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Dizion. 3° Ed. .
D
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D
Definiz: | Lettera, che ha gran parentela colla T, e perciò molte voci Latine, nel farsi nostrali, hanno mutato il T in D,
come più dolce di suono: Latro, Ladro: Potestas,
Podestà: Litus, Lido. Acconsente dopo di se solamente la R, oltre alle vocali, tanto
in principio, quanto in mezzo della dizione, e nella stessa sillaba, con perdere alquanto di suono: come Drago,
Salamandra. Riceve avanti di se, nel mezzo della parola, ma in diversa sillaba, la L, N, R, S: come Geldra, Bando,
Verde, Disdicevole. Ma la S, avanti la D, si trova di rado in mezzo di parola, e quasi sempre ne' verbi composti dalla
particella DIS: come Disdire. Nel principio si trova più spesso: come Sdegno, Sdentato; e deesi sempre profferire la S,
avanti, nel secondo suono, e più rimesso, come nella voce Accusa, come si dice nella lettera S. Raddoppiasi nel mezzo,
quando egli occorre: come Freddo, Addurre. |
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