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Dizion. 2° Ed. .
CANE
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pag.148
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CANE.
Definiz: | Animal noto, e domestico dell'huomo. Lat. canis. |
Esempio: | Bocc. introd. n. 26. E i cani medesimi, fedelissimi agli huomini. |
Esempio: | Dan. Purg. c. 14. Tanto piú truova di can farsi lupi. |
Esempio: | E Dan. Infer. c. 6. Urlar gli fa la pioggia, come cani.
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Esempio: | Petrar. canz. 4. 8. E ancor de' miei can fuggo lo stormo. |
Definiz: | ¶ Manda il cane fuor la voce in diversi suoni, e significan sempre cose diverse, de' cui effetti vedi a suo luogo.
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Definiz: | ¶ Talora si dice cane all'huomo, per villanía, come disse Achille ad Agamennone. χυνός κυνὸς
ὄμματ' ἔχων. |
Esempio: | Boccac. n. 26. 17. Sozzo can vituperato, che tu se. |
Esempio: | E Bocc. n. 68. 20. anzi si vorrebbe uccidere questo can
fastidioso. |
Definiz: | ¶ E anche titolo di barbara Signoría. |
Esempio: | G. Vill. 7. 41. 1. Andò per soccorso alla gran città del Torigi, ad Abagà Cane.
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Definiz: | ¶ Per infedele, e barbaro. Latin. barbarus, Christianae pietatis inimicus.
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Esempio: | Petrar. cap. 9. Che 'l sepolcro di Cristo è in man de' cani. |
Definiz: | ¶ Cane si dice anche quel ferro, col quale i barbieri, cavano altrui i denti, perchè, nel pigliare, ha
simiglianza di cane. |
Definiz: | ¶ E a uno strumento, che adoperano i bottai a tener forte i cerchi, mentre, che gli mettono alle botti. |
Definiz: | ¶ E a quel ferro dell'archibuso, che tien la pietra forcaia focaia. |
Definiz: | ¶ E cane, ad immagine celeste |
Definiz: | Da CANE CANATA. che anche diciamo RABBUFFO. Che è una aspra riprensione. Onde Fare un
rabbuffo, Dare una canáta. Lat. malè verbis accipere. |
Esempio: | Ber. rim. Io stava come l'huom, che pensa, e guata Quel ch'egli ha fatto, e quel
che far conviene, Poi ch'egli è stata data una canáta. |
Definiz: | ¶ Da questo animale ne traiamo diversi proverbj, come Al cane che invecchia, la volpe gli piscia
addosso, che è: come mancano le forze, l'huomo non è stimato. Latin. Annoso leoni vel
lepores insultant. |
Definiz: | ¶ Mentre che 'l can piscia la lepre se ne va: cioè, chi non sollecita quando e' può, perde
l'occasione. Lat. semper nocuit differre paratis. |
Esempio: | Franc. Sacch. A can che lechi cenere non gli fidar farina. A
chi non è leale al poco, non gli fidar l'assai. |
Definiz: | ¶ Aver rispetto al can, per amor del padrone, cioè al servo, per amor del Signore. |
Definiz: | ¶ Destare il can che dorme. Suscitar qualche cosa, che possa più tosto nuocere, che giovare, che
si dice anche Stuzzicare il formicaio, o 'l vespaio. Lat. crabrones irritare.
Leonem vellicare. |
Definiz: | ¶ Il can rode l'osso, perch'e' non lo può inghiottire: cioè non fare, per non potere. |
Definiz: | ¶ Can, ch'abbaia, poco morde, cioè, chi fa molte parole, fa pochi fatti. |
Definiz: | ¶ Can, che morde non abbaia invano. Colui, che fa di fatti non parla a vento. |
Definiz: | ¶ Amici, come cani, e gatti. |
Definiz: | ¶ Carezze di cane, cortesie di puttane, inviti d'osti, non può far che non ti costi, detto, perchè il
cane, col farti carezze, t'imbratta i vestimenti, e gli osti con gl'inviti, e le puttane, con le cortesie, ti votan la
borsa. |
Definiz: | ¶ Can dell'ortolano: non mangia la lattuga, e non la lascia mangiare agli altri. L.
canis in praesepi. |
Definiz: | ¶ Can da pagliaio: abbaia, e sta discosto. |
Definiz: | ¶ La rabbia è tra i cani: cioè, la discordia è tra gli eguali. |
Definiz: | ¶ Tenere in man, per amor de' cani: modo di dire, e significa, ch'egli è più tosto bene, per qual
si voglia rispetto, aver di quel d'altri in mano. |
Definiz: | ¶ Da CANE CANILE, che vale letto da cani. |
Esempio: | Ber. Rim. In questo addosso a due pancacce vecchie Vidi posto un lettuccio, anzi
un caníle. |
Definiz: | Stare in cagnesco. Stare in atto d'adirato, a guisa de' cani, quando si voglion mordere. |
Esempio: | Fir. Trin. Che vuol dir, che tu stai sempre meco in cagnesco?
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