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1) Dizion. 5° Ed. .
GRATO.
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GRATO.
Definiz: Sost. masc. Gradimento, Piacere; ed altresì Volontà, Talento; comunemente Grado, usato, come questa voce, per lo più in certe locuzioni, e nel sing.
Dall'add. neutro lat. gratum, Cosa grata. –
Esempio: Rim. Ant. F. Dant. Maian. 2, 444: In amore ho fermato Lo meo volere, e 'l grato.
Esempio: Dant. Purg. 26: Io, che due volte avea visto lor grato, Incominciai: O anime sicure, ec.
Esempio: E Dant. Rim. 201: Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato, Non per mio grato, Chè stato non avea tanto gioioso, Ma perocchè, ec.
Esempio: Senec. Declam. 29: E però tu debbi volere quello che a me è grato e contentamento.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 94: Contra suo grado; cioè contra suo piacere: grado si dice, cioè grato; e grato significa piacere o piacevole.
Definiz: § I. Grato si usò anche per Gratitudine. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 122: E donar com sforzato, Perde lo dono e 'l grato.
Definiz: § II. A grato, posto avverbialm., vale In modo da incontrare il gradimento, il piacere, di alcuno; Secondo il piacere, o il genio, di alcuno. –
Esempio: Rim. Ant. F. Rinald. Aquin. 1, 216: Vuol che fallenza Non aggia l'uomo, poich'è suo servente; Ma sia piacente Sì che piaccia alli buoni e serva a grato.
Esempio: Lat. B. Tesorett. 146: Quegli ch'è meglio nato, È tenuto più a grato.
Definiz: § III. A grato o Di grato, pure posto avverbialm., si disse per Senza ricompensa o premio alcuno, Gratuitamente. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 221: Fermo e lial di voi servo m'appello, E parmi bello di servire a grato.
Esempio: Cavalcant. Rim. 18: Già però fede il cor non abbandona, Anzi ragiona di servire a grato Al dispietato core.
Esempio: Vill. M. 4, 324: Lo re di Francia, per mostrare sua magnificenza, sopra i patti della pace di grato donò al re d'Inghilterra la Rocella.
Definiz: § IV. A mio, tuo, suo, ec., mal grato, che anche trovasi scritto congiuntamente A mio, tuo, suo, ec. malgrato, vale Contro il mio, tuo, suo, ec., gradimento, piacere, volontà; Contro mia, tua, sua, ec., voglia. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 1, 211: D'ogni parte guerra evvi venuta, E voi pace tenuta Avete a suo malgrato.
Esempio: Deput. Decam. 53: Legato dal contratto del matrimonio, se per tempo alcuno gli fusse rincresciuta, che egli tiene per impossibile, gli conveniva, ancor che a suo mal grato, ed in somma volesse o non volesse, ritenerla in casa, e come donna, che così chiamavano allora la padrona.
Definiz: § V. Contro a grato, o Contra grato, vale Contro la volontà propria, il proprio gradimento. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Molte fïate già, frate, addivenne Che, per fuggir periglio, contro a grato Si fe' di quel che far non si convenne.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 121: Contra grato; cioè contra suo piacere e volere assoluto.
Definiz: § VI. Di buon grato, vale Di buona voglia, Volentieri. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 1, 208: Ma di vostro dolor sentir deo gioia, E della gioi' dolore, Maginando vigore E senno bono in voi più di bon grato.
Definiz: § VII. Per di grato, si usò per Senza ragione o cagione alcuna. –
Esempio: Vill. M. 4, 153: Certo egli è cosa inenarrabile e incredibile a pensare, che questa malvagia gente, rinnovandosi di tempo in tempo, sotto nuovo governo e sotto diversi e varj titoli di compagnie, senza trovare contrasto o resistenza, abbia corsi i paesi cristiani, e fatto ricomperare i signori e' comuni, avendo ognuno per di grato a nemico.
Definiz: § VIII. Aver grato checchessia, o il fare checchessia, o Avere a grato, o in grato, checchessia, o il fare checchessia, vale Gradirlo, Averne o Sentirne piacere. –
Esempio: Gell. Lettur. N. 2, 86: E quanto io lo abbia in grato, cioè mi sia grato, convien che si scerna, e conosca per la mia lingua.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 400: Arò grato di tutto mi teniate avvisata.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. 406: Molto arei a grato rivedervi e parlarvi.
Definiz: § IX. Avere checchessia contra grato, vale Sentirne dispiacere. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 1, 212: Se dir oso ciò, l'ho contra grato.
Definiz: § X. Essere a grato, o in grato, ad alcuno, vale Piacergli, Essergli gradito o caro, Andargli a genio. –
Esempio: Rim. Ant. P. Gall. Pis. 1, 370: A dirlomi mandao per suo celato, Ch'ogni mio buon servir l'è tanto in grato.
Esempio: E Monald. Soff. 2, 341: Se s'attutasse [l'amoroso foco], non mi fòra in grato, Sì come consumar sì dolcemente.
Esempio: Giamb. Oros. 97: Che altro ne possiamo cogliere abominando catuno il tempo a lui presente, se non che sempre ee il tempo buono, ma non èe in grato a colui, che l'altrui tempo fa migliore.
Esempio: Fr. Iac. Tod. 104: Ciò che fa lo mio Signore, Si è giusto ed èmmi a grato.
Esempio: Dant. Parad. 21: Qual sapesse qual era la pastura Del viso mio nell'aspetto beato, Quand'io mi trasmutai ad altra cura, Conoscerebbe quanto m'era a grato Ubbidire alla mia celeste scorta, Contrappesando l'un con altro lato.
Esempio: E Dant. Parad. 25: Emmi a grato che tu diche Quello che la speranza ti promette.
Esempio: E Dant. Rim. 193: S'ello v'è a grato, Io parlerò di voi in ciascun lato.
Esempio: Bocc. Teseid. 2, 8: E poi dispose del regno lo stato Per modo che alle donne fu a grato.