Lessicografia della Crusca in rete

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ESSERE
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ESSERE.
Definiz: Verbo, che non segue alcuna coniugazione, ed è anomalo, ed irregolato più d'alcun'altro di questa lingua, e costruiscesi variamente, con varj casi, sì come per gli esempli, e vale avere essenzia. Lat. esse.
Esempio: Dan. Purg. c. 10. Quando io conobbi quella ripa intorno Esser di marmo.
Esempio: E Dan. Purg. can. 1. Ma da ch'è tuo voler che più si pieghi.
Esempio: E Dan. Purg. can. 25. Che questa è 'n via, e quella è già a riva.
Esempio: E Dan. Inf. c. 1. Si ch'a bene sperar m'era cagione Di quella fiera la gaietta pelle [cioè mi cagionava]
Esempio: E Dan. Purg. 26. Dinne, com'è, che fai di te parete, cioè [come sta]
Esempio: E Dan. Inf. c. 22. Ma però di levarsi era niente, [cioè faticava invano]
Esempio: Bocc. n. 11. 8. Quanto poteva s'aiutava, ma ciò era niente [cioè non si poteva]
Esempio: E Bocc. nov. 77. 38. Ed etti grave il costassù ignuda dimorare [cioè t'arreca affanno]
Esempio: Fr. Giord. S. Non fanno qui mai altro, che studiare di conoscere il peccato, e sonne molto di meglio [cioè vien loro ben fatto]
Esempio: Virg. Eneid. M. Sie sano, e queste cose dette, sparve [cioè sta sano]
Esempio: Petr. Son. 1. Al popol tutto Favola fui gran tempo. Da quel d'Orazio. Fabula quanta fui.
Esempio: Bocc. n. 11. 10. O se essi mi cacciasser gli occhi, o mi traessero i denti, ec. a che sare' io? [cioè che partito sarebbe il mio, dove mi troverre' io?] Lat. quo in statu essem?
Definiz: ¶ Per andare a trovare. Lat. adire.
Esempio: Stor. Rinal. Figliuoli siate a Carlo, e salutate Dusnamo.
Definiz: Mutasi talvolta il SONO, terza persona del più, in ENNO, formata dalla terza persona del meno, è, ma non è più in uso, se non in alcuni luoghi tra i contadini.
Esempio: Fr. Giord. S. E perchè non enno esauditi que' Farisei.
Esempio: Dan. Inf. c. 5. Intesi ch'a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali.
Esempio: E Dan. Purg. 16. Ben v'en tre vecchi ancora, in cui rampogna l'antica età.
Definiz: Il participio di questo verbo, che denota tempo preterito, è STATO, ed è tolto, come in presto, dal verbo STARE.
Esempio: Petr. Son. 134. S'io fossi stato fermo alla spelunca, ec.
Definiz: perciocchè, secondo la sua analogía, dovrebbe, sì come, ESSENTE, essere ESSUTO, come tal volta si ritruova nelle più antiche scritture: ma allora poco in uso, e oggi niente.
Esempio: G. V. 9. 272. 1. Quelli, che non avea retto, per addietro, ne essuti di lor setta.
Definiz: Dicevano anche tal volta ISSUTO.
Esempio: Vit. S. Gio. bat. Sopra queste cose, ch'erano issute, e che doveano essere.
Esempio: Fr. Giord. S. Chi credea, che fossero issuti alcuni huomini, ch'erano passati.
Definiz: E talora SUTO.
Esempio: Bocc. n. 16. 27. E s'io avessi creduto, che conceduto mi dovesse esser Suto.
Esempio: Salust. Iug. La sua virtù è suta grandissima, e dismisurata.
Definiz: Truovasi ancora nel preterito imperfetto, in vece di ERAVAMO, e di ERAVATE, SAVAMO, e SAVATE.
Esempio: Sen. Pist. E quella cupidità, che noi apparammo, quando noi savamo teneri, e radicata, e cresciuta.
Esempio: Tav. rit. E sì come voi savate partito.
Definiz: ¶ Talora per, sia, o sarà, si dice fia,
Esempio: Bocc. n. 77. 36. Io ognora, che a grado ti fia, te ne posso, ec.
Esempio: Dan. Purg. 18. E fieti manifesto L'error de' ciechi, che si fanno duci.
Definiz: E dicesi anche FIENO, per SIENO, o SARANNO.
Definiz: E FORA , pronunziato con l'o largo, in vece di SAREBBE.
Esempio: Dan. Purg. 27. E fallo fora non fare a suo senno.
Definiz: E anche FORANO si dice in vece di SAREBBONO.
Definiz: ¶ Coniugasi questo verbo con tutte le persone d'ogni suo tempo, col participio di preterita voce di tutti i verbi attivi, come con, amato, chiamato, e gli altri, e formasi di esso, e del participio, il passivo, del qual manchiamo.
Esempio: Bocc. n. 27. 24. Si dovrebbono gloriare, quando da alcune amate sono.
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 14. Per certo chi non v'ama, e da voi non desidera d'essere amato, ec.
Esempio: E Bocc. nov. 31. 21. E ch'io altramenti il chiama, non colui, ch'è chiamato, ma colui, che chiama, commette difetto.
Definiz: ¶ Coniugasi eziandio con molti de' neutrali, ma non muta loro il significato, come NASCERE, VOLTARE, INCONTRARE, RALLEGRARSI, DOLERSI.
Esempio: Dan. Purg. 24. Femmina è nata, e non porta ancor benda.
Esempio: E Dan. Purg. can. 22. Per lo contrario suo m'è incontrato.
Esempio: E Dan. Purg. can. 24. Per esser pure allora volto in laci.
Esempio: Bocc. introd. n. 54. Rallegrato ciascuno, con piacevoli motti, e con festa, mangiarono. Qui ci s'intende in virtù, ESSENDO.
Esempio: E Bocc. nov. 23. 9. Sicuramente gli dite, che io sia stata quella, che questo v'abbia detto, e siamivene doluta.
Definiz: ¶ Coniugasi ancora seco medesimo, cioè col participio STATO.
Esempio: Bocc. n. 27. 9. Se mai si risapesse, che noi fossimo stati, noi saremmo a quel medesimo pericolo.
Definiz: ¶ Coniuga eziandio altrui, nel coniugar se.
Esempio: Bocc. n. 11. 10. Da lui essergli stata tagliata la borsa.
Definiz: ¶ Coniugato altresì con l'add. che manchi del verbo, dell'uno, e dell'altro di loro si forma esso verbo, del significato dell'addiettivo.
Esempio: Dan. Purg. 25. E già venuto all'ultima tortura s'era per noi, e volto alla man destra, ed eravamo attenti all'altra cura.
Definiz: ¶ Coniugato con le particelle BENE, o MALE, senza aggiunto d'altra parola, che l'aiuti (usitato modo del buon secolo) vale essere in grazia, e disgrazia, a grado, e a disaggrado, grazioso, e odioso, amato, e disamato.
Esempio: Bocc. nov. 94. 3. Perchè mal dell'amor della donna era esser male, quasi disperatosene, ec.
Esempio: G. V. 11. 6. 4. Tutta questa rovina avvenne al legato, perch'era male de' Fiorentini, che, se fosse stato bene di loro, la sconfitta, che ebbe a Ferrara la sua gente, non l'avrebbe avuta.
Esempio: E G. V. lib. 9. 79. 3. Onde il Re Ruberto, prima ch'e' fosse Cardinale, era mal di lui, e avevali tolto il suggello [ci s'intende, soddisfatto]
Esempio: Bocc. 17. 18. Parendogli, secondo che per gli atti di lei poteva comprendere, essere assai ben esser bene della grazia sua [cioè aver la sua grazia]