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Esempio: Red. lett. 1. 302. Rispondo ora, ma non le rispondo da medico, ma bensì da suo buono amico.


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Esempio: Stor. Aiolf. Ti giuro da cavaliere, che io non l'ho veduto.


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Definiz: In vece di Per; come Da quel, ch'io sono, cioè Per quell'uomo, ch'io sono, Da uomo dabbene, cioè Per quello, che dee dire un uomo da bene, Per quell'uomo dabbene, ch'io professo d'essere. Lat. secundum. Gr. κατά.
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Esempio: Stor. Pist. 45. Quelli da san Simone, e da Montecuccoli con da 400. fanti, e da 10. uomini a cavallo.


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Esempio: Vit. Crist. Comincióe ad andare da Nazzarette a Ierusalemme, che v'hae da 74. miglia.


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Esempio: Bocc. nov. 15. 7. Essa incontrogli da tre gradi discese.


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Esempio: E G. V. num. 3. Cinque badíe con due prioríe con da ottanta monaci; ventiquattro monasterj di monache con da 500. donne.


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Esempio: Cr. 4. 9. 4. Da quattro, ovvero cinque generazioni di nobili sermenti porremo.


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Esempio: G. V. 7. 27. 7. Allora prese da 30. in 40. de' migliori baroni del Re.


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Esempio: Dant. Purg. 2. Veramente da tre mesi egli ha tolto Chi ha voluto entrar con tutta pace.


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Esempio: E G. V. 11. 93. 2. Istimavasi avere in Firenze da 90. mila bocche, tra uomini, e femmine, e fanciulli.


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Esempio: E Bocc. nov. 43. 5. Si videro vicini ad un castelletto, del quale, essendo stati veduti, subitamente usciron da dodici fanti.


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Esempio: E Bocc. nov. 28. 21. In così fatti ragionamenti, ed in simili, con mangiare, e con battiture fu tenuto Ferondo da dieci mesi.
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2) id: 84b8e79f4e80469b918cb68440926337)
Esempio: Bocc. nov. 25. 16. La donna ec. veggendol da casa sua molto spesso passare, disse.
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2) id: f288ec4bd41b469899360327087bc442)
Esempio: Bocc. pr. 8. La gratitudine ec. è sommamente da commendare, e 'l contrario da biasimare.


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Esempio: Dant. Inf. 32. Che non è 'mpresa da pigliare a gabbo, Descriver fondo a tutto l'universo, Nè da lingua, che chiami mamma, o babbo.


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Esempio: E Bocc. g. 6 p. 6. Dioneo, questa è quistion da te.


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Esempio: E Bocc. nov. 13. 24. Diede ordine a quello, che da far fosse.


6) id: e5d69e5e5aa14d99b1d420e711ede31d)
Esempio: E Bocc. nov. 99. 16. Fattesi venire per ciascuno due paia di robe ec. non mica cittadine, nè da mercatanti, ma da signore, e tre giubbe di zendado, e panni lini, disse ec.
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Esempio: E Bocc. nov. 7. 2. La viziosa, e lorda vita de' cherici dà di se da mordere, da parlare, e da riprendere.


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Esempio: Bocc. nov. 3. 3. Pensossi costui aver da poterlo servire.


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Esempio: Bocc. nov. 50. 25. Sì da cena ci ha: noi siam molto usate di far cena, quando tu non ci se'.
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2) id: cd127d6d7ee14d619c7a83cb1552d7b0)
Esempio: Dant. rim. 13. E cantinne gli augelli, Ciascuno in suo latino, Da sera, e da mattino Sulli verdi arbuscelli.


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Definiz: Talora avverb. di tempo, e vale Nel tempo del, come Da sera, Da mattina. Lat. vespertino, matutino tempore. Gr. ἑσπέρας, πρωΐ.


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Esempio: Bocc. nov. 45. 6. Come avvenisse, che Giacomino per alcuna cagione da sera fuori di casa andasse.


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Esempio: E Bocc. nov. 73. 12. A me pare, se pare a voi, che questa sia opera da dover far mattina.
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Esempio: Bocc. nov. 22. 3. Uomo, quanto a nazione, di vilissima condizione, ma per altro da troppo più, che da così vil mestiere.


3) id: 5cccc272b2d5448faad87c6c199c1c96)
Esempio: E Bocc. nov. 60. 15. Non sospicò, che ciò Guccio Balena gli avesse fatto, perciocchè nol conosceva da tanto.


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Esempio: Cas. uf. com. 95. Laddove l'esserne senza, che di sua natura è biasimevole, da molto più divenire le fa.


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Definiz: Congiunto, o accompagnato colle particelle POCO, MOLTO, ASSAI, NIENTE, BENE, TANTO, PIÙ, e simili, sta avverbialm. e con esse ha forza d'add. delle quali vedi a suo luogo; e tra essa DA, e 'l PIÙ talora vi s'intromettono gli avverbi TROPPO, ASSAI, MOLTO, POCO.
167) Dizion. 4° Ed. .
ARINGA
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pag.259



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Esempio: Fir. Luc. Se tu mi t'accosti, barba da ugnere aringhe.
168) Dizion. 4° Ed. .
TROIA.
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pag.162



1) id: cba6c249cf77449cada6c2fedb099db7)
Esempio: Fir. Luc. 5. 1. Oh che cera da castrar troie.
169) Dizion. 4° Ed. .
ADESSO.
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pag.61



1) id: 7bec32dee67946648d7a4d0e74411fb3)
Esempio: Rim. ant. Dant. da Maian. 77. Uno amoroso, e fin considerare Mi viene al cor, ch'adesso m'innamora.


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Esempio: Rim. ant. Dant. da Maian. 78. Poi quel pensiero obblío, e pauroso Divegno adesso, e taccio el meo volere.


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Esempio: E Rim. ant. Dant. da Maian. 32. Sì m'abbellío la vostra gran plagienzia, Gentil mia donna, al prim'ch'io l'avvisai, Ch'ogn'altra gioia adesso n'ubbliai, E diemmi tutto in vostra canoscenza.


4) id: 3ba8349c71454226b737a3b942f17420)
Esempio: Fir. As. 57. Eh vatti a riporre ec. se tu non vuoi esperimentare le mie forze adesso adesso.
170) Dizion. 4° Ed. .
RISTAURO
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pag.233



1) id: 935b6b2dbab44e999adaed0744287e94)
Esempio: Rim. ant. P. N. A voi s'inchina Vostro servente, e spero Ristauro aver da voi, donna valente.


2) id: 7a1f6b33a6da417cb6d7ea53111318a3)
Esempio: Fir. dial. bell. donn. 356. Perciocchè ella (la bellezza) fusse un riposo, un ristauro, anzi un porto, e una meta, e un refugio del corso di tutte le umane fatiche.
171) Dizion. 4° Ed. .
MERTATAMENTE
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pag.219



1) id: 576e5c6260df4e30b5fc020dad16b264)
Esempio: Rim. ant. P. N. Inghilfr. Stava com'uom dottoso, Da che mertatamente Non serve a chi l'ha onrato.
172) Dizion. 4° Ed. .
INSOLENTISSIMO
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pag.864



1) id: e8148db5220a4d25ab241664d467cf39)
Esempio: Borgh. Orig. Fir. 40. Da' rammarichíi sparsi da loro, che furono grandissimi, e insolentissimi.
173) Dizion. 4° Ed. .
COMPLICE
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pag.729



1) id: 807cc829a65e4246aaa54dd01fe00e9d)
Esempio: Fir. disc. an. 64. Ma aspetta il tempo da lui, e da' complici ordinato.
174) Dizion. 4° Ed. .
CANAVACCIO, e CANOVACCIO.
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pag.528



1) id: bb7f89ca7b964fa0aa887d700da4de3f)
Esempio: Fir. rim. Ch'io pur poteva Farti un vil sacco, un canavaccio vile.
175) Dizion. 4° Ed. .
CARDARE.
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pag.564



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Esempio: Bern. rim. Io non dico de' cardi da cardare.


2) id: a767aae880be4df7ac6d62e38f108827)
Esempio: Varch. Ercol. 55. D'uno, che dica male d'un altro, quando colui non è presente, s'usano questi verbi, cardare, scardassare, tratti da' cardatori, e dagli scardassieri.
176) Dizion. 4° Ed. .
DISMISURANZA.
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pag.184



1) id: 08b183993b71482a990c3f6375a99881)
Esempio: Rim. ant. P. N. Che se uom dismisura, Conservando leanza, Non fa dismisuranza, Sì che sia da biasmare.
177) Dizion. 4° Ed. .
FORFATTURA
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pag.495



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Esempio: Rim. ant. Guid. Orl. nella tavola di Francesco da Barberino in Forfatto: Che non perdono mai la forfattura.
178) Dizion. 4° Ed. .
CONSIDERANZA
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pag.772



1) id: b2b747c741cc410db133f9541703f553)
Esempio: Rim. ant. P. N. M. Rin. da Pal. Ed io avendo in ciò consideranza Non son più vostro.


2) id: 8d290825901c47559686a29759f10e41)
Esempio: Rim. ant. Guid. Cavalc. 70. Non ha diletto, ma consideranza, Sicch'ei non puote largir simiglianza.


3) id: aef309176e794fc4a7407ea345ece499)
Esempio: Rim. ant. Dant. Maian. 79. Ahi mene lasso, la consideranza Mi mostra, e fa parer veracemente, Che ciò, ch'eo spero, ed amo per dottanza, Mi manchi senza fallo certamente.
179) Dizion. 4° Ed. .
INNAMORANZA
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pag.845



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Esempio: Rim. ant. P. N. Di quella innamoranza Io mi sento tal doglia.


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Esempio: ERim. ant. Rin. Paler. Amor di cui avendo interamente Voglia di soddisfare Alla mia innamoranza, Di voi, madonna, fecemi gioioso.