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1) Dizion. 5° Ed. .
MERITARE, e, per sincope propria della poesia, MERTARE
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MERITARE, e, per sincope propria della poesia, MERTARE.
Definiz: Att. Esser degno, e altresì Rendersi degno, di avere, di conseguire, ottenere, mercè le operazioni; e usasi in senso così buono, come cattivo, cioè riferito tanto a gradi, onori, premj, e simili, quanto a pene, gastighi, tormenti, e simili.
Dal lat. meritare, Guadagnare con la propria fatica o industria. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 8: Non potemo meritare per noi medesimi nulla. Chiunque merita alcuna cosa, si è per qualche beneficio o utilità che fa altrui.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. Suppl. 19: Io ho meritato tristo tormento, e non lo rifiuto.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 299: Ma, perciò che voi ottimamente conoscete quello che ciascuno di costoro ha meritato: ove voi mi vogliate di spezial grazia fare di punire lo 'ngannatore, e perdonare allo 'ngannato, io ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 194: In onor di voi, ed in male di chi meritato l'ha, io sono qui venuto a voi.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 275: Io ve lo raccomando, comecchè egli tiene modi sì fatti che meriterebbe maggior pena.
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 29: E disse: ribaldon, ghiotton da forche, Che mille volte so l'hai meritate, Prima che ec.
Esempio: Ar. Comm. 2, 460: Questo e peggio merita Chi cerca altrui servir, e può star libero.
Esempio: Guidicc. Lett. 203: Non saria se non bene che la Santità Vostra, per esempio de gli altri, il facesse gastigare; e tanto più, quanto Sua Eccellenzia mi dice che merita una capezza.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 14: I gradi primi Più meritar, che conseguir desio.
Esempio: Segner. Mann. ott. 18, 4: Ma questo istesso ha da fare che ognuno di noi, per gratitudine verso un fratel così buono, lasci a lui solo quel grand'onore, che per natura si merita, di dire a Dio, Pater mi; nè ce lo vogliamo arrogare anche noi per grazia.
Definiz: § I. E riferiscesi anche ad atti intellettuali o morali, a sentimenti, affetti, e simili, così buoni come cattivi. –
Esempio: Dant. Conv. 199: L'uomo è degno di loda o di vituperio solo in quelle cose che sono in sua podestà di fare o di non fare; ma in quelle, nelle quali non ha podestà, non merita nè vituperio nè loda.
Esempio: Machiav. Disc. 43: Romolo per la morte di Remo e di Tazio meritare scusa e non biasimo.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 2, 53: Ben piangerò costui che gloria e lode Merta più sol, che tutti quegli insieme I quai gir fa superbi oro e terreno.
Esempio: Cas. Pros. 3, 315: Ora checchè egli o biasimo o loda si meritasse, certa cosa è che ec.
Esempio: Galil. Op. VII, 364: Ma lasciamo, di grazia, questa sorta di pervicaci, che non si possono nè anco tassare senza onorargli più che non meritano.
Esempio: Red. Lett. 1, 211: Leggetele..., burlatemi, cuculiatemi, chè me lo merito.
Esempio: Fag. Comm. 5, 375: Animato da quella sofferenza e compatimento che mi avete, e che io non merito, spero, colla correzion del passato, di mostrarmi qual sarò in avvenire.
Esempio: Alf. Trag. 5, 80: Quai che pur sien, son traditor, spergiuri; Pietà non mertan; perano.
Esempio: Mont. Poes. 2, 9: Ombra illustre, ti conforti Quell'invidia e quel sospir: Visse assai chi 'l duol de' forti Meritò nel suo morir.
Esempio: Giord. Op. 2, 157: I Toscani, che nel secolo decimo–quarto ebbero lettere, meritarono lode speciale di bontà.
Definiz: § II. E figuratam., e con le medesime relazioni, detto così di atti, qualità morali, e simili, delle persone, come di cose. –
Esempio: Dant. Purg. 17: Esser conviene Amor sementa in voi d'ogni virtute, E d'ogni operazion che merta pene.
Esempio: Petr. Rim. 2, 56: Ella 'l se ne portò (il mio cuore) sotterra, e 'n cielo, Ov'or trionfa ornata dell'alloro, Che meritò la sua invitta onestate.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 171: Chi uccide dee essere morto; ma egli è grandissima differenza da una morte a un'altra; chè sono morti che potrebbono meritare premio, non che avere pena di morte, e sono morti che meriterebbono mille morti.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 406: L'operazion, che meritano pene, sono li vizj e i peccati.
Esempio: Allor. A. Cap. 1: Chi crederebbe mai ch'esser dappoco Potesse meritar difesa o scusa, ec.?
Esempio: Soldan. Sat. 163: Però quel cor, che vil guadagno inverte, Non pensa che si trovi altro che l'oro, Che d'utile o di bene il nome merte.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 8, 33: Nel che entra la distinzione tra gl'istromenti antichi e li moderni; overo se meriti fede quell'istromento, quando non si ritrovasse l'originale in protocollo.
Esempio: Magal. Lett. 56: Ebbi la scatola dei disegni.... che meritano nome di miniature.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 205: Merita in vero Gran lode una vendetta, ove non costi Più che il volerla.
Esempio: E Metast. Dramm. 5, 121: Se fede Meritali pur le immagini notturne, Odi qual fiero sogno ec.
Definiz: § III. Vale anche Esser degno di avere, o di ottenere, checchessia, ed altresì chicchessia, per ragioni, qualità, o condizioni, particolari alla persona di cui si parla. –
Esempio: Dant. Conv. 383: Lo adolescente..., per minoranza d'etade, lievemente merita perdono.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 66: E' mi pareva pur giusto oggimai.... meritar, come cagionevole, esenzione dalla milizia asinina.
Esempio: Cecch. Stiav. 3, 2: Troppo presto la fai signora (una schiava). F. Non ti Par ei che la lo meriti? N. Meritalo, se a te par così.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 96: Dietro a queste notizie è chiaro l'obbligo di non negare simili attestati a chi realmente gli meriti, e di non fargli all'incontro ciecamente a chi non ne ha il bisogno.
Esempio: Alf. Trag. 2, 9: L'ottener tal sposo Pareami il primo d'ogni ben; ma un bene Maggior d'assai fia il meritarlo. N. Il merti; Ed ei ti merta solo.
Definiz: § IV. Vale anche, con più tenue senso, Richiedere, Esigere, per propria natura o condizione, secondo giustizia, dovere, convenienza, o simile; detto di atti o fatti, di qualità, e altresì di persone e di cose. –
Esempio: Rim. Ant. P. Alb. F. 3, 384: In verità, per quel che a me ne pare, Seguir tal signoria Alcuna riprension non meritava.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 215, 12: Questi due cavalieri suoi figliuoli, volendo tener gran vita per l'esser onorati, perchè parea loro che l'opere del padre il meritassono, cominciorono ec.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 199: Questo mio beneficio, operato in voi questa notte, merita alcun guiderdone.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 155: Per questo riprese il medico, come egli meritava.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 11: Dimostrò di questa subita variazione maggior molestia Lodovico che per se stessa non meritava l'importanza della cosa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 345: Abbiamo visto e ricevuta la vostra carissima mona Ginevra, la vostra sorella e tutte quell'altre donne, molto allegramente, ma non già le abbiamo trattate come esse meritavano.
Esempio: Lambr. Elog. 32: Quest'omaggio universale era dovuto all'usuale rettitudine del Municchi negli affari; ma uno maggiore ne merita quella che spiccava in ogni suo atto o detto, e che spiccò particolarmente nell'ondeggiare e mutarsi delle pubbliche cose.
Definiz: § V. In costrutto con un Infinito, retto dalla particella Di, espressa o sottintesa, o con un Congiuntivo, retto dalla cong. Che, vale semplicemente Esser degno; e dicesi così di persone, come di cose, qualità, atti, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 21: A sè mi trasse Roma, Dove mertai le tempie ornar di mirto.
Esempio: E Dant. Conv. 396: Li miei maggiori.... meritarono di porre mano al coronamento dell'Imperio, meritarono di ricevere la rosa dal Romano Pastore.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 215: Meritò questa donna per lo suo valore d'essere amata sommamente da un nobile e gran barone.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 277: La bellezza di costei merita d'essere amata da ciascheduno.
Esempio: Collaz. SS. PP. 112: Per considerazione della castità, sanza la quale neuno merita d'avere Iddio, si sottopone ec.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 5: Tanto più merita di essere stimata la cosa che si possiede, quanto da più degno donatore dipende.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 2: Degna d'eterna laude è Bradamante,... E meritò che ben le fosse amante Un così valoroso cavalliere.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 12: Il re, benchè reputato principe di prudenza grande, non considerò quanto meritasse d'essere ripresa quella deliberazione, la quale ec.
Esempio: Bald. Pros. 301: Meriterebbono d'essere schiavi, non che d'esercitare giuridizione sopra le persone libere.
Esempio: Cerch. V. Oraz. I, 6, 241: Egli perciò meritò essere amato e stimato.
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 182: Questa [ribellione] non solo merita la suddetta confiscazione, ma, quanto è dal canto suo, meriterebbe ancora che questa confiscazione fosse perpetua.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 64: Meritiamo ormai La nostra fronte incoronar d'allori.
Definiz: § VI. Meritare, vale anche Rendere altrui il merito, Ricompensarlo, Rimunerarlo, Premiarlo. Oggi comunemente Rimeritare. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. B. 1, 24: Due cose son che vole aver signore, Acciò che 'l servo suo sia meritato.
Esempio: Nov. ant. B. 89: Tutte le noci fece versare per la sala, e poi a una a una gliele facea ricoglier e rimettere nel sacco; e poi la meritò grandemente.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 135, 10: E così della camera del Comune molta pecunia traevano, sotto protesto di meritare uomini l'avesson servito.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 167: Eran li degni d'onor meritati Al tempo che regnavano i Romani.
Esempio: Barber. Docum. Am. 48: È vertù maggiore, E più porta d'onore, Saver donar la sua persona altrui, Ricevendo da lui; E star apparecchiato a meritare.
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 156: Aiolfo molto raccomandò quegli del palagiotto a Daramis,... e così furono poi meritati doppiamente.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 12: Iddio.... ve ne renda merito di tutto, poi (poichè) non sono in stato da potervi meritar io.
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 13: Questo (cioè Orlando) è colui ch'ha meritato Carlo.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 40: Cesare..., parlamentando al suo esercito, venne a dire, che per meritare chiunque l'avesse in quel suo caso servito, darebbe ec.
Esempio: Giord. Op. 2, 408: Nobile esempio di cittadino e sacerdote, non poteva essere degnamente meritato se non in cielo.
Definiz: § VII. E figuratam.; anche in mal senso. –
Esempio: Rim. Ant. V. Rugg. Palerm. 1, 148: Ben mi deggio allegrare E far versi d'amore, Ch'a cui son servidore M'à molto grandemente meritato.
Esempio: Rim. Ant. P. N. B. Guinizz. Guid. 59: Però ch'amor sovente Sol (suole), per servir, li amanti meritare.
Esempio: Dant. Rim. 227: Lo re, che merta i suoi servi a ristoro Con abbondanza, e vince ogni misura, Mi fa lasciare la fiera rancura, E drizzar gli occhi al sommo concistoro.
Esempio: Stor. Barl. R. 2, 86: E quello Signore de' venire alla fine del mondo per giudicare li vivi e li morti, e allora meriterà ciascuno secondo la sua opera.
Esempio: Cavalc. Poes. 453: Ma con carità pura de' (l'uomo) operare, Sanza rispetto d'esser meritato (da Cristo).
Esempio: Bibb. N. 2, 373: Io farò vendetta de' miei nemici, e coloro che m'hanno avuto in odio io li meriterò (il lat. ha: retribuam).
Definiz: § VIII. Pur figuratam., riferito ad opere o atti, a cose o qualità morali, di chicchessia. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. R. 35 t.: Lo Signor te lo merite, Che me dai tal conseglio.
Esempio: Rim. ant. R. B. Gall. Pis. 106: Ben conosco, e aggiolo provato, Che ogne bon servire è meritato.
Esempio: Dant. Vit. nuov. 58: Per la sua ineffabile cortesia, la quale è oggi meritata nel grande secolo, mi salutò.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 295: Non è lecita cosa non meritare i beneficj, anzi conviene maggiori cose rendere.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 93: Si gittò in terra, e disse: Dio te 'l meriti, venerabil padre Giosep, che al tutto savamo abbandonate, e non sapevamo che consigli ci prendere.
Esempio: Bocc. Amet. 43: Al quale, ringraziandolo, dissero: meritino gl'iddii sì alta fatica a te grazioso, il quale ec.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 227: Io per me non sono da tanto che mai ve lo potessi meritare (un benefizio avuto); ma bene siate certo d'una cosa, che l'animo mio.... è tutto dato a voi.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 36: Cristo vi meriti la vostra obbedienza.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 94: Mi truovo una della Cassandra di vostra mano, con la scatola di confetti e pinocchiati, che ne ringrazio voi e lei.... Iddio vel meriti.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 309: Del che assai ne ringrazio e la mia carissima mona Ginevra, vostra consorte, e voi; e priego il Signore vel meriti per noi.
Definiz: § IX. Nel medesimo senso, e pur riferito a persona, costruiscesi anche con un termine, retto dalla particella Di, denotante il titolo della ricompensa, ossia la cosa per la quale alcuno è rimeritato. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 8: Dunque il servo sì mette la bontà sua, chè noll'ha (non l'ha) dal signore; e però ne dee essere meritato.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 28: Domandò Aristodino, trovatore delle favole, quanto fosse stato meritato di quella opera.
Esempio: Tav. Rit. 1, 48: E in tale maniera pagòe lo re Meliadus gli due cavalieri traditori, e meritò la leale donzella della sua leanza.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 248: E imperò sappiate che Ghedino fue uno specchio, e fue ammunimento di tutti gli altri amanti, gli quali amano e di loro amore non sono meritati.
Esempio: Vill. G. 554: Per meritare Castruccio del servigio fattoli.
Esempio: Leggend. Tob. V. 13: E tu lo meriterai bene del servigio.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 36: Non potresti fare mai tanto bene, che lo meritassi di quello ha fatto a te.
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 29: Ribaldon, ghiotton da forche.... Prima che sotto la luna si corche, Io ti meriterò di tal derrate.
Definiz: § X. E talvolta costruiscesi anche con un termine, retto parimente dalla particella Di, denotante la forma o materia della ricompensa, ossia ciò con che uno è rimunerato. –
Esempio: Rim. Ant. F. Dant. Maian. 2, 450: E non son meritato Già d'alcun bene, che di gio' sentisse.
Esempio: Stor. Barl. 29: Secondo che l'uomo farà in terra o bene o male, così sarà meritato e di gioia e di tormento.
Esempio: Rinaldesch. Espos. Salm. 71: Chi arà seguitato le cose terrene, delle cose terrene e temporali sarà meritato in questo mondo.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 320: Voglio dimostrare come un buon uomo, servendo un vile saccardo con uno dono d'una piccola cosa, fu meritato da lui e dell'avere e della persona.
Esempio: Bern. Orl. 34, 64: Faccia Dio ch'una volta meritare Ti possiam di condegno guiderdone.
Definiz: § XI. In costrutto con un termine di persona retto dalla particella A, vale Farle meritare checchessia, Rendernela meritevole; detto pure di cose, e usato talora anche in mal senso. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 221: Questo momentaneo e lieve peso delle presenti tribolazioni ci merita eterna e soprammodo grande eccellenza di gloria.
Esempio: E Cavalc. Frutt. Ling. 151: Molto più è lo beneficio della redenzione, per la quale ci ricomperò dalla morte eterna, e meritocci vita eterna.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 192: In prima l'umiltà merita all'uomo la divina grazia.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 31: San Tomaso per tal ragione provò aver Cristo potuto con le sue opere, non solamente impetrare a noi la salute, ma meritarcela.
Esempio: E Segner. Pred. 268: E noi crediamo poi che tali peccati ci abbiano da Dio meritati tanti flagelli?
Definiz: § XII. E nel medesimo costrutto, si usò per Dare, Rendere, per merito, per ricompensa; anche assolutam. –
Esempio: Stor. Barl. R. 13: Verrà a giudicare e li vivi, e' morti, e meriterà a ciascuno secondo ch'avrà servito.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 57: La mia patria m'ha nutricato salvamente, e onestamente hammi recato infino a questa età, e hammi guernito di buone leggi e d'ottimi costumi e d'onestissimi insegnamenti. E che poss'io meritare a quella onde tanti beni ho ricevuto?
Esempio: Bibb. N. 8, 133: E sarà lo popolo come lo sacerdote; e visiterò sopra lui le sue vie..., e meriterò a lui secondo li suoi pensieri.
Definiz: § XIII. Si usò figuratam., riferito a denari dati a frutto, per Pagarne, ed altresì Computarne o Valutarne, il merito, cioè l'usura o interesse, in una data somma per cento all'anno o al mese. –
Esempio: Sacch. Op. div. 112: Per sostentare i suoi cittadini fece una legge, che quelli tali danari fossono meritati fiorini cinque per cento.
Esempio: Galig. Prat. Aritm. 44: Prima debbi meritare fiorini 370, soldi 7, denari 10 per 4 mesi e 2/5.
Esempio: E Galig. Prat. Aritm. 44 t.: Quando arai trovato tutti e' tempi, debbi meritare e' denari di ciascuna partita pel tempo trovato a 5 per cento,... e quando tutte le partite saranno meritate, congiugni e' meriti insieme.
Definiz: § XIV. E si disse anche dei denari stessi, per Produrre, Rendere, merito o interesse in una data proporzione col capitale; oggi Fruttare. –
Esempio: Galig. Prat. Aritm. 44: Meritano (una data quantità di denari) fiorini 32, soldi 5, denari 7, semplicemente.
Definiz: § XV. Neutr. Aver meriti, cioè qualità o condizioni che rendono altrui meritevole di gradi, onori, premj, benefizj, aiuti, e simili. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 2, 252: Dicono costoro che quando gli ufficj si eleggono per le più fave, si danno a persone più scelte, perchè s'ha a reputare che meritino più quegli in chi concorre il giudicio di più numero.
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 35: Considerando che 'l giovare a chi merita è sempre bene, e parendomi di poterlo far con voi confidentemente, ec.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 248: Ognuno, secondo la possibilità sua, metteva a comune, quasi come un censo dovuto alla pietade, la roba per stipendio di coloro che veramente meritavano.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 103: Bacio le mane a Vostra Altezza, e la prego a voler fare grazia di far favore a questo giovane, il quale merita per le sue buone qualità.
Esempio: Bart. D. Ital. 1, 30: Quinci nella Compagnia agevolissimo.... quel che molti al vederlo s'ammirano;... dico il non aver fra noi niente più chi più merita, che chi meno, quanto a un estrinseco riconoscimento.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 33: E solo i Grandi, veda, san distinguere Chi merita e non merita. – Lo vedo.
Definiz: § XVI. E in senso più che altro teologico, vale Acquistare, o Procacciarsi, con la fede e con le opere, meriti, presso Dio, per l'eterna felicità, Rendersene degno. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 9: Se 'l giusto, che mai non peccò, non può meritare, che sarà del peccatore?
Esempio: Dant. Purg. 18: Quest'è il principio, là onde si piglia Cagion di meritare in voi.
Esempio: E Dant. Parad. 4: Tu argomenti: Se il buon voler dura, La vïolenza altrui per qual ragione Di meritar mi scema la misura?
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 21: Quando l'uomo.... crede a Dio in quelle cose, le quali sono sopra e contra il suo intelletto e che provar non si ponno, allor merita, ed è degno di laude.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 37: Ivi (nel Purgatorio) non è luogo nè tempo di meritare.
Esempio: Rinaldesch. Espos. Salm. 30: Sono due modi di meritare; l'uno modo si dice di condegno, e l'altro di congruo.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 121: Il piovano disse, avesseno pazienza, perocchè meritavano a venire a trarre un uomo del suo errore.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 424: E così àe mostrato l'autore che pur naturalmente l'omo può meritare e demeritare, benchè la teologia a questo adiunga che, secondo la nostra fede, benchè l'anima possa meritare e demeritare naturalmente, come dimostrato è; questo meritare e demeritare è o a loda o a biasmo del mondo, oltra 'l quale non si stende ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 186: Appresso di Dio molto merita, se drento con pazienza sopporta quello che di fuori mostra.
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 82: Tu non se' da vestir questi panni, Ma da portar la lancia e l'armadura, E puossi meritar con essa come Con questa cappa.
Esempio: Savonar. Poes. 23: Tu hai libero arbitrio, Che meritar ti fa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 77: Mi concesse la grazia, che in un subito mi si partì ogni male; ma non mi pare di meritare, poichè non ho poi fatto nulla.
Definiz: § XVII. E per similit. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 375: Chi sa che questo (il vostro giusto gastigo) a me ed al figliuolo non serva di merito; e cosi voi correggendovi, e noi meritando, venghiam tutt'a tre a renderci benevoli e placati gli Dei, che tutti noi finalmente colla lor provvidenza pietosamente consolino.
Definiz: § XVIII. E nel medesimo senso, in costrutto con un termine retto dalla particella Di, denotante la ragione o occasione dell'acquistar meriti, ciò per cui uno merita. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 120: Lo terzo impedimento d'andare al sommo bene si è difetto di meriti e di grazia. E questo anche toglie la tribolazione; perocchè.... di nulla tanto meritiamo quanto di mal patire, secondo che Cristo medesimo ci mostra.
Definiz: § XIX. Meritare con alcuno, e anche si disse Meritare ad alcuno, vale Acquistare, o Avere, merito, o meriti, presso quello; anche figuratam. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 8: Che meritiamo noi a lui (a Dio)? nulla; perocchè ec.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 140: Noi, per meritare a Dio, abbiamo fatta la fossa; preghiamo il prete rechi la croce, e' doppieri, acciocchè lo sotterriamo.
Esempio: Bemb. Lett. 2, 160: Avendo grandemente, e molto più che alcuno altro che oggi viva cittadin suo, meritato con la patria nostra.
Definiz: § XX. Meritare di chicchessia, o di checchessia, con l'avverbio Bene, Molto, Grandemente, e simili, vale Esserne benemerito, Rendergli servigj, o Far per esso cose, meritevoli di lode, o di ricompensa. –
Esempio: Dant. Inf. 26: S'io meritai di voi mentre ch'io vissi, S'io meritai di voi assai o poco, Quando nel mondo gli alti versi scrissi, ec.
Esempio: Albanz. Petr. Uom. fam. R. 2, 411: Cesare non giudicò che fosse tempo, non che onesta cosa, abbandonare in tanta necessità gli amici, i quali di lui avevano bene meritato.
Esempio: Capp. Econ. 352: Chi diligentemente le pubblicasse (le relazioni dei Veneziani) tutte in un corpo, sicchè divenissero frequenti nelle biblioteche, e pronte alle mani degli studiosi, avrebbe meritato ottimamente dei veri buoni studj.
Definiz: § XXI. Meritare il conto di far checchessia. –
V. Conto, § LXXXII.
Definiz: § XXII. Meritare il pregio, o il pregio dell'opera. –
V. Pregio.
Definiz: § XXIII. Chi non mi vuol non mi merita. Proverbio, che usiamo per esprimere disprezzo o sdegno verso chi mostra, con la sua noncuranza, di non riconoscere il nostro merito. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 160: Padron, sapete voi come direbbe Un meschinaccio servidor mio pari? Chi non mi vuol, non mi merita. Fate A mo' d'un pazzo; oh! lassatela (la fanciulla amata) andare Alla malora.
Esempio: E Cecch. Comm. inded. 1, 76: O sì, che io mi risolvessi.... di lasciar ir questa pratica Via, e dir chi non mi vuol non mi merita!