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1) Dizion. 4° Ed. .
CALERE.
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CALERE.
Definiz: Verbo sempre impersonale; Premere, Curarsi. Lat. curare, pertinere, rationem habere alicuius rei. Gr. μέλειν.
Esempio: Bocc. nov. 26. 22. Non ve ne caglia no, io so ben io ciò, ch'io mi fo.
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 14. E perciò a niuno caglia più di me, che a me.
Esempio: E Bocc. nov. 46. 5. Ma Gianni, al quale più, che ad alcuno altro ne calea.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 6. S'ingegnava di dimostrargli, che di lui le calesse.
Esempio: E Bocc. num. 38. Ma se cotanto or più, che per lo passato del tuo onor ti cale.
Esempio: Lab. 203. Sopra tutte l'altre cose, a cui caluto non ne fosse, era da ridere.
Esempio: Nov. ant. 56. 5. Madonna, siccome poco v'è caluto di costui, che tanto mostravate d'amare, così vi carrebbe vie meno di me.
Esempio: Dant. Inf. 19. Se di saper ch'io sia ti cal cotanto.
Esempio: E Dan. Purg. 7. Come dicesse a Dio, d'altro non calme.
Definiz: §. I. Avere checchessia in calere, o in non calere, e in non cale, Mettere ec. checchessia in calere, o in non calere, e in non cale, vale Curarsene, o Non curarsene.
Esempio: M. V. 9. 6. L'utile, e l'onor del comune niente hanno in calere.
Esempio: Tes. Br. 8. 34. Vostre ricchezze facean a voi molte cose mettere in non calere.
Esempio: Dicer. div. Se per biasimo, o per paura d'alcun pericolo tu metti a non calere la salute di tutti i cittadini.
Esempio: Petr. canz. 48. 3. Per una donna ho messo Egualmente in non cale ogni pensiero.
Esempio: Dant. rim. 45. Or sono a tutti in ira, ed in non cale.
Definiz: §. II. Se vi cal di me, modo di pregare.
Esempio: Bocc. g. 4. num. 12. Deh, se vi cal di me, fate, che noi ce ne meniamo una colassù di queste papere.
Esempio: E Bocc.nov. 75. 4. Se vi cal di me, venite meco infino a palagio.
Definiz: §. III. In proverb. Di quel, che non ti cale, Non ne dir nè ben, nè male, e significa Non doversi entrare ne' fatti altrui.