Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
A MODO.
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A MODO.
Definiz: Posto avverbialm. vale, Come, In guisa, In maniera. Lat. instar, ad modum, in modum, modo. Gr. δίκην.
Esempio: Bocc. nov. 64. 13. A modo del villan matto, dopo danno fe patto.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 35. A modo che se steste cortese, vi recate le mani al petto.
Esempio: M. Aldobr. Che al sapore sono dolci a modo di zucchero.
Esempio: G. V. 1. 56. 2. E fecionvi due risedii a modo di castella.
Esempio: Tes. Br. Altra gente vi hae, che hanno la testa a modo di cane.
Definiz: §. I. A modo alcuno vale In alcuna maniera. Lat. ullo modo. Gr. πάντως.
Esempio: Fir. As. 138. Nè se ne poteva dar pace a modo alcuno.
Definiz: §. II. E fare a modo d'alcuno, o dire a modo d'alcuno, vale Fare, o dire secondo la volontà, o il consiglio di chi che sia. Lat. parere alicui. Gr. πείθεσθαι.
Definiz: §. III. E con alcuno aggiunto, come A mal modo, e simili, pur si usa frequentemente.
Definiz: §. IV. A modo, e a verso, vale Convenevolmente. Lat. modis et formis. Gr. εὐτάκτος.
Esempio: Malm. 1. 39. Fatto a Bieco un rabbuffo a modo, e a verso (spezie d'ironía: Risentitamente)
Esempio: E Malm. 7. 1. Vino tempera te, disse Catone, Perchè si dee berne a modo, e a verso (quì vale moderatamente, temperatamente Lat. moderatè. Gr. συμμέτρος)