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Dizion. 1° Ed. .
INVIDIA
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INVIDIA.
Esempio: | Albert. cap. 48. La 'nvidia è dolore della benavventuranza altrui, o vero dolore
dell'anima dell'altrui utilitadi. |
Esempio: | Fior. vir. Ag. M. Invidia è contradio vizio della virtù, dell'amore, ed è in
due maniere: l'una è a dolersi del bene altrui, l'altra a rallegrarsi del male altrui. |
Esempio: | Com. Purg. 16. Invidia è, secondo Agostino, dolore dell'altrui felicitadi.
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Esempio: | E Com. Purg. appresso. Damasc. lib. 2. Invidia è tristizia
pervegnente dagli altrui beni. |
Esempio: | E Com. Purg. Damasc. di sotto. E però ha ella nome invidia,
ab invidendo, quasi non possa vedere li beni altrui. |
Esempio: | Amm. ant. Niuna virtù è, che non abbia contrario il mal della 'nvidia, e la sola
miseria è senza invidia. |
Esempio: | Fr. Iac. Cess. Invidia si è un dolore dell'animo, il qual nasce dell'altrui
utilitade. |
Esempio: | Caval. discipl. spirituale. La 'nvidia è pessimo di tutti i vizj, perciocchè non
ha ne modo, ne fine: anzi quanto più quegli, a cui s'ha invidia, megliora, tanto più s'accende. |
Esempio: | Cosc. S. Bern. La 'nvidia è tignuola dell'animo, la qual si mangia il senno, e
'l sentimento, e arde il petto, trafigge la mente, e pasce il cuore dell'huomo, e divora tutti i beni, con ardor
pestifero. |
Esempio: | Bocc. lett. Da invidia, e da falsa opinione stata gittata. |
Esempio: | Dan. Inf. c. 1. La onde invidia prima dipartilla. |
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