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1) Dizion. 5° Ed. .
INVIDIA.
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INVIDIA.
Definiz: Sost. femm. Sentimento di tristezza e di odio, che alcuno prova del bene altrui; e più spesso con bramosia di averlo per sè.
Dal lat. invidia. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 107: La 'nvidia è dolore della benavventuranza altrui, o vero dolore dell'altrui utilitadi.
Esempio: Dant. Purg. 13: Gli occhi.... mi fieno ancor qui tolti, Ma picciol tempo, chè poca è l'offesa Fatta per esser con invidia volti.
Esempio: E Dant. Conv. 221: Conciossiacosachè sei passioni siano propie dell'anima umana, delle quali fa menzione il Filosofo..., cioè grazia, zelo, misericordia, invidia, amore e vergogna.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 224: Invidia è, secondo Agostino, dolore dell'altrui felicitade.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 437: Niuna virtù è, che non abbia contrario il male della invidia; e solo la miseria è senza invidia.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 807: Diremo ora qui della invidia,... la quale si diffinisce così: Invidia è odio dell'altrui felicità, o vero: Invidia è tristizia nata dentro nell'animo d'alcuno per l'altrui felicità. E come detto fu di sopra,... la invidia è figliuola della superbia...: imperò che da superbia viene non essere contento del bene altrui. E sono le spezie dell'invidia tre: ec.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 7: Con la loro propria virtù, tra mille cortigiane invidie, s'hanno guadagnato appresso il Re Cristianissimo gradi ed onori non più forse in quel regno consueti a concedersi a' forestieri.
Esempio: Car. Arist. Rett. 137: Essendo che l'invidia sia un certo dispiacere che noi sentiamo di qualche prosperità, che ne paia di vedere in quelli che son simili a noi.
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 313: La invidia ci fa dolere e contristare del ben de gli altri, non considerando se lo meritano o non lo meritano, ma solo avendo rispetto a noi stessi, dolendoci che gli altri abbian bene; e questo solo per mera malivolenzia, e non per vizio o per virtù che si ritruovi ne' prosperi.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 29: Non da altro nascendo questa passione, che dal gittare a traverso i lividi occhi sulla felicità del compagno, e dal vedere in lui cosa che ci tormenta e che ci affligge, e amaramente ci strugge e consuma perchè veggiamo di non averla; e ciò che in noi non è, non vorremmo nè anche vedere in altri; onde dal vedere, e dal troppo vedere, l'invidia è nata, come il suo stesso nome ci addita.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 5: Come soglion talor dui can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti, ec.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 29: Allor d'invidia Il zeffiretto L'acuto stimolo Nel cor sentì; Forte sdegnandosi Che un vile insetto Del ben partecipe Fosse così.
Definiz: § II. In locuz. figur. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 289: Invidia è uno male calore, che nasce all'uomo del bene e della felicitade altrui, che lo incende e dibatte malamente, e fallo divenire dolore; e nasce questo duolo per due cose; ec.
Esempio: S. Bern. Cosc. 105: La invidia è tignuola dell'animo, la quale si mangia il senno e 'l sentimento, e arde il petto, e affligge la mente, e pascesi il cuore dell'uomo, e divora tutti i beni con ardore pestifero.
Esempio: Dant. Inf. 6: Superbia, invidia, ed avarizia sono Le tre faville, che hanno i cori accesi.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 302: La invidia è fredda, perch'è contraria a la carità, e lo freddo fa l'omo livido.
Esempio: Sannazz. Arcad. 41: L'invidia.... se stessa macera, E si dilegua come agnel per fascino.
Esempio: Adim. A. Pind. 441: Adduce.... un maraviglioso esempio dell'invidia, la quale non solo macera se stessa, che perciò canta Virgilio: È l'invidia a' malvagj un rio veleno Che rode all'ossa intatte ogni medolla; ma talmente offusca l'altrui senno, che ec.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 9: E in molte (piattole) era già desto D'invidia il verme, e si rodean nel core Perchè tanto splendore Aveva la compagna.
Definiz: § III. E figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Questi la caccerà per ogni villa, Fin che l'avrà rimessa nello inferno, Là onde invidia prima dipartilla.
Esempio: E Dant. Inf. 13: E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede.
Esempio: E Dant. Purg. 14: Fu il sangue mio d'invidia sì riarso, Che se veduto avessi uom farsi lieto, Visto m'avresti di livore sparso.
Esempio: Petr. Rim. 1, 212: O invidia, nemica di virtute; Ch'a' bei principj volentier contrasti; Per qual sentier così tacita intrasti In quel bel petto, e con qual'arti il mute?
Esempio: Bocc. Decam. 8, 186: Ma Iddio.... gli occhi m'ha aperto dello 'ntelletto, li quali misera invidia m'avea serrati.
Esempio: Adim. A. Pind. 436: Incendio i versi a gli invidiosi sono, E l'invidia il reo lassa, e offende il buono.
Esempio: Giord. Op. 2, 129: Non fu mai concitato da stimoli d'odio o d'invidia.
Definiz: § IV. E in senso generico, per Malanimo, Cattiva disposizione, Avversione, Odio, contro chicchessia. –
Esempio: Stor. Apol. volg. 49: E poi la donna, a cui io rimasi in guardia, per invidia mi volle fare uccidere.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 74: Il popolo rivolse quella benevolenza in odio ed invidia.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 3, 62: E queste parole non diceva indarno e per ostentazione, non volendo vanamente aggravarsi dell'invidia de' potenti.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 111: Ma poichè i disegni degli uomini sono cupi, l'invidia grande, gli appetiti sfrenati, e l'innocenza inerme è sempre stata preda dei potenti, resta per noi a deliberarsi, se ec.
Esempio: Manz. Poes. 858: Segno d'immensa invidia E di pietà profonda, D'inestinguibil odio E d'indomato amor.
Definiz: § V. E per Odio, Malevolenza, che altri si procacci, si tiri addosso, a cagione di checchessia; Odiosità di checchessia: nel qual senso non è oggi comune. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 81: Veramente, non che d'altronde, ma dal sangue de' re di Roma uscì esemplo di tragedia, acciò che per la invidia de' regi il popolo di Roma venisse più tosto a franchigia (il lat. ha: taedio regum).
Esempio: Machiav. Disc. 313: Quelle faccende che nei luoghi pubblici con satisfazione del Senato Romano si facevano, le ridusse [Tarquinio] a fare nel palazzo suo con carico ed invidia sua.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 31: Rimase tra i Veneziani ed il Duca di Milano la invidia del guadagno di Pisa, ed andò a poco a poco così germogliando e crescendo, che finalmente si venne tra loro a rottura ed a manifesta divisione.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 63: Ma un grave pericolo, minacciato all'Italia da occidente, tosto fece svanire e trasportò altrove l'invidia, gli odj e le colpe imposte a Mario.
Definiz: § VI. E in senso particolare, per Malevolenza cagionata da amore non corrisposto o contrastato; Gelosia. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 357: Qualche trista femmina, Con cui lo sposo avrà già auto pratica, L'averà così guasto per invidia.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 189: E d'amorosa invidia Ardo e sfavillo, allor che dentro al manto Tutta t'asconde e cuopre.
Definiz: § VII. E per Vivo desiderio, Brama, di non esser da meno di altri; di eguagliare o superare le virtù, i pregj, i meriti, altrui: Emulazione. Nel qual senso è piuttosto proprio del linguaggio poetico, e il più spesso è accompagnato con qualche adiettivo. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 13: E per una santa invidia tutti con ardentissimo desiderio istudiava di seguitare, considerando in quale virtù massimamente ciascuno abbondasse.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. appr.: Ed acceso a seguitarli d'un santo zelo, e per una santa invidia, dall'uno imprendea astinenzia, dall'altro umiltade; ed ora la mansuetudine di questo, ed ora la carità di quell'altro, seguitare si studiava.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 64: Secondariamente la invidia buona ti stimulerà ad essere nel numero de' più laudati di te, chè l'altrui lode ti spronerà.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 36: E vuol le piaghe misurar con mano, Mosso da strana invidia ch'egli porta Al cavallier ch'avea la gente morta.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 12: Il Soldan, ch'è presente e non infinge La generosa invidia onde egli è pieno, Disse: ec.
Esempio: E Tass. Rinald. 1, 12: Subito a quell'illustre alto garzone Ch'ha nella gloria posto i sommi pregj, Invidia accende generosa il petto, Che negli alteri spirti ha sol ricetto.
Definiz: § VIII. Avere invidia, vale Invidiare; e riferiscesi, mediante la prep. A, tanto alla persona quanto alla cosa, per la quale quella s'invidia, si odia, si vede di mal occhio; od anche per la quale si brama, si desidera, di essere nella stessa sua condizione. –
Esempio: S. Greg. Omel. 1, 64: Quasi apertamente dica [lo Evangelista]: Coloro domandano Giovanni de' suoi atti, i quali non sanno cercare la dottrina, anzi hanno invidia ad essa.
Esempio: S. Bern. Serm. 70: Or quanti crediamo noi che allora fussero presenti, quando i santi Apostoli sostennoro passione, i quali niente ebboro invidia alle loro preziose morti? Agli occhi degli stolti parvono morire, ec.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 48: Io ho invidia a tutti quelli che hanno meglio di me.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 51: Nullo gli aveva invidia, e ogni uomo gli aveva amore.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 215: Alcuna volta procede [questa tentazione] per sola impugnazione del nimico, il quale ha invidia al desiderio e allo studio nostro di castitade.
Esempio: Poliz. Rim. C. 366: Ahi quanta invidia t'aggio, Alto e muschioso faggio, Che sièi stato degnato a tanto bene! (qui per similit.).
Esempio: Benc. Pimandr. Mercur. 28: Certamente Dio.... fe' partecipi ciascuno delli uomini del parlare, ma non della mente, non per cagione d'invidia: imperò che chi sono quelli a' quali esso abbia invidia? certo da lui non viene invidia.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 86: Noi morirem, nè invidia avremo ai vivi.
Esempio: Segner. Mann. sett. 1, 2: Non aveva egli (David) la sua invidia a coloro che avean sortito per maestro un Mosè, o che sortirebbono un Isaia, un Geremia, ma bensì a quegli i quali un dì sortirebbono Gesù Cristo.
Esempio: Fag. Rim. 7, 194: Altri dal nibbio hanno la direzione, Che dell'invidia è il più vero esemplare, Ed in questo non trova paragone: L'ha infin de' figli suoi, che se ingrassare Mira nel covo, dà loro col rostro Nelle coste per fargli dimagrare.
Definiz: § IX. E in costrutto con la prep. Di. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 107: La quale invidia portano spesse volte con loro i poveri, e gli detrattori, e gli biechi, che ànno invidia dell'altrui senno; onde disse Salustio: Sempre nelle cittadi, nelle quali non ha ricchezze alcune, è avuto invidia de' buoni da coloro che non son ricchi.... Ma i savj non hanno invidia degli altri; onde si truova scritto: Non ha invidia dell'altrui scienza o virtude colui che si confida della sua: ma li rei sempre hanno invidia de' buoni.
Esempio: E Albertan. Tratt. volg. appr.: Disse Orazio: Lo 'nvidioso arde per la 'nvidia dentro e di fuori; ed io, di cui è avuto invidia, non m'affatico d'essere invidioso.
Esempio: Vill. G. 269: Fece avvelenare il conte Anselmo da Capraia.... per invidia ch'ebbe di lui, perchè era tenuto in Pisa molto grazioso, temendo non gli togliesse suo stato.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 22: Conciosia cosa che noi abbiamo invidia de' lor beni, e in detti e in fatti la lor fama cerchiamo di sottrarre, o di menimare, o d'offuscare, qual segno maggior d'odio mostrar possiamo?
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 307: E non ho invidia del lino che doni a persona, e massimo alle tue sirocchie; che n'ho più piacere di quello mandi a loro, che s'io l'avessi io.
Esempio: Cellin. Vit. 459: Queste formate parole mi disse la sera messer Sforza, ridendo, ed anche maravigliandosi del gran favore che mi faceva 'l Duca, e piacevolmente mi disse: Va', Benvenuto, e torna, chè io te n'ho invidia.
Definiz: § X. Fare invidia, vale Esser cagione, oggetto, d'invidia. –
Esempio: Metast. Dramm. 7, 266: Se a ciascun l'interno affanno Si leggesse in fronte scritto, Quanti mai, che invidia fanno, Ci farebbero pietà!
Esempio: Giust. Vers. 124: Oh che bel camposanto Da fare invidia ai vivi!
Esempio: Manz. Poes. 113: Se cavalcar voi mi vedrete al fianco Del vincitor che mi sorrida, allora Forse invidia farovvi.
Definiz: § XI. Far venire alcuno in invidia altrui, trovasi per Renderlo mal accetto, mal veduto. –
Esempio: Fr. Guidott. Fior. Rett. 32: Dalla persona dello avversario suo si fa colui, che favella, benivolo l'uditore, se per lo detto suo farà l'avversario suo venire in invidia dell'uditore, o in odio, o in dispregio.
Definiz: § XII. Portare invidia, vale Invidiare; e riferiscesi tanto a persona, quanto a qualità, pregio, condizione, e simili, di essa. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 75: Gl'invidiosi portano invidia a' buoni, e di loro tali cose sospecciano, chenti egli far sogliono.
Esempio: Bocc. Comm. Dant. M. 2, 15: Se stati fossero contenti a quello che loro era di bisogno, non avrebbono portata invidia a' più ricchi di loro.
Esempio: E Bocc. Lett. 26: Ma dove si vegga, solo a' notabili uomini esser invidia portata, e per quella avere l'ingratitudine quanto di male ha potuto adoperato; ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 327: Fece certi sillogismi a provare alquante verità sì bene ed artificialmente, che gliene fu portato invidia.
Esempio: Comm. Anon. Dant. 1, 323: I cortigiani, veggendo costui essere in tanta grazia con lui, gli portarono grandissima invidia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 140: Non è Issabella, come credi, morta; Ma viva sì, ch'a morti invidia porta.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 205: Qualunque brama e cerca onore e lode in qualche cosa, di quella istessa porta invidia ad altri.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 33: Agide, oltre all'essergli nimico per cagione della moglie, portava invidia alla sua gloria.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 92: E fu questa la prima colpa che gli apposero i Volsci, i quali portavan, già era gran tempo, invidia della sua potenza.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 3, 42: Parve alle nobili Spartane più alto e più bello, e portavano invidia a Chelidonide di un tale amante.
Definiz: § XIII. L'invidia è tra gli artefici. –
V. Artefice, § V.