Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 3° Ed. .
RIDIRE
Apri Voce completa

pag.1358


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
» RIDIRE
Dizion. 4 ° Ed.
RIDIRE.
Definiz: Dir di nuovo, dir più d'una volta: Replicare, ripetere. Lat. referre, narrare, repetere.
Esempio: Boc. Nov. 40. 27. E alla fante, e a Ruggieri, e al legnaiuólo, e a' prestatori, più volte ridir la fece.
Definiz: §. Per Raccontare, riferire.
Esempio: Boc. Nov. 67. 8. E appresso dubito, che voi ad altra persona nol ridiciate.
Esempio: E Bocc. Nov. 65. 19. Non che egli te l'abbia ridetto.
Esempio: E Bocc. Nov. 30. 11. L'una all'altra per la Città ridicendolo.
Esempio: Dant. Inf. 1. Io non so ben ridir, com'io v'entrai.
Esempio: E Dan. Par. 31. E spera già ridir, com'egli stea.
Esempio: Petr. Son. 243. E se com'ella parla, e come luce, Ridir potessi.
Definiz: §. Per metaf.
Esempio: Petr. Son. 159. Giammai, se vero al cuor l'occhio ridice (cioè se la vista non m'inganna)
Definiz: §. In signif. neut. pass. vale Disdirsi, cioè dire il contrario di quello, che già s'è detto.
Esempio: Fir. Dial. Bell. Don. Non riebbe la vista insino, che non si ridisse.
Esempio: Varch. Ercol. 7. Prestissimo a correggermi sempre, e ridirmi ogni volta.