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Dizion. 5° Ed. .
F,
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F, Definiz: | lettera labiale, la sesta dell'alfabeto, la quarta delle consonanti, che i Grammatici dicono mute. Pronunziasi Effe, ed è più spesso di genere femm.: è poi nel suono molto simile al V, per essere ambedue aspirate. Delle consonanti, riceve dopo di sè nella stessa sillaba l'L e la R, e vi perde alquanto di suono, come Conflitto, Flagello, Frate, Fresco; ma riceve la L molto più di rado, come suono alquanto malagevole alla nostra pronunzia. Ammette avanti di sè in mezzo della parola, e in diversa sillaba, la L, N, R, S, come Alfiere, Anfiteatro, Perfetto, Disfatto; ma la S se le prepone molto più frequentemente nel principio, come Sfarzo, Sferza, Sforzo, e pronunziasi la S con suono duro e più comune, come nella voce Casa, conforme si dirà nella lettera S. Nel mezzo della parola si può raddoppiare, dove faccia di bisogno, come Baffo, Effetto, Goffo. – | Esempio: | Bemb. Pros. 69: Alquanto spesso e pieno suono.... rende la F. | Esempio: | Cavalcant. B. Retor. 263: Quelle [parole] nelle quali è lo S.... il G, lo F, pare che per lo più abbiano più tosto del rimesso, che altro. | Esempio: | Salv. Avvert. 1, 254: Intoppandosi [la m] con la f, o con l'u consonante, il fatto suo par dubbioso. |
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