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1) Dizion. 5° Ed. .
GUSTARE.
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GUSTARE.
Definiz: Att. Percepire col senso del gusto, più specialmente con godimento e diletto: e usato assolutam., Percepire col gusto i sapori.
Dal lat. gustare. –
Esempio: Dant. Conv. 191: La potenza vegetativa, per la quale si vive, è fondamento sopra lo quale si sente, cioè vede, ode, gusta, odora e tocca.
Esempio: Bocc. Filoc. 642: Egli (il pino) i suoi frutti di fuori fa durissimi, e dentro piacevolissimi e dolcissimi a gustare.
Esempio: Benc. Pimandr. Mercur. 81: Tu vedi, odi, odori, gusti, tocchi, parli, vai, spiri, intendi ec.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 329: Quelle cose odorifere che sono buone a mangiare, o a gustare in qualunque modo, ordinariamente vincono coll'odore il sapore.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 8: Per venir al Lauro, onde si coglie Acerbo frutto, che le piaghe altrui, Gustando, affligge più, che non conforta.
Esempio: Bocc. Filoc. 235: Non si può sì dolce frutto, com'è quel d'amore, gustar senza alcuna amaritudine.
Esempio: Panzier. Cant. sp. 2: Quando di te pigliar già me rimembro, Una dolcezza me sento creare, Che fa dolzor gustar ad onni membro.
Esempio: Savonar. Pred. 17: Togli qua uno che abbi la grazia, e poni là uno altro che non l'abbia, e guardino tutti a due in uno crucifisso: colui che ha la grazia, lo vede con un altro occhio, lo gusta con un altro gusto, ec.
Esempio: Machiav. Rim. 398: Un dolce sì soave al cuor mi venne, Qual io non credo più gustar giammai.
Esempio: Giobert. Primat. 304: E certo, quando l'unico Siracusano si vantava con sublime iperbole di poter sollevare il mondo con una leva, ovvero nell'estasi dell'invenzione gridava eureca, eureca, egli dovea gustare un sorso del divino piacere della creazione, per quanto è dato ai mortali di parteciparne.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 80: Nei piaceri non va corso, Van gustati a sorso a sorso.
Definiz: § II. E per Assaggiare, Assaporare; ed altresì, in più largo senso, Prendere per cibo o bevanda, Mangiare, o Bevere, più spesso con qualche diletto del gusto. Costruiscesi anche con un compimento retto dalla particella Di. –
Esempio: Dant. Purg. 28: Quinci Letè, così dall'altro lato Eunoè si chiama; e non adopra, Se quinci e quindi pria non è gustato.
Esempio: E Dant. Purg. 30: L'alto fato di Dio sarebbe rotto, Se Lete si passasse, e tal vivanda Fosse gustata senza alcuno scotto Di pentimento.
Esempio: E Dant. Parad. 1: Nel suo aspetto (di Beatrice) tal dentro mi fei, Qual si fe' Glauco nel gustar dell'erba, Che il fe' consorto in mar degli altri dei.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 139: Ed io.... maraviglia'mi molto, e dissi: se io stessi trent'anni, che io figura di pane non gustassi, nè non vedessi?
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 688: Pria non è gustato; cioè assaggiato.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 78: Rinaldo gustò d'una [fontana], e amor lo strugge, Angelica de l'altra, e l'odia e fugge.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 29, 68: Mai non le leva nè sella nè freno, Nè le lascia gustare erba nè fieno.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 627: Gustandosi la radice, par che sia insipida; ma poco dipoi morde di sorte la bocca, la lingua e la gola, che par che tutte quelle parti sieno piene di acutissime spine.
Esempio: Tass. Dial. 1, 352: Potrò caricarvi la mensa di vivande non comprate; le quali se tali non saranno, quali voi altrove sete solito di gustare, ricordatevi che sete in villa.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 1, 144: Alle volte vi sono di coloro i quali gustano più la carne porcina che l'eletta vitella mongana, overamente più le quaglie che li fagianotti.
Esempio: Aver. G. Lez. tosc. 3, 28: Niuno animale mangiavano tutto intiero fuor che il beccafico: degli altri quella sola parte gustavano che al palato loro più gustevole e delicato sembrava.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 297: Gustarono il pomo, La pace spari.
Definiz: § III. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 31: Mentre che, piena di stupore e lieta, L'anima mia gustava di quel cibo, Che, saziando di sè, di sè asseta; Sè dimostrando ec.
Esempio: E Dant. Parad. 10: Quanto per niente o per occhio si gira Con tanto ordine fe', ch'esser non puote Senza gustar di lui chi ciò rimira.
Esempio: E Dant. Parad. 31: Tale era io mirando la vivace Carità di colui, che in questo mondo, Contemplando, gustò di quella pace.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 82: E brevemente parlando, ella (la Fede) ordina e regge tutta la vita presente, e fa l'uomo gustare degli beni della vita futura.
Esempio: Guidicc. Op. M. 1, 201: Chi si mette a questa degnissima impresa, conviene che non solamente sia in questa nostra lingua esercitatissimo, ma che egli abbia più che coi primi labri gustati i fonti della latina.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 35: Certi omaccion dabben ch'i' conosco io, Ne son sì fattamente innamorati, Che non gustano al mondo altro ricrio.
Esempio: Mont. Poes. 1, 66: Sì, sì, chiamami padre: in questo nome Un incanto contiensi, una dolcezza Che mi rapisce; e per gustarla intera, Egli è bisogno aver, com'io, bevuto Tutto il calice reo delle sventure.
Definiz: § IV. E pur figuratam., detto di animali. –
Esempio: Alam. L. Colt. 2, 699: Che 'l toro ardito Già devria d'Imeneo gustar i frutti.
Definiz: § V. Altresì figuratam., detto di cose inanimate. –
Esempio: Bocc. Amet. 49 t.: La terra non avente ancora gustato il sangue umano, nella battaglia di Flegra l'assaggiò.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 102: A' peri sassosi fa bene l'acqua; il ciriegio ne gusta avanti e dopo il frutto.
Definiz: § VI. E riferito figuratam. a stato, condizione, o simile, e anche a persona, vale Provarne diletto, Prenderne piacere, Goderne. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 76: Chi può aver caro il riposo, se prima non ha sentito l'affanno della stracchezza? chi gusta.... 'l dormire, se prima non ha patito.... sonno?
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 92: A me dolse tanto che io non lo potrei dire, tornando io con un desiderio grandissimo di vederlo; e mi pareva averlo a godere e gustare più ora che mai pel passato, quando mi sopraggiunse a dosso la morte fuora di ogni mia opinione o sospetto.
Definiz: § VII. Altresì figuratam., e per lo più ironicam., vale Sperimentare, Provare, e simili, riferito sia a persone, sia a cose materiali, o spirituali, a noi spiacevoli o dannose; nel qual senso parimente diciamo anche Assaggiare. –
Esempio: Dant. Parad. 32: Colui che da sinistra le s'aggiusta, È il Padre, per lo cui ardito gusto L'umana specie tanto amaro gusta.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 19: Considerando me, che senza la pazienzia non potremmo piacere a Dio, anco gusteremmo l'arra dell'inferno in questa vita.
Esempio: E S. Cater. Lett. 1, 20: Oh quanto sarebbe semplice l'uomo che voglia gustar l'inferno, colà dove può aver vita eterna!
Esempio: Bern. Orl. 31, 59: Quando Balan la vede a sè venire, Come quel ch'altre volte l'ha gustata, In altra parte mostra di ferire.
Esempio: Dav. Oraz. 472: In Transilvania, al Sighetto, alle Gerbe, a Port'Ercole, a Piombino, in Corsica, a Malta, hanno quei barbari vedute l'insegne ed assaggiate le destre fiorentine, e gusterannole quantunque volte oseranno accostarsi a' liti di Toscana e di Liguria.
Esempio: Bott. Stor Ital. 1, 127: Ogn'ora gli pareva mill'anni, che i suoi fedeli di Nizza non tornassero al grembo suo, mentre per castigo sopportava più volentieri che i popoli di Savoia continuassero a gustare di quanto sapessero i Francesi, non considerando ch'ei gli castigava di quanto essi più desideravano.
Definiz: § VIII. Riferito ad opere letterarie, a lingua, a stile, a lavori a' ingegno, di arte, e simili, o alle loro doti, vale figuratam. Percepirne intellettualmente e con diletto la verità, la bellezza, i pregj, e simili. –
Esempio: Cell. G. Cas. fort. volg. 21: E gusterai lo stile delle mie esercitazioni.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 4: Non hanno [gli scrittori] voluto pigliare questa tanta fatica, conoscendo non essere chi la gusti, nè chi la stimi come merita.
Esempio: Piccolom. Filos. nat. I Ded. 8: Non vorrei già per questo, che i lettori si pensasseno d'averle a leggere (le cose di filosofia) come si leggano istorie o novelle; talmente che.... credino di poter senz'alcuna avvertenza gustar le cose che vi sono, ec.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 10: Chi ben gusterà gli scritti de' buoni autori, conoscerà subito ec.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 285: L'uomo non giunge a poter discernere e gustare compiutamente l'eccellenza degli scrittori ottimi, prima che egli acquisti la facoltà di poterla rappresentare negli scritti suoi.
Esempio: E Leopard. Pros. 1, 292: I giovani.... rade volte sono atti a gustare la matura e compiuta bontà delle opere letterarie.
Definiz: § IX. E per semplicemente Comprendere, Intendere, bene, a dovere, ed altresì con compiacenza; anche assolutam. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 23: Alcuni populari gustando le parole si porgieno, si raunorno ec.
Esempio: Stor. Nerbon. volg. R. 69 t.: Egli era sì avvinazzato, che non gustò le sue parole, e addormentossi.
Esempio: Bocc. Laber. 118: Poichè alquanto gustata l'ebbi (la via luminosa), mi parve che non so che cosa grave e ponderosa molto daddosso mi si levasse.
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 80: Ma so che tu se' savio e 'ntendi e gusti, E intendi il mio parlar per discrezione.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 3, 43: Rinaldo facea vista non udire, E non gustar quel che diceva quello.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 372: Se tu non le impari (le lettere latine), tu non sarai stimato nulla; passato il fiore della tua gioventù ti troverai sanza virtù ignuna. Messer Piero udito questo da Niccolao, subito gustò e conobbe ch'egli diceva il vero.
Esempio: Machiav. Disc. 227: Debbono essere [queste parole] da ogni principe e da ogni repubblica gustate.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 349: Aveva cominciato a gustare il consiglio del re di Aragona, il quale lo confortò, che ec.
Definiz: § X. Trovasi per Pregiare, Tenere in conto, con piacere proprio, Avere a grado, e simili; quasi Dilettarsi di ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Legg. Band. C. 8, 305: Considerato.... che nella provincia di Toscana si truovono molti luoghi atti a riceverla (la pianta del gelso) e conservarla, ancora che dalli abitatori e padroni dei terreni poco si attenda e gusti simile cultivazione; imperò volendo, ec.
Definiz: § XI. Talvolta vale Ricavare con godimento, Godere, riferito ad utile, interesse, profitto. –
Esempio: Sassett. Lett. 108: L'altro capo dell'utilità che gustano i mercatanti forestieri, andando in alcuno luogo con mercanzie, depende da due cose principalmente.
Definiz: § XII. Si usò riferito a persona, per Andare a genio, a' versi, Appagare il gusto, di quella. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 2, 53: Il Re,... anteponendo la religione alla corona, o conoscendo, che gustando i catolici nuovi sudditi, arebbe disgustati gli Ugonotti antichi suoi partegiani, prese egli ancora la via di mezzo, ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 4: Uomo che gusta Assai de' begli umori, umore anch'egli Da gustar disgustati.
Definiz: § XIII. Neutr. Piacere, Essere gradito, Riuscire gradevole, grato, al senso del gusto. –
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 181: A i goffi anche non gustano i poponi.
Esempio: Car. Long. 86: Giuravo di non veder cosa che più.... mi gustasse che un buon vin vecchio.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 214: Disgustatissimo d'ogni cosa,... in questi ardori il mio bere si riduce a poche once tra vino e acqua; nessuna cosa mi gusta; e se alcuna mi gusterebbe, mi è del tutto proibita.
Definiz: § XIV. E per estensione detto di checchessia, e riferito ad altri sensi. –
Esempio: Mazz. Lett. 1, 16: Più mi gusta la nostra [aria], bench'io ne dimagri.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 7: Ma perch'un certo vento non le gusta ;... Bel bello svigna.
Definiz: § XV. In locuz. figur. e figuratam., detto di parole, discorsi, atti, fatti, e simili. –
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 11: Troppo [questi documenti] ci gustano e piacciono.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 294: I' ho 'nteso el capitolo auto dall'amico tuo, e la risposta che gli ha' fatta. Piacemi; però che non mi gusta, rispetto el padre e' frategli.
Esempio: Dav. Tac. 2, 277: Quel ch'io ho detto e dirò, non ti gusta, o Materno.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 282: Così ci fustù giunto prima, che ti sarebbe gustato un diligente persuadere del nostro Apro a Materno.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 388: A me basta la sola scienza e certezza che ho dell'amore di V. S. illustrissima, i frutti del quale, o acerbi o maturi, sempre mi gustano.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 7: Dimmi, o di che ti se' tu, Gualtier nostro, Preso sinor piacer? che t'è gustato Più ch'altro per la Fiera? a che applicasti La fantasia?
Esempio: Lipp. Malm. 1, 4: Se non le gusta, quando l'avrà letta, Tornerà bene il farne una baldoria.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 175: Che gusta ec. Pare che nel testo debba leggersi: Che gusta di comandarmi al signor Padre? cioè che piace. Siccome cosa gustevole, e gustosa vale cosa che piace, che arreca gusto, e diletto; così questa cosa, non mi gusta, è l'istesso che questa cosa non mi piace. Il Vocabolario, che pone le voci Gustoso e Gustevole, tralascia il verbo Gustare nel nostro senso di Piacere, Dar gusto.
Definiz: § XVI. Pur figuratam., detto di persona, per Andare a genio, Piacere. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 61: E fagli anche saper che non è sola; Ma seco ha un bel garzon, che assai le gusta.
Definiz: § XVII. E per Aver piacere, gusto, caro, Prender diletto, con compimento retto dalla cong. Che o dalla particella Di. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 68: Io gusterei che il signor Lodovico ne facesse venir buon numero (di copie d'una operetta) a Venezia (da Parigi), e poi di costì qua, a confusione de' miei nemici calunniatori.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 177: Dice Aristotile che gli amici gustano di conversare insieme, perchè in tal modo un amico ha certezza isperimentale della vita intellettuale dell'altro, la qual vita è grandissimo bene dell'uomo.