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1) Dizion. 3° Ed. .
ESSERE
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ESSERE.
Definiz: Verbo sust. che non segue alcuna coniugazione, ed è anomalo, ed irregolato più d'alcun'altro di questa lingua, e costruiscesi variamente, con varj casi, sì come per li esempli: e vale Avere essenzia. Lat. esse.
Esempio: Dan. Purg. 10. Quando io conobbi quella ripa intorno Esser di marmo.
Esempio: E Dan. Purg. Cant. 25. Che questa è 'n via, e quella è gia a riva.
Esempio: E Dan. Inf. 1. Sì ch'a bene sperar m'era cagione Di quella fiera la gaietta pelle.
Esempio: E Dan. Inf. Cant. 30. Dentro ee l'una già, se l'arrabbiate Ombre, che vanno intorno, dicon vero.
Esempio: E Dan. Inf. Cant. 24. Ne con ciò, che di sopra il mar rosso ee.
Esempio: Med. Vit. Crist. E San T. era con loro, che imprima non vi era essuto.
Esempio: Albertan. cap. 28. Perchè huomo, che cenere se.
Esempio: E Albert. cap. 82. In tal guisa costrigni, e doma, ec. che tu sie contento di te.
Esempio: Dan. Purg. 26. Dinne, com'è, che fai di te parate (cioè, come sta)
Esempio: E Dan. Inf. 22. Ma però di levarsi era niente [cioè faticava invano]
Esempio: Boc. Nov. 11. 8. Quanto poteva s'aiutava, ma ciò era niente (cioè non si poteva)
Esempio: E Bocc. Nov. 77. 38. Ed etti grave il costassù ignuda dimorare (cioè t'arreca affanno)
Esempio: Fr. Giord. Salviat. Non fanno qui mai altro, che studiare di conoscere il peccato, e sonne molto di meglio [cioè vien lor ben fatto]
Esempio: Virg. Eneid. M. Sie sano; e queste cose dette, sparve (cioè sta sano)
Esempio: Petr. Son. 1. Al popol tutto Favola fui gran tempo (da quel d'Orazio. fabula quanta fui)
Esempio: Boc. Nov. 11. 10. O se essi mi cacciasser gli occhj, o mi traessero i denti, ec. a che sare' io? (cioè, che partito sarebbe il mio, dove mi troverre'io? Lat. quo in statu essem)
Esempio: Boc. Nov. 77. 24.Tra l'altre cose, ch'io apparai a Parigi, sì fu nigromanzia, della quale per certo io so ciò che n'è [cioè quel, che se ne può sapere]
Esempio: Stor. Rinald. Figliuoli siate a Carlo, e salutate Dusnamo (cioè andate a trovare)
Definiz: §. Mutasi talvolta il Sono, terza persona del più in Enno, e anche si dice Ene, formata dalla terza persona del meno, è, ma non è più in uso, se non in alcuni luoghi tra i contadini.
Esempio: Fr. Giord. Salv. E perchè non enno esauditi que' Farisei.
Esempio: Fior. Virt. Lo male ene contro al bene, la morte ene contro la vita.
Definiz: §. Il participio di questo verbo, che denota tempo preterito, è Stato, ed è tolto, come in presto, dal verbo Stare.
Esempio: Petr. Son. 134. S'io fossi stato fermo alla spelunca, ec.
Definiz: Perciocchè, secondo la sua analogia, dovrebbe, sì come Essente, essere Essuto, come talvolta si ritruova nelle più antiche Scritture; ma allora poco in uso, e oggi niente.
Esempio: G. V. 9. 272. 1. Quelli, che non avean retto, per addietro, ne essuti di loro setta.
Definiz: §. Dicevano anche talvolta Issuto.
Esempio: Vit. S. Gio. Bat. Sopra queste cose, ch'erano issute, e che doveano essere.
Esempio: Fr. Giord. Salv. Chi credea, che fossero issuti alcuni huomini, ch'erano passati.
Definiz: §. E talora Suto.
Esempio: Boc. Nov. 16. 27. E s'io avessi creduto, che conceduto mi dovesse esser suto.
Esempio: Salust. Iug. La sua virtù è suta grandissima, e dismisurata.
Definiz: §. Truovasi ancora nel preterito imperfetto, in vece di Eravamo, e Eravate: Savamo, e Savate.
Esempio: Sen. Pist. E quella cupidità, che noi apparammo, quando noi savamo teneri, è radicata, e cresciuta.
Esempio: Tav. Rit. E sì come voi savate partito.
Esempio: Cron. Mor. Noi savamo continuo tra huomini, donne, fanciulle, e balie, ec. più di venti in famiglia.
Esempio: E Cron. Mor. altrove. E poi savamo forti in mare di sei galee.
Definiz: §. Talora per Sia, o Sarà, si dice Fia, e Fie.
Esempio: Boc. Nov. 77. 36. Io ognora, che a grado ti fia, te ne posso, ec.
Esempio: Dan. Purg. 18. E fieti manifesto L'error de' ciechi, che si fanno duci.
Definiz: §. Dicesi anche Fieno per Sieno, o Saranno. E Fora, pronunziato coll'o largo, in vece di Sarebbe.
Esempio: Dant. Purg. 27. E fallo fora non fare a suo senno.
Definiz: §. E anche si usò per Sarei.
Esempio: E Dan. Purg. Cant. 26. Sì mi parlava un d'essi, ed io mi fora Già manifesto.
Definiz: §. E Forano: si dice in vece di Sarebbono.
Definiz: §. Coniugasi questo verbo con tutte le persone d'ogni suo tempo, col participio di preterita voce di tutti i verbi attivi, come con Amato, Chiamato, e gli altri; e formasi di esso, e del participio, il passivo, del qual manchiamo.
Esempio: Boc. Nov. 27. 24. Si dovrebbono gloriare, quando da alcune amate sono.
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 14. Per certo chi non v'ama, e da voi non desidera d'esser'amato, ec.
Esempio: E Bocc. Nov. 31. 21. E chi altramenti il chiama, non colui ch'è chiamato, ma colui, che chiama, commette difetto.
Definiz: §. Coniugasi eziandio con molti de' neutrali, ma non muta loro il significato, come Nascere, Voltare, Incontrare, Rallegrarsi, Dolersi.
Esempio: Dan. Purg. 22. Per lo contrario suo m'è incontrato.
Esempio: E Dan. Purg. Cant. 24. Femmina è nata, e non porta ancor benda.
Esempio: E Dan. Purg. appresso. Per esser pur'allora volto in laci.
Esempio: Boc. Introd. num. 54. Rallegrato ciascuno, con piacevoli motti, e con festa mangiarono [Qui ci s'intende in virtù, Essendo]
Esempio: E Bocc. Nov. 23. 9. Sicuramente gli dite, che io sia stata quella, che questo v'abbia detto, e siamevene doluta.
Definiz: §. Coniugasi ancora seco medesimo, cioè col participio STATO.
Esempio: Boc. Nov. 27. 9. Se mai risapesse, che noi fossimo stati, noi saremmo a quel medesimo pericolo.
Definiz: §. Coniuga eziandio altrui, nel coniugar se.
Esempio: Boc. Nov. 11. 10. Da lui essergli stata tagliata la borsa.
Definiz: §. Coniugato altresì coll'add. che manchi del verbo, dell'uno, e dell'altro di loro si forma esso verbo, del significato dell'addiettivo.
Esempio: Dant. Purg. 25. E già venuto all'ultima tortura S'era per noi, e volto alla man destra, Ed eravámo attenti all'altra cura.
Definiz: §. Coniugato colle particelle BENE, o MALE, senza aggiunto d'altra parola, che l'aiuti (usitato modo del buon secolo) vale Essere in grazia, e disgrazia, a grado, e a disaggrado, grazioso, e odioso, amato, e disamato.
Esempio: Boc. Nov. 94. 3. Perchè mal dell'amor della donna era esser male, quasi disperatosene, ec.
Esempio: G. V. 11. 6. 4. Tutta questa rovina avvenne al Legato, perch'era male de' Fiorentini, che se fosse stato bene di loro, la sconfitta, che ebbe a Ferrara la sua gente, non l'avrebbe avuta.
Esempio: E G. V. lib. 9. 79. 3. Onde il Re Ruberto, prima ch'e' fosse Cardinale, era mal di lui, e avevali tolto il suggello (ci s'intende, soddisfatto)
Esempio: Boc. Nov. 17. 18. Parendogli, secondo che per gli atti di lei poteva comprendere, essere assai ben esser bene della grazia sua [cioè aver la sua grazia]