, che stamane mi ha fatto motto tale, e tale mi ha riso in bocca, ed inchinatomi, che un mese fa faceva vista di non mi vedere: e' non son però uomini da uccellar a fave.