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Dizion. 4° Ed. .
GRAZIA
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GRAZIA.
Definiz: | Bellezza di checchessia, e Avvenentezza d'operare, che alletta, e rapisce altrui ad amore. Lat.
venustas, venus, lepor, lepos. Gr. χαριεντισμός.
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Esempio: | Filoc. 2. 78. La grazia della sua lingua si potrebbe agguagliare alla dolcissima
eloquenzia dell'antico Cicerone. |
Esempio: | Fir. dial. bell. donn. 382. Nostra openione è, che la grazia non sia altro,
che uno splendore, il quale si ecciti per occulta via da una certa particolare unione di alcuni membri, che noi non
sappiam dire; e son questi, e son quelli insieme con ogni consumata bellezza, ovvero perfezione accozzati, e ristretti,
e accomodati insieme. |
Esempio: | Varch. Lez. 560. La grazia è una certa qualità, la quale appare, e risplende
nelle cose graziose, ovvero graziate. |
Definiz: | §. I. Per Amore, o Benevolenza del superiore inverso lo 'nferiore, Favore. Lat. gratia,
favor. |
Esempio: | But. Purg. 22. 1. La volontà diritta coll'aiuto della grazia divina guida l'anima
alla salute eterna. |
Esempio: | Bocc. introd. 54. Ciascuno generalmente, per quanto egli avrà cara la nostra
grazia, vogliamo, e comandiamo, che si guardi. |
Esempio: | E Bocc. nov. 13. 26. Egli n'acquistò l'amore, e la grazia
di tutti i paesani. |
Esempio: | E Bocc. nov. 16. 39. Sommamente era venuto nella grazia del
Re Pietro. |
Esempio: | Sen. ben. Varch. 4. 34. Ma se egli (non me n'accorgendo io) mi sarà venuto in
grazia, o m'arà giuntato, in questo caso non ci ha colpa nessuna colui, che dà ec. |
Esempio: | Cas. lett. 20. Io dubito grandemente, che V. S. Illustrissima, e Reverendissima
non abbia occupato il primo luogo nella grazia di sua Beatitudine. |
Definiz: | §. II. Per Concessione di cosa richiesta a' superiori, o gran personaggi, Favore, Permissione graziosa. Lat.
beneficium. Gr. χάρις. |
Esempio: | Bocc. nov. 45. 15. Non istando a questo, disse a Giacomino, che di grazia voleva
da lui poterle un poco levare i capelli sopra la sinistra orecchia. |
Esempio: | E Bocc. nov. 46. 14. Deh, signor mio, se esser può,
impetratemi una grazia. |
Esempio: | Nov. ant. 79. 1. Per impetrar grazia, che sue case non fossero disfatte.
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Esempio: | Tac. Dav. ann. 4. 98. Esser nella città chi avrebbe di grazia ricevere la
moglie, e i figliuoli di Germanico. |
Esempio: | Cas. lett. 37. Nostro signore non mancherà di fargli questa grazia.
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Definiz: | §. III. Grazia, per lo Ringraziare per segno di gratitudine del benificio, o favor ricevuto. Lat.
gratiae, gratia. Gr. εὐχαριστία. |
Esempio: | Dant. Par. 4. Non è l'affezion mia tanto profonda, Che basti a render voi grazia
per grazia. |
Esempio: | Bocc. pr. 9. Ad amore ne rendano grazie. |
Esempio: | Tass. Ger. 2. 48. Ella rendea cortese Grazie per lodi, indi 'l parlar riprese.
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Definiz: | §. IV. Non ne sapere nè grado, nè grazia, vale Non ne restar niente obbligato. Lat.
nullam gratiam habere. Gr. μηδεμίαν χάριν
ἔχειν. |
Esempio: | Vit. Plut. Se essi non passavano Gange, non sapeva lor nè grado, nè grazia di
tutta la fatica, che avean sofferta. |
Definiz: | §. V. Aspettar le grazie, modo proverb. dinotante Aspettare una cosa, che indugia, o non viene.
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Definiz: | §. VI. Di grazia, posto avverbialm. l'usiamo nello stesso significato, che la
interiezione Deh. Lat. quaeso, sodes, amabo. Gr. δέομαι, ἄγε. |
Esempio: | Tac. Dav. ann. 6. 112. Di grazia, padri, non aggiunghiamo fastidi al principe,
stuzzicando piaghe maligne. |
Esempio: | Vinc. Mart. lett. 9. Tacciano di grazia, e cerchino, non con li biasimi altrui,
ma con le cose ben fatte da loro, avanzarsi sopra degli altri. |
Esempio: | Fir. As. 12. Ma oggimai seguita tu di grazia, che avevi incominciato la novella.
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Definiz: | §. VII. Far checchessia in grazia d'alcuno, vale Farlo per fare a colui cosa grata. Lat.
*in gratiam. Gr. χάριν. |
Esempio: | Tac. Dav. ann. 3. 62. Plancina s'assolvesse in grazia d'Augusta. |
Esempio: | Sagg. nat. esp. 258. Per far qualche cosa in grazia dell'antiparistasi, empiemmo
ec. |
Definiz: | §. VIII. Far grazia, trattandosi di pene, vale Assolvere, Liberar dalla pena, il che diremmo anche
Graziare. Lat. absolvere, poenâ liberare, delicti gratiam facere. Gr.
τῆς τιμωρίας
τινὰ ἀφεῖσθαι. |
Esempio: | Cecch. Donz. 1. 1. E quanto egli era benigno in far grazia A' fuorusciti, che
gliela chiedevano ec. |
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