1)
Dizion. 3° Ed. .
ESSERE
Apri Voce completa
pag.615
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
ESSERE.
Definiz: | Verbo sust. che non segue alcuna coniugazione, ed è anomalo, ed irregolato più d'alcun'altro di questa lingua, e
costruiscesi variamente, con varj casi, sì come per li esempli: e vale Avere essenzia. Lat. esse. |
Esempio: | Dan. Purg. 10. Quando io conobbi quella ripa intorno Esser di marmo. |
Esempio: | E Dan. Purg. Cant. 25. Che questa è 'n via, e quella è gia a
riva. |
Esempio: | E Dan. Inf. 1. Sì ch'a bene sperar m'era cagione Di quella
fiera la gaietta pelle. |
Esempio: | E Dan. Inf. Cant. 30. Dentro ee l'una già, se l'arrabbiate
Ombre, che vanno intorno, dicon vero. |
Esempio: | E Dan. Inf. Cant. 24. Ne con ciò, che di sopra il mar rosso
ee. |
Esempio: | Albertan. cap. 28. Perchè huomo, che cenere se. |
Esempio: | E Albert. cap. 82. In tal guisa costrigni, e doma, ec. che tu
sie contento di te. |
Esempio: | Dan. Purg. 26. Dinne, com'è, che fai di te parate (cioè, come sta)
|
Esempio: | E Dan. Inf. 22. Ma però di levarsi era niente [cioè
faticava invano] |
Esempio: | Boc. Nov. 11. 8. Quanto poteva s'aiutava, ma ciò era niente (cioè non si
poteva) |
Esempio: | E Bocc. Nov. 77. 38. Ed etti grave il costassù ignuda dimorare
(cioè t'arreca affanno) |
Esempio: | Fr. Giord. Salviat. Non fanno qui mai altro, che studiare di conoscere il
peccato, e sonne molto di meglio [cioè vien lor ben fatto] |
Esempio: | Virg. Eneid. M. Sie sano; e queste cose dette, sparve (cioè sta sano)
|
Esempio: | Petr. Son. 1. Al popol tutto Favola fui gran tempo (da quel
d'Orazio. fabula quanta fui) |
Esempio: | Boc. Nov. 11. 10. O se essi mi cacciasser gli occhj, o mi traessero i denti, ec.
a che sare' io? (cioè, che partito sarebbe il mio, dove mi troverre'io? Lat. quo in statu
essem) |
Esempio: | Boc. Nov. 77. 24.Tra l'altre cose, ch'io apparai a Parigi, sì fu nigromanzia,
della quale per certo io so ciò che n'è [cioè quel, che se ne può sapere] |
Esempio: | Stor. Rinald. Figliuoli siate a Carlo, e salutate Dusnamo (cioè andate a
trovare) |
Definiz: | §. Mutasi talvolta il Sono, terza persona del più in Enno, e anche si dice Ene, formata dalla terza persona del
meno, è, ma non è più in uso, se non in alcuni luoghi tra i contadini. |
Esempio: | Fior. Virt. Lo male ene contro al bene, la morte ene contro la
vita. |
Definiz: | §. Il participio di questo verbo, che denota tempo preterito, è Stato, ed è tolto, come in presto, dal verbo
Stare. |
Esempio: | Petr. Son. 134. S'io fossi stato fermo alla spelunca, ec. |
Definiz: | Perciocchè, secondo la sua analogia, dovrebbe, sì come Essente, essere Essuto, come talvolta si ritruova nelle
più antiche Scritture; ma allora poco in uso, e oggi niente. |
Esempio: | G. V. 9. 272. 1. Quelli, che non avean retto, per addietro, ne essuti di loro
setta. |
Definiz: | §. Dicevano anche talvolta Issuto. |
Esempio: | Fr. Giord. Salv. Chi credea, che fossero issuti alcuni huomini, ch'erano passati.
|
Definiz: | §. E talora Suto. |
Esempio: | Boc. Nov. 16. 27. E s'io avessi creduto, che conceduto mi dovesse esser suto.
|
Esempio: | Salust. Iug. La sua virtù è suta grandissima, e dismisurata. |
Definiz: | §. Truovasi ancora nel preterito imperfetto, in vece di Eravamo, e Eravate: Savamo, e Savate. |
Esempio: | Sen. Pist. E quella cupidità, che noi apparammo, quando noi savamo teneri, è
radicata, e cresciuta. |
Esempio: | Tav. Rit. E sì come voi savate partito. |
Esempio: | Cron. Mor. Noi savamo continuo tra huomini, donne, fanciulle, e balie, ec. più di
venti in famiglia. |
Esempio: | E Cron. Mor. altrove. E poi savamo forti in mare di sei
galee. |
Definiz: | §. Talora per Sia, o Sarà, si dice Fia, e Fie. |
Esempio: | Boc. Nov. 77. 36. Io ognora, che a grado ti fia, te ne posso, ec. |
Esempio: | Dan. Purg. 18. E fieti manifesto L'error de' ciechi, che si fanno duci.
|
Definiz: | §. Dicesi anche Fieno per Sieno, o Saranno. E Fora, pronunziato coll'o largo, in vece di Sarebbe. |
Esempio: | Dant. Purg. 27. E fallo fora non fare a suo senno. |
Definiz: | §. E anche si usò per Sarei. |
Esempio: | E Dan. Purg. Cant. 26. Sì mi parlava un d'essi, ed io mi
fora Già manifesto. |
Definiz: | §. E Forano: si dice in vece di Sarebbono. |
Definiz: | §. Coniugasi questo verbo con tutte le persone d'ogni suo tempo, col participio di preterita voce di tutti i
verbi attivi, come con Amato, Chiamato, e gli altri; e formasi di esso, e del participio, il passivo, del qual
manchiamo. |
Esempio: | Boc. Nov. 27. 24. Si dovrebbono gloriare, quando da alcune amate
sono. |
Esempio: | E Bocc. g. 4. p. 14. Per certo chi non v'ama, e da voi non
desidera d'esser'amato, ec. |
Esempio: | E Bocc. Nov. 31. 21. E chi altramenti il chiama, non colui
ch'è chiamato, ma colui, che chiama, commette difetto. |
Definiz: | §. Coniugasi eziandio con molti de' neutrali, ma non muta loro il significato, come Nascere, Voltare, Incontrare,
Rallegrarsi, Dolersi. |
Esempio: | Dan. Purg. 22. Per lo contrario suo m'è incontrato. |
Esempio: | E Dan. Purg. Cant. 24. Femmina è nata, e non porta ancor
benda. |
Esempio: | E Dan. Purg. appresso. Per esser pur'allora volto in laci.
|
Esempio: | Boc. Introd. num. 54. Rallegrato ciascuno, con piacevoli motti, e con festa
mangiarono [Qui ci s'intende in virtù, Essendo] |
Esempio: | E Bocc. Nov. 23. 9. Sicuramente gli dite, che io sia stata
quella, che questo v'abbia detto, e siamevene doluta. |
Definiz: | §. Coniugasi ancora seco medesimo, cioè col participio STATO. |
Esempio: | Boc. Nov. 27. 9. Se mai risapesse, che noi fossimo stati, noi saremmo a quel
medesimo pericolo. |
Definiz: | §. Coniuga eziandio altrui, nel coniugar se. |
Esempio: | Boc. Nov. 11. 10. Da lui essergli stata tagliata la borsa. |
Definiz: | §. Coniugato altresì coll'add. che manchi del verbo, dell'uno, e dell'altro di loro si forma esso verbo, del
significato dell'addiettivo. |
Esempio: | Dant. Purg. 25. E già venuto all'ultima tortura S'era per noi, e volto alla man
destra, Ed eravámo attenti all'altra cura. |
Definiz: | §. Coniugato colle particelle BENE, o MALE, senza aggiunto d'altra parola, che l'aiuti (usitato modo del buon
secolo) vale Essere in grazia, e disgrazia, a grado, e a disaggrado, grazioso, e odioso, amato, e disamato. |
Esempio: | Boc. Nov. 94. 3. Perchè mal dell'amor della donna era esser male, quasi disperatosene, ec.
|
Esempio: | G. V. 11. 6. 4. Tutta questa rovina avvenne al Legato, perch'era male de'
Fiorentini, che se fosse stato bene di loro, la sconfitta, che ebbe a Ferrara la sua gente, non l'avrebbe avuta.
|
Esempio: | E G. V. lib. 9. 79. 3. Onde il Re Ruberto, prima ch'e' fosse
Cardinale, era mal di lui, e avevali tolto il suggello (ci s'intende, soddisfatto) |
Esempio: | Boc. Nov. 17. 18. Parendogli, secondo che per gli atti di lei poteva comprendere,
essere assai ben esser bene della grazia sua [cioè aver la sua grazia] |
|