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1) Dizion. 5° Ed. .
LASCIARE e, con forma oggi propria solamente del linguaggio poetico o di quello del contado, LASSARE.
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LASCIARE e, con forma oggi propria solamente del linguaggio poetico o di quello del contado, LASSARE.
Definiz: Att. Cessar di tenere, Non tener più.
Dal lat. laxare, nel significato di Sciogliere, Allentare. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 132: Egli andava perre (per) stracciare con rauncinato becco colei che s'appoggiava alla nave. Quella per paura lassò la nave.
Esempio: Febuss. Breuss. 1, 18: La donna aprì le mani, così lassollo; Unde con quello ramo profondollo.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 110: La qual cosa costoro vedendo, da subita paura presi, sanza altro dire lasciarono la fune, e cominciarono quanto più poterono a fuggire.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 157: E perciò lasciami, non mi tener più: tu hai avuto ciò che disiderato hai...: tempo è ornai di lasciarmi; lasciami, io te ne priego. Ricciardo.... s'avea posto in cuore di non lasciarla mai, se la sua pace non riavesse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 69: Grifon, vedendo il re fatto benigno Venirgli per gittar le braccia al collo, Lasciò la spada ec.
Esempio: Biring. Pirotecn. 5 t.: Come ruota violentemente mossa, ancor che la sia lassata, non si ferma, così ec.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 35: Ma giunto (notando) ove più volge (l'onda) e si profonda, In cerchio ella mi torce e giù mi tira. Ti lascio allor; ma t'alza e ti seconda L'acqua, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 20, 34: La manca al braccio ad Ismael recide. Lascia, cadendo, il fren la man disgiunta.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 344: Ove t'affretti? P. Al tempio. E. Ah no! G. T'arresta. P. Lasciatemi. G. Ti perdi. E. Corri a morir. P. Lasciatemi, importuni.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 16: Dal sonar finalmente Il vero sonatore Rimansi, e immantinente Lascian la fune i topi.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Dant. Conv. 268: Le parole, che sono quasi seme d'operazione, si deono molto discretamente sostenere e lasciare, sì perchè bene siano ricevute e fruttifere vengano; sì perchè dalla loro parte non sia difetto di sterilitade.
Definiz: § II. E per Lasciare andare, partire; riferito ad arme da lanciare, ed altresì a colpo o percossa, a colpo di arme da fuoco, e simili; ma in questo senso non è comune. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 311: Fue fedito dalla parte de' Greci per lo re Eumelo, il quale lasciando la saetta dell'arco teso il fedio nel volto.
Esempio: Segner. Pred. 299: Che abborrimento non concepireste voi verso d'uno, il quale quando voi gli porgete un regalo, vi lasciasse uno schiaffo?
Esempio: Zanott. G. P. Avvert. 53: Non v'ha cacciatore sì esperto, che lassi il colpo se prima il bersaglio non toglie di mira.
Definiz: § III. E riferito, a volatili, cavalli da corsa o barberi, e simili, per semplicemente Sciogliere, Liberare, Dar loro la via. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 522: Con funicelle lunghe impaniate si pigliano stornelli..., quando sia alcuno stornello al cui piede si leghi una corda impaniata, e in mano si tiene, e lascisi quando la schiera giugne presso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 90: La columba lasciò, ch'avea legata Sotto l'ala la lettera col filo.
Esempio: Falcon. Lett. Dat.: Che le due sopradette statue rappresentino due, come noi diremmo, barbereschi in atto di lasciare i cavalli alle mosse.
Definiz: § IV. E per Sciogliere dal guinzaglio, Sciogliere e lanciare dietro alla preda, riferito ad animali da caccia; spesso con un compimento retto dalla particella A. –
Esempio: Nov. ant. B. 92: Lo 'mperadore Federigo andava una volta a falcone, ed avevane uno molto sovrano.... Lasciollo a una grue, quella montò alta; il falcone si mise in aria molto sopra lei.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 168: Ella non volle rimanere, anzi disse che volea lasciare un suo falcone pellegrino per provarlo alla campagna.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 506: Allora si tolga (lo sparviere), e portisi al luogo da uccellare, e non si lasci prima alle gazze, o vero a pernici, imperocchè troppo son forti.... Ma lascisi alle quaglie, tordi e merle e simiglianti.
Esempio: Bocc. Amor. Vis. 28: Lasciando i cani ai cervi paurosi Di dietro, incominciaro il lor diletto.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 119: Andavano i suoi compagni lasciando i volanti uccelli alle gridanti grue, facendo loro fare in aria diverse battaglie.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 226: Lo sparviere E 'l can si lascia sempre con vantaggio.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 82: Il cervo che lasciarsi i veltri vede, Affretta più che può lo stanco piede.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 7, 305: Altri gli lascia il veltro, altri, l'assale O col dardo, o con l'asta, o con lo strale.
Esempio: Guar. Past. fid. 2, 2: Io so dove è 'l tuo cane. Noi lasciasti testè dietro a una damma?
Esempio: Segner. Pred. 6: Chi vi fa certi, o meschini, che a danno vostro non sia già bandita una caccia universalissima di tutte le creature? che non siano lasciati i cavalli? lasciati i cani? E voi dormite? (qui in locuz. figur.).
Esempio: Red. Lett. 1, 377: Al di cui arrivo, i cacciatori lasciarono i bracchi per la macchia.
Definiz: § V. E per Sciogliere, Liberare, riferito a persone fatte prigioni, o carcerate; anche assolutam. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 155: Tutti i baroni pugliesi, i quali lo re avea presi alla battaglia, fece lasciare.
Esempio: E Malisp. Stor. fior. 163: Lo re Carlo, sentendo.... le rubellazioni delle terre di Cicilia e di Puglia, fatte da' baroni e conti di Puglia, de' quali i più avea lasciati di prigione,... si partì ec.
Esempio: Dant. Inf. 22: Denar si tolse, e lasciolli (i prigionieri) di piano.
Esempio: Stat. Part. Guelf. 19: Conciosia cosa ch'e detti sindichi, o vero alcuno di loro, non possa, o vero a loro sia licito, lasciare, o vero far lasciare, alcuno, il quale avessero fatto pigliare, o vero faranno, se ec.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 78: Esso fu giudicato, e Barabba lassato.
Esempio: Vill. G. 351: E 'l conte Guido di Fiandra fu lasciato di pregione, sotto sicurtà di saramento e di stadichi, di tornare in pregione infra certo tempo.
Esempio: EVill. G. 808: E' Pisani lasciarono ogni prigione fiorentino e loro allegati ch'erano presi in Pisa.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 220: Pregandoli il Minestra quanto poteo, che 'l lasciassino e non lo volesseno disfare.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 451: Credesi.... che 'l papa lo metterà in Castello, ancora che si dica in vulgo di molte cose; cioè che 'l Papa ha promesso ad Roano lasciarlo, ec.
Esempio: Bern. Orl. 7, 47: Con gli altri il duca Astolfo fu lasciato, Ch'al fatto suo non era chi pensasse.
Esempio: Alam. L. Gir. 11, 15: lo richieggio costui tutto cortese Ch'ei la voglia lassar di questi lacci.
Esempio: Varch. Stor. 3, 16: Furon lasciati tutti quegli ch'erano stati presi insieme con loro per quel conto.
Definiz: § VI. E poeticam., per Allentare, Rilasciare. –
Esempio: Alam. L. Gir. 3, 33: Adoperiam gli spron, lasciamo il morso.
Definiz: § VII. Lasciare, usasi per Tralasciare, Omettere, sia deliberatamente, sia per dimenticanza. –
Esempio: Dant. Parad. 14: Ma Beatrice sì bella e ridente Mi si mostrò, che tra l'altre vedute Si vuol lasciar che non seguir la mente.
Esempio: E Dant. Parad. appr.: Ma chi prende sua croce e segue Cristo, Ancor mi scuserà di quel ch'io lasso, Vedendo in quell'albor balenar Cristo.
Esempio: E Dant. Conv. 198: A me conviene lasciare, per povertà d'intelletto, molto di quello ch'è vero di lei, e che quasi nella mente raggia.
Esempio: E Dant. Conv. 305: Non è da lasciare, tuttochè il testo si taccia, che messere lo Imperadore in questa parte non errò pur nelle parti della definizione, ma eziandio nel modo del difinire.
Esempio: E Dant. Rim.191: E certo e' mi convien lasciar in pria, S'io vo' trattar di quel ch'odo di lei, Ciò che lo mio intelletto non comprende, E di quel che s'intende Gran parte, perchè dirlo non saprei.
Esempio: Ar. Orl. fur. 33, 36: Così dicendo, se stesso riprende Che quei ch'avea a dir prima, abbia lasciato.
Esempio: Varch. Ercol. 271: Voi.... potrete formare tutti gli altri [essempj] da voi,... se io, per la fretta o per lo fastidio, n'avessi o lasciati o traposti.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 62: Lascio che quello effetto che ti avevi proposto, di ritenere gli uomini dalle violenze e dalle ingiustizie, non ti è venuto fatto.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 70: Un assiol con un vocino arguto, Fattosi a me d'appresso, e di soppiatto, Aggiunse: e non lasciasti lo starnuto?
Definiz: § VIII. E in costrutto con la prep. Di, vale Cessare di raccontare, Non seguitare a dire o narrare più a lungo. –
Esempio: Vill. G. 17: Lasceremo de' Brettoni, e de' re d'Inghilterra, e torneremo a nostra materia.
Esempio: E Vill. G. 324: Lasceremo alquanto de' nostri fatti di Firenze e d'Italia, e faremo incidenza per contare grandi e maravigliose novitadi.
Esempio: E Vill. G. 715: Lasceremo della detta materia, che assai n'è detto, e torneremo a nostra materia de' fatti di Firenze.
Definiz: § IX. Pure in costrutto con la prep. Di, reggente un infinito, per Omettere, Dimenticare; anche con ellissi della prep. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 87: Lasciavo dirvi come ebbi li 2 ducati, a nome dell'amico vostro.
Definiz: § X. E per Non curare, Trascurare, Non far conto di checchessia o di chicchessia, Trasandarlo; anche figuratam. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 38: Ricordano Malispini, quando scrisse le 'nfrascritte cose, lasciò molte storie e scritture d'imperatori e di Papi, e di molte altre cose, che non se ne curo di scrivere, altro che di cose che toccassono alla nostra città di Fiorenza.
Esempio: S. Bern. Medit. piiss. 11: Lasciamo noi medesimi, e cerchiamo Iddio.
Esempio: Dant. Parad. 23: Quivi si vive e gode del tesoro Che s'acquistò piangendo nell'esilio Di Babilonia, ove si lasciò l'oro.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 207, 23: Lo Imperadore con sua gente cavalcò a Brescia.... E posevi l'assedio, perchè così fu consigliato; ch'ella non si potea tenere...: e se tu la lasci, tutta la Lombardia è perduta.
Esempio: Tass. Lett. 2, 563: E con questo le bacio le mani, pregandola che non lassi occasione alcuna di giovarmi, la quale s'appresenti.
Esempio: Dav. Tac. 1, 154: Il suo testamento diè molto da dire, avendo onorato di sua gran facultade quasi tutti i principali, e lasciato Cesare.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 14: Per tal modo ne nasce il giudizio, col cui consiglio la volontà delibera di farne conto (delle specie e imagini), o di lasciarle.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 368: Viene al ballo?... Oh! non lasci tal serata.
Definiz: § XI. E per Astenersi, Ritrarsi, o simili, da far checchessia; in costrutto con la particella Di. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 157: lo per niuna cosa lascerei di cristian farmi.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 136: Al quale, quantunque turbato il vedesse, non lasciò di dire il parer suo.
Definiz: § XII. Vale anche Cessare, Desistere, costruito con un infinito retto dalla prep. Di. –
Esempio: Nov. ant. C. 53: Lasciolli di parlare, e volgeasi, quando elli passava, in altra parte.
Esempio: Dant. Purg. 14: Nè lascerò di dir, perch'altri m'oda.
Esempio: Ovid. Pist. 33: Perciò non lasciava di dilettarsi talora colla bella Aurora.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 88: Dobbiamo dunque, dipo, esser longanimi in aspettar Dio, e mai, perchè egli ci si mostri duro, non lassar di confidarci in lui.
Esempio: E Cavalc. Poes. 3, 73: A far tal cambio mi par gran pazzia, Lasciar d'amar lo figliuol di Maria Per amar creatura qual vuo' sia In questa vita.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 214: Quasi dubito che tu non m'ami, o che tu per altri non m'abbandoni; o forse ancora, per li conforti della mia madre..., lasci di non amarmi.
Esempio: Menz. Pros. 3, 22: Onde è che, siccome se altri non lodasse il sole di bellezza, o di velocità, o di beneficenza, egli non perciò lascerebbe d'essere il sole, così ec.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 22: Lascia d'amarmi. M. E impossibile, o cara, Vederti e non amarti.
Definiz: § XIII. E in proposizione negativa, costruito con un compimento verbale, retto dalla cong. Che. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 119: E però non lasciò per vergogna, o perchè paresse male, ch'ella pur non facesse questa petizione, e fu forte ad adimandarlo.
Definiz: § XIV. Si usò assolutam., per Cessar di fare checchessia; Ritrarsi, Desistere, dal farlo. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 121: Francamente si dirizzarono contro a' Pisani e' Sanesi per combattere, non lasciando per le nevi, nè per la salita del poggio.
Esempio: Lucan. volg. 51: Li Eulicois non lassaro per la morte di Vergettorino: chè li arsero le magioni, e le ville, e li arnesi, e le castella, ec.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 165, 35: Ma non lasciarono tanto per tema della legge, quanto per l'avarizia.
Esempio: Bibb. N. 2, 371: Ma solamente ho lasciato per l'ira de' loro nemici, acciò che non insuperbiscano e dicesseno: ec.
Esempio: Tav. Rit. 1, 19: Tutta gente di ciò parlano e dicano che voi lasciate per paura.... E certo, già per paura non dovete voi lasciare.
Esempio: E Tav. Rit. 508: Quanti saranno quelli che oggi mai conturberanno mio stato, li quali lasciavano per vostra temenza!
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 41: Veggiamo molti.... cercare e picchiare, per sè e per interposite persone, con tanto isfacciamento e con tanta volontà, che non lassano, nè per vergogna, nè per fatica, nè per ispesa.
Definiz: § XV. Lasciare, vale anche Deporre, Spogliare; riferito a veste, ornamento della persona, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 11: Lassare il velo o per sole o per ombra, Donna, non vi vid'io, Poi che ec.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 24: Ma bel sovra ogni fregio il cinto mostra, Che nè pur nuda ha di lasciar costume.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 692: Lasciò (il frate) sull'orlo del portico esteriore i sandali, scese gli scalini, e, tra la folla che gli fece rispettosamente largo, s'avviò per mettersi alla testa di essa.
Definiz: § XVI. E figuratam. –
Esempio: S. Greg. Omel. 2, 312: Immantinente il fa lasciare quello che egli era, e subito il fa diventare quello che non era.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 103: Io non so quello che de' vostri pensieri voi v'intendete di fare; li miei lasciai dentro dalla porta della città allora che io con voi poco fa me n'uscii fuori.
Definiz: § XVII. Pur figuratam., riferito a pensieri, sentimenti, affetti, e simili, per Cessar di accoglierli nell'animo, Non averli più. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate.... Ed egli a me...: Qui si convien lasciare ogni sospetto.
Esempio: E Dant. Rim. 110: Allor lasciai la nova fantasia, Chiamando il nome della donna mia.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 276: Lascerai lo sconvenevole amore, se quello vorrai fare che si conviene.
Esempio: EBocc. Decam. 8, 283: E perciò lascia il pensiero, caccia la malinconia, richiama la perduta santà, ed il conforto e l'allegrezza.
Esempio: Panzier. Tratt. 8 t.: Alcuno pensa della passione breve tempo, a sua posta lassandola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 43: Quivi la donna, anzi il mio cor, mi tiene, Che di mai ricovrar lascio ogni spene.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 4: Grifon non fa parole e non minaccia; Ma lasciando lontana ogni pietade, Mena tra il vulgo inerte il ferro intorno.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 6: E fugge Antonio, e lasciar può la speme Dell'imperio del mondo ov'egli aspira.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 81: Io credo che siate in collera meco, e n'avete cagione; pure vi prego a lasciarla.
Definiz: § XVIII. Pur figuratam., detto di cose, e riferito a qualità, proprietà, e simili, per Perderle, Spogliarsene. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 24: I sassi cominciarono a lasciare la loro durezza.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 267: Fu curato (il panno) con la calcina, e à preso il bigio,... ma come aranno (le lenzuola) 2 o 3 bucati, lo lascieranno.
Esempio: Segner. Mann. dic. 11, 2: Come fa il vino, il quale quando ha pigliato già mal di madre, ancora che si trasporti in un'altra botte, no 'l lascia più.
Definiz: § XIX. E per Perdere, Rimettere, in checchessia. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 59, 86: N'ucciser dieci, e gli altri là levare, Ma pur lasciar, com'è detto, del buccio.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 12, 18: Noi abbiamo ordinato in campo, quando venissino (i nimici), vi verrà tanti fanti e tanta gente d'arme, vi doverranno lasciare del quoio e del pelo.
Esempio: Dav. Oraz. 479: Subito voltaron le spalle, e messer lo reggente nostro più frettolosamente degli altri fuggendo, vi lasciò il berettone.
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 100: E a Gambasso avrebbe perdonato..., Purch'ei non vi lasciasse del suo pelo.
Definiz: § XX. E per Non seguire, Non attenersi a checchessia. –
Esempio: Dav. Lett. LXXVIII: Quando lascio il testo ordinario, piglio delle correzioni di più valentissimi uomini quella che per ora mi piace più.
Esempio: Falc. Istruz. 20: Non ci essendo differenza del veleggiare da vassello a vassello, quel che è sopravento può più a suo comodo pigliare l'abordo, o lassarlo, secondo che gli parrà essere superiore o inferiore di forza.
Definiz: § XXI. E per Non volere, Non accettare, Rifiutare. –
Esempio: Soffr. Albertan. volg. 26: Possono prendere lo buono consiglio, e lasciare lo rio.
Definiz: § XXII. E per Non continuare, Non mantenere, Non conservare; riferito ad amicizia, relazione, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 19: Tra molti mal gli parve elegger questo: Lasciar d'Argeo l'intrinsichezza antiqua.
Esempio: Segner. Mann. apr. 17, 4: Questo dunque è quello di cui fa ora mestiere che ti provegga, lasciando l'altre amicizie, le quali, o sono cattive, o non son perfette.
Definiz: § XXIII. Lasciare, riferito a cosa, vale Mettere in mano ad alcuno, Consegnare, Deporre, cessando noi di tenerla. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 257: Perchè lasciasti li capponi, prima che ti desse i denari?
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 15: Io scrissi alle signorie vostre da Vignone a' dì 23 del presente, e lasciai la lettera a Giovanni Biliotti, che la mandassi pel primo corriere o apportatore.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 73: Quirico lasciò ieri qui un paio di capponi perchè vi si mandassino, e così si fa.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 89: Vi mando 4 camice nuove, e l'ò fatte lasciare al luogo d'Antonio Gondi.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 5: Egeo.... le lasciò la spada e le scarpe.
Esempio: Red. Lett. 1, 222: L'eminentissimo Bonsi non potè lasciarmi il pacchetto di lettere di V. S. illustrissima.
Definiz: § XXIV. E figuratam. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 17: Vivendo, tutta la sua affezione e tutti gli suoi studj avea posti nel servizio vostro; morendo, tutte le sue cose lasciò nella vostra protezione.
Definiz: § XXV. E per Affidare, Commettere. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 221: Cominciò.... Gualtieri e con senno e con ordine l'ufficio commesso, sempre d'ogni cosa colla Reina e colla nuora di lei conferendo: e benchè sotto la sua custodia e giurisdizione lasciate fossero, nondimeno come sue donne e maggiori l'onorava.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 6: Quello, alla cui guardia era stato lasciato il bue,... fece intendere al padrone, che egli era morto.
Definiz: § XXVI. E per Abbandonare, Rimettere, Affidare. –
Esempio: S. Grisost. Opusc. 2, 49: Le ricchezze.... fannoti prevaricatore del comandamento di colui che dice: Lascia a me la vendetta, e io la farò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 115: Ma non sa ritrovar priego che vaglia, Perchè Ruggiero a lei l'impresa lassi.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 429: Ma lasciando di questo il giudizio a chi più ne sa,... lo dichiara ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 170: Lassa La cura a me, disse Gradasso.
Definiz: § XXVII. E per Trasmettere, Far passare, da sè in altri. –
Esempio: Giannott. Op. 1, 138: Quando i cittadini ornati di tale dignità la lassavano a' successori, non sapevano dove si nascondere il capo per la vergogna che avevano d'esser veduti.
Definiz: § XXVIII. E per Dare, Far avere, ad alcuno, riferito a ordine, ingiunzione, o simili. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 365: Sono indugiato fino a ora ad eseguir l'ordine che V. S. mi lasciò nella sua partita.
Esempio: Segner. Pred. 81: Prima di ber la cicuta fu ricercato dagli amici presenti a dir s'alcun ordine lasciar volesse al figliuolo da lui lontano.
Definiz: § XXIX. Si usò per Rimettere, Condonare. –
Esempio: Scal. Claustr. 428: Dio concedette a molti l'oficio del battezzare, e ritenne a sè l'autoritade e la balìa di lasciare le offese e di perdonare li peccati.
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 240: Essendo lasciato il debito ad amendui, è domandato chi ama più il suo donatore.
Esempio: E S. Greg. Omel. 3, 404: Lasciamo adunque il debito a' nostri debitori, acciocchè egli lasci a noi i nostri debiti.
Definiz: § XXX. Per Cedere ad altri, Non opporsi che altri prenda o conservi, checchessia; e riferiscesi anche a persona. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 325: L'arme di che ti sei dilettato, misero garzone, ti lasso.
Esempio: Stor. Apol. volg. 47: E Antigrasso la misse (la vergine che si vendeva all'incanto) a ducati LX d'oro: e Marchionne la misse a ducati C d'oro.... Sicchè Antigrasso gliela lasciò, e disse: ec.
Esempio: Vill. G. 321: Quando la Chiesa e il re Carlo li atassero acquistare altro reame, che lasciarebbe a queto al re Carlo l'isola di Cicilia.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 290: Al quale il soldano, avendo alcuna volta dato mangiare, e veduti i costumi di Sicurano, che sempre a servir l'andava, e piaciutigli, al Catalano il domandò; e quegli, ancora che grave gli paresse, gliele lasciò.
Esempio: Bern. Orl. 38, 24: Mena teco quegli altri quanti sono, Chè tutti quanti te gli lascio e dono.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 148: E una penna! Una penna? Oh! s'è da scrivere, Io nel tempo del mio vivere Mai non scrissi due parole, E la lascio a chi la vuole.
Definiz: § XXXI. E per Conservare, Mantenere. –
Esempio: Giannott. Op. 1, 268: All'autorità della Signoria.... abbiamo dato regola ed ordine, levando ciò che avevano di malvagità e lasciando se avevano cosa alcuna che fusse utile alla repubblica.
Definiz: § XXXII. Lasciare, riferito a campo o terreno, con un compimento retto dalla prep. A, vale Destinare, Serbare, d'anno in anno, quel campo o terreno, ad una determinata cultura, o a rimatiere non seminato, a restare in riposo. –
Esempio: Targ. Rag. Agric. 109: Non si creda già che sia di precisa ed indispensabile necessità il lasciar riposare, o, come si dice, a stoppia, un tal terreno per un anno sì ed uno no, ogni due o tre anni.
Esempio: ETarg. Rag. Agric. 110: Se si lascia il ferzo e quarto anno a stoppia quel terreno, vi pullulano le piante salvatiche.
Definiz: § XXXIII. Lasciare, vale anche Produrre e far che rimanga, o semplicemente Esser cagione che rimanga, d'una data azione, un determinato effetto o conseguenza, indicati dal compimento; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 31: O donna,... che soffristi per la mia salute In inferno lasciar le tue vestige.
Esempio: E >Dant. Conv. 290: Per lo diritto cammino sì va là dove intende, lasciando le vestigie de' suoi passi dietro da sè.
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 16: Nè creder ch'io tenessi gli occhi asciutti, Misera a me, comunque il mio mal seppi, Ma sempre lacrimosi e meschinelli Dovunque io fu' lasciaron due ruscelli.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 68: E qui, dove ti spogli il mortal manto, Di gloria impresse alte vestigia lasci.
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 54: Lasciò la pugna orribile nel core De' Saracini e de' Fedeli impressa Un'alta meraviglia ed un orrore Che per lunga stagione in lor non cessa.
Esempio: E Tass. Gerus. 18, 69: Entra da un lato, e fuor per l'altro passa Fuggendo, e nel fuggir la morte lassa.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 23: Scende alla spalla e giù di costa in costa Molte ferite in un sol punto lassa.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 205: Alle volte le madri lasciano sul volto a' loro figliuoli le sembianze degli avi o degli zii non mai veduti.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 11: Quel favore È meteora che striscia nella notte Per lasciar dietro a sè più cupo orrore.
Esempio: Lambr. Elog. 195: E quella prima e considerata amarezza lasciò forse nella sua anima un che di mesto, donde si sparse ne' suoi più vividi affetti una quieta dolcezza.
Definiz: § XXXIV. E in particolare detto di chi muore, con relazione a fama, memoria, desiderio, compianto, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Quanti si tengon or lassù gran regi, Che qui staranno come porci in brago, Di sè lasciando orribili dispregi!
Esempio: EDant. Inf. 24: Sanza la qual (senza la fama) chi sua vita consuma, Cotal vestigio in terra di sè lascia, Qual fumo in aere od in acqua la schiuma.
Esempio: E Dant. Parad. 19: In terra lasciai la mia memoria Sì fatta, che le genti lì malvage Commendan lei, ma non seguon la storia.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 9: Aveva, vivendo, le pubbliche e le private condizioni amplificate; e morendo, lasciata in ciascuno costante opinione che per opera sua principalmente si fosse la pace d'Italia conservata.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 239: Cristianamente vivendo, lasciò al mondo odore della bontà sua e delle egregie sue virtù.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 4, 205: Non per avarizia, ma per suo piacere, lavorava, quando bene gli veniva, e per lasciar dopo sè qualche onorata memoria.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 9, 82: Morì il Rosso l'anno 1541, lasciando di sè gran desiderio agli amici ed agli artefici.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 9, 114: Di 64 anni finì il corso della vita sua, lassando di sè fama di buono e di eccellente e raro maestro nelle grottesche, de' tempi nostri.
Esempio: Manz. Poes. 126: Empio! fuggire? e intanto, Per compagnia fino alla tomba, al padre Lasciar questa memoria.
Definiz: § XXXV. E riferito a opere dell'ingegno, e altresì a dottrine, scuola, discepoli, e simili; con relazione al sopravvivere ch'e' fanno all'autore o al maestro. –
Esempio: Dant. Parad. 25: Indi si mosse un lume verso noi Di quella schiera, ond'uscì la primizia Che lasciò Cristo de' vicarj suoi.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 242: Questo Efrem fu uomo dottissimo, e fece, e lasciò dipo' sè molti scritti degni di laude.
Esempio: Tass. Lett. 2, 35: Or credo che senza alcun dubbio riporrete me fra quelli artefici che voglion che de la loro operazione rimanga alcuna opera; perciocchè i poeti lascian dopo sè i poemi, e gli eloquenti l'orazioni e i dialoghi o altra cosa simile. E sebben l'arte oratoria non ha per fine necessario il lasciar l'orazioni...; nondimeno allora ella solo non ha questo fine, quando è accompagnata con l'azion civile...; ma quando n'è scompagnata, rimira sempre a lasciar le scritture dopo sè.
Esempio: E Tass. Lett. 2, 36: Ma essendo, a me impedita ogni operazion d'uomo civile, e mancandomi tutte l'occasioni di esercitar l'eloquenza.... affine di persuadere; riman solo che io mi proponga il fine di lasciar l'opere.
Esempio: Giacomin. Oraz. I, 1, 148: E chi dubita, se quel grande intelletto fusse ito avanzandosi fin dove era posseute a pervenire,... che altre opere eccellenti oltre a quelle che abbiamo, e queste più esquisite e più perfette, ci avrebbe lasciate?
Definiz: § XXXVI. E riferito a cosa scritta, ammaestramento, memoria, e simili. –
Esempio: Targ. Pag. Agric. 151: Castor Durante, a c. 203 del suo Erbario nuovo, lasciò scritto: il pane del grano vecchio è utile per quelli che patiscono il flusso del ventre.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 125: Gli annotatori di essa (cronaca) lasciarono scritto di lui questo elogietto.
Definiz: § XXXVII. E per Fare, nell'atto del costruir checchessia, che rimanga, sorga, venga ad aversi, e simili, cosa che appartenga comecchessia alla fabbrica o edifizio di cui si discorre; Fare che un edifizio venga ad avere, o che vi risulti, una data cosa o appartenenza, e simili. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 10: In mezzo di questo muro è lasciata una porta per entrare in un andito d'alcune stanze.
Esempio: Cellin. Pros. 127: Con quei mattoni io andai tessendo un fornello a foggia di una mèta, lasciando in fra l'un mattone e l'altro, in nell'attestarli, larghi due dita i conventi.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 31: Tutti quei vani che si lasciano per ricevere i lumi, non è lecito in modo alcuno di lasciarli bassi.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 32: Egli è una certa sorte quasi di vani, che con la forma e con il sito imitano le porte e le finestre, ma non penetrano tutta la grossezza del muro, ma come zane lasciano belli e commodi spazj, e luoghi da statue e da pitture. Ma in che luogo queste, e quanto spesse e quanto grandi, si debbino lasciare, lo diremo ec.
Esempio: EBart. C. Archit. Albert. 73: E sopra tutto bisogna lasciare morse, cioè alcune pietre di qua e di là che sportino infuori, ec.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 124: Dalla fortezza a la città non vorrei si camminasse per strade che vi fussino alcuni archi, nè lasciatevi torri in alcun luogo.
Esempio: Cellin. Pros. 169: Bene sarai avvertito d'aver lasciato in quattro luoghi al manco alcuni ferri legati alla detta ossatura, e' quali mantengono tutto il nocciolo che non si può muovere.
Esempio: Galil. Op. II, 134: Lascierannosi bene alcune bocche, le quali conduchino a i seni segnati A, che saranno come porti delle barche amiche; ma però ed essi e l'entrate si circonderanno con palificate simili, lasciandovi a canto terra alcuni passi aperti, ec.
Definiz: § XXXVIII. E per similit. –
Esempio: Tass. Lett. 1, 71: Potria anco lassare alcun vuoto nel quarto (canto del Poema); in quella parte ove sarà il ragionamento d'Eustazio in Consiglio.
Definiz: § XXXIX. E per Conservare, Mantenere, ed altresì Riserbare: usato figuratam. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 207: In tanto che parente nè amico lasciato s'avea che ben gli volesse.
Esempio: E Bocc. Teseid. 6, 9: Vestivan robe per molto oro care, Con gran destrier, cavalli e palafreni, E nulla si lasciavano a donare, Sì eran d'ogni gran larghezza pieni.
Definiz: § XL. E per Serbare, Riserbare, a un dato uso. –
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 89: Essendo appresso adunate tosto e prontamente le forze tutte delle comunità de' Volsci, e riuscite grandi, risolverono di lasciarne parte per guardia delle città, e col restante assaltare i Romani.
Definiz: § XLI. E per Fare che alcuno abbia, conservi, ovvero gli rimanga, gli tocchi, checchessia. –
Esempio: Dant. Conv. 207: Siccome omai per quello che detto è puote vedere chi ha nobile ingegno, al quale è bello un poco di fatica lasciare.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 32: Pognamo ch'ella (la fortuna) mi togliesse molte cose, ella me ne lasserà più ch'ella non me ne potrà tórre.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 98: Poichè la troppa cupidità non aveva lasciato lume a Cesare di obbligarlo in modo che fosse tenuto a stare nella capitolazione, ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 312: Ma se le lasci un briciolin di lingua, E d'averla s'accorge ec.
Definiz: § XLII. E per Fare stare, Tenere, dovecchessia o in una data condizione, per un certo tempo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 466: I porcai lasciano i porci due mesi con le troie, da indi innanzi, quando già possono pascere, gli rimuovono.
Esempio: Libr. Mascalc. F. R. 35: Metti la tasta per la fistola, sì che li cappi della tasta escano pel di tecca della fistola, e lega d'ogni parte che non ne caggia, e lascialo cinque dì e più, infinattanto che la callosità della fistola enfi colla tasta.
Esempio: Ner. Art. vetr. 111: In ultimo si lassi sopra il fuoco tanto che il rame diventi di colore rosso leonato; quando è tale, allora si levi dal fuoco ec.
Definiz: § XLIII. Lasciare, usasi anche per Concedere, Consentire, Permettere, ed altresì per Non impedire, Render possibile. –
Esempio: Giamb. Vegez. 134: Acciocchè i discorridori dell'avversario non lascino vedere come i pedoni se ne vanno.
Esempio: Dant. Purg. 1: Lasciane andar per li tuoi sette regni.
Esempio: E Dant. Parad. 19: O beata Ungheria, se non si lascia Più malmenare!
Esempio: Petr. Rim. 2, 117: Ei sa che 'l grande Atride e l'alto Achille Ed Annibal.... Lasciai cader in vil amor d'ancille.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 22: E per l'usanza e per sua cortesia Di nulla lasciò lor patir disagio.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 282: Lasciorono scorrere e fare effetti di natura che furono per importare.... la ribellione di Pistoia.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 9: Son certissima che non gli lasciate mancare nulla, e lo provvedete di tutto.
Esempio: Parut. Disc. polit. 2, 10: Nè fu di minor danno il lasciare così immoderatamente crescere le ricchezze de' privati; che ec.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 38: Lasciami ornai por nella terra il piede, E veder questi inconosciuti lidi.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 75: E.... nudrendo contra loro stessi rea semenza di temerario ardire e l'insolenze, l'avevan gittata e sparsa fra 'l popolo, quando era meglio suffucarla e spegnerla nel nascimento, e non lasciar fortificarsi il popolo con la potenza del tribunato.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 105: La cui sufficienza (d'Alcibiade) aveano i Lacedemoni non usata, ma malusata, lasciandol venire e partire di lor città, e ravvolgersi intorno a' loro eserciti senza grado e senz'onore.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 2, 202: Prima di lasciare irrecuperabilmente levare per un millione e mezzo ciò che a giusto prezzo ne valeva quattro, sarebbesi gettato in braccio a' Francesi.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 120: Il brieve acciar di pugno Lanciò rapirsi, allor però che immerso L'ebbe due volte in seno.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 336: Lascia i servi in luogo scoperto infracidare alla pioggia.
Definiz: § XLIV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Fama di loro il mondo esser non lassa.
Esempio: E Dant. Purg. 2: Correte al monte a spogliarvi lo scoglio, Ch'esser hon lascia a voi Dio manifesto.
Esempio: Petr. Rim. 1, 316: E del cor tuo divelli ogni radice Del piacer, che felice No! può mai fare, e respirar noi lassa.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 21: Sol quel pesce trovò, ch'è alla ganascia Duro, e che il sale imputridir non lascia.
Esempio: Mont. Poes. App. 107: Tale in queta talor notte serena Che veder chiaro in ciel lascia le stelle.
Esempio: Lambr. Elog. 31: Quella (probità) che non lascia alle passioni pigliar maschera onesta, nè si appaga dell'approvazione degli uomini, ec.
Definiz: § XLV. Pur nel medesimo costrutto, reggente un passivo o un neutro passivo, ha la proprietà di far sopprimere la particella Si, o di sostituire la forma attiva. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 182, 20: Il castello si perdea..., però che in segreto i loro maggiori prenderono prezo, e lasciaronlo fornire.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 184, 4: Non però i seguaci di messer Bosso gli lasciavano molestare.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 195, 12: Nè non li lasciavano di sulle mura vedere da' loro parenti e amici.
Esempio: E Comp. Din. Cron. DL. 206, 17: I Fiorentini vi mandorono (a Cremona ribellatasi all'Imperatore) subito uno imbasciadore, per non lasciare spegnere il fuoco.
Esempio: Petr. Rim. 1, 26: E dintorno al mio cor pensier gelati Fatto avean quasi adamantino smalto, Ch'allentar non lassava il duro affetto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 100: Buon fu per me..., Che riposar costui non ho lasciato.
Esempio: Cas. Pros. 3, 76: Ed io non lascio perdere alcuna occasione, perchè ciò segua prestissimo.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 338: Dopo alcuno giorno, ella pregò il marito che la volesse lasciar far monaca.
Definiz: § XLVI. Si usò con l'ellissi del verbo dipendente. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. Genes. 96: Questo farebbe il nimico dimonio, ma Iddio non lo lascia.
Esempio: Dant. Purg. 21: Prima vuol (l'anima) ben; ma non lascia il talento, Che divina giustizia contra voglia, Come fu ar peccar, pone al tormento.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 195, 11: E non li poteano ricevere nè aiutare, perchè la Signoria non li lasciava, acciò che gli altri non ne sbigottissono.
Esempio: Bocc. Fiamm. 194: Avrei volentieri fatto il simigliante, se io fossi stata lasciata, o pure paura di futura infamia da ciò non m'avesse ritratta.
Esempio: Vespas. Vit. Manett. 93: Volle fare resistenza per baciargli la mano, sua Maestà non lo lasciò.
Definiz: § XLVII. Pure per Concedere, Permettere, in costrutto con la cong. Che. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 124: Ma' fati non lasciano che la speranza di Troja sia disfatta colla città.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 85: Modificarono il crudele statuto, e lasciarono che egli s'intendesse solamente per quelle donne le quali ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 48: Ma poi che si dilegua Sì, che la vista non può correr tanto, Lascia che sempre l'animo lo segua.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 9, 55: Egli non lascerà contra mia voglia Che presa io sia.
Esempio: Car. Eneid. 3, 1075: Pensammo di lasciar che 'l vento stesso Ne portasse a seconda ovunque fosse, Purchè lunge da loro.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 60: Ah ben sarei di vita indegno, Se la vita negassi Or porre in forse, Lasciando ch'un Pagan così vilmente Calpestasse l'onor di nostra gente.
Esempio: Riccat. V. Dial. Forz. 218: Lasciate che per me un'altra dimostrazione vi si proponga.
Esempio: Metast. Dramm. 5, 38: Almeno Qui tacito in disparte Lascia ch'io vegga il mio rivale.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 26: Ma lasciam pur che si disperi e pianga; La penna è più leggiera della vanga.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 314: Lascia che di Giasone io prima esplori Gli occulti sensi.
Esempio: Capp. Econ. 335: I clamori che allora sorgono lasciano appena che si distingua se la innovazione avvenuta sia stata a vantaggio o a danno.
Definiz: § XLVIII. E in costrutto con un infinito retto dalla prep. A, vale Rimettere in altri il fare checchessia; Non fare noi, con l'intendimento che altri faccia. –
Esempio: Salvin. Disc. I, 114: Queste ed altre simili cose io lascio a discorrere agl'ingegnosi ed a' più eloquenti.
Definiz: § XLIX. Per Dare, Concedere, Far che altri abbia. –
Esempio: Metast. Dramm. 7, 32: Tutta agli accenti suoi Lascia la libertà (qui figuratam.).
Definiz: § L. Lasciare, vale anche Ordinare, Disporre, per testamento, che sia dato, Assegnare. –
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 419: Avvenne che uno frate.... trenta grossi d'argento.... morendo lasciò.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 165: Uno anello bellissimo e prezioso, al quale.... volendo fare onore ed in perpetuo lasciarlo ne' suoi discendenti, ordinò che ec.
Esempio: EBocc. Decam. 2, 42: Ed a loro, sì come a legittimi suoi eredi, ogni suo bene, e mobile e stabile, lasciò.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 188: Furono tanti i lasci, le donazioni e l'eredità che le furono lasciati, che ella (la Fraternità di S. Maria della Misericordia) ereditò il terzo delle ricchezze d'Arezzo.
Esempio: Grazz. Pros. 71: Fece poi testamento; e, non arendo parenti che legittimamente lo redassero, lasciò liberamente ogni cosa alla moglie, e di tutti i suoi beni mobili ed immobili la fece erede principale.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 21: Questa casa fu lasciata da Manente di Ghino Sassetti, che morì senza figliuoli,... allo spedale di Santa Maria Nuova.
Esempio: Dar. Scism. 392: Alcuni potenti produssero altro testamento falso, dove Arrigo lasciava il regno, doppo i suoi figliuoli, non a Margherita,... ma a Maria.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 139: Nell'isola famosa di Corsica,... rimase vedova una donna dabbene, a cui il marito lasciò morendo trecento scudi di argento, per accasare a suo tempo una piccola figliuolina, unico frutto delle loro nozze onorevoli.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 30: Qualcun diceami: sposati a una vecchia Che sia ricca, e ti lasci da star bene.
Esempio: E Guadagn. Poes. 1, 39: Ed io non punto sordo alla chiamata, Presa ho la roba ch'egli m'ha lasciata.
Esempio: E Guadagn. Poes. 1, 317: Se tu dunque mi lasci del denaro, Penserò a farti dir poi tanto bene.
Definiz: § LI. E usato assolutam., col solo compimento indicante la persona a cui si assegna in eredità. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 114: Ma io credo ch'ella concepea nella sua mente di mostrarsi nelle parole e negli atti che 'l marito gli lasciasse, acciocchè, morto lui, si potesse meglio rimaritare com'ella fece.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 91: E pur non importa a chi noi lasciamo, non devendo più ricever nulla da persona.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 15: Di suo testamento io non seppi nulla, e non ci ò interesso. E se bene à lasciato a Vincenzio, c'è il contrapeso di debiti e intrighi, a tale che ec.
Definiz: § LII. Riferito a discendenti, e più propriamente a figliuoli, vale Avere come continuatore del sangue e del nome, ovvero erede delle sostanze, del potere, e simili. –
Esempio: Fiorett. Cron. Imper. 21: E da poi la sua morte lasciò quattro figliuoli.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 131: Mio padre mi lasciò ricco uomo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 60: Quel brav'uomo aveva lasciato un figliuolo di stampa ben diversa.
Definiz: § LIII. Pur riferito a figliuoli, o altri discendenti, o altramente congiunti, con un compimento indicante la condizione nella quale rimangono rispetto al trapassato. –
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 261: Fece testamento e lasciò divisi i suo' figliuoli.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 37: Finirà gli anni suoi nel più bel fiore: Ed Azzo il suo fratel lascerà erede Del dominio d'Ancona e di Pisauro, D'ogni città che ec.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 65: Il re di questo regno, giunto a morte, La mia cugina qui, che fu sua donna, Non avendo figliuoli, o altri in corte Propinqui più, lasciò donna e madonna.
Definiz: § LIV. E per Ordinare, Disporre, nel testamento, in costrutto con la cong. Che. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 12: La reina Bolgara, ch'era moglie d'Arcon, si morío, e la reina si lasciò che Arcon, non potesse torre moglie se non di suo lignaggio.
Esempio: Vill. G. 905: E a loro modo fece suo testamento, e lasciò che fosse re appresso lui un sno figliuolo chiamato Calido.
Esempio: Vell. Cron. 54: Lasciò si rendesse l'usura, che n'ebbe assai dalla nostra compagnia, ma non se n'ebbe mai niente.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 55: Fece scrivere al notaio, che lasciava che i suoi figliuoli ed credi dovessino ogni anno, il dì di San Iacopo di luglio, dare un paniere, di tenuta di uno staio, di pere mézze alle mosche.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 837: Lasciò per testamento che insieme con lei possedesse il regno di Puglia.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 147: Dipoi esaminarono intra lor medesimi, se doveano portare quel santo corpo nel modo vilissimo che egli nel suo testamento aveva lasciato.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 34: Fece testamento..., per mano di ser Frosino Ruffoli, e lasciò che la torre de' Sassetti sempre restassi per fidecommisso in casa Sassetti.
Esempio: Maff. Anfit. 138: Questa buona donna.... lasciò in testamento che si celebrasse una caccia di fiere. Lasciò in oltre che fosse fetta una statua di Diana.
Definiz: § LV. E in costrutto ellittico, taciuto il compimento retto dalla cong. Che. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 276: Sono molto contenta d'avere inteso che abbia soddisfatto a quanto ti lasciò el mio figliuolo; che ha' fatto bene, e ricorditi dell'anima sua.
Definiz: § LVI. E in costrutto con la cong. Che, usasi ellitticamente per lo stesso che Lasciar detto, Lasciare scritto, Lasciar ordine, e simili. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 109: Io vo in Gerusalem domattina, e lascerò che voi siete bene serviti, e bene aiutati insino alla mia tornata.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 41: Tolse una cipolla, e puosela su la apparecchiata tavola; e lasciò che se 'l cotal giovane venisse per desinare, gli dicessono che mangiasse di quella cipolla.... Venuta l'ora del mangiare, il giovane.... domandò la donna di lui: la donna rispose che non v'era, e non vi desinava, ma che elli avea lasciato, se esso venisse, che mangiasse quella cipolla.
Esempio: Sassett. Lett. 409: Aveva lasciato qui in Coccino, quando io me ne tornai a Goa l'anno passato, che mi facessero un gran vaso di questo frutto in conserva.
Definiz: § LVII. E riferito a persona, per Assegnare ad alcuno, Far rimanere presso quello, come custode, assistente, o simili. –
Esempio: Stor. Apol. volg. 49: Lo mio padre mi mandò nella cittade di Tarsia, e ivi sì m'accomandò a uno suo amico, e lasciommi una balia,... e disse che tornerebbe quando fussi da maritare.
Definiz: § LVIII. Term. di Giuoco. Lasciare, riferito a invito, vale Non accettare. E il suo contrapposto è Tenere. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 52: Già non sa, quel che a gioco tien gl'inviti, Se 'l tenere o 'l lasciar gli ha a far vergogna, Poi che fortuna vol tanti mariti.
Definiz: § LIX. Lasciarsi, in costrutto con un infinito, vale Non opporsi, Non contrastare, all'azione significata da quel verbo; od anche Consentirvi, Secondarla. Anche figuratam. –
Esempio: Cic. Tusc. 52 t.: Patirà, sosterrà, non si lascerà vincere.
Esempio: Tratt. Benviv. 5: Certo tu ti lasceresti innanzi vivo scorticare, che tu ti lasciassi, o osassi ad alcuno peccato mortale consentire.
Esempio: Stor. Barl. 3: Ora ti se' lassato cadere in cotale disinore.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 57: La patria, onde l'uomo è nato, tragge con una dolcezza non so io dire cliente, e non si lascia dimenticare per cagione ninna.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 248: Ahi fìgliuol mio, dunque per questo t'hai tu lasciato aver male?
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 10: Tempo gli parve di dovere mostrare la sua pietà in ver di coloro che stoltamente s'aveano lasciati ingannare.
Esempio: Ar. Sat. 1, 202: So ben che la dottrina fia più presta A lasciarsi trovar, che la bontade.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 47: Ma, poichè non s'allenta il fier pagano, È forza alfin che trasportar si lassi.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 106: Alcibiade spesso e con poc'onore si lasciò corrompere per argento.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 3, 68: E per gran doni offerti, non si lasciò indurre a tradire l'onestà del suo corpo.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. 1, 143: La quale (la bertuccia), allora principalmente che s'argomenta di contraffar l'uomo gesticolando e danzando com'egli, si lascia pigliare.
Esempio: Dav. Tac. 1, 150: Il principe non può saper tutto, nè dee lasciarsi menare a voglia d'alcuno.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 14: Dunque in tale stato Ridur ti lasci tu?
Esempio: Manz. Prom. Spos. 519: Parlando a fin di bene, tirava avanti, senza lasciarsi smovere.
Definiz: § LX. E nello stesso costrutto ed ufficio, col soggetto dell'infinito, retto dalla prep. Da. –
Esempio: Guicc. Stor. 4, 66: Assuefattosi a lasciarsi in gran parte portare da coloro, che avrebbero avuto a obbedire ai cenni suoi.
Esempio: Bandell. Novell. 2, 18: Tanto da l'ingordo appetito trasportar si lasciò, che tutto il suo amore pose in costei.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 133: Nelle lodi mie V. S. avvertisca, che il lasciarsi ingannare dall'amore tanto in grosso, passa con qualche nota del suo giudizio, e non senza vergogna della mia modestia.
Esempio: Grazz. Pros. 195: Ripreselo aspramente della sua stolta impresa, e che così si fusse lasciato vincere dalla stizza.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 96: Venite a fargli testimonianza vera e giusta, che la patria, quantunque abbia ricevuto da lui molti mali e danni, non lasciò già mai tanto dall'ira trasportarsi, che ec.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 134: I Corinti: non lasciaron dall'avarizia tentarsi.
Esempio: Metast. Dramm. 2, 54: Ben, qual nocchiero, in noi Veglia ragion; ma poi Pur dall'ondoso orgoglio Si lascia trasportar.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 288: Non lasciavasi adescare Dai svenevoli, dai folli Amorosi torcicolli Di sventato damerino.
Definiz: § LXI. Ed anche, ma oggi non comunemente, col soggetto dell'infinito retto dalla prep. A. –
Esempio: Dant. Parad. 19: Per esser giusto e pio Son io qui esaltato a quella gloria, Che non si lascia vincere a disio.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 188, 3: I Bianchi e' Ghibellini si proposono lasciarsi menare a' Neri, e di consentire ciò che domandavano.
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Cr. 71: Considera qui la benignità e la pazienzia del Signore, in ciò che si lassi tentare e portare a quella crudele bestia, la quale ec.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 119: Il sentimento carnale spesse volte si lascia vincere al diletto per le parole del nimico serpente.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 83: E tu.... non ti lasciassi vincer tanto all'ira, che tu ad alcuno de' tuoi il dicessi.
Esempio: Ar. Sat. 1, 167: Io non lascio accecarmi a questi fumi.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 270: M'avete voi con molta diligenza fatto pensare alle vere cose che mi ragionate, avvertendomi a non mi lasciar soprastare alla malinconia più che mi bisogni.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 30: Vi ricordo che non vi lasciate torre la franchezza dell'animo alla indisposizione del corpo, chè altrimenti fareste torto a voi stesso. Lasciatevi medicare a chi sa.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 40: Andate a rilento a credere; ed anco, riscontrato che abbiate ogni cosa, non vi lassate trasportare all'impeto.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 71: Voi siete sì generoso, che non vi lasciate mai vincere di cortesia a uomo che viva: tanto meno vi lassarete vincer d'amore a una donna che v'adori.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 74: Come colui che lasciava trasportarsi per lo più all'ira e all'ostinazione.
Definiz: § LXII. Lasciare, vale altresì Non prendere con sè, Non portare con sè, partendosi da un luogo; riferito a cosa o ad animale. –
Esempio: Dant. Inf. 10: Tutti (i sepolcri di Dite) saran serrati, Quando di Josaffà qui torneranno Coi corpi che lassù hanno lasciati.
Esempio: EDant. Purg. 1: Tu il sai, che non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La veste che al gran dì sarà sì chiara.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 75: Con l'arme l'altre spoglie a Ruggier sono Date di Mandricardo, e insieme dato Gli è Brigliador, quel destrier bello e buono, Che per furore Orlando avea lasciato.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 40: O tu che porte Teco parte di me, parte ne lassi; O prendi l'una, o rendi l'altra, o morte Dà insieme ad ambe (qui figuratam.).
Definiz: § LXIII. E per Non condurre con sè, Non far venire con sè, in propria compagnia, partendosi da un luogo, riferito a persona; Non essere accompagnato o seguito da quella, nel venir via. E riferiscesi anche ad animale. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Con lei ti lascerò nel mio partire.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 263: Andai a lui, e lasciai la Maddalena mia donna in camera, la quale se n'uscì immediate ch'io fui uscito fuori, e chiamò madonna Lessa udrà che venisse giù, ec.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 6: Di sorte che e' bisognò che 'l suo padrone, non vedendo ordine di poterlo condurre (il bue) in sul mercato, lo lasciasse in una stalla d'un vicino amico suo.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 101: Ei fu.... condotto al cavalier giacente, Che l'ambasciata udì con lieto volto: E già lasciando ei lui..., Ne riportava a lei dolce risposta.
Esempio: E Tass. Gerus. 18, 11: E tutto solo e tacito e pedone Lascia i compagni.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 191: Io li lasciai, Che gittavan le sorti, onde sue schiere Ciascun poi mova ad assalir la porta, A cui suo fato il chiamerà.
Esempio: ENiccol. Poes. 2, 23: Colla fida moglie, Che amor trattiene sull'opposta riva, Il nocchier di Vinegia i canti alterna. T. Avventurosi! Ei l'ha lasciata appena, E tosto a quella col desio ritorna.
Definiz: § LXIV. E per Abbandonare persona o cosa, partendosi o allontanandosi dal luogo dove quella rimane. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Quivi il lasciammo, che più non ne narro.
Esempio: EDant. Inf. 34: I' levai gli occhi, e credetti vedere Lucifero com'i l'avea lasciato, E vidili le gambe in su tenere.
Esempio: Petr. Rim. 1, 145: Lassai quel ch'i' più bramo.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 294: Il mio cor che per lei lasciar mi volle, E fe' gran senno, e più se mai non riede, Va or ec. (qui figuratam.).
Esempio: Salv. Spin. 5, 3: Non avendo trovato la fregatina nel luogo ch'io la lasciai, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 14: Va seco Aletto, e poscia il lassa, e veste D'uom che rechi novelle abito e viso.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 34: E giungo ad un torrente, e riserrato Quinci dai ladri son, quindi dal rio. Che debbo far? te dolce peso amato Lasciar non voglio, e di campar desio.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 6: Va' in frequentato loco od in romito; Chè per dubbio o svantaggio io non ti lasso.
Esempio: E Tass. Gerus. 20, 43: Quasi leon magnanimo che lassi, Sdegnando uom che si giaccia, e guardi e passi.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 256: Anch'io ho fatte tante miglia! Ho lasciata la famiglia; Ho lasciati gli Aretini Per veder la Passerini.
Definiz: § LXV. E figuratam. –
Esempio: Metast. Dramm. 1, 309: E sempre il sole, Quando tramonta e l'occidente adorna, Con te mi lascerà; Con te mi troverà quando ritorna.
Definiz: § LXVI. Pur figuratam., riferito a persona, che non si ricordi, o che si tralasci di rammentare. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 287: Le bellezze di Cleopatra, di Fausta, di Faustina, di Marianne, di Messalina, di Rosimonda, dove le lascio?
Definiz: § LXVII. E riferito a luogo, per Partirsi, Allontanarsi, da quello. –
Esempio: Dant. Purg. 28: Senza più aspettar, lasciai la riva.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 76: Lasciano, al suon dell'arme, al vario grido, E le fere e gli augei la tana e 'l nido.
Esempio: E Tass. Gerus. 18, 11: E tutto solo, e tacito, e pedone.... lascia il padiglione.
Esempio: Alf. Trag. 3, 93: Vieni; lasciam questa funesta stanza.
Definiz: § LXVIII. Pur riferito a luogo, per Abbandonare, andando a fermarsi, ad abitare, a trattenersi lungamente, altrove. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 188, 7: I Bianchi furono consigliati si riducessono a casa i Cavalcanti, e quivi farsi forti d'amici, e non lasciare la città loro.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 22: Già non lasciammo.... 'l nido Nativo noi..., Per acquistar di breve suono un grido Vulgare ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 49: Gli ottocento a cavallo, a cui fa scorta, Lasciar le piagge di Campagna amene.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 319: Or sa quanta è sventura La diletta lasciar terra natia.
Esempio: Lambr. Elog. 13: La modesta casuccia ove, lasciando il palazzo degli avi, erasi allogato come in ricetto più dicevole ad onorata povertà, ec.
Definiz: § LXIX. Altresì riferito a luogo, e per lo più con qualche compimento indicante la sua posizione rispetto a noi, per Oltrepassare camminando o viaggiando. –
Esempio: Dant. Inf. 26: Dalla man destra mi lasciai Sibilia, Dall'altra già m'avea lasciata Setta.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 204, 17: Dirizzossi verso Milano, e lasciò Pavia da man ritta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 70: Al venir quivi, era, lasciando Spagna, Venuto India a trovar per dritta riga.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 172: Lascian fosse e steccati, e dopo poco Tra' nostri son.
Esempio: Car. Eneid. 3, 1110: Col vento stesso, in dietro ne lasciammo La palmosa Seline.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 18: Rodi e Creta lontane inverso 'l polo Non scerne (la nave), e pur lungo Africa sen viene.... La maggior Sirte a' naviganti infesta, Trattasi in alto, inveì le piagge lassa.... E la foce di Magra indi trapassa.
Definiz: § LXX. E semplicemente per Oltrepassare, Sopravanzare; comunemente Lasciare, o Lasciarsi, addietro. –
Esempio: Dant. Inf. 11: Dentro da cotesti sassi.... son tre cerchietti Di grado in grado, come quei che lassi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 18: Quello ippogrifo, grande e strano augello, Lo porta via con tal prestezza d'ale, Che lasceria di lungo tratto quello Celer ministro del fulmineo strale.
Definiz: § LXXI. E riferito a persona, per Abbandonare, Cessar di stare, di trattenersi, convivere, o simile, con quella. –
Esempio: Dant. Inf. 8: Io non ti lascerò nel mondo basso. Così sen va, e quivi m'abbandona Lo dolce padre.
Esempio: E Dant. Parad. 17: Tu lascerai ogni cosa diletta Più caramente; e questo è quello strale Che l'arco dell'esilio pria saetta.
Esempio: Senec. Declam. 30: Tornò il marito. Il padre della giovane non vuole ch'ella stia con lui, e comandale ch'ella lasci il marito.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 133: Come Teseo lassò Adriana nel lito, e menò Fedra.
Esempio: Petr. Rim. 1, 178: Sott'un gran sasso In una chiusa valle, ond'esce Sorga, Si sta; nè chi lo scorga V'è, se no Amor, che mai noi lascia un passo.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 22: Già non lasciammo i dolci pegni.... noi..., Per acquistar di breve suono un grido Vulgare, ec.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 9: Perchè penso Che, costretto a lasciarti, Forse mai più ti rivedrò; che questa Fors'è l'ultima volta.... Oh Dio, tu piangi!
Esempio: E Metast. Dramm. 2, 71: Che abisso di pene Lasciare il suo bene, Lasciarlo per sempre, Lasciarlo così.
Definiz: § LXXII. E figuratam. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 403: Io sono nel medesimo animo verso di voi, nè vi lasso con le orazioni, e fonne fare.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 85: Pur ch'ella mai non ci abbandoni e lasce (la mano di Dio), Poco debbiam curar ch'altri ci manche.
Definiz: § LXXIII. Pur figuratam., per Non seguire più alcuno, Non essere più con alcuno. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 40: Infino che quella gente non lassò Dio, non gli vennero meno i miracoli.
Definiz: § LXXIV. Riferito a persona, per Far che rimanga dove che sia; e propriamente in luogo e vece di altra. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Non era giunto ancora Michel Zanche, Che questi lasciò un diavolo in sua vece Nel corpo suo, e d'un suo prossimano Che il tradimento insieme con lui fece.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 49: Lascia qui me ch'al capitan ti scusi.
Definiz: § LXXV. E figuratam. –
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 49: Il cor lasso con voi, che non è mio.
Definiz: § LXXVI. E in particolare riferito ad amante o a fidanzato, per Cessar di avere come tale, Cessar di averci relazione, Abbandonarlo. –
Esempio: Cavalc. Poes. 3, 73: Se lasci lui, e prendi altro amatore, Fai villania (qui per similit.).
Esempio: Vai Rim. 13: Così, Fello, mi lasci? ed è pur vero Che la fè che mi desti Stimar non vogli un zero?
Definiz: § LXXVII. Lasciare, vale anche Cessar di fare, di seguire, Abbandonare, Dismettere, o anche semplicemente Sospendere; riferito figuratam. ad opera, azione, impresa, tenor di vita, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Gridò Minos a me, quando mi vide, Lasciando l'atto di cotanto ufizio. E 20: Dove rui, Anfiarao? perchè lasci la guerra?
Esempio: E Dant. Inf. 31: Natura certo, quando lasciò l'arte Di sì fatti animali, assai fe' bene.
Esempio: Vill. G. 454: L'armata delle 17 galee disarmare, e lasciaro l'assedio di Porto Venero, ma però non lasciarono quello d'Albingano.
Esempio: Petr. Rim. 1, 109: Sì m'è duro a lassar l'usata vita.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 237: Pochi compagni avrai per l'altra via; Tanto ti prego più, gentile spirto, Non lassar la magnanima tua impresa.
Esempio: Bocc. Fiamm. 37: Egli, lasciando le lagrime, con infinta letizia subito a me si volse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 104: Lasciano i cibi e lascian le parole. Per ascoltar ciò che 'l guerrier dir vuole.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 55: Onde sforzato alfin l'assalto lascia. E 14, 20: Apre.... le luci.... E nato vede e già cresciuto il giorno; Onde lascia i riposi, e sovrappone L'arme alle membra faticose intorno.
Esempio: Maff. G. P. Vit. Confess. 4, 229: Le imprese violente, e che ad ogni passo trovano incontri, consigliava che si lasciassero, come nate dal malo spirito.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 22: Più volte alla battaglia Ritorna, e fa portenti Questo Achille de' venti, Ma sempre invano: alfin fremendo d'ira Lascia l'inutil pugna, e si ritira (qui per similit.).
Definiz: § LXXVIII. E figuratam., riferito a stato o condizione di vita, ufficio, dignità, o simile. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 217: Tornoe al secolo, e lasciò la vita eremitica.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 291: Alquante entrarono a fare penitenza, lasciando il mondo in tutto, e prendendo vita singulare e santa.
Esempio: Giannott. Op. 1, 139: Il contrario avviene nella repubblica de' Viniziani; perchè i loro patrizj, quando lasciano un magistrato, ne fanno maggior festa e sono più conspicui e gloriosi che nel pigliarlo.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 135: Lamberto..., essendo vescovo, lasciò il vescovado, e si fece monaco.
Esempio: Niccol. Arnal. 2, 8: Colle tue dottrine Agiti il mondo che lasciar giurasti.
Definiz: § LXXIX. Pur figuratam., riferito a cosa morale, per Porre in disparte, o simile. –
Esempio: Dant. Purg. 21: Se cagione altra al mio rider credesti, Lasciala per non vera esser, e credi, ec.
Esempio: E Dant. Parad. 21: Sì mi prescrisser le parole sue, Ch'io lasciai la quistione, e mi ritrassi A dimandarla umilmente chi fue.
Esempio: Tass. Lett. 1, 195: Non con altra difesa salvano Omero da le opposizioni fatteli, che con l'allegoria; perchè non sarà lecito a me, non lassando le prime difese,... servirmi anco di queste non meno ingegnose?
Esempio: Bart. D. Giapp. 3, 257: Beati essi che per non lasciarla, nè romperla (la legge di Cristo), pativano quel volontario impoverimento, quell'indegno esilio.
Definiz: § LXXX. E per Ricusar di prendere, Non voler più. –
Esempio: Dant. Parad. 5: Non fate come agnel che lascia il latte Della sua madre, e semplice e lascivo Seco medesmo a suo piacer combatte.
Definiz: § LXXXI. Detto di febbre, per Cessar di occupare, di travagliare, riferito all'infermo. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 172: Matteo è stato nel letto già da quindici dì: è pura terzana; ma già l'ha lasciato.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 70: La febbre per ancora non mi lascia; d'ogni dì la rimessione, e di più la continua.
Definiz: § LXXXII. Riferito a vita, mondo, corpo, e simili, usasi figuratam. per Abbandonare, Dipartirsene, morendo.–
Esempio: Dant. Inf. 15: Fu trasmutato d'Arno in Bacchiglione, Ove lasciò li mal protesi nervi.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 180: Ricordandoti, che abbi più caro la tua persona che la roba; chè, vedi, tutto si lascia!
Esempio: Pulc. L. Morg. 8, 5: E mancò poco a lasciar qui la vita.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 6: E dispregiando e nominando folle Il desir ch'ebbe di lasciar la vita, Si messe ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 13, 62: Il qual, come ella poi lascerà il mondo, Così de l'infelici andrà nel fondo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 13, 64: Un'altra, poi che le terrene some Lasciate avrà, ec.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 374: Il Campana, segretario antico e pratico, fra pochi anni ancora egli lasciò questo mondo.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 231: Se ci lassano la pelle, io le ricordo che non sono zibellini.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 33: Dal giovenetto corpo uscì divisa Con gran contrasto l'alma, e lasciò mesta L'aure soavi della vita, e i giorni Della tenera età lieti ed adorni.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 543: Noi diciamo morire in un luogo, lasciarvi la pelle, le cuoia.
Esempio: Fag. Comm. 6, 63: Oh, signor capitano, quanto godo.... di veder sicuramente svanita la voce infausta precorsa, che nell'ultim'azione contro de' Turchi aveste lasciata la vita.
Esempio: Leopard. Paralip. 6, 31: Sì che se alcun forame o se alcun tetto Non ritrovasse a fuggir l'acqua e il gelo,... sentiva egli (il topo) in effetto Che innanzi l'alba lascerebbe il pelo.
Definiz: § LXXXIII. E nel medesimo senso di Abbandonare morendo, riferiscesi anche a persone; e per lo più usasi nella maniera Lasciarci, che vale Uscire di questa vita, Morire. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 92: Il povero gentiluomo ci ha lasciati; il che lo dico con grandissimo dolore.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 15: Francesco, come sapete, ci lasciò; e di suo testamento io non seppi nulla, e non ci ò interesso.
Definiz: § LXXXIV. Lasciare, riferiscesi figuratam. a persona, in costrutto con un adiettivo o predicato o altro compimento, denotante la condizione nella quale quella rimane in conseguenza d'una data azione o fatto. Ed anche riferiscesi ad animo, mente, e simili, o ad alcuna parte della persona medesima. –
Esempio: Dant. Inf. 22: E noi lasciammo lor così impacciati.
Esempio: EDant. Parad. 30: Così mi circonfulse luce viva, E lasciommi fasciato di tal velo Del suo fulgor, che nulla m'appariva.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 166, 8: I Medici.... assalirono e fedirono uno valoroso popolano..., e lasciaronlo per morto.
Esempio: Petr. Rim. 1, 126: E s'alcuna sua vista agli occhi piace, È per lassar più l'animo invescato. E 301: Non ti sovven di quell'ultima sera.... ch'i' lasciai gli occhi tuoi molli, E sforzata dal tempo me n'andai?
Esempio: Bocc. Decam. 1, 96: E qui.... noi non abbandoniam persona, anzi ne possiamo con verità dire molto più tosto abbandonate: perciò che i nostri, o morendo o da morte fuggendo, quasi non fussimo loro, sole in tanta afflizione n'hanno lasciate.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 113: Costoro.... tiraron via il puntello che il coperchio dell'arca sostenea, e fuggendosi, lui dentro dell'arca lasciaron racchiuso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 131: Gli avean levato l'elmo e la corazza, E lasciato in farsetto assai vilmente.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 118: Ferì con essa [lancia] e lasciò steso al piano Prima Grifone, e poi trovò Aquilante.
Esempio: Giannott. Op. 2, 206: Mi maraviglio com'egli abbia lasciato la Diamante sola, contra al comandamento mio.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 37: Mal, Tancredi, consigli, e male stimi, Se vuoi che i grandi in sua licenza io lassi.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 16, 62: Ito se n'è pur, disse, ed ha potuto Me qui lasciar della mia vita in forse?
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 25: Gli altri beni esteriori sono riflessi della bontà divina, i quali non si fermano dentro di noi, e a un tratto si spengono e lascianne allo scuro.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 19: Deh! quel tuo ferro minaccioso arresta, E vivo ancor nel tuo giardin mi lascia.
Esempio: Lambr. Elog. 226: Lo spirito partì nella pace del Signore, lasciando il volto effigiato a sonno di persona innocente.
Definiz: § LXXXV. E nello stesso costrutto, riferito a cosa. –
Esempio: Nov. ant. B. 39: Vedi, donna; l'uscio mi lascerai aperto sta notte.
Esempio: Dant. Conv. 345: Si prova certa cosa, che dinanzi è toccata, e lasciata non provata.
Esempio: Petr. Rim. 2, 244: Ed a cui mai di vero pregio calse, Dal Pireneo l'ultimo orizzonte, Con Aragon lassarà vota Ispagna.
Esempio: Domen. Plin. 629: La schista si lascia il verno con la sua chioma, la primavera le levano le foglie.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 7, 72: E 'n Tempe, e 'n Pindo, e 'n Ossa il carro feo Scender, dove dell'erbe in copia colse:... Non lasciò immune Sperchio nè Peneo, E tante erbe trovò quante ne volse.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 8: Dunque ove tu, Signor, di mille rivi Sanguinosi il terren lasciasti asperso, ec.
Esempio: E Tass. Gerus. 11, 50: I Franchi intanto alla pendente lana Le funi recideano e le ritorte Con lunghe falci; onde cadendo a terra Lasciava il muro disarmato in guerra.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 49: E impaurita (la belva) al suon, fuggendo ratta, Lascia quel varco libero, e s'appiatta.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 42: Fillio..., sentendosi mancare per le molte ferite,... andò a cadere fra' suoi, per non lasciare il corpo morto in mano de' nimici.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 54: Lasciano intanto libero sentiero, Onde fugga la morte, al prigioniero.
Esempio: E Fiacch. Fav. 2, 86: Ed ecco il crudo Borea ne vien dalle pendici alpine Con le gelide brine, E lascia il bosco ed ogni campo ignudo.
Esempio: Pap. L. Coment. 6, 36: La mattina per tempo levò il campo, e lasciò al nemico libero il passo verso la città di Mosca.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 240: Aveva l'allettamento delle storie, che con somme lodi esaltano coloro, che potendo farsi padroni delle loro patrie, le lasciarono in libertà.
Esempio: Giobert. Apol. 60: Lascia intatte le mie conclusioni.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 12: Veramente mi dà dell'inquietudine Il timor che chi ha prese una alla volta Le cose mie, m'ascriva a ingratitudine Il lasciare a metà la sua Raccolta Per rifarne una nuova.
Definiz: § LXXXVI. E riferito ad operazione, azione, e simili. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 33: Ei (il rospo che parla) nel gestire osservala, e interrotto Lascia il discorso, e ingoiala di botto.
Definiz: § LXXXVII. Neutr. pass. Darsi, Abbandonarsi, a quella condizione morale, che è espressa dal compimento retto dalla prep. In. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 112: Fu allora per uscir del sentimento: Sì tutto in preda del dolor si lassa.
Definiz: § LXXXVIII. Lasciar considerare, pensare, giudicare, o simili, ad altri intorno a checchessia, vale Astenersi dal dirne cosa alcuna, rimettendo in altri il giudizio, e simili. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 129: E 'l danno e la vergogna che ne seguita, lascio considerare a te.
Esempio: Galil. Op. VII, 339: Che la frombola poi co' suoi fischi e scoppi sia argomento d'aria condensata nella sua agitazione, la lascerò esser quel che piace a voi.
Esempio: Grand. Relaz. var. 7, 77: Se poi in diebus illis, due mil'anni fa, o al tempo del diluvio, camminasse l'era più alta, che non è ora,... lo lasceremo indagare a chi è curioso di tali peregrine notizie.
Definiz: § LXXXIX. Lasciar detto, Lasciare scritto, con un compimento retto dalla cong. Che, è maniera che vale Far sapere, od anche Ordinare, verbalmente, o per iscritto, ciò che uno vuole, desidera, intende, che altri faccia.
Definiz: § XC. Lasciar dire, e Lasciar dir chi dice, vale Non curarsi che altri dica bene o male a proposito di checchessia; ovvero Non curarsi che altri chieda, chiami, preghi, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 5: Vien dietro a me, e lascia dir le genti.
Esempio: EDant. Purg. 26: Versi d'amore e prose di romanzi Soverchiò tatti, e lascia dir gli stolti Che quel di Lemosì credon ch'avanzi.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 109: E dicon che non voglion mai morire: La morte chiama, ed ei la lascian dire.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 20: Ci emenderemo nell'avvenire da quello ohe v'è di male:... il sacerdote ha bel tempo; lascialo dire: o che ci salveremo tutti o nessuno.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 151: Ma io ad ogni modo, ch'ora mai ho fatto il callo a dir pazze cose, vo' lasciar dir chi dice anco questa volta.
Definiz: § XCI. Lasciarsi dire, si usò familiarmente per Non curarsi, Non tener conto, di ciò che altri dice perchè quegli faccia o non faccia, creda o non creda, checchessia, e simili. –
Esempio: Ambr. Cofan. 5, 6: E' non è ver; lasciatevi Dire, che ec. E Furt. 5, 14: Mia non è ella; lasciatevi dire.
Esempio: Cecch. Stiav. 3, 7: Lasciati dire; non vi andare.
Definiz: § XCII. Lasciar cantare, lasciar gracchiare. –
V. Cantare, § XXXVII; Gracchiare, § IX.
Definiz: § XCIII. Lasciare a benefizio di natura, o di fortuna. –
V. Benefizio, § VIII.
Definiz: § XCIV. Lasciare addietro. –
V. Addietro, §§ XV, XVI.
Definiz: § XCV. Lasciare a grido di alcuno. –
V. Grido, § XXII.
Definiz: § XCVI. Lasciare al buio di checchessia. –
V. Buio, § XI.
Definiz: § XCVII. Lasciare alle grida, e Lasciare i cani alle grida. –
V. Grido, § XXI.
Definiz: § XCVIII. Lasciare andare. –
V. Andare, §§ LXXXVI–XCV.
Definiz: § XCIX. Lasciare andare, ire, correre, l'acqua alla china, all'in giù, ec. –
V. Acqua, § XLII.
Definiz: § C. Lasciare andare dodici denari al soldo; Lasciare andare, o correre, due soldi per ventiquattro denari; e Lasciare andare, o correre, ventiquattro denari per un soldo. –
V. Denaro, § XVIII.
Definiz: § CI. Lasciare andare tre pani per coppia. –
V. Coppia, § XX.
Definiz: § CII. Lasciare a seme. –
V. Seme.
Definiz: § CIII. Lasciare cadere una cosa, e Lasciarsi, cadere una cosa. –
V. Cadere, §§ XLVIII, XLIX, L.
Definiz: § CIV. Lasciare con un palmo di naso, o con tanto di naso. –
V. Naso.
Definiz: § CV. Lasciar correre. –
V. Correre, §§ LXXXVIII, LXXXIX.
Definiz: § CVI. Lasciar cuocere, o bollire, nel suo brodo. –
V. Brodo, § VII.
Definiz: § CVII. Lasciare da banda, da canto, da lato. –
V. Banda, § XXII; Canto, tema secondo, § XVI; e Lato.
Definiz: § CVIII. Lasciar da parte. –
V. Parte.
Definiz: § CIX. Lasciar di vista. –
V. Vista.
Definiz: § CX. Lasciar fare. –
V. Fare, § CDLII.
Definiz: § CXL. Lasciare il proprio per l'appellativo. –
V. Appellativo, § II.
Definiz: § CXII. Lasciare il trotto per l'ambio, o per l'ambiatura. –
V. Ambio, § V; e Ambiatura, § I.
Definiz: § CXIII. Lasciare il tempo che si trova, o che si è trovato, ed altresì Lasciare una cosa il tempo che trova, o che ha trovato.
V. Tempo.
Definiz: § CXIV. Lasciare in abbandono. –
V. Abbandono, § II.
Definiz: § CXV. Lasciare in asso. –
V. Asso, § VI.
Definiz: § CXVI. Lasciare in bianco. –
V. Bianco, Sost., § XIII.
Definiz: § CXVII. Lasciare indietro e Lasciarsi indietro. –
V. Indietro, §§ XXXVI, XXXVII, XXXVIII, XXXIX, XL.
Definiz: § CXVIII. Lasciare in dubbio. –
V. Dubbio, Sost., § XIX.
Definiz: § CXIX. Lasciare in isola. –
V. Isola, § IX.
Definiz: § CXX. Lasciare in mano, o nelle mani, d'alcuno. –
V. Mano.
Definiz: § CXXI. Lasciare in piede, o in piedi. –
V. Piede.
Definiz: § CXXII. Lasciare in secco. –
V. Secco.
Definiz: § CXXIII. Lasciare ir da parte. –
V. Ire, § XXXVI.
Definiz: § CXXIV. Lasciar l'abito. –
V. Abito, § VII.
Definiz: § CXXV. Lasciare la briglia sul collo. –
V. Briglia, § VI.
Definiz: § CXXVI. Lasciar la cura di checchessia o di far checchessia. –
V. Cura, §§ LXVI e LXVII.
Definiz: § CXXVII. Lasciare la lingua a casa, o al beccaio, o in beccheria. –
V. Lingua.
Definiz: § CXXVIII. Lasciare nella penna, Lasciare in penna. –
V. Penna.
Definiz: § CXXIX. Lasciare nelle peste. –
V. Pesta.
Definiz: § CXXX. Lasciare, alcuno, per poco ch'e' non faccia una cosa. –
V. Poco.
Definiz: § CXXXI. Lasciare stare. –
V. Stare.
Definiz: § CXXXII. Lasciare sulla corda. –
V. Corda, § LI.
Definiz: § CXXXIII. Lasciare sulle secche. –
V. Secca.
Definiz: § CXXXIV. Lasciar tempo al tempo. –
V. Tempo.
Definiz: § CXXXV. Lasciarsi alle spalle, o dopo le spalle, o da tergo. –
V. Spalla e Tergo.
Definiz: § CXXXVI. Lasciarsi andare. –
V. Andare, §§ XCVII–C.
Definiz: § CXXXVII. Lasciarsi cadere. –
V. Cadere, § LI.
Definiz: § CXXXVIII. Lasciarsi consigliare. –
V. Consigliare, § XV.
Definiz: § CXXXIX. Lasciarsi correre la berretta. –
V. Berretta, § III.
Definiz: § CXL. Lasciarsi dietro. –
V. Dietro, § LVIII.
Definiz: § CXLI. Lasciarsi intendere. –
V. Intendere, §§ XCIV e XCV.
Definiz: § CXLII. Lasciarsi dopo le spalle checchessia. –
V. Dopo, § XV.
Definiz: § CXLIII. Lasciarsi ire. –
V. Ire, §§ XXXVII e XXXVIII.
Definiz: § CXLIV. Lasciarsi levare a cavallo. –
V. Cavallo, § LI.
Definiz: § CXLV. Lasciarsi menare pel naso. –
V. Naso.
Definiz: § CXLVI. Lasciarsi morire. –
V. Morire.
Definiz: § CXLVII. Lasciarsi tirare pel ferraiuolo. –
V. Ferraiuolo, § V.
Definiz: § CXLVIII. Lasciarsi uscire di mano checchessia. –
V. Mano.
Definiz: § CXLIX. Lasciarsi uscire, andare, scappare, di bocca una cosa. –
V. Bocca, § LXVIII.
Definiz: § CL. Lasciarsi vedere. –
V. Vedere.
Definiz: § CLI. Lascia, in modo imperativo, reggente un infinito, forma una maniera familiare, denotante con ironia che altri fa molto bene ciò che si è proposto di fare, per conseguire alcun fine od intento, per lo più non buono. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 201: Gli fu detto [a mio padre] che io spendeva, giucava, mandava male, faceva e diceva. Lascia pur dire alle cattive lingue.
Esempio: Fag. Comm. 5, 500: Guarda come si ficca bel bello; eh gente che gira il mondo, lasciala imbrogliare a loro!
Definiz: § CLII. Lascialo dire! È maniera familiare, con la quale si vuol far comprendere che alcuno si dorrà, si lagnerà, fortemente di checchessia.
Definiz: § CLIII. Lasciami, Lasciatemi, in costrutto con un infinito, formano una maniera familiare, con la quale, pure avendo il proposito di fare checchessia, si mostra di chiederne licenza a coloro coi quali si parla; e talvolta anche come parlando con noi medesimi. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 100: Lasciami vedere come l'usignolo ha fatto questa notte dormire la Caterina.
Esempio: Giannott. Op. 2, 206: Dio m'aiuti. Lasciamelo aspettare qui; perchè venendo egli qua non bisogna che io vadia più oltre.
Esempio: E Giannott. Op. 2, 207: Io mi resolvo ad accomodarmi a Lionetto. E però, lasciami affrettare il passo, acciò che io lo trovi presto.
Esempio: Ambr. Furt. 1, 2: Ma lasciami ire dove io son mandato.
Esempio: Grazz. Comm. 26: Bisogna avere l'occhio desto chi ha fanciulle in casa, o moglie giovane. C. Lasciami scoprire, ch'ei farebbe una predica. Buon dì, Lazzero. L. O Ciullo caro, ec.
Esempio: E Grazz. Comm. 274: E che sì che io arò fatto il conto senza l'oste? Lasciami picchiare spacciatamente, poi che io sono giunto all'uscio, e andare in casa e chiarirmi: picchiamo, orsù, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 68: Lasciami Ire a parlarli ed a pacificarlo Ed a pagarlo appresso.
Definiz: § CLIV. Lascia fare, Lascia fare a me. –
V. Fare, § CDLI.
Definiz: § CLV. Fare a lascia podere. –
V. Podere.
Definiz: § CLVI. Lasciare in Nasso, si disse per Lasciare in abbandono; con maniera tolta dalla favola di Bacco e d'Arianna, lasciata da Teseo nell'isola di Nasso; oggi popolarmente Lasciare in asso. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 203: In vero, è gran crudeltà torre l'onore ad una povera giovane, di qualunque condizione ella si sia, e poi lasciarla in Nasso.
Esempio: Dav. Tac. 1, 26: La nona [legione]..., lasciata in Nasso, fece della necessità virtù.
Esempio: Fag. Comm. 1, 377: O ingrato!... Così m'hai tradito?... Abbandoni Isabella. S. Lasci in Nasso questa ragazza.
Definiz: § CLVII. Non lasciar vivere, respirare, ben avere, e simili, alcuno, dicesi familiarmente per Importunarlo, Fargli continue e moleste premure perch'e' faccia qualche cosa.
Definiz: § CLVIII. E per Essere ad alcuno continua cagione d'affanno, di dispiacere, di dolore, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 316: E del cor tuo divelli ogni radice Del piacer, che felice Noi può mai fare, e respirar nol lassa.
Esempio: Tass. Lett. 1, 20: Nè bastando questo, vi posi dieci o dodici scudi del mio in pagargli alcuni debiti che nol lassavano vivere.
Definiz: § CLIX. Non lasciar per denari una cosa. –
V. Denaro, § XIX.
Definiz: § CLX. Chi lascia la via vecchia per la nuova, spesse volte ingannato si ritrova; e Chi lascia la via trita va poi per le sassose. –
V. Via.
Definiz: § CLXI. Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino. –
V. Gatta, § XXXIX.