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4° Edizione
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40) Dizion. 4° Ed. .
RAFFIDARE.
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pag.40



1) id: 0adca3b770744fbab061a7c3f830d988)
Esempio: Retor. Tull. Mostrerà, come l'avversario suo si raffida più nelle dette cose, che in altra ragione.
41) Dizion. 4° Ed. .
TEMPOREGGIARE.
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pag.34



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Esempio: Rett. Tull. Tempo è da vendere, e tempo è da comperare; tempo è da fuggire, e tempo è da incalzare; savio è l'uomo, che sa bene temporeggiare.


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Esempio: Lasc. Spir. 3. 2. Non è meglio, che temporeggiargli, e andar loro a' versi.


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Esempio: Guicc. stor. 3. 122. Si fermò a Montefuscoli, per temporeggiarsi senza tentare la fortuna.
42) Dizion. 4° Ed. .
CONCLUSIONE
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pag.744



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Esempio: Retor. Tull. M. A. Conclusione è la sesta parte della dicería, la quale si può fare in tre modi.


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Esempio: Bocc. nov. 2. 10. Aspettava dirittamente contraria conclusione a questa.


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Esempio: E Bocc. nov. 71. 4. La donna dopo molte novelle, venne a questa conclusione.


4) id: e1081966863547b5a64b423b7caff3ea)
Definiz: §. I. Venire a conclusione, trattandosi d'alcuna operazione, vale Dar fine, Terminare. Lat. absolvere, perficere. Gr. ἀποτελεῖν.


5) id: cb5eaa5896c447d5a00a4193fccbeea7)
Esempio: Cron. Morell. 270. In conclusione recati a questo, di nascondere la roba tua, e 'l guadagno, quanto t'è possibile.
43) Dizion. 4° Ed. .
PUNIMENTO
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pag.770



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Esempio: Ret. Tull. Costui ha questo maleficio commesso, e giustamente il ne dovete punire; maraviglioso punimento, e ornamento è questo.
44) Dizion. 4° Ed. .
SCHIETTAMENTE
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pag.385



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Esempio: Segn. Rett. Dove sono que' beni, che schiettamente son beni.
45) Dizion. 4° Ed. .
SOPRAPPIGLIARE
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pag.599



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Esempio: Rett. Tull. 83. È un altro ornamento, che s'appella soprappigliare, il quale ha luogo quando diciamo di volere passare, o di non volere dire quello, che maggiormente di dire è la nostra intenzione.
46) Dizion. 4° Ed. .
PERSUASIBILE
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pag.578



1) id: 6311a8ac9a3f4b3184e72cf07d2534a3)
Esempio: Segn. Rett. 6. Ma il vero sempre ec. è maggiormente persuasibile.


2) id: e81280252c334f6bafe7b93a536aefb8)
Esempio: E Segn. Rett. 10. Tutto quello, che si persuade a qualcuno, è persuasibile.
47) Dizion. 4° Ed. .
S
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pag.288



2) id: 33a3c871063b4e1aa676f3c639d73991)
Definiz: Lettera di suono veemente, come la R. Posta in composizione co' suoi primitivi ha forza molte volte di privativo, come CALZARE, SCALZARE, MONTARE, SMONTARE. Alle volte d'accrescitivo, come PORCO, SPORCO, MUNTO, SMUNTO. Alle volte di frequentativo, come BATTERE, SBATTERE. Alle volte non opera nulla, valendo lo stesso CAMPARE, e SCAMPARE, BANDITO, e SBANDITO, BEFFARE, e SBEFFARE. Appo di noi ha due varj suoni; il primo più gagliardo, e a noi più familiare, come CASA, ASSE, SPIRITO. L'altro più sottile, o rimesso, usato più di rado, come SPOSA, ROSA, ACCUSA, SDENTATO, SVENATO. In questo secondo suono non si raddoppia giammai, nè anche si pone in principio della parola, se non quando immediatamente ne segue una consonante, come SMERALDO, SDENTATO. Consente dopo di se nel principio della parola tutte le consonanti, salvo la Z. Nel mezzo della parola, e in diversa sillaba riceve dopo di se le medesime consonanti, ma più malagevolmente, e per lo più in composizione, colla preposizione DIS, o MIS, come DISDETTA, MISLEALE; ma col C, P, T s'accoppia frequentemente senza difficultà, come TASCA, CESPUGLIO, PRESTO. Quando è posta avanti al C, F, P, T, si dee pronunziare nel primo modo, cioè col suono più gagliardo, come SCALA, SFORZO, VESPA, STUDIO, CESTO, ma avanti al B, D, G, L, M, N, R, V, si pronunzia col suono più sottile, o rimesso, come SBARRARE, SDEGNO, SGUARDO, SLEGARE, SMANIA, SNELLO, SRADICARE, SVENTURA. Avanti di se ammette la L, N, R in mezzo della dizione, e in diversa sillaba, come FALSO, MENSA, ORSO. Raddoppiasi nel mezzo della parola, come l'altre consonanti, dove lo ricerca il bisogno.
48) Dizion. 4° Ed. .
G
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pag.557



2) id: 9c727b8487f44461a9ded39dfb99325d)
Definiz: Lettera compagna del C, ed ha anch'ella due suoni diversi, perchè posta avanti all'A, O, U, ha il suono più rotondo, come GALLO, GOTA, GUSTO; e avanti all'E, ed I, ha il suono più sottile come GENTE, GIRO; onde per diffalta di proprio carattere, per servircene nel primo suono coll'E, e coll'I, le pogniamo dopo l'H, come GHERONE, GHIRO. Questo GH, quando ne seguita l'I, ha anch'egli due suoni, l'uno più rotondo, e grosso, come GHIRLANDA, VEGGHI, dal verbo Vedere; l'altro più sottile, e schiacciato, il quale per lo più avviene, quando all'I segue un'altra vocale, come GHIANDA, GHIERA, VEGGHIA; e a cotali suoni, per isfuggire errore, sarebbe di bisogno proprio carattere a ciascheduno. Delle consonanti riceve dopo di se, nella stessa sillaba le L, N, R, come NEGLETTO, GLORIA, EGLI, REGNO, SOGNO, DISEGNARE, INGRATO, GRETOLA: bene è vero, che dopo la L, dove non seguita l'I, per esser suono per la sua durezza sfuggito da questa lingua, si truova di rado. Quando alla L col G avanti seguita l'I, in tal caso ha due suoni, l'uno più rotondo e grosso, come NEGLIGENTE, il quale non è molto ricevuto da noi; l'altro più sottile, o schiacciato, come GIGLIO, FOGLIO, e questo è nostro proprio. Aggiunto, come s'è detto, il G alle L, ed N, gran parte ne perde del suo suono, come AGLIO, RAGNA. Consente avanti di se la L, N, R, S, nel mezzo della parola, e in diversa sillaba, come VOLGO, VANGA, VERGA, DISGREGARE, benchè la S si trovi in mezzo di rado, e per lo più in composizione colla preposizione DIS. Ma nel principio di parola più frequentemente, come SGARARE; e si pronunzia sempre la S avanti al G nel secondo modo, cioè nel suono più rimesso, come nella voce ACCUSA. Raddoppiasi questa lettera nelle nostre voci molto spesso: come POGGIO, OGGI, ec.
49) Dizion. 4° Ed. .
MANIFESTISSIMAMENTE
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pag.150



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Esempio: Libr. Dicer. G. S. Diede manifestissimamente a vedere.
50) Dizion. 4° Ed. .
ALLA DISTESA.
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pag.117



1) id: 693b2e69ca274e44a91ca8b61b733a44)
Esempio: Retor. Tull. Sì che è meglio mettere in sospeccion l'uditore, e dargli ad intendere le cose tacitamente, che specificare alla distesa le cose.


2) id: 8f34a445701a4a9897e77816b6c54f07)
Esempio: E Retor. Tull. appresso: Il secondo si dice più alla distesa, per due contrarie sentenze.


3) id: 7d9ea913522c42a4b1e489c7528790d1)
Definiz: §. E in vece di A dilungo. Lat. sollicito cursu, continuè. Gr. δρόμῳ.
51) Dizion. 4° Ed. .
PARLATORE
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pag.495



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Esempio: Retor. Tull. Se la parola saráe nella favella degnitosa, il parlatore dicerà il detto suo, con levando, o con menando un poco la man dritta.
52) Dizion. 4° Ed. .
ATTESO
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pag. 318



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Esempio: Retor. Tull. E faccialo tale, che adoperi l'una di queste tre cose, cioè, o che renda l'uditore più atteso, o che 'l renda più ammaestrato.


2) id: 349b160748384b4dba0fb647b9c26d38)
Definiz: §. II. Si usa anche quasi a maniera avverb. e vale lo stesso, che Considerato, e simili.
53) Dizion. 4° Ed. .
TERRENO.
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pag.65



1) id: f1f3542b29194f12bcee1ae997f9a0ee)
Esempio: Boez. G. S. 2. Pasce sol cibo terreno.


2) id: be60833fd69f47dfb2fa1d1a2e79229f)
Definiz: §. Stanza terrena, s'intende Quella, che è nel piano della casa più vicino a terra.
54) Dizion. 4° Ed. .
MADIÈ
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pag.113



1) id: fd7fefb1cffe428c9fe50e95642c5651)
Esempio: Br. Rett. È egli venuto da alcuna eredità de' tuoi parenti? Madiè no.
55) Dizion. 4° Ed. .
ABBOMINAMENTO.
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pag.11



1) id: 9f02f7104a4d424597ba4fe3907c99ac)
Esempio: Retor. Tull. M. Conclusione ec. si può fare in tre modi. Il primo, per via di novero; il secondo, per via d'abbominamento; il terzo per via di misericordia.
56) Dizion. 4° Ed. .
SOSPINTA
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pag.613



1) id: 217530033bec47788609ab114e2c5ec9)
Esempio: Legg. S. G. S. E misonsi con gran sospinte, e con grande affanno.


2) id: b409f126599547e89a90ec757852d9b6)
Esempio: Vit. Plut. Mentre che elli si chinava a veder nel pozzo, elli gli dava sospinta di dietro, e gittollo nel pozzo.
57) Dizion. 4° Ed. .
TEMPESTA, TEMPESTADE, e TEMPESTATE.
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pag.32



1) id: 61c20ca96dcc4cd3858447ea753bb1f9)
Esempio: Boez. G. S. 24. Rettore etterno, costrigni l'amare Tempeste ec.


2) id: 26082eca47294fac9eff0f816447e13a)
Esempio: E Boez. G. S. 37. E raggia il mare con tranquillitade Ispesse volte sanza muover onde, Poi si rivolge in dura tempestade.


3) id: a13978787c3b4b23b2a74dceaa2302bd)
Esempio: G. V. 12. 31. 4. Fu in Firenze disordinata tempesta di venti, tuoni, e baleni molto spaventevoli.


4) id: f1f3484405b84fb2b063deb7ac4680a0)
Definiz: §. IV. In modo proverbiale diciamo: A tal'otta giugnesse la tempesta; a Chi arriva per mangiare, quando gli altri hanno quasi finito; e vale, che Colui non pregiudica a' convitati, siccome non pregiudica la tempesta dopo la ricolta. Lat. sero post tempus venis.
58) Dizion. 4° Ed. .
ADOMBRATO.
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pag.64



1) id: 91663e48a1f748f8be452051d0b7d04e)
Esempio: Segn. Rett. 3. Anzi vi è spesse volte (il vero) adombrato dal piacere, e dispiacere propio.
59) Dizion. 4° Ed. .
PROVABILE.
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pag.756



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Esempio: Segn. Rett. 5. Chi può conietturare bene le cose provabili, costui medesimamente può conoscere il vero.