Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 2° Ed. .
STANZA
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STANZA.
Definiz: Nome generico de' luoghi della casa, divisi per tramezzo di muro: e d'ogni altro luogo da abitare.
Esempio: Bocc. n. 6. 7. A' compagni impose, che sembianti facesser di non esser con lui, ne di conoscerlo, e che di stanza sì procacciassero.
Esempio: E Bocc. nov. 21. 17. Alla stanza di lui rimandatolne.
Definiz: ¶ Per dimora. Lat. mora, mansio.
Esempio: G. V. 11. 57. 2. E, non giugnendo la sua gente, dubitò della stanza.
Esempio: E G. V. capit. 86. 1. La stanza non facea più per loro.
Esempio: Dant. Purg. 19. Non vo' che più t'arresti, Che la tua stanza mio pianger disagia.
Esempio: Petr. son. 315. E se la stanza Fu vana, almen sia la partita onesta.
Esempio: E Petr. canz. 22. 5. E per ogni paese è buona stanza.
Esempio: Boc. n. 45. 3. Piacendogli la stanza, là con ogni sua cosa si tornò.
Esempio: Coll. S. Pad. Impromette di veníre, ec. e di fare stanza appo noi.
Definiz: In questa stanza. In vece dì, mentre, in questo stante. Lat. interim, interea.
Esempio: G. V. 11. 59. 6. E in questa stanza, a di 10. d'Aprile, ec. presono il Castello di Monterchi.
Esempio: E G. V. lib. 12. 16. 14. In questa stanza non cessava l'assedio di dì, e di notte.
Definiz: ¶ E a stanza d'uno, vale, a riquisizione, preghiera. Lat. in gratiam alicuius.
Esempio: M. V. 8. 17. E pregandogli, per l'onor loro, e appresso del Comun di Firenze, ch'era obbligato a loro stanza, che se ne dovessono partíre.
Esempio: Bocc. n. 79. 12. Ciascuna con colui, a cui stanza v'è fatta veníre, se ne va nella sua camera.
Esempio: E Bocc. nov. 23. 25. Ell'ha, infino a qui, ec. ad istanza de' preghi miei, taciuto.
Definiz: ¶ Per instanzia, sollecitudine, importunità. Con grande stanza. Latin. instanter.
Esempio: N. ant. 3. 5. E con grande stanza addomandava, che gli facesse ragione.
Definiz: ¶ Per cantico. Latin. canticum.
Esempio: Passav. 258. E profetando fece una stanza, e disse, Quia respexit humilitatem.
Definiz: ¶ STANZA diciamo noi a una spezie di poesía, atta all'eroico, d'otto versi d'undici sillabe, con la rima corrispondente ne' sei primi versi di caffo in caffo, e di pari in pari, e gli ultimi due s'hanno a corrisponder di rima, anch'eglino, e chiamansi chiave, perchè serrano il concetto. E anche si dice OTTAVA. E si potrebbe dire in lat. ostosticus octosticus, da ὀκτώστιχος ὀκτάστιχος.